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Autore: Kay    27/10/2004    0 recensioni
è la prima storia che ho scritto! in tutto i personaggi protagonisti sono 18; ma i veri e propri di cui si parla di più sono Kei e Aì. è stata inventata da me a da una mia amica, Martina. "Era il 17 agosto 2016, ore 19:45. In un vicolo del quartiere Gesù (quello più malfamato) della città di Crotone, un ragazzo alto, magro e dai capelli argentati stava passeggiando, incurante degli altri e di ciò che lo circondava. Era Kei Hiwatari."
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 LA NUOVA SQUADRA SPECIALE “Cercare di salvare un mondo Sembra quasi impossibile, Ma se si uniscono le persone giuste… Allora il pianeta avrà qualche possibilità” Dal giorno del furto (avvenuto il 18 agosto, visto che era passata la mezzanotte) erano passati quattro giorni. Aì non era ancora riuscita a vedere Kei da quel giorno, per fargli la domanda che l’ossessionava notte e dì. Ci teneva molto a porgliela, visto che ormai anche lei provava qualcosa per lui. Erano le 19:30 del 22 agosto, a Washington, Casa Bianca. Il Presidente dell’America stava discutendo con il suo agente più fidato, James Walker. “Chi, anzi quanti ne sono morti ancora?” chiese il Presidente. “Mi dispiace informarla, signore, ma sono morte altre quindici persone” rispose James. “Quei maledetti vampiri! Signore, non possiamo permettere loro di fare ciò che vogliono, bisogna trovare una soluzione a questo problema!”. “Sono a conoscenza di ciò che potrebbero causare. Se per caso dovessero aumentare ancora di più di numero, prego che non succeda, potrebbero prendere il pieno controllo di Demos. Io sono l’unico probabilmente, tra i sei presidenti, ad essere ancora umano, mentre gli altri sono oramai al servizio di Rei oppure deceduti, perciò non possiamo organizzare piani assieme alle altre potenze mondiali; più ci penso e più divento nervoso! Tuttavia, c’è un’altra soluzione: bisogna ricreare una squadra speciale in grado d’affrontare i nemici, come quella di due anni fa” affermò il Presidente. “Sapevo che avreste detto una cosa simile, perciò mi sono preso la briga di fare una ricerca sui vecchi membri della squadra e su alcuni che potrebbero farne parte come nuovi elementi” disse James. “Ma parlo di gente giovane, per i nuovi, ovviamente ci sono anche quelli sulla quarantina.”. “Molto bene” confermò il Presidente. “E chi sarebbero costoro?”. “I vecchi elementi” cominciò a dire James. “Sono Kelly e Sheila Okisawa, le uniche superstiti, hanno 38 la prima e 36 la seconda. I nuovi giovani sono Aì Aibarat che ha 22 anni ed è una ladra abilissima e agilissima, Buffy Summers che ha pure 22 anni e ha fatto un corso di ammazza vampiri dalla madre che era un ex membro ormai deceduto e Angel Aibarat che ha 25 anni una volta stava dalla parte nemica e ora dalla nostra per merito delle prime due nuove reclute che vi ho nominato. I nuovi più anziani sono Fujiko Mine che ha 35 anni, Arsenio Lupin III che ha 37 anni, Jigen Daisuke che ha 41 anni e Goemon Ishikawa che ne ha 38. Questi ultimi quattro sono ladri come Aì. Ah! C’è anche una certa Pam Hiwatari di 23 anni che fa la poliziotta.”. “Hiwatari? Ha per caso un fratello?” chiese incuriosito il Presidente. “Certo, si chiama Kei” rispose James. “Un drogato alcolista ventiduenne che pare sia riuscito a smettere da sei mesi. Incuriosisce questo fatto; non crede anche lei?”. “Non importa” disse il Presidente. “Porta sia quelli che hai elencato qui, che Kei Hiwatari.”