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Autore: DanzaNelFuoco    15/10/2013    3 recensioni
Questa storia ha partecipato al contest indetto da Moonspell.EFP "La guerra magica di EFP" sul forum e si è classificata quinta.
- Intro:
Avevano ricevuto ordini di distruggere chiunque osasse mettersi pubblicamente contro di loro. Puniscine uno per sottometterne cento. Nessuno, che fosse mago, babbano o centauro, avrebbe osato mai più mettersi contro di loro, dopo il repulisti che il Lord aveva ordinato.
Lui avrebbe eseguito il suo con molto piacere.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Augustus Rookwood, Igor Karkaroff
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Attenzione "Contenuti forti" : la storia descrive una tortura, ma non scende nei particolari. Credo che anche gli stomaci delicati possano affrontarla, ma ho messo l'avviso per sicureza. 

Avevano ricevuto ordini di distruggere chiunque osasse mettersi pubblicamente contro di loro. Puniscine uno per sottometterne cento. Nessuno, che fosse mago, babbano o centauro, avrebbe osato mai più mettersi contro di loro, dopo il repulisti che il Lord aveva ordinato.
Lui avrebbe eseguito il suo con molto piacere.
 
"I Babbani non capiscono un cazzo." pensò, masticando una gomma.
Guardò il vecchio cartellone sbiadito di una pubblicità di uno stupido film babbano, che recitava: "Degli uomini cattivi puoi fidarti. Quelli almeno non cambiano." *
"Balle" pensò rileggendolo.
Se lo avesse letto anni prima, quel cartellone avrebbe detto la verità. Ne era certo, all'epoca. Oggi invece, mentre aspettava quello che credeva un suo amico sapeva per certo che era una stupidaggine grande come il castello di Hogwarts.
Vide una figura vestita di nero avanzare lungo il vialetto, avvolto in un pesante cappotto adatto al gelido freddo del Nord Europa, e capì subito che era lui, dopotutto erano dalla stessa parte tanto tempo fa, quindici anni prima.
"Karkaroff, chi non muore si rivede!" lo apostrofò ironico.
La mano del mago di fronte a lui corse sotto il mantello.
"Oh, è inutile che cerchi la tua bacchetta, non sono qui per ucciderti." lo rassicurò l'altro.
Karkaroff guardò scettico l'altro mago. "Perché?" chiese sospettoso.
"Voglio vederti soffrire." la sua bocca si aprì in un ghigno.
Igor lo guardò spaventato.
"Crucio!" lanciò l'uomo, ma l'altro lo schivò.
"Incarcero!" lo legò l'ex preside di Drumstrang. "Mi dispiace, Rookwood, ma la mia vita valeva il tuo nome allora, esattamente come adesso. Stupeficium!"
 
"Crucio!"
Il corpo di Rookwood si contrasse in preda a spasmi tremendi.
"Credevi veramente di riuscire ad ingannare il tuo Signore? Non sei in occlumante abbastanza bravo per poterlo pensare davvero. Crucio!"
Quanto tempo avevano impiegato Frank e Alice Paciock a impazzire? Il dolore era atroce, se la sua mente fosse riuscita a staccarsi e veleggiare via come un palloncino forse avrebbe smesso di soffrire. Forse sarebbe stato meglio morire.
"Crucio!" risuonò ancora una volta la voce del suo padrone.
Un'ondata di dolore più violenta della prima lo colpì, poi improvvisamente cessò e con esso anche la volontà di morire.
"Vendetta? Rookwood, seriamente pensavo fossi più intelligente.  Non credi che io abbia già vagliato tutte le possibilità e abbia comunque deciso di mandarti a ucciderlo?"
"Sì, mio Signore."
"Era una cosa semplice da fare: Va. A. Punire. I. Traditori. Dovevi ucciderlo e portarmi il suo corpo!"
L'ira di Lord Voldemort trapelava dalla sua voce. Rookwood lo aveva deluso. Certo, Karkaroff era una pedina minore e non molto importante, un traditore, ma nonostante tutto la clemenza del Signore Oscuro era rinomata. Se la sarebbe cavata con tre o quattro Crociatus, se fosse tornato e poi avrebbe potuto tornare a servirlo, esattamente come era successo con Lucius e Severus. Invece aveva ignorato il richiamo ed era scappato.
Doveva morire, dal momento che aveva osato contrapporsi a lui e al suo potere.
Quel piccolo sciocco di Rookwood aveva voluto torturarlo! Il Lord aveva scrutato tra i pensieri del Mangiamorte e, nonostante questo cercasse di nasconderlo, aveva visto benissimo la fuga del traditore e com’era avvenuta.
"Crucio!"
Il dolore lo investì in pieno e poi cessò.
"Sparisci, Rookwood! Va e non tornare, non senza il cadavere di Igor.” Lo aveva congedato.
 
