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Autore: TheHeartIsALonelyHunter    16/10/2013    5 recensioni
Cedric ammutolisce, immaginando già quali saranno le parole del compagno.
Harry si avvicina lentamente, tremando visibilmente: è chiaro quanto sia imbarazzante per lui quel momento.
Si siede sul letto accanto a lui lentamente, quasi rispettosamente, appoggiando la mano sulla coperta e stringendola con uno scatto di improvviso timore.
“Dormirò con te, stanotte” dice, infine, sicuro, osservando il ragazzo biondo negli occhi.
(HarryxCedric)
[Quarta classificata al contest "Harry Potter Slash Contest" indetto da Rose Dust sul forum di EFP]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Cedric Diggory, Harry Potter, Hermione Granger
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nickname sul forum e su EFP: TheHeartIsALonelyHunter
Pairing scelto: HarryxCedric
Titolo della storia: Last night, last promise
Rating: Arancione
Numero di parole: 1861
Vostre Note: Allora.
C'è TANTO da dire.
Primo: direi che è "What if?" perchè in questa storia Ced e Harry sono insieme già da un po' (o così ci lasciano intendere).
Secondo: Per il dialogo che apre la terza parte mi sono ispirata a una ff di Ink, lo ammetto.
Terzo: Ehm...
Mi dispiace per aver scritto questo abominio che è veramente stato scritto di fretta.
Avrei potuto fare TANTO di più con questa coppia e avrei voluto fare di più 
ma...
Purtroppo tempo e computer hanno combattuto contro di me.
Quindi accontentatevi (e accontentati) di questo abominio orrendo.



“Harry! Ma che diamine ci fai qui?”
“Mi sembra ovvio, Cedric: volevo vederti”.
Il Tassorosso scuote la testa deciso.
“Ti prego, vattene subito! Se Gazza lo scoprisse…”
“Per un po’ farà la nanna, credo…”
Il ragazzo spalanca gli occhi.
Harry alza lo sguardo al cielo.
“I vantaggi di avere come migliore amica la più intelligente della scuola”.
Cedric scoppia a ridere e lo lascia entrare nella stanza con circospezione.
Solo allora Harry si toglie completamente il Mantello, lanciandolo con noncuranza sul letto del ragazzo.
“Fà come se fossi a casa tua” dice sarcastico il biondo Tassorosso.
“Però…” esclama impressionato Harry osservando con attenzione la stanza.
“I vantaggi di essere Prefetto” commenta Cedric scherzosamente.
“Mi manca dormire con gli altri, però…”
“Non devi sentire Ron che russa per tutta la notte, almeno…” commenta Harry, soffermandosi a osservare una foto di Cedric e dei suoi genitori, appoggiata al comodino.
“Sì, effettivamente dormire da soli è meglio”.
Harry si volta verso di lui, sicuro e deciso.
“Bè, mi dispiace allora interrompere questa solitudine”.
Cedric ammutolisce, immaginando già quali saranno le parole del compagno.
Harry si avvicina lentamente, tremando visibilmente: è chiaro quanto sia imbarazzante per lui quel momento.
Si siede sul letto accanto a lui lentamente, quasi rispettosamente, appoggiando la mano sulla coperta e stringendola con uno scatto di improvviso timore.
“Dormirò con te, stanotte” dice, infine, sicuro, osservando il ragazzo biondo negli occhi.
Cedric deglutisce lievemente, cercando di non far trasparire le emozioni che ora prova.
Harry deglutisce a sua volta, cercando di sostenere lo sguardo del biondo davanti a lui.
Cedric lo vede stringere ancora di più la coperta nel pugno, con malcelata ansietà.
“Sei… Sei sicuro?” sussurra il Tassorosso, tentando di non far trapelare quanto in realtà lui lo voglia.
Harry annuisce gravemente, abbassando il capo quasi come se si vergognasse di quell’assenso.
Cedric si affretta a stringergli la mano, nel tentativo di farlo sentire meglio, ma ciò non fa altro che aumentare il rossore del moro.
“Non devi, se non…” sussurra Cedric
“No” dice Harry deciso, alzando lo sguardo su di lui e fissandolo da dietro le lenti con quello sguardo combattuto che Cedric conosce bene.
“No, voglio farlo” Harry gli posa la mano destra sulla guancia. “Voglio te”.
 