. Stesso momento, in un covo nascosto da qualche parte nel mondo. Rei Kon, il capo dei vampiri, stava conferendo con i suoi seguaci Cody e Duke. “Quante vittime, anzi alleati avete fatto oggi?” chiese Rei. “Altre quindici solo io e Duke” rispose Cody. “I vampiri ancora non ci hanno comunicato il loro risultato, in ogni caso dai nostri calcoli risulta che la popolazione demosiana comprende 1.969.022.000 vampiri e 4.030.975.000 umani circa.”. “Molto bene, ma se vogliamo sottomettere Demos il più in fretta possibile, dobbiamo farci come alleati gente in gamba, come la sorella di Angel, Aì Aibarat” disse Rei. “Ho sentito che si muove come una pantera quando deve rubare qualcosa; con uno scatto felino come il suo, chissà quanti nuovi alleati potremo avere in pochi giorni! Perciò andate a trovarla e poi portatemela qui.”. “Come vuole lei” disse Duke. “Ma cosa facciamo se non vuole venire?”. “La costringete!” rispose in tono alterato Rei. I due scagnozzi si allontanarono dalla stanza, lasciando Rei solo a pensare. “Arriverà quel giorno!” pensava il capo vampiro. “Riuscirò a controllare l’intero pianeta e lo governerò senza l’aiuto di nessuno! Porterò a termine il piano dei miei genitori e farò venire a vivere qui la mia gente. Io governerò il pianeta e diventerò il nuovo sovrano!”. Aì stava passeggiando per i fatti suoi in un vicolo buio della città mentre faceva ritorno a casa alle 23:35 (a causa del fuso orario, a Washington erano quattro ore prima rispetto Crotone). C’era una lieve brezza. In quel momento incontrò i due scagnozzi di Rei. Lei li conosceva molto bene perché una volta, suo fratello, Angel, li frequentava. Le bloccarono la strada. “Ciao bambolina!” esclamò Duke. “A chi bambolina?! Come ti permetti?!” esclamò Aì a sua volta. “Senti, noi vogliamo parlarti” iniziò a dire Cody. “Tu sai qual è il nostro scopo e chi serviamo, perciò non c’è bisogno di spiegarti tutto dal principio. Ti pongo subito la domanda: vuoi unirti a noi?”. Aì rimase lì a fissarli. Come mai tra tutte le persone che c’erano, Cody e Duke erano andati a cercare proprio lei? Forse perché era la sorella di un vampiro, ovvero Angel? Era difficile capire a quale scopo erano andati a parlare con lei e a chiederle di schierarsi dalla loro parte; tuttavia non poteva rispondere altro, se non… “Mi dispiace, ma devo rifiutare la vostra offerta” rispose Aì. “Vi conviene chiedere aiuto a qualcun altro.”. “O ti schieri con noi o dovremo farti fuori!” esclamò Duke, infuriato al massimo, che non riusciva a trattenersi per poco dal rapire Aì e portarla dal suo capo. “Mi sa che dovrete provare a farmi fuori!” esclamò in tono ironico la ragazza. Fra i tre iniziò una rissa. Cody e Duke attaccavano Aì da due lati opposti e lei doveva difendersi come meglio poteva da entrambi. Ad un tratto Duke la colse di sorpresa e la fece sbattere ad un muro e ferendola gravemente ad un braccio. La ragazza si trovò ad essere più in svantaggio di prima, ma non si arrese; continuò a combattere contro i due nemici. Purtroppo Cody, questa volta, la ferì ad una gamba; tuttavia, dopo molti sacrifici, Aì riuscì a cacciare i due vampiri ed a scappare via. Sentiva sanguinare i suoi due arti feriti, così cercò qualcuno che potesse aiutarla, ma il dolore ebbe il sopravvento su di lei e le fece perdere i sensi. Una persona, che passava di lì per caso, la riconobbe, la prese in braccio e la portò in salvo. Dopo essere svenuta, Aì aveva iniziato a sognare. Si poneva molte