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Autore: LovleySev394    15/10/2013    2 recensioni
Era rosso in viso, ma gli occhi gli brillavano:
“Oh mio dio…”, mormorò, “Ho dato il mio primo bacio!!!”.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Finn/Kurt
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finn aveva la testa china.
Le sopracciglia corrugate.
Kurt smise di parlare con il fiato corto: non si era fermato nemmeno un secondo, continuando per almeno dieci minuti, per raccontare a Finn tutto quello che era successo: dal giorno della crema idratante al sapore di arancia, fino alla notte in cui era corso da lui in ospedale.
 E durante tutto quel tempo….Finn non aveva detto nulla.
E questo spaventò Kurt enormemente: non riusciva nemmeno a guardarlo mentre parlava, fissava un punto imprecisato della strada mentre sentiva solo il respiro di Finn di fianco a lui e ogni tanto lo strusciarsi delle sue scarpe da ginnastica sull’asfalto. Non una parola, un commento assolutamente nulla.
E ancora adesso non stava dicendo nulla.
Kurt lo guardò titubante, scrutando i suoi lineamenti: le labbra contratte, gli occhi fissi davanti a se, l’espressione indecifrabile.
“Ti prego ora dì qualcosa”, mormorò allungando una mano verso la sua spalla, ma Finn  si alzò di scatto in piedi guardandolo, fronteggiandolo con uno sguardo di fuoco. Si guardarono a lungo, Kurt gli occhi alzati sospeso nell’ansia e nell’attesa, Finn aprì la bocca una paio di volte per parlare, ma era come se non riuscisse a trovare le parole giuste.
Si voltò di scatto: non riusciva più a sopportare lo sguardo di Kurt così acuto e penetrate:
“Perché ti stai inventando tutto questo eh? PERCHE’?”,  sibilò trafiggendo Kurt con quelle parole dure e decise.
“Non ti sto mentendo, Finn! E’ la verità”.
“Verità…”, commentò Finn mentre la voce gli si inaspriva.
“Ti assicuro, io…”, ma Kurt non poté finire di parlare perché Finn si voltò verso di lui con rabbia gridando:
“Allora perché non mi hai detto tutto prima eh? Perché non mi hai raccontato tutto appena possibile in modo che io sarei ritornato a sbavare dietro di te come un cane? Perché è solo questo che vuoi eh? Ammettilo dai! Vuoi solo che ci sia io a scoparti!”, Finn  era quasi irriconoscibile: aveva gli occhi dilatati, le tempie che pulsavano le mani che tremavano dalla rabbia.
Kurt si alzò anche lui fronteggiandolo ferito, ma contemporaneamente animato dalla cattiveria con qui Finn gli si stava rivolgendo:
“Ecco lo vedi? E’ per questo che non ti volevo dir niente! Per non farti pensare che mi stavo inventando tutto! Mi illudevo, vedi? Mi illudevo che avresti potuto capire, che non mi avresti visto come il solito gay che tenta di rimorchiare l’amico etero! Ma evidentemente sei solo un gran…”.
“Hai detto la parola magia Kurt”, gridò Finn facendo un altro passo verso Kurt e facendo quest’ultimo indietreggiare, “ETERO. Io sono ETERO. Qui sei l’unico frocio, sei l’unico a cui piace prenderlo in…”, ma non poté finire la frase perché Kurt improvvisamente aveva sollevato il braccio con uno slancio incredibile e gli aveva dato un pugno sui denti con una tale forza da fargli voltare la testa di un lato e farlo accasciare al suolo con entrambe le mani premute sulla bocca.
Sentì un dolore fortissimo subito seguito dal sapore acido del sangue.
Kurt lo guardava con il respiro affannato, il pugno dolorante, ma un espressione dura e furiosa:
“Non osare mai più dire queste cose di me. MAI PIU’!”.
Finn si teneva le mani sulla bocca: fortunatamente era solo stata una forte botta che gli aveva ferito il labbro internamente, ma faceva comunque male e non smetteva più di perdere sangue.
“Mi hai fatto male”, disse con la voce spezzata.
“Devi capire”, disse Kurt ancora con il respiro affannato, “Che non sono più quello che si fa buttare nei cassonetti, che si prende le granite in faccia, che si fa chiamare ‘finocchio’ o ‘frocio’ senza dire nulla. Ora so come reagire”.
Rimase in piedi ancora un po’, massaggiandosi il palmo della mano e pian piano che la rabbia sbolliva sentendosi un pochino in colpa, così si chinò verso Finn e proseguì:
“E sai grazie a chi l’ho imparato questo? Grazie a te. Grazie a te ho capito che quegli stronzi a scuola non hanno alcuna ragione per prendermi in giro perché non ho nulla di cui vergognarmi per il mio amore, assolutamente nulla. E tu ne sei la prova”.
Finn si tolse la mano dalla bocca pulendosi con la manica della felpa:
“Belle parole, ma queste non basteranno a farmi cambiare idea”, così dicendo lo fisso negli occhi, “Kurt, prima ti ho parlato male e mi dispiace. Ma ero solo così confuso, così arrabbiato di essere confuso. Io non ho nulla contro di te Kurt, ma devi solo capire che… io non sono come te e inventarti questa storia non mi cambierà”.
