Libri > Il Signore degli Anelli e altri
Segui la storia  |       
Autore: LadyDenebola    16/10/2013    2 recensioni
La Battaglia dei Cinque Eserciti è da poco terminata, portando via con sé anche la lunga e pericolosa missione della riconquista di Erebor. La giovane Leviar accorre dalle Montagne Azzurre per occuparsi di Bofur, rimasto ferito e incosciente. Sarà l'occasione per far nascere definitivamente l'amore? O i due si lasceranno sopraffare dalle opposizioni attorno a loro?
Concepito come il seguito di "Muffin, partenze e..." e col titolo (spero) provvisorio! Buona lettura! ^__^
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bofur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II.


L’aria era intrisa di un delicato profumo di fiori. Il vento faceva frusciare gli steli attorno al suo volto, e più di una volta tirò su col naso senza riuscire mai a starnutire. Ma la cosa lo divertiva. Come lo divertiva restarsene lì in panciolle, sdraiato su quel morbido manto erboso, le braccia dietro la testa, a osservare pigramente i rami di un ciliegio muoversi e creare sul suo viso una danza di luci e ombre, a seconda di come il sole riusciva a penetrare fra le foglie.
Bofur aveva solo una parola per tutto questo: pace. Dopo le vicende degli ultimi mesi non gli sembrava vero potersene stare lì, in un caldo pomeriggio primaverile, a poltrire senza l’incombenza di tornare a Erebor e affrontare Smaug. Non gli mancava niente. Non aveva bisogno di niente.
Chiuse gli occhi e respirò i profumi attorno a lui. Avvertì distrattamente il rumore soffice di passi sull’erba, e i movimenti di qualcuno che si sedeva al suo fianco. La debole luce che percepiva da dietro le palpebre scomparve del tutto e  Bofur, con una finta smorfia infastidita, riaprì un occhio.
Un viso giovane, incorniciato da morbide ciocche castane, sorrideva proprio davanti al suo. Bofur ricambiò il sorriso con gioia: l’aveva aspettata a lungo, lì su quel prato. Alzò una mano ad accarezzare la guancia della nana, che a quel contatto chiuse gli occhi e abbandonò il capo, come un gatto che fa le fusa. Adesso, Bofur poteva ritenersi davvero soddisfatto.
La ragazza riaprì gli occhi. Sorrideva ancora, ma gli occhi erano velati di tristezza. Le labbra le tremarono leggermente quando ricambiò il gesto di Bofur, facendo passare con lentezza il dorso della mano sulla sua barba fino a intrappolare fra le dita i baffi per giocherellarci. Ma continuava ad avere quell’espressione che Bofur non riusciva a spiegarsi. Voleva chiederle se era successo qualcosa, ma lei, come ad avergli letto nel pensiero, scosse il capo e si raddrizzò.
<< Non andartene già via >>la pregò Bofur.
Il volto di Leviar si illuminò un poco a quelle parole. Si chinò di nuovo su di lui e, scandendo bene, gli sussurrò:<< Devi tornare, me l’avevi promesso, ricordi? Mi avevi chiesto di aspettarti perché saresti tornato sano e salvo >>
<< Che dici? Sono qui >>protestò Bofur, ma in realtà non riuscì ad aprire bocca. Frastornato, rivolse uno sguardo interrogativo a Leviar, che sembrava voler celare la tristezza dietro un’aria più risoluta.
<< Devi tornare, Bofur >>ripeté con maggior decisione.
Bofur iniziava a preoccuparsi seriamente. Voleva rincuorarla, prenderla fra le braccia e dirle che era lì, che sarebbe rimasto con lei…
E di colpo, come se qualcuno si fosse divertito a tagliuzzare i suoi ricordi lasciandogli solo lei, rivide i frammenti degli ultimi istanti trascorsi con Leviar… La nana che gli porgeva imbarazzata un muffin mentre gli altri banchettavano nel salone… lui che intagliava il legno e lei, in piedi a piegare alcuni abiti, che rispondeva ridendo a una sua battuta… le sue labbra sulle sue, i respiri che si mescolavano…
Una mattina fredda e nebbiosa, lui rimasto indietro per ultimo proprio per salutarla, ferma sull’uscio e avvolta in un pesante mantello. Voleva dirgli qualcosa, ma non ne aveva il coraggio: Bofur lo sapeva perché stava provando lo stesso tormento. Non riuscì a spiccicar parola, così si limitò a chinare la testa, lo sguardo basso, ma Leviar lo fermò prima che potesse fare anche solo un passo.
<< Fa’ attenzione >>sussurrò, