Basta.
Vi è mai capitato di sentirvi schiacciati, oppressi fin nelle ossa?
Di avere voglia di urlare, fino a lacerarsi la gola, ma non farlo perché la rabbia è cieca, ma anche muta.
Ma di non riuscire comunque a trovare le parole adatte, anche se lo si vuole davvero.
Chiederci “cos'ha il mio cervello? Perché non funziona come dovrebbe?”.
Non trovare una risposta.
Piangere fino all'esasperazione, quelle parole indecifrabili che ti premono in testa, ma non abbastanza forti da fuoriuscire dalle labbra.
E poi... la goccia che fa traboccare il vaso.
Un'unica parola, una sola, indipendente, saccente, e imperiosa goccia, ti fa perdere il controllo.
E tu sei lì, a sbraitare, peggio di un cane rabbioso, sputare i propri pensieri, senza un filo logico. Cose vecchie che diventano nuove, che ritornano a galla. Ed è come se fossero palloncini gonfi d'aria depositati in un relitto negli abissi, che riaffiorano con tutte le proprie forze uno dopo l'altro.
E pensi: “Basta”.