“Io. Non. Mi. Sto. Inventando. Nulla”, ripeté Kurt digrignando i denti.
“Dimostramelo”, disse Finn in tono di sfida alzanosi, “Dimostrami che è tutto vero”.
Kurt si alzò pure lui e stette a pensare qualche secondo poi sbottò:
“Be ci sono tante persone che ti potrebbero dire che…”.
“Non voglio persone”, disse Finn secco, “Potresti sempre averle convinte a raccontare la tua versione dei fatti”.
“Perché?”, disse Kurt incredulo, “Perché dovrei fare tutto questo? Addirittura ricattare le persone!”.
“Perché sei innamorato di me lo hai detto tu stesso”, disse Finn semplicemente.
“Appunto!”, ripose Kurt, “Appunto perché sono innamorato di te non potrei mai inventarmi tutto, con la speranza di cosa poi? Che raccontandoti una storiellina avrei potuto convertirti? Come se la sessualità di una persona potesse cambiare così da un momento all’altro con un paio di frottole? Pensi che sia davvero così idiota da aver architettato una cosa simile?”.
Finn non disse più nulla: stava riflettendo su ciò che gli aveva detto Kurt.
Quest’ultimo gli diede la mano aiutandolo a sedersi di nuovo sul muretto:
“Scusa per il pugno. Ero assolutamente fuori di me”, disse Kurt fissano la manica ancora un po’ insanguinata, “Ti fa molto male?”.
“No, non tanto ora”, mormorò Finn tastandosi il labbro, “Hai un futuro nella box, sai?”.
Kurt sorrise abbassando la testa:
“Questo non me lo aveva ancora mai detto nessuno”.
“Be se come dici te ora hai imparato a difendersi ti auguro te lo dicano più spesso. Ah e se posso un consiglio”, disse prendendogli velocemente la mano e con il dito facendo il contorno della parte che si era arrossata per l’impatto, “Colpisci con la parte più in avanti e in modo più orizzontale, se no rischi di farti male più tu che altro”.
Kurt non si lasciò scappare l’occasione immediatamente prese la mano di Finn incatenando le loro dita e con una mossa rapida si avvicinò a lui, fermandolo dietro con il braccio libero e facendo in modo che tra i loro visi non ci fosse che qualche millimetro di distanza:
“Non hai bisogno di prove”, soffiò facendo in modo che mentre parlava le loro labbra si sfiorassero leggermente, “Trova il coraggio di dirmi, che in questo momento non mi vorresti baciare”.
Finn fissava i suoi occhi specchiati in quelli di Kurt, quell’azzurro così penetrate, il suo respiro caldo, il soffio della sua voce che si insinuava nella sua bocca, le sue labbra bollenti e vellutate che si strisciavano sulle sue, le sue guancie leggermente arrossate, le piccole lentiggini sulla sua pelle marmorea, la mano delicata, ma forte di Kurt che stringeva la sua, i loro corpi vicinissimi, l’aria che gli circondava calda e invitante.
“Non vuoi baciarmi?”, ripeté Kurt più piano con una vocina avvolgente e sensuale.
Le labbra di Finn si avvicinarono di più quasi senza che lui se ne rendesse conto, aderirono perfettamente con quelle di Kurt, ma improvvisamente Finn con uno scatto si tirò indietro alzandosi in piedi, il viso sconvolto:
“No”, disse scuotendo la testa agitato, “No, non voglio. Non voglio”.
“Sei solo spaventato Finn!”, tentò Kurt prendendolo per la manica della felpa, “Fidati di me, ti prego”.
“No, no, no”, ripeté Finn strattonando la sua manica per far mollare la presa a Kurt, “Io non ho bisogno di te”, così dicendo si voltò correndo via più veloce che poteva, mentre dietro di lui sentiva ancora la voce di Kurt che lo implorava “Ti sbagli! Devi credermi Finn! Tu potrai non aver bisogno di me ora, ma io ne ho di te, ti prego…”, la voce gli si smorzò in gola. Finn era già sparito.
Aspettò qualche secondo paralizzato dal dolore, poi si alzò in piedi e si incamminò per tornare a casa, tirando fuori il cellulare e facendo il numero di Quinn.
E mentre il telefono suonava con un singhiozzo strozzato cominciò a piangere.
“Pronto?”, rispose Quinn con la sua voce angelica.
“Quinn…”, riuscì solo a mormorare Kurt tra i singhiozzi.
“Kurt? Cosa succede stai bene?”.
“No…”, disse Kurt con un gemito, “Non sto bene”.
 
 
 

AMATEMI E ODIATEMI.
Amatemi perchè vi ho quasi dato un bacio Furt, odiatemi per quel quasi.
Va bene a parte questo, CIAO A TUTTI! Ecco un capitolo di cui devo dire ne vado abbastanza fiera perchè è una delle poche volte che rileggo un capitolo e non penso che dovrebbero chiudermi in galera al più presto.... Vi do la buona/cattiva notizia che ancora tre massimo quattoro capitoli questa fanfiction avrà fine... *tira un sospiro* giuro che non so proprio se essere felice o depressa per questa cosa. Lascio a voi il giudizio!
 
 
  
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