domande all’interno del sogno. Dov’era? Chi l’aveva sottratta al crudele destino che stava per avverarsi? Era in un luogo senza confini, tutto bianco. Non c’erano persone o animali o oggetti. Ad un tratto si svegliò di soprassalto. Si trovava in una piccola casa ben arredata, in un letto e aveva le ferite bendate. Ma chi poteva averla salvata? “Ti sei svegliata finalmente!” esclamò una voce. Aì la conosceva molto bene. Era di una persona che non era riuscita più a vedere; che era diventata importante per lei. La cercò per la casa, con lo sguardo, e finalmente la trovò, sdraiata su di un divanetto a due posti, sotto una finestra, nella parte opposta della stanza, rispetto il letto su cui stava lei. I suoi capelli argentati brillavano sotto la luce lunare e i suoi occhi dolci sembravano ancora più profondi di quanto non lo fossero già. Le sue pupille erano più grandi perché avevano alle spalle la luce della luna e in faccia l’oscurità, ma sembrava che fossero molto più magnetiche di prima. Era proprio lui, Kei Hiwatari. “Dove siamo?” chiese Aì. “A volte mi fai ridere Aì! La prima cosa che pensi dopo esserti ripresa da uno svenimento, è il posto in cui ti trovi?” le domandò ironicamente Kei. “Hai ragione!” rispose lei. Ci fu un momento in cui entrambi tacquero. “In ogni caso ci troviamo a casa mia” disse Kei. “Non preoccuparti, sei al sicuro.”. “Me la ricordavo molto più grande la villa Hiwatari!” commentò Aì. “Infatti, questa non è la villa Hiwatari” confermò Kei. “Questa era la casa dove andavo a dormire quando mi ritiravo tardi dai bar. Mia sorella pensava che io dormissi all’aperto con altri ubriachi o drogati. Nessuno, tranne te e me, sa che io ogni tanto ci vengo; anche se è solo per sentirmi un po’ tranquillo e, diciamo, a casa mia, siccome nella villa chi comanda è mia sorella.”. Aì divenne rossa sulle guance dall’imbarazzo. Come aveva fatto a non pensare che il posto in cui si trovava in quel momento non fosse la villa Hiwatari? Fu a quel punto che Kei si alzò dal divano, prese una sedia, la mise vicino il letto su cui stava Aì e poi ci si sedette sopra. Al ragazzo era piaciuta Aì quando arrossiva, la trovava un po’ buffa e per questo motivo che si era seduto accanto a lei; proprio per osservarla da più vicino. Questo fatto, però, fece agitare un po’ la ragazza. “Senti, mi sei stato vicino tutto questo tempo?” chiese nervosa. Poi ripensò a quello che aveva detto: come poteva esserle stato vicino se prima si trovavano in due parti opposte della casa? Ancora una volta pensò di aver fatto un’altra figuraccia di fronte a Kei. “Sì” rispose Kei, sempre con aria divertita. “Prima che ti svegliassi sono andato a sdraiarmi sul divano.”. La ragazza divenne un po’ meno rossa di prima sentendo la risposta dell’amico; si rassicurò. Pensò che probabilmente Kei avesse intuito che lei aveva pensato di aver fatto una figuraccia e che avesse detto apposta quelle parole, così, pensando a ciò, tornò a riassumere il colore rosso. Quella reazione fece scappare una piccola risatina a Kei e Aì se n’accorse. “Perché stai ridendo?” chiese timidamente Aì. “Non ci posso fare niente” rispose Kei. “Senza offesa, ma quando t’imbarazzi diventi rossa in viso e allo stesso tempo un po’ buffa.”. “Non posso farci niente anch’io se è nella mia natura” si difese la ragazza. “In ogni caso, che ora è? Devo tornare a casa!”. “Oramai è tardi, sono le 24:45” rispose Kei. “Riposa qua, io dormirò sul divano.”