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Autore: _Cthylla_    16/10/2013    4 recensioni
Freezer si sente minacciato. Qualcosa, o qualcuno, lo osserva. Lo ascolta. Nella sua vita "perfetta" in cui è lui ad avere il controllo su tutto si è aggiunta una variabile imprevista...l'ultimo esponente di una razza ormai estinta.
Cosa vuole da lui? L'ombra è veramente lì per cercare di fargli del male?
O è solo una sfortunata creatura che è finita lì per caso?
A questo punto...non resta che leggere e scoprirlo.
- Avviso: qui non esistono Goku, Vegeta e nessun altro sayan. Niente "scimmioni", ragazzi, mi dispiace.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cooler, Freezer, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ombre'
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= L’ombra della comprensione =

 

 

 

 

 

 

Gli unici segni di vita che diede Zoisite nei tre giorni successivi furono gli scherzetti ai danni dei sottoposti di Freezer. Quanto al resto, per quest’ultimo e suo fratello la shadowjin risultava completamente scomparsa da ogni radar. Ciò naturalmente era stato ulteriore causa di discussione tra i due, la cui rivalità -già aspra da prima- si era ulteriormente aggravata per colpa di Zoisite.

Se solo lei avesse finalmente deciso, tutto si sarebbe risolto, ma più in là si andava meno la ragazza sentiva di essere in grado di arrivare a una conclusione che la soddisfacesse veramente.

Cooler. Sapeva che, per quanto stessero bene insieme - davvero bene - non l’avrebbe mai amata, ed era stato veramente perfido nei confronti di suo fratello, troppo per i suoi gusti.

Freezer. Tra loro c’era qualcosa di forte, che non sapeva spiegarsi o definire. Ok, non era vero, se ci avesse riflettuto bene avrebbe saputo definirlo eccome, e aveva concluso che forse poteva anche dargli una chance… ma come avrebbe mai potuto fidarsi completamente? Sarebbe bastato un momento di rabbia per fargli dire addio a tutti i buoni propositi  e ciao ciao Zoisite, buona morte, un raggio letale e via.

La libertà. Quella era tornata ad essere la prima scelta: ripartire all’esplorazione dell’Universo, da sola o con qualche gruppo di altri alieni. Magari sarebbe tornata con il gruppo di Doc. Come prospettiva non era affatto male…ma da quanto aveva conosciuto Cooler e Freezer aveva cominciato a pensare di volere di più.

“ma cosa c’è di più?! Cosa c’è di meglio della libertà? Se me ne vado riprenderò a fare quel che mi pare senza rendere conto a nessuno! La libertà non è questa?”

Aveva iniziato ad avere dubbi sul concetto stesso di libertà, cosa che in tutta la vita non le era mai capitata. Fino al suo arrivo su Pianeta Freezer n.1 era stata felice, anche se fondamentalmente sola. Le persone lasciavano il tempo che trovavano così come, di solito, i legami di amicizia. Non aveva rimpianti ad allontanarsi quando decideva di farlo, e non aveva problemi a ricomparire nei gruppi in cui era già stata se le piaceva così. Non aveva paura di perdere quelle persone, non davvero, e se accadeva - nei casi in cui veniva a conoscenza della morte di qualcuno che aveva incontrato - si limitava a pensare “peccato”. In fin dei conti la vita da girovaghi era quella che era, e tutti quanti conoscevano i rischi.

Adesso però le cose erano cambiate. Anello a parte, sarebbe stata davvero bene se si fosse allontanata da loro due, o da quello dei due che le avrebbe fatto rimpiangere quella decisione?

Forse la libertà non stava tanto nell’andarsene a vagare senza meta per l’Universo, quanto piuttosto nel sapere di avere la possibilità di farlo, o di fare senza paura ciò che, se non avesse fatto, avrebbe ripianto in futuro.