Lentamente, Cedric si infila sotto le lenzuola, iniziando a cospargere di baci la pelle del quattordicenne sotto di lui.
Harry chiude gli occhi, lasciando che il respiro diventi sempre più affannoso mentre il suo compagno continua a sfiorare il suo profilo con le labbra.
“Ti amo” sussurra il biondo tra un bacio e un altro, lasciando che il suo respiro caldo accarezzi la pelle del moro.
Harry stringe ancora di più gli occhi, come se tentasse di ricacciare indietro il dolore.
Si chiede perché farlo quando in realtà non prova dolore.
C’è solo piacere.
Dolce, intenso piacere.
Piacere mentre Cedric risale il suo corpo, piacere mentre lo guarda negli occhi, piacere quando gli appoggia la mano sulla guancia e la sente calda.
Incredibilmente calda.
Oramai i due ragazzi sono l’uno di fronte all’altro, gli occhi fissi in quelli dell’altro, in un momento di assoluta intimità.
Harry posa un bacio leggero sulle sue labbra, chiudendo gli occhi leggermente.
Le sue palpebre si riaprono quando si stacca dal ragazzo, la mano ancora poggiata sulla sua guancia.
Cedric lo guarda per alcuni istanti, gli occhi come velati e lo sguardo pieno di dolce affetto.
“Ti amo anch’io, Cedric” sussurra infine Harry.
 
“Hai già scoperto in cosa consiste la Seconda Prova?” chiede il moro, giocherellando con una ciocca di capelli del ragazzo mentre lui gli passa le labbra nell’incavo della spalla.
“Sì” sussurra Cedric, cominciando ad accarezzare la schiena di Harry.
Il moro si volta leggermente verso di lui.
“Davvero?”
“Mmh mmh” annuisce lui, tornando ad ricoprire di baci la spalla del ragazzo.
“WOW” esclama Harry, voltandosi nuovamente.
Cedric gli passa le braccia intorno al collo, soffiando lievemente sul niveo petto del giovane.
In risposta, Harry gli passa la mano sulla guancia e, lievemente, comincia a mordicchiare le labbra del ragazzo.
Cedric si ritrae lentamente, stupito dal comportamento del ragazzo.
“Harry Potter che mordicchia le labbra al suo ragazzo?” domanda, inarcando le sopracciglia.
Il moro alza le spalle.
“Che diamine, Cedric, ormai ho cominciato, no?”
Il biondo sorride lieve.
Harry ridacchia, avvicinandosi lievemente alle labbra del Tassorosso.
“E qual è, dunque, la prova?” chiede, soffiandogli sulla bocca.
Cedric si allontana, incerto su cosa dire.
“Ehm… è solo per questo che hai deciso di farlo?”
Harry strabuzza gli occhi.
“Ma ti pare, Ced? Mi conosci, no?”
Il biondo alza le spalle.
“Evidentemente non ti conosco abbastanza…”
Il moro si allontana lievemente, sciogliendo il contatto tra i due.
“E credi che farei mai una cosa del genere, Cedric?”
Il Tassorosso sorride e tenta di riavvicinare il compagno.
“No, Harry, no…”
Harry si distanzia ancora di più, con un sorriso malizioso sulle labbra.
“Eh no, adesso ti devi far perdonare, bello mio…”
Cedric inarca le sopracciglia e tenta nuovamente di abbracciarlo.
Harry si infila con sicurezza sotto le coperte.
“Andiamo…” sussurra Cedric, divertito dal gioco del ragazzo.
Lo raggiunge subito sotto le coperte, bloccandogli i polsi ridacchiando.
Anche Harry ridacchia, mentre Cedric tenta di raggiungere le sue labbra e lui gira il volto con fare malizioso.
“Lascia che io mi faccia perdonare, no?”
Harry scoppia a ridere, per poi voltarsi nuovamente mentre Cedric tenta di baciarlo.
“Cedric, nooooo…” scherza tentando di liberarsi dalla presa sui polsi.
I due combattono per alcuni minuti sotto le coperte, divertiti e ansimanti.
“Per piacere, Harry…”
“Lasciami!” ridacchia il giovane.
Quando finalmente Harry riesce a liberarsi dalla presa del Tassorosso, la prima cosa che fa è afferrare il cuscino che ha sotto la testa e sbatterlo sul viso del biondo.
Cedric ricade all’indietro sul materasso, stupito dal colpo appena ricevuto.
“EHY!” esclama rialzandosi subito e afferrando il cuscino con entrambe le mani.
Inizia una battaglia coi cuscini senza esclusione di colpi, mentre le risate argentine risuonano nella stanza.
 