. Aì annuì. In quel momento le venne in mente una cosa che voleva chiedere all’amico da un po’ di tempo. “Kei” iniziò a dire. “Volevo chiederti se per caso tu… in pratica, io ti…?”. Kei aveva intuito cosa voleva dire Aì, infatti, aveva ragione, lui si era innamorato di lei, ma ancora non glielo aveva detto. Quell’occasione, però, per entrambi sembrò quella giusta per dichiararsi l’uno all’altra. Il cuore di Kei batteva a mille, mentre avvicinava il suo viso a quello di Aì. Quest’ultima avvertì l’alito di Kei sulle sue labbra e viceversa, finché… le loro labbra si toccarono, ognuno assaporava quelle dell’altro; provarono una sensazione gradevole e piacevole, siccome era per entrambi il primo bacio, poiché Demos viveva sotto il controllo dei vampiri da più di venti anni e nessuno aveva avuto il tempo per trovarsi una ragazza o un ragazzo perché doveva pensare a difendersi. Kei e Aì, però, avevano deciso di rompere quella che ormai era diventata una specie di usanza per i demosiani. Il ragazzo sentiva il sapore delle labbra di Aì, le gustava sempre di più e anche quest’ultima assaporava le labbra dell’amante. Ormai si sentivano una cosa sola. Dopo un po’ di tempo si staccarono l’uno dall’altra. “Ci siamo baciati?” chiese Aì. “Si” rispose Kei. “Beh, diciamo che era il ringraziamento per sdebitarti per l’altra sera. Forse… è meglio se ora andiamo a dormire…”. “Hai ragione…” disse suo malgrado la ragazza. Non le sarebbe dispiaciuto ricevere un altro bacio dal ragazzo, ma neanche di parlare ancora un po’ con lui. Kei si stava dirigendo verso il divano, quando Aì lo chiamò. “Aspetta Kei!” esclamò Aì. “Puoi… dormire nel letto, se vuoi.”. “E tu?” chiese Kei. “Non preoccuparti, posso stringermi e poi va bene per due persone. Certo, non è un letto matrimoniale, ma può andare bene lo stesso.”. “Se ti fa piacere… voglio dire, non ti dispiace…”. Aì annuì. Era di nuovo rossa in viso; a questo punto stava diventando un’abitudine per lei. In seguito si spostò un po’, per fare largo a Kei, che si stava sdraiando. Nessuno dei due riusciva a dormire. Kei guardava il soffitto per farsi passare il nervosismo e Aì era ancora rossa. Lei decise, lo stesso, di prendere l’iniziativa: si avvicinò al ragazzo e poggiò la testa sul suo petto. Questo l’abbracciò. A quel punto ad entrambi prese il sonno. Il mattino arrivò presto. I raggi del sole, che entravano dalla finestra sopra il letto (c’era una finestra anche lì), svegliarono Kei. Notò che sia lui che Aì erano ancora abbracciati come la sera prima. Gli dispiaceva che la notte fosse durata poco, perché avrebbe voluto stare in quel modo con Aì ancora un altro po’. Purtroppo, come al cuore, allo stomaco non si comanda. Al ragazzo venne fame, voleva andare a fare colazione, ma allo stesso tempo non voleva svegliare Aì per alzarsi lui; siccome lei era sdraiata sul suo petto. Vedeva i suoi capelli biondo rame diventare un misto tra lo stesso colore e quello dell’oro sotto i raggi del sole, la frangia che le copriva gli occhi risplendeva come il resto della sua faccia. Sembrava che emanasse lei la luce nella casa. La bellezza di Aì non poté fermare l’impulso di Kei di darle un bacio sulle labbra, così si alzò lentamente e le sistemò la testa sul cuscino, poi la baciò. Non provò proprio la stessa sensazione della sera prima perché allora anche Aì l’aveva baciato, mentre in quel momento no. Dopo di ciò andò in una pasticceria lì vicina e comprò due cornetti alla crema per entrambi. Nella città c’era qualche negozio che rimaneva aperto nonostante gli attacchi