Un pensiero le aveva sfiorato la mente alcune volte -più che un pensiero un desiderio-: quello di avere sia modo di vagare liberamente che di avere qualcuno di importante con lei, un po’come aveva fatto con Hayun, con la differenza che avrebbe gioito nell’averlo accanto tutti i giorni, e che non ci sarebbe stato bisogno di droghe per andare a letto insieme. Zoisite però sapeva che quel sogno era destinato a rimanere tale, perché…a chi dei due proporre una cosa del genere? A che pro, sapendo che nessuno dei due avrebbe lasciato la propria parte di impero? Per non parlare del fatto che in un progetto del genere non c’era posto per i figli che entrambi di certo volevano, per quanto lei e Hayun - “quello stronzo!” - fossero cresciuti proprio in quelle condizioni, e senza nessuno a guidarli.

« guarda che se non rispunta fuori è solo e soltanto colpa tua! » sbottò Freezer, all’indirizzo del fratello.

« no, è colpa tua che facendo leva sulla pena “oh poverino è stato investito” le avrai di sicuro riempito la testa di stupidaggini! » ribatté Cooler.

« non sono stupidaggini, le ho solo fatto notare che tu la stai impunemente manipolando…»

« manipolarla io! Parla quello che ogni volta che l’ha trovata debole oppure ubriaca ha approfittato della situazione per portarsela a letto ».

« l’ultima volta la piccola shadowjin era a posto, eppure è stata con me lo stesso. Come la mettiamo? »

Zoisite cercava di prendere una decisione anche guardando come si comportavano quando pensavano di essere soli, ma onestamente quel che vedeva non l’aiutava.

« “la mettiamo” che una sbandata può capitare, o anche due, o tre. Non penso che significhino niente, Zy in fin dei conti lo sa che sei uno…com’è che dice lei? “Psicotico isterico nevroticheggiante con tendenze schizomaniacali - non troppo - sublimate nonché stronzo” ».

« mi sa che sei tu la “sbandata”, caro fratello. Lei alla fine torna sempre da me».

« intanto non ha mai ballato per te come invece ha fatto per me il giorno del mio compleanno » ribatté Cooler con aria assente ed un sorrisetto « praticamente nuda ».

“ecco fatto, adesso se scegliessi lo psicotico mi toccherebbe rifarlo per il suo venticinquesimo compleanno, nemmeno per il trentesimo!” pensò la shadowjin, che comunque non si troppo sentiva infastidita dal fatto che Cooler ne avesse parlato. In fin dei conti lei era quella del “mi hai messo su due dita” urlato davanti a un mucchio di soldati, ed era sempre lei quella di “abbiamo scopato sette volte di fila”. La discrezione fatta persona, insomma.

« ti farei tagliare le mani, solo per aver toccato qualcosa di mio! »

« non capisci proprio che è per questo tuo intestardirti a definirla un “qualcosa” di tuo che lei ti evita come la peste, vero? » rise Cooler.

“già” pensò la shadowjin.

« non vuole evitarmi. Mi ha promesso una chance, se non lo sapevi! »

« vuoi mettere una chance contro una magnifica vacanza di dieci giorni fatta insieme, in cui non ha pensato a te nemmeno una volta? » minimizzò Cooler « ma perché non lasci perdere? Lo sai che con le donne non ci sai fare. Potresti mandare Zoisite in coma dopo averla picchiata in un giorno di malumore, sempre che tu in quel frangente non la uccida. L’unica cosa che tu sei in grado di fare è questa, e non mi stancherò mai di dirtelo: distruggere- le- persone ».

Cooler aveva l’inquietante capacità di dare voce alle paure di Zoisite.

Freezer stavolta reagì con ancora più violenza del solito, riuscendo addirittura a sorprendere Cooler che si prese un gran pugno in pieno viso.

« piccolo nanerottolo!...» bofonchiò Cooler, pronto a reagire con ancora più violenza.

Ok, doveva uscire allo scoperto prima che distruggessero il palazzo. « riabbassate il livello di testosterone, grazie » disse seccamente, uscendo fuori dalle ombre.