Quando le luci dell’alba cominciano ad apparire, Harry e Cedric sono ancora stesi l’uno vicino all’altro nel letto, il primo appoggiato al petto del secondo, ancora madidi di sudore e ancora svegli.
Harry chiude gli occhi, incredibilmente rilassato, lasciando che il suo respiro rallenti lentamente mentre Cedric gli passa le mani tra i capelli.
“Devi andare a lezione” afferma il biondo, con voce sommessa.
“Mmh” annuisce Harry, stringendosi ancora di più al petto del compagno.
“I tuoi amici ti aspetteranno” ritenta Cedric, cercando di farlo riscuotere.
“Mmmh mmmh” ripete il ragazzo, posando un lieve bacio sulla pelle del biondo.
Cedric sbuffa, indispettito dal suo comportamento.
“HAR-RY! Devi andare!”
Invece di scaraventarsi giù dal letto e infilarsi con furia i vestiti, Harry alza lo sguardo sul compagno e dice, soffiando lievemente:
“è stato stupendo, Ced”.
 
“Non passerò mai gli esami quest’anno…”
“Ma no, perché dici così?”
“Non so te, ma io non credo di riuscire a gestire un Torneo in cui potrei morire e un esame che potrei non passare”.
“Tranquillo, Harry. Andrà tutto bene”.
Il moro sbuffa.
“Sì, sembra così facile detto da te…”
“E lo è! Ascolta, c’è una possibilità su un milione che tu non passi gli esami…”
“Con la sfortuna che ho potrei anche prendere proprio quella possibilità…”
“E secondo: nessuno ti farà del male nel Torneo”.
Harry alza lo sguardo dal libro che sta sfogliando
“Come fai a dirlo?”
Il ragazzo alza le spalle, appoggiandosi al tavolo con i gomiti.
“Perché ti proteggerò io”.
Harry ridacchia, tornando sul libro di Difesa contro le Arti Oscure.
“Sei tutto matto, Diggory…”
“Sì, sono matto di te”. Così dicendo, il ragazzo si avvicina leggermente a baciare le labbra del compagno.
Harry sorride.
 