vampiri. Alla piccola casa, Aì si era svegliata. Non trovando più Kei, si alzò per andare a cercarlo. La gamba le faceva ancora male; infatti, camminava a stento tenendosi dal muro, mentre il braccio le era praticamente guarito. Ad un tratto, il ragazzo rientrò e la vide in piedi. “Ti sei svegliata!” esclamò. “Ho aperto gli occhi e non ti ho più trovato, mi sono spaventata” disse Aì, contenta di rivedere il ragazzo. “Mi fa piacere sapere che eri in pensiero per me” confessò lui. Sentite queste parole, Aì gli corse incontro, incurante del dolore della gamba, e l’abbracciò. Dalla sera scorsa, non poteva fare a meno di lui; perché assieme si sentiva protetta. Il ragazzo la strinse forte a sé. A causa dello stomaco di Kei che aveva brontolato sempre per il motivo della fame, i due si staccarono e andarono a fare colazione. “Tornerai a casa ora?” chiese un po’ cupo Kei. “Si” rispose Aì. Vedendo che il ragazzo diventava un po’ triste aggiunse “Anche se non mi sarebbe dispiaciuto rimanere ancora con te. Il problema è che mio zio e Lupin si preoccuperebbero non vedendomi rincasare neanche la mattina.”. Kei si sentì un po’ più sollevato alle ultime parole aggiunte dalla ragazza che amava; che poi non le aggiunse solo perché lui si era intristito, ma anche perché le pensava veramente. Finirono la colazione e uscirono che erano le 9:00. L’aria era fresca, il sole splendeva, gli uccelli cantavano; il giorno perfetto da passare con il ragazzo di cui si era innamorata, pensava Aì. Voleva che in quel momento le proponesse di andare da un’altra parte e non a casa di Lupin. Ad un tratto, Kei si fermò. “Cos’hai?” gli chiese Aì. “Vuoi proprio tornare a casa?” chiese a sua volta Kei. A quel punto anche la ragazza vuotò il sacco. “Certo che no!” esclamò. “Ti prego; possiamo andare da qualche altra parte? Io voglio stare con te! Finalmente ho capito quello che provavo quando ti stavo vicino e perché la sera del furto ero nervosa a stare con te! Ho capito di amarti!”. “Aì...” disse Kei, stupito, ma felice, nel sentire quelle parole. “Ti prego Kei!”. “Dove vorresti andare?”. “Facciamo una passeggiata, chiacchieriamo, qualunque cosa ma non torniamo a casa” rispose calma. “Come vuoi, piccolina!” esclamò Kei. “Sì, però non chiamarmi piccolina!”. “D’accordo… piccolina!”. “Kei smettila!”. Kei, dal divertimento, si mise a ridere; in seguito i due passarono ancora tempo assieme, prima di tornare al Palazzo Lupin. Al ritorno, per la strada di casa, Kei chiese ad Aì “Ti sei divertita?”. “Sì” rispose lei. “Vorrei tanto che ci fossero sempre giornate così!”. Salirono al piano dell’appartamento del palazzo, dove Aì aprì la porta con la copia sua della chiave ed entrò con Kei. Insieme, i due trovarono Jigen e Lupin che parlavano con un agente del presidente americano, James. I due ladri, appena videro Aì rincasare, saltarono di gioia. Jigen andò ad abbracciarla, addirittura. “Aì! Dove sei stata?! Eravamo preoccupati per te!” esclamò dalla felicità. “Ma zio, ormai sono grande, non ho bisogno di una balia!” lo rimproverò la ragazza cercando di liberarsi dalla morsa dello zio. “E poi ero…”. “Cos’hai fatto alla gamba e al braccio?!” chiese Lupin, che aveva notato le bende. “Nulla, qualche graffio. Ora non mi fa più male; posso levarle” rispose Aì. “È stato Kei a salvarmi.”. “O a conciarti così?” chiese Lupin irritato e allo stesso tempo incuriosito. “Per carità, no!” rispose la ragazza. “Ringrazialo perché è merito suo se sono ancora viva.”