« oh, ma tu guarda chi si rivede. Sei venuta a farci un balletto? »

Cooler sogghignò. Proprio come previsto, Freezer stava di nuovo facendo il cretino. D’altra parte lui aveva parlato del regalo di compleanno proprio per quella ragione, che lei fosse stata presente a cosa ancora “fresca” era anche meglio: sarebbe stato diverso se fosse stata lei stessa a parlargli di quella cosa, o se lo avesse fatto lui stesso ma qualche ora prima… così, invece, era stato come aver acceso una miccia cosparsa di benzina, e l’esplosione si sarebbe verificata subito, con le conseguenze del caso.

« l’invidia è una brutta bestia » fu il commento della shadowjin.

“ altra benzina gettata sul fuoco” pensò Cooler.

« invidia di cosa?! Se mi andasse potrei far venire qui anche trenta belle icejin che, altro che i balletti! Farebbero tutto quello che ordino! Qualunque cosa! » sottolineò Freezer. Diceva la verità, gli bastava fare qualche telefonata per avere tutte le icejin ancora viventi lì nel suo palazzo completamente a sua disposizione. « e magari lo farò proprio stasera ».

Sì, lo avrebbe fatto,  almeno imparava, quella! Invidia di cosa, ma che stava dicendo? Era l’onnipotente Freezer, se voleva qualcosa lo otteneva, e se voleva andare a pari con Cooler divertimento parlando aveva tutto il diritto di farlo. Che pensava Zoisite? Pensava di poter giocare impunemente con lui? Lo aveva portato quasi a pregarla per una chance, a fare discorsi che non stavano né in cielo né in terra. All’inizio non ci aveva pensato, ma più ci rimuginava sopra più si rendeva conto di quanto si fosse dimostrato patetico e debole. Pensava di poterlo manovrare? C’era andata vicina tre giorni prima, anche troppo…occorreva una dimostrazione di forza.

Che in realtà più che una dimostrazione di forza fosse una dimostrazione di totale stupidità era un altro discorso.

“ così è anche troppo facile…” pensò Cooler, e si voltò perché non si vedesse il suo sorrisetto ironico.

« io non te l’impedirò di certo, se non sei in grado di gestire una vera donna tieniti pure le tue leccapiedi dai colori slavati » fu la gelida replica di Zoisite « e stai attento alle malattie veneree ».

Ma come? Le aveva chiesto una chance, l’aveva perfino ottenuta, e adesso se ne usciva con una cosa del genere? Dopo tutti quei gran discorsi sul male che si facevano, sul colpirsi, su “ Cooler ti tiene incatenata a lui con i bei regali” e su “me e te, è inevitabile”… ma allora lo aveva fatto solo per confonderla, sperando che sarebbe tornata a letto con lui altre volte.

« personalmente, ho sempre amato il nero » intervenne Cooler « tre giorni senza la mia migliore amica sono lunghi, lo sai? Mi sei mancata. Mi spiace aver discusso con te » disse piano Cooler, ignorando completamente suo fratello e facendo il baciamano alla shadowjin « mi dispiace infinitamente ».

« sono sempre dell’idea che tu abbia esagerato…» disse Zoisite. Poi si voltò a guardare Freezer, che sembrava sul punto di esplodere « io e Cooler togliamo il disturbo, se vuoi iniziare i preparativi per il tuo festino fai pure » disse seccamente la ragazza, ostentando totale indifferenza con un retrogusto di disprezzo mentre usciva dalla stanza con Cooler, che si voltò un’ultima volta verso il fratello guardandolo come per dire “ma quanto sei cretino!”.

Freezer ricevette il messaggio, ulteriore molla che lo spinse a fare quelle telefonate. No, proprio non capiva di stare facendo l’ennesima grande stupidaggine. Pensava solo a dimostrarle quanto non aveva bisogno di lei, e che qualunque cosa succedesse tra loro era voluta. Si contraddiceva, contraddiceva tutto quel che le aveva detto.