Harry butta l’articolo di giornale nella stufa con un impeto di rabbia improvviso: come odia quella Skeeter…
Pesantemente, si accascia sul divano nella Sala Grande, guardando con gli occhi vacui la sua figura bruciare nelle fiamme del caminetto (quando gli avranno fatto quella foto?).
La testa gli pulsa dolorosamente, la cicatrice torna a bruciare fastidiosamente, ma Harry ignora tutte le sensazioni e tutte le percezioni.
Si sente come vuoto, come se qualcuno l’avesse svuotato del soffio vitale, come se non avesse ormai più nulla dentro al corpo se non vuoto.
Profondo e grandissimo vuoto.
La vista si appanna leggermente, oscurata dalle lacrime che salgono agli occhi inevitabilmente.
È stato uno sciocco.
Ufficialmente uno sciocco.
Come ha potuto lasciare che Cedric prendesse la Coppa con lui?
Come ha potuto permetterglielo?
Come ha potuto lasciarlo correre un tale pericolo?
Come ha potuto lasciarlo morire?
Le immagini di quella notte gli sfilano davanti agli occhi impietose, come un duro monito, come se volessero ricordargli qualcosa che non c’è più e che lui ha fatto cessare.
“Non è stata colpa tua” la voce di Hermione gli rimbomba ancora nelle orecchie. “Non sapevi che la Coppa fosse una Passaporta!”
Già.
Non lo sapeva.
Lui non sapeva nulla…
Non sapeva di Moody (o meglio, Barty), non sapeva di Codaliscia, non sapeva di Voldemort.
Lui non sapeva nulla.
Lui è innocente.
Non è lui il colpevole di quella morte.
Non è colpa sua se Cedric è…
Richiude gli occhi mentre il lampo di luce verde gli attraversa le palpebre.
Cedric!
Le lacrime salgono incontrollabili.
LASCIALO STARE!
Harry serra ancora più forte le palpebre.
Riporta il mio corpo a mio padre, Harry.
Harry stringe i pugni, sempre più forte, sempre più forte, fino a farsi quasi sanguinare le nocche.
Ti amo, Harry.
La sua mano si avventa sul cuscino del divano, vittima innocente della sua incontrollata rabbia.
Non dimenticarlo mai.
La sua mano si riapre improvvisamente, i suoi occhi si schiudono lentamente, il suo corpo si rilassa all’improvviso.
E Harry può finalmente lasciare che le lacrime scivolino lungo le guance, bagnando la fodera del cuscino, bagnando il divano sotto di lui, lasciando che il suo cuore si alleggerisca almeno di poco.
Il suo corpo scivola lentamente dal caldo rifugio e cade sul pavimento freddo, mentre le lacrime ancora scendono, facendo diventare calde le sue guance.
“Cedric…” sussurra sommesso mentre i suoi arti si addormentano lentamente e i suoi occhi si richiudono, rossi di lacrime e ormai troppo stanchi.
Una mano si posa leggera sulla sua spalla.
Harry alza con fatica il capo, come se farlo gli costasse uno sforzo immenso.
“Cedric” sussurra, come se si aspettasse di vedere il giovane Tassorosso di nuovo accanto a lui.
Una figura che non riesce a distinguere nitidamente si posa su di lui e dice, la voce leggera e flebile:
“No, Harry, sono Hermione”.
Il ragazzo abbassa allora lo sguardo, lasciando che la guancia urti il freddo pavimento.
La ragazza, accanto a lui, dice poche ma concise parole che gli provocano solo altro dolore.
“Lui è ancora con te, Harry…”
Il Grifondoro alza gli occhi lucidi sull’amica, lasciando che quegli occhi parlino per lui, lasciando che mostrino tutto il suo dolore e la sua sofferenza.
“E allora perché non riesco a vederlo?” sussurra Harry, ingenuamente.
Hermione tira su con il naso, lievemente commossa, e gli poggia la mano sulla guancia.
Harry non reagisce a quel contatto e rimane freddo e indifferente.
“Perché a volte queste cose capitano, Harry. Perché ora Cedric è in un luogo migliore, da cui può proteggerti ancora meglio” Harry la guarda come a cercare conferma delle sue parole, e la ragazza risponde accennando un sorriso stentato.
Il ragazzo sbatte un paio di volte le palpebre:
“Mi aveva promesso che mi avrebbe protetto…” sussurra, stupito.
“Mi aveva promesso che non avrebbe lasciato che nessuno mi facesse male…”
Come se avesse avuto una rivelazione, Harry fissa il vuoto davanti a sé con occhi vacui e straordinariamente consapevoli.
“Me l’aveva promesso…” constata, la voce incrinata dal groppo che ha in gola.
Hermione si passa una mano sotto gli occhi.
“Harry…” sussurra.
“Me l’aveva promesso…” il ragazzo abbassa lo sguardo, ritornando con la guancia sul pavimento.
“Me l’aveva promesso” dice flebile.
I suoi occhi diventano freddi e inespressivi, il suo corpo si tende lievemente, e Harry rimane a fissare, l’espressione ormai dolorosamente consapevole, il fuoco che brucia nel caminetto.
Hermione posa una mano sul suo fianco comprensiva e comincia a singhiozzare addolorata.
Harry deglutisce, mentre di nuovo il lampo verde gli passa davanti agli occhi.
Ti amo, Harry.
Il ragazzo si morde un labbro.
Ti amo anch’io, Cedric.
 
Note d'autrice:
...
NON PICCHIATEMI!!!
Il fatto è che avevo così tante idee e invece...
Non ne ho realizzata neanche una.
Approfitto di questo spazio per dire cose che ho dimenticato nelle precedenti note d'autrice:
1)SO che va l' "è" maiuscolo a inizio discorso, ma il fisso, non so perchè, ha congiurato contro di me.
2)Se ci sono frasi inizianti con "E" e "Ma", sono cose volute: SO che non si devono iniziare le frasi con le congiunzioni.
3)Non so se davvero i Prefetti avessero delle camere singole, quindi mi sono presa la libertà di dargliele, anche perchè altrimenti non avrei avuto altri luoghi per...
Ehm...
Chiaro, no?
Certo, c'era sempre il bagno dei Prefetti ma sarei risultata poco originale.
4) HO SCRITTO "RIVOLUZIONE" AL POSTO DI RIVELAZIONE??? Dio mio se sono scema...
5)Mi sono accorta ora che nell'ultima parte ci sono delle parole tranciate... OPS.
6) "E allora perchè non riesco a vederlo?". Sigh.
Ditemi che non sono l'unica che stava piangendo mentre lo scriveva, VI PREGO!!!
7)... VI PREGO PERDONO!!! Ho provato davvero a scrivere di tutto su questa coppia, anche delle songfic, però...
Alla fine tutto ciò che sono riuscita a cavare dal buco che ho in testa è...
Questa "cosa".

 
  
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