. “Meno male che non ti serviva la balia!” esclamò Jigen. Ad interrompere quella discussione fu James. “Scusate, ma dovrei comunicarvi che tutti e quattro voi siete stati convocati alla Casa Bianca dal Presidente del continente americano” disse. “Dobbiamo sbrigarci, è una questione urgente, se non vi dispiace.”. Durante il viaggio, Aì e Kei vennero a sapere in breve il perché erano stati convocati, dovevano formare una squadra speciale. Alle 16:00 un gruppo di persone si ritrovò alla Casa Bianca al cospetto del Presidente. Lupin e Jigen notarono due persone a loro molto familiari, Fujiko e Goemon, e andarono da loro. “Fujiko! Goemon!” esclamarono. “Salve! Dopo tanto tempo ci si rivede!” esclamò Fujiko. “Ma non eri morta?” chiese Jigen. “Vi ricordate in quell’incidente? Goemon mi ha salvata. Abbiamo passato tutti questi anni a cercarvi; poi James ci ha detto di questa riunione ed eccoci qui! Però a te, Jigen, non ti sarebbe dispiaciuto non vedermi più, vero?”. “Tsk!”. Kei, invece, fu notato da una ragazza, sua sorella Pam. “Eccoti finalmente!” esclamò vedendolo. “Dove sei stato per tutta la notte?! Eh?! Scommetto che sei andato ad ubriacarti!”. “No” rispose Aì. “Lui mi ha salvato e si è preso cura di me da ieri sera!” e le mostrò le bende, che aveva ancora addosso. “Come?!” esclamò chiedendo Pam, guardando il fratello. “Ha ragione Aì” confermò il ragazzo. Oltre a loro sette, c’erano anche Kelly, Sheila, Buffy ed Angel. Vedendoli tutti presenti, il presidente iniziò a parlare. “Sono contento di vedervi tutti presenti!” iniziò a dire. “James vi ha già detto come mai vi ho convocati. Immagino sappiate tutti in che condizioni sia ora Demos. Io e un’altra persona siamo rimasti gli unici due presidenti su sei non corrotti, ma siamo troppo pochi perché formiamo un esercito in grado di affrontare tutti quei vampiri. Per questo motivo, non avendo altra scelta, abbiamo deciso di convocarvi per formare una squadra speciale; ammesso che voi accettiate di farne parte.”. “Chi è l’altro presidente?” chiese Angel. “È il presidente del continente asiatico” rispose James. “Che cosa succederà se questo presidente non volesse aiutarci?” chiese Kei. “Infondo, non può comandare il suo continente perché è tutto infestato dai vampiri.”. Il presidente guardò il ragazzo, poi disse “Non è detto che debba esserci d’aiuto proprio in quelle vesti, sig. Hiwatari. Inoltre le faccio notare che l’Asia non è completamente invasa dai vampiri; quelli ancora umani si nascondono nelle grotte, nelle montagne, nelle caverne, pur di non essere trovati dai nemici.”. “Scusi se mi permetto” disse Pam. “Non credo che ci convenga contare tropo su di lui, intendo il presidente asiatico. Comunque, una cosa che lei non sa è che c’è anche il presidente europeo, o meglio, il suo erede ancora vivo.”. “Vedo” rispose il presidente. “Che tu sei la più informata tra tutti quanti. Gradirei, poi, ricevere te e gli altri due presidenti in privato, se non dispiace a nessuno. Torniamo a noi ora, cosa avete deciso? Formerete la squadra?”. Tutti i presenti annuirono. Alla luce dei fatti, il presidente ordinò a James di dare loro delle mappe digitali del mondo in grado di rilevare la posizione di ogni elemento della squadra. Segnalavano anche lo stato di salute di ognuno. I continenti disegnati erano colorati in sei colori diversi. Kei alzò la testa dalla sua carta di Demos e guardò il presidente. “Che cosa succederebbe se dovesse accadere qualcosa ad un membro?” chiese. “Non dovrebbe accadervi niente, siete sotto la mia responsabilità e protezione” rispose il presidente. “Ora gradirei ricevere te e Pam nel mio studio. Gli altri dovrebbero aspettare. Il lavoro lo inizierete domani o il giorno dopo, come vi fa più comodo; purché sia il prima possibile.”