Se solo Zoisite avesse scelto, una buona volta, non si sarebbe trovato così in confusione!

« vedi, tutto sommato averlo investito con Carson è stato poco » disse Cooler, dopo aver camminato di fianco a Zy per un po’.

Lei fece uno sbuffo nervoso. « mica per niente, ma tre giorni fa mi ha fatto un discorso semi lacrimevole del tipo “se tu mi fai del male io come devo fare, povero me, non mi hai dato nemmeno una chance, come faccio ad agire diversamente” e oggi se ne esce con un festino! Ma quanto cazzo è stupido! » sbottò, sbattendo un pugno contro la parete. Ecco la verità. Altro che indifferenza, adesso c’era “gelosia portami via” da entrambe le parti!

« e bugiardo ».

« …E bugiardo! »

« e manipolatore ».

« …E manipolatore!!! »

Freezer non avrebbe potuto fargli un servizio migliore, gli aveva anche fornito l’occasione perfetta per mettere in atto il suo scherzo. Un po’di droga nei bicchieri di tutti -che sarebbero stati già brilli di loro- il buio, il manichino di regina Ice, la voce registrata e ta-daan! Meglio di così non poteva proprio andare. « meriterebbe di pagarla per averti ingannata, non pensi? Ti ricordi quello scherzo di cui ti parlavo? Quando la festa sarà al culmine, tu spegni tutte le luci tranne una o due, e blocca le uscite. Al resto penserò io » le circondò le spalle con un braccio « pace, piccola? »

« pace, pace » borbottò, senza dare troppo peso a quel che le stava chiedendo o domandargli di aggiungere ulteriori dettagli. Si sentiva ingannata, presa in giro, ferita nell’orgoglio.

“ ‘posso avere tutte le belle icejin che voglio’, ma se ne vada al diavolo! ‘Me e te è inevitabile’…sì, è inevitabile che io finisca a sputargli in un occhio! Se quello prova ad avvicinarsi ancora lo spacco, lo rompo, gli vomito addosso!

Non pensava minimamente al fatto che Freezer doveva essersi sentito esattamente allo stesso modo sapendo che andava a letto con Cooler…

“ è una cosa diversa! Cooler è uno, ed è un probabile futuro marito, è diverso da un’orgia!”

Qualunque fosse la verità, comunque, il fatto era che Zoisite stava assaggiando un po’della stessa medicina che aveva dato a Freezer, e che sapore amaro aveva!… si sarebbe sentita così anche se fosse stato Cooler a fare quel festino?

Il calore del braccio dell’icejin attorno alle sue spalle risultava confortante, e in quel conforto ammise a sé stessa che no, non le sarebbe importato affatto. Di Freezer invece sì.  Se le cose stavano così, allora…

Una musichetta allegra proveniente da non si sa dove spezzò le sue riflessioni.

« cos’è questo suono? » domandò Cooler.

A Zoisite ci volle un po’per riconoscerlo, ma pochi istanti dopo arrivò l’illuminazione. « è... devo scappare, comunque per stasera è ufficiale, ci sto » disse sbrigativamente la shadowjin scivolando via dalla sua presa e scomparendo nelle ombre, allontanandosi più che poteva alla ricerca di un posto isolato, e sperando che il telefono non smettesse di squillare.

Dovette spingersi addirittura sul tetto per trovare un posto in cui non ci fosse nessuno a portata d’orecchio, e rispose appena in tempo. « Doc! »

- ce ne hai messo di tempo a rispondere BabyZy - la salutò la voce roca dello zetaliano - come stai?

«…vuoi proprio saperlo? Incasinata ».

- come al solito, allora. Dove ti trovi?

« nella sezione nord di questa galassia. Comunque sto incasinata davvero Doc. Ti dico solo questo: sono a Pianeta Freezer n.1 ».

Sentì Doctor Virus trattenere il fiato. - vai via di lì il prima possibile! Prima che Freezer ti trovi!

