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Autore: aokiba    15/10/2013    3 recensioni
"Buon viaggio" dissero le labbra di quell'essere dalla pelle quasi trasparente.
Non sentiva più, non guardava più.
non sapendo come introdurla cito una breve parte del racconto: non si può dire che sia una storia, è solo un ricordo, il ricordo di un anima che si separa dal corpo
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non dovrebbe far male?
Confuso, osservò quelle dita ossute e candide penetrargli la pelle del petto, increspandola come uno specchio d'acqua, e le guardò muoversi, stringersi attorno a qualcosa.
Il suo cuore, probabilmente.
Il capo non voleva saperne di alzarsi, rigoli di sangue scendevano sul suo petto: ma non potevano essere suoi, lui non sentiva nulla. Era come perso in un incubo in cui i sensi venivano ovattati: non c'era suono a vibrare nell'aria, non c'era il contatto di quella mano col suo corpo, non c'era l'odore acre del sangue che, così vicino a lui, avrebbe sicuramente dovuto sentire. Non c'era altro a parte la sua vista e forse non c'era nemmeno quella.
Non era sicuro di vedere ciò che stava vedendo, anzi, appariva tutto sfocato, arrossato quasi, come se improvvisamente delle lenti troppo graduate e colorate gli avessero appannato la vista.
Era un sogno, probabilmente. Nemmeno un incubo, non sentiva nulla, non era successo nulla che potesse spaventarlo.
La mano si mosse nel suo petto e stavolta, stavolta sentì qualcosa: un gemito, le sue labbra che si muovevano, la sua gola che tossiva una sostanza rossastra simile al sangue che gli scivolava sulla pelle. Succo? Pomodoro? Si era forse ubriacato quella notte?
La mano si mosse ancora, là sotto, e con un colpo secco estrasse dal suo petto il cuore: pulsava flebilmente, come se non si fosse reso conto di non essere più al suo posto, ma al contempo sapesse di non servire più a molto.
Stavolta il dolore si fece sentire.
In un lampo di coscienza spostò debolmente la propria mano, sperando di raggiungere l'altra, sconosciuta, e recuperare il maltolto, ma i suoi arti erano così pesanti..
Non volevano saperne di muoversi.
L'odore del sangue gli giunse alle narici e finalmente l'ultimo sbuffo d'aria rinfrescò i suoi polmoni, inutilmente.
Finalmente, capì.
Il suo corpo si allontanò lentamente da lui, la mano sconosciuta acquisì un braccio, sottile e scheletrico anch'esso, e poi una spalla, un busto.
Alzò lo sguardo, finalmente in grado di muoversi, ed incontrò quello dell'altro.
"Buon viaggio" dissero le labbra di quell'essere dalla pelle quasi trasparente.
Non sentiva più, non guardava più.
Il suo corpo era lontano.
Ormai c'era solo uno spiraglio d'anima che si liberava dalla sua prigione terrestre, e presto non ci fu nemmeno quello.
L'essere si rialzò, lentamente: la fatica di una lunga esistenza gli pesava sulle spalle, e ancora a lungo vi sarebbe rimasta.
Scomparve.
Ancora una volta, la Morte aveva compiuto il suo dovere.
E nessun vivente l'aveva notata.
  
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