. Il presidente, Kei, Pam e James si congedarono dagli altri. Entrati nello studio privato si accomodarono su due divani a due posti, a parte James che stava in piedi. “A quanto ho capito Kei, tu sai chi sei” disse il presidente. “Dimmi una cosa, perché hai abbandonato il tuo posto?”. “Lei sa che io ero un drogato alcolista, vero? Ho cominciato a farmi quattro anni fa. Avevo appena ereditato quel posto da mio padre, ma non volevo mantenerlo. Mia sorella non poteva perchè la legge diceva che solo i secondogeniti potevano ereditare il posto, quindi nessuno del continente ha mai saputo a chi spettava il posto; conoscevano solo il nome Kei Hiwatari, ma non mi avevano mai visto in faccia. Io poi mi sono trasferito a Crotone, in Europa, con mia sorella” rispose. “Ma ora saresti disposto a riprenderlo, il tuo posto?” domandò il sig. Mizihara al ragazzo. “In mezzo a questa guerra, sono disposto a prendermi le responsabilità del continente, ma non risalirò a quel posto finché non sarà finita” rispose di nuovo. “Lo sa anche lei: anche se sono il legittimo erede al trono, non posso mica presentarmi lì senza l’adeguata presentazione a tutte le persone asiatiche, com’è sempre stato fatto da generazioni!”. “Molto bene” affermò il presidente, poi si voltò verso Pam. “Per quel che ho capito poi, tu sai chi è il presidente europeo, giusto?”. “Forse non ci crederà, ma è Aì Aibarat” rispose Pam. “Suo padre, David Aibarat, è stato presidente fino a ventuno anni fa, alla sua morte lasciò il posto ad una bambina di pochi mesi di cui non si sapeva niente, perché, come ha detto Kei, esisteva la legge del secondogenito. Quella bimba, ovvero l’erede del presidente dell’Europa, era Aì. Era stata affidata da David in persona a Jigen Daisuke, il noto ladro, nonché suo cognato. È cresciuta insieme a lui imparando la stessa professione. Proprio qualche giorno fa era stata sorpresa per la prima volta, ma poi è riuscita a scappare.”. finita la frase, la poliziotta gettò un veloce sguardo di rimprovero al fratello. Il presidente ordinò a James di andare a chiamare Aì Aibarat e quella arrivò all’istante. Poi disse a Pam di raccontarle ciò che aveva detto a lui poco prima. “Ecco” cominciò Pam. “Tuo padre, David Aibarat, era il Presidente dell’Europa. Come tu sai è morto quando tu eri molto piccola, mentre tuo fratello aveva tre anni, ma prima di andarsene per sempre vi ha affidato a Jigen Daisuke, il fratello di tua madre. Nonostante la tua età ti affidò il continente europeo secondo la legge del secondogenito, dicendo a Jigen di dirti la verità quando tu saresti stata pronta. Per tutti questi anni tu sei stata all’oscuro di tutto, ma ora è tempo di scoprire le carte. Demos è in pericolo e deve essere salvato prima che sia troppo tardi! I presidenti rimasti sono tre: tu, Kei e il sig. Mizihara. Tre su sei è un buon risultato. Ora tocca a te scegliere se tenere il tuo posto o cederlo.”. “Allora? Lo accetterai?” le chiese il presidente. “Non so proprio cosa dire” rispose Aì. “Mio padre mi ha lasciato un continente da custodire senza avvisare nessun altro oltre mio zio. Vorrei riprendere ciò che mi appartiene, ma come faccio poi a svolgere questo compito e quello di membro della squadra speciale?”