« troppo tardi. Ma il peggio non è quello, quanto piuttosto che sia lui che suo fratello si sono messi in testa di sposarmi, adesso non so che fare  e…» altro sospiro nervoso, l’ennesimo della giornata « lascia perdere. È successo qualcosa? »

Lo zetaliano avrebbe voluto saperne di più. Cos’era quella faccenda?! Era stata forse presa in ostaggio e costretta a scegliere uno dei due fratelli? In quel caso non avrebbe potuto fare niente per lei. Gli icejin, specie quelli del clan Cold, erano troppo forti da affrontare, quindi BabyZy avrebbe dovuto cavarsela da sola. Se non altro il fatto che potesse parlargli liberamente prometteva bene. - sei…in pericolo di vita? - le chiese, pur pensando che fosse una domanda cretina.

« a dire il vero no, non proprio, almeno in teoria… sempre in teoria, facendo un minimo di attenzione potrei anche raggiungerti » aggiunse, pensando che magari quando quella sera Freezer sarebbe stato distratto dalle sue puttanelle lei avrebbe potuto approfittarne per rubagli l’anello e filarsela sul serio. « torniamo a te! È successo qualcosa? » gli chiese di nuovo.

- una probabile missione…

Figurarsi. C’era da aspettarsi che Doc non avesse chiamato solo per chiederle come andava la vita. « l’ennesimo virus usato per scopi malvagi? E mi rivorresti nel gruppo?...lo chiedo perché altrimenti non vedo il senso della telefonata » disse la shadowjin scostandosi i capelli dal viso.

- stavolta è qualcosa di diverso. Dovremmo penetrare all’interno della sezione est della galassia confinante con la sezione sud della nostra - le spiegò lo zetaliano - un viaggio lungo, lo so…

« vedi tu, ci vorrebbero circa otto mesi per arrivare là, almeno da qui dove sono io! Di che si tratta? »

- mi è arrivata voce di un ritrovato che ha quasi del miracoloso. Permette ai malati terminali di guarire se assunto regolarmente, riequilibra gli scompensi mentali che si presentano nei malati di ogni specie, fa risvegliare i pazienti in stato di coma profondo qualunque sia la causa! Dobbiamo impadronirci di quanti più campioni possibili di quel medicinale e della formula prima che i proprietari delle aziende farmaceutiche distruggano tutto.

« già, per loro non sarebbe conveniente che un simile ritrovato venga messo in giro. Poi nessuno userebbe tutte le altre medicine, e anche tutti gli psichiatri andrebbero a casa » osservò Zoisite.

- appunto. Per questo ti ho chiamata, al gruppo servono ancora le tue capacità BabyZy…non dirmi di no…è una delle cose più importanti che abbiamo mai fatto, ti rendi conto spero!

« mi rendo conto, Doc, ma non so se… » pensò al gruppo, e poi ai due icejin, e a tutto quello che al momento rendeva quella scelta difficile e caotica « devo decidere subito? »

- tempo una settimana e partiamo, con o senza di te. Spero con. Al momento siamo anche noi nella sezione nord, non lontanissimi da dove sei tu; ci raggiungeresti in una giornata, ma nemmeno.

« quindi ho sei giorni ».

- spero che sarai dei nostri, davvero…sì beh…a meno che tu voglia convolare a nozze.

« ho tre scelte, ognuna appetibile al 33,3%. Vedrò che fare ».

- d’accordo. Ci vediamo BabyZy…forse.

Fu lo zetaliano ad interrompere il contatto. Zoisite si prese la testa tra le mani. Se già prima era difficile scegliere, figuriamoci adesso.

“ tira fuori la gente dal coma” pensò, ricordando le parole di Doc riguardo a quel farmaco. Se le cose stavano così, allora…

« oh, ecco dov’eri andata a finire! »

Trasalì sentendo la voce di Cooler, che l’aveva colta alla sprovvista. « ri- ciao ».