Aveva seguito le sue tracce magiche fino a quel buco orribile. Lo aveva in pugno.
Karkaroff era sempre stato un ratto. Un insulso, codardo e stupido topo.
Alohomora!” sussurrò per non farsi sentire dall’interno della catapecchia.
La porta si aprì con un cigolio, facendo entrare un fascio di luce polveroso all’interno della stanza buia. Rookwood chiuse la porta dietro di sé, sussurrando un nuovo incantesimo. “Colloportus!”.
Un ghigno si disegnò sul suo viso. Non avrebbe disobbedito agli ordini del Signore Oscuro, non di nuovo. Si sarebbe solo preso una certa libertà nell’esecuzione. In piena sicurezza ovviamente.
La poca luce che entrava dai battenti mal accomodati della finestra gli permise di riconoscere i tratti di un fagotto abbandonato scompostamente sul pavimento. Igor Karkaroff. Profonde occhiaie violacee gli segnavano gli occhi chiusi da un sonno disturbato. Nuove rughe gli segnavano gli angoli della bocca, le guance scavate gli risaltavano gli zigomi pallidi, la barba incolta era diradata dalla preoccupazione, il mantello in cui era avvolto liso e strappato in più punti. Aveva decisamente meno chili e più preoccupazioni rispetto a due settimane prima, l’ultima volta che l’aveva visto.
Incarcero!
Questa volta non si preoccupò di sussurrare. Funi invisibili immobilizzarono l’uomo, o, per meglio dire, quello che ne restava, e lui si svegliò di soprassalto. Gli occhi incavati si riempirono di terrore.
“Ci incontriamo di nuovo, Igor. Questa volta non scapperai.”
“Rookwood, amico, ti prego!”
“No, Igor. Quando il marchio ti ha chiamato quella notte avresti potuto presentarti. Il Signore Oscuro sarebbe stato clemente, te la saresti cavata con poco. Hai fatto la scelta sbagliata.”
Karkaroff si dimenò cercando di liberarsi da quei legami invisibili e gemendo.
Augustus si chinò sul vecchio amico. “Non puoi sapere quanto io sia felice che tu lo abbia fatto.”
Il respiro di Igor si spezzò. “Co-come?”
“Sì.” Gli sussurrò a un orecchio. “Sono contento. Tu mi hai venduto ed io proprio non avrei mai sopportato averti al mio fianco come amico. Così invece posso ucciderti con le mie mani.”
“Ti prego…”
“Ho passato anni ad Azkaban perché tu non ci andassi. Ho subito torture dal Signore Oscuro perché… perché? Ah sì, perché la tua vita valeva il mio nome allora, esattamente come adesso. Bene. Ora il mio nome si vendicherà sulla tua vita.”
Con un incantesimo muto e un rapido movimento della bacchetta, la veste di Igor si squarciò all’altezza del petto lasciando intravedere fresche ferite insanguinate.
Karkaroff urlò.
“Quando avrò finito con te, per riconoscere il tuo cadavere avranno bisogno di guardare il tuo Marchio Nero.” Si avvicinò a Igor, che voltò la testa allontanandosi. “Tranquillo, non ti colpirò in faccia. La tua testa mi serve intatta, così che il Signore Oscuro possa riconoscerla.”
“Ti prego, Augustus! Ti prego!” lo supplicò.
Diffindo!”Nuovi tagli sanguinanti si aprirono sul petto e sulle braccia.
Continuò a tagliarlo finché l’uomo davanti a lui non fu interamente ricoperto di sangue.
Ogni grido che era uscito dalle sue labbra era stato un balsamo per il cuore ferito di Augustus. Ogni singhiozzo una medicina per la sua anima. Ogni lacrima era ambrosia, che dava colore ai giorni grigi e pieni di disperazione della prigionia.
Poi cominciò a bruciarlo, lentamente.
Odore di carne cotta si sparse per il cunicolo e rosse piaghe si diffusero a cauterizzare le ferite.
“Non vorrai morire dissanguato proprio sul più bello, no?”
Quello era potere. Decidere della vita e della morte di qualcuno era inebriante. Era per quel motivo che si era unito a Voldemort.
Poco dopo i lamenti di Karkaroff si spensero. Era svenuto.
Decise di essersi divertito abbastanza con quell’omunculo, che in fondo non meritava così tanta attenzione. Dopotutto non faceva nemmeno parte dell’Ordine della Fenice.
Crucio!
Rookwood lo svegliò. “Ora morirai.”
Fu terrore quello che vide nei suoi occhi? Fu un ultimo briciolo della sua anima che si aggrappava alla vita? O forse fu sollievo? La fine agognata dei suoi tormenti?
Non lo seppe mai.
Avada Kedavra!
Soddisfatto di sé, prese la sua testa.
 
 
"Degli uomini cattivi puoi fidarti. Quelli almeno non cambiano." recitava il cartellone di un vecchio film babbano.
La cittadina dove aveva incontrato la prima volta Karkaroff era circondata da boschi. Il Nord Europa era un posto affascinante anche per i morti. Con il freddo si decomponevano meno facilmente.
Abbandonò il cadavere, annerito e nudo, nella neve davanti a quel cartellone sbiadito. Sulla schiena una scritta, incisa nella carne con la magia, risaltava bianca.
Igor Karkaroff. Morte a voi, traditori.
L’avrebbero trovato presto.
Tastò con la mano sinistra l’interno della tasca del mantello per assicurarsi che la testa rimpicciolita di Karkaroff fosse ancora lì. Forse il Signore Oscuro non avrebbe gradito il ritardo, forse l’avrebbe anche sottoposto a Crociatus, ma era sicuro che almeno avrebbe apprezzato il messaggio.
Sorridendo si smaterializzò.
Morte a voi, traditori.
 
 
 
* In realtà è una citazione di William Faulkner.                                                                            
  
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