. “Non preoccuparti” disse il presidente. “L’importante è che tu tenga a diventarlo. Io ho finito la riunione; potete tornare a casa vostra ora. James vi darà una mano con la missione; vi aiuterà ad ammazzare i vampiri. Inizierete a lavorare domani o il giorno dopo, come vi ho già accennato, a seconda dei vostri comodi. Arrivederci!”. Kei, Pam, Aì e James uscirono dalla stanza, raccontarono ciò che il presidente aveva detto. “Visto che iniziamo a lavorare domani” disse Sheila. “Perché non andiamo a discutere del nostro lavoro al bar "Divertiti per l’ultima volta"?”. Tutti annuirono. Presero l’aereo per giungere a Roma, da lì Crotone. Arrivarono nel primo pomeriggio a causa del fuso orario. Capitolo 2 finito! Questo è uno dei miei preferiti. Ora che ci sono ne approfitto per spiegarvi i personaggi, i protagonisti (alcuni non sono ancora comparsi nella storia): - Aì Aibarat: 22 anni, è una dei protagonisti (probabilmente la principale con Kei) ed è di mia invenzione. - Kei Hiwatari: 22 anni, un altro protagonista preso, ovviamente, dall’anime di “Beyblade” (precisamente della terza serie). - Angel Aibarat: 25 anni, il fratello di Aì, in realtà è l’attore David Borneaz che interpreta Angelus nel telefilm “Buffy l’ammazza vampiri”. - Buffy Summers: 22 anni, migliore amica di Angel e Aì, è l’attrice Sarah Michelle Gellar che interpreta Buffy Summers nell’omonimo telefilm. - Jigen Daisuke: 41 anni, zio materno di Angel e Aì, è stato preso dall’anime “Lupin”. - Arsenio Lupin III: 37 anni, miglior amico di Jigen, preso dall’omonima anime “Lupin”. - Goemon Ishikawa: 38 anni, ex elemento della banda Lupin, anche lui preso dall’anime “Lupin”. - Fujiko Mine: 35 anni, futura moglie di Lupin, presa ovviamente dall’anime “Lupin”. - Pam Hiwatari: 23 anni, sorella di Kei, interpreta Pam Fujiwara nell’anime “Mewmew amiche vincenti”. - Kelly Okisawa: 38 anni, futura moglie di Jigen, interpreta Kelly (il cognome non lo so) nell’anime “Occhi di gatto”. - Sheila Okisawa: 36 anni, sorella di Kelly, interpreta Sheila la sorella di Kelly nell’anime “Occhi di gatto”. - Tati Okisawa: 24 anni, sorella di Kelly e Sheila, interpreta la sorella di Kelly e Sheila nell’anime “Occhi di gatto”. - James Walker: 24 anni, futuro ragazzo di Pam, è in realtà Ozuma dell’anime “Beyblade G Revolution” (gli ho cambiato il nome). - Morea Walker: 38 anni, sorella di James, è Morea/Sailor Jupiter dell’anime “Sailor Moon” (tutte e cinque le serie). - Rea Walker: 31 anni, sorella di James e Morea, è Rea/Sailor Mars dell’anime “Sailor Moon” (di tutte le serie). - Martha Walker: 22 anni, sorella di James, Morea e Rea, lei è Martha/Sailor Venus anche lei di tutte le cinque serie di “Sailor Moon”. - Dalila Kinomiya (detta “la barista”): 45 anni, in realtà è mia sorella che ha voluto avere per forza una parte e si è accontentata di questa. - Takao Kinomiya: 35 anni, fratello di Dalila, è stato preso anche lui dalla terza serie di “Beyblade”. Inoltre ci sarebbero gli antagonisti: - Rei Kon: 22 anni, il primo nemico da affrontare, è stato preso dalla terza serie di “Beyblade”. - Cody Lloyd: 21 anni, uno dei due scagnozzi di Rei, è in realtà Jessy della terza serie di “Beyblade” anche lui. - Duke Roland: 22 anni, l’altro scagnozzo di Rei, è Heiji (neanche di lui ricordo il cognome) dell’anime “Detective Conan” l’amico del protagonista. - presidente Max Mizihara: 45 anni, è il presidente dell’America, è il Max della terza serie di “Beyblade”.
  
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