« prima sei fuggita come se ti fossi trovata davanti un demone dell’inferno…»

« non sono fuggita quando ho visto Freezer in faccia la prima volta, che effetto vuoi che mi facciano i demoni dell’inferno? » scherzò lei « non era niente. Volevo solo…» fece dei gesti vaghi « capito ».

« a dire il vero no, non ho capito molto, ma va bene lo stesso. È tutto ok adesso? »

« ma certo ».

« pronta allo scherzo del secolo? »

« non mi hai ancora spiegato i dettagli…»

« ah, quelli non servono! Tu limitati a spegnere le luci e il resto, poi faccio tutto io ».

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

La festa ormai era al culmine, e Freezer pensava di starsi divertendo. Voleva convincersi di questo.

Aveva ventotto splendide icejin lì, alle quali aveva dato gli ordini più perversi, e loro li avevano eseguiti tutti senza alcuna eccezione. Quella sì che era vita! Niente rischi di morsi in qualche posto particolarmente delicato, nessun pericolo che gli venisse dato dello scemo pagliaccio, niente “Moira”, niente “Penny”, niente insolenze; solo “sì grande Freezer! Come vuoi tu grande Freezer”!, tanto vino, tanto sballo e tante porcate.

Tutto alla faccia di quella piccola arrogante shadowjin. Non poteva credere di essersi ridotto in quel modo per una ragazza. Non esisteva proprio.

Poi che più volte avesse chiamato “Zoisite” alcune delle ragazze mentre “lavoravano” era una sciocchezza sulla quale si poteva facilmente sorvolare.

Come si poteva sorvolare sul fatto che non provava assolutamente niente mentre faceva a quelle ragazze  tutto quel che gli passava per la testa. Non c’era quella passione, non c’erano quelle “scintille”, e di fuochi d’artificio nemmeno a parlarne. Loro erano né più né meno che oggetti di piacere urlanti, delle inutili bamboline da usare e poi gettare via. Lei invece non era così. Con la piccola shadowjin era tutto così diverso…più coinvolgente, più inebriante, semplicemente più bello. Forse anche più sensato, nel suo non avere senso. Quel che stava facendo adesso non era altro che movimento, attività fisica, e quella poteva farla in qualunque palestra.

Basta pensare. Era inutile in quel frangente, e anche pericoloso.

Si sentiva la testa un po’confusa, probabilmente era per via del vino. Non ricordava nemmeno quale fosse, ma doveva essere uno a cui era stata aggiunta una qualche spezia particolare…

Non seppe dire quando le ragazze, un po’per la fatica, un po’per l’alcol e la droga sapientemente inserita da Cooler in ogni bottiglia di vino che era stata preparata per la festa cominciarono a cadere addormentate. Sulle prime non lo notò nemmeno.

Spinse via in malo modo l’ultima, facendola cadere dal divano. « beh?! Cos’è questo mortorio? Siete tutte a terra? »

Fu a quel punto che le luci cominciarono a spegnersi, distrutte sistematicamente da qualcosa di invisibile finché ne rimase solo una. A quel punto le uscite vennero bloccate.

Freezer fece una risata sarcastica, eccola lì Zoisite, aveva spento le luci, bloccato le uscite e - teoricamente - se n’era andata. Pensava che così gli avrebbe rovinato la serata? Che illusa! Se anche le icejin erano a terra svenute o addormentate lui poteva continuare a divertirsi lo stesso, non serviva che fossero coscienti.

« Freezer…»

Il tiranno a sentirsi chiamare voltò la testa da una parte all’altra. « ah, ma allora una di voi è ancora sveglia…vieni fuori, cara! Ce n’è anche per te! »

Non aveva notato il tono decisamente gelido e spettrale utilizzato.

« Freezer…sono qui…»

Lo aveva chiamato ancora, chiunque fosse. Non ricordava di aver mai sentito quella voce. « vuoi addirittura che venga a prenderti? Che sfacciata…sarai forse Zoisite? » bofonchiò, muovendo qualche passo barcollante in direzione della voce. La ragazza, donna, o quel che fosse era voltata di spalle. « eccomi qui! »

Vide la donna voltarsi lentamente. Nonostante il buio e le droghe riconobbe immediatamente i tratti somatici della persona che per anni ed anni era andato a trovare tutte le sere, raccontandole le sue giornate, parlandole nella speranza che si riprendesse, e che non gli aveva mai dato risposta.

Stava andando in iperventilazione, il cuore a mille, gli occhi sgranati dalla sorpresa e dalla paura. « ma…madre…?...»

Regina Ice era lì! O meglio, il suo manichino, anche se chiamarlo manichino era riduttivo considerando quanto era realistico, tanto da muoversi da solo.

« sei una delusione, Freezer…»

Gli occhi di sua madre erano vuoti come nell’incubo che aveva avuto, ma stavolta regina Ice stava parlando, cosa che rendeva tutto ancora peggiore. Inoltre, come previsto da Cooler, le droghe facevano sì che non capisse che era un manichino fatto particolarmente bene, né che si chiedesse come sua madre fosse uscita dal coma e arrivata lì.

« madre, io…non…» balbettò il tiranno, che non sembrava più tanto “tirannico” adesso, quanto piuttosto un bambino terrorizzato.

« una vera e propria delusione. È solo questo che sai fare, deludere e distruggere le persone…» avanzò, mentre Freezer arretrava di tre passi, barcollando, gli occhi fissi su di lei « guarda cos’ hai fatto a me. Io sono andata in coma per colpa tua!  » il manichino sollevò il mento, cosa che gli diede un’aria di disprezzo.

Freezer stava tremando, adesso.

L’unica luce rimasta stava per fulminarsi, andava a intermittenza.

« n-non è colpa mia, madre…»

« è stata colpa tua, colpa tua, solo tua…» scandì il manichino di regina Ice.

La registrazione con la voce modificata era venuta eccezionale, bisognava dirlo.

« no! Io non volevo…»

« si, è colpa tua! Io mi sono sacrificata per metterti al mondo. Per mettere al mondo te… un inutile mostro come te ».

« io non sono inutile! Non sono un mostro! Non è colpa mia! » esclamò disperatamente l’icejin « io non volevo farlo! Ti prego…» era in ginocchio davanti a quella che credeva sua madre. In ginocchio! Lui, l’onnipotente Freezer!

«…che sbaglio ho fatto. Dovevo lasciarti morire. Tanto non servi a niente, e nessuno ti ama, perché amare un essere come te è impossibile. Ti disprezzo profondamente, sii consapevole di questo ».

« madre…»

« ho fatto venire al mondo un aborto della natura. Che errore …avrei dovuto lasciarti morire » ripeté il manichino « sarebbe stato meglio per tutti quanti ».

Freezer guardava fisso quella figura, tanto più alta di lui…e quegli occhi vuoti…quei terribili occhi vuoti, e quelle orribili parole…anche sua madre lo odiava, lo odiavano tutti, lo odiavano veramente tutti.

« è colpa tua ».

« non è colpa mia…» disse flebilmente « non è colpa mia ».

« sì, è tutta colpa tua. Non dovevi nascere, Freezer ».

Quella frase concluse la registrazione. Il manichino crollò su se stesso, l’unica luce accesa sfrigolò fulminandosi per la troppa energia concentrata solo su di essa .

Fu a quel punto che Freezer urlò… e si rese a stento conto che stava diventando un’ombra.

 

 

 

 

@@@

 

 

 

 

Zoisite adesso capiva.

Ecco perché Cooler prima non le aveva detto niente, poi aveva cercato di convincerla a rimanere fuori dalla stanza tutto il tempo, e ci era riuscito quasi fino all’ultimo, quando lei aveva capito che in tutta quella faccenda c’era qualcosa che non andava, che c’era sotto qualcosa di più orribile del solito.

Aveva sentito solo l’ultima frase di quello che, di certo, era un manichino di regina Ice, ma dalla faccia che aveva Freezer - era rimasta sconvolta guardandolo - aveva immaginato che tutto il discorso fosse stato sullo stesso tono.Le aveva fatto accapponare la pelle. Lei aveva creduto che investirlo con Carson fosse stato eccessivo, ma non era stato niente in confronto a questo.
Quello non era uno scherzo. Quello era stato un gesto…non avrebbe saputo definirlo. Qualcosa più che malvagio. Disumano. Inconcepibile, inaccettabile. Freezer e Cooler erano fratelli, santo cielo, fratelli! Aveva capito che si odiavano, ma mai avrebbe anche solo immaginato che Cooler potesse arrivare a tanto.

Aveva decisamente sottovalutato quell’odio, lo aveva preso come una cosa da ridere, quasi, mentre invece non c’era da ridere per niente.

Cooler, Doc, le ventotto ragazze, l’anello, le minacce…non contavano più niente, erano spariti dalla mente della shadowjin che adesso pensava solo a portare via di lì quel povero disgraziato in stato di shock. Lo aveva fatto diventare un’ombra come lei, lo stava portando con sé fino in camera sua, dove si erano visti la prima volta. Presumibilmente una volta tornato normale avrebbe vomitato anche l’anima, era quello l’effetto che faceva agli altri diventare ombre la prima volta, ma pazienza; non poteva lasciarlo lì a urlare al buio e con il manichino di sua madre davanti.

Arrivarono sul posto, e Zoisite si sorprese vedendo che contrariamente alle aspettative non stava dando di stomaco, ma tremava ancora, e lo sguardo era assente.

« non è colpa mia. Diglielo che non è colpa mia » mormorò lui « aiutami…aiutami…»

Non solo la shadowjin si sentiva terribilmente in colpa pensando che era stata lei a dare il via libera a Cooler -e ad aiutarlo perfino- ma era anche preoccupata. Non voleva vederlo in quelle condizioni. Era stato il suo carceriere, e forse avrebbe dovuto gioirne, ma al momento tutto sentiva meno che gioia. Piuttosto avrebbe dato tutto quello che possedeva perché tutto a un tratto alzasse la testa, facesse un sorrisetto sarcastico e se ne uscisse con “sei proprio una stupida col cuore tenero piccola shadowjin. Hai visto che è a me che tieni di più?” e poi facesse quella risata che lei aveva sempre trovato insopportabile.

« aiutami…»

Era già tanto che si rendesse conto che lei era lì, anche se probabilmente aveva ancora la voce del manichino nelle orecchie e la sua immagine davanti agli occhi.

« non è colpa mia, non è colpa mia!» ripeté ancora. Sembrava in grado di dire solo quello.

La ragazza non sapeva che fare. Come ci si comportava con qualcuno in quello stato, specie se quel qualcuno era Freezer?!

L’icejin alzò lo sguardo verso di lei, per un attimo sembrò quasi essere tornato lucido, ma fu solo un istante. «…lo è? » le chiese con un filo di voce.

A quel punto Zoisite capì cosa doveva fare. « non è colpa tua, e tua madre non ti odierebbe mai. Nessuna madre che ha fatto quel che ha fatto la tua odierebbe il proprio figlio, qualunque cosa sia diventato».

Gli andò vicina e lo abbracciò, esattamente come aveva fatto lui quando ad essere sotto shock era stata lei.

Al momento quel che aveva passato lei le sembrava irrisorio, se paragonato a questo. Non osava immaginare come dovesse essere convivere con quel senso di colpa per tutta la vita, dover affrontare tutti i giorni l’odio di chi avrebbe dovuto volerci bene, e fare di tutto per compiacere qualcuno che, in mancanza di tali successi, non ci avrebbe rivolto uno sguardo.
Lei tutto questo prima lo aveva solo visto, registrato, e usato come arma.
Adesso aveva capito, ed era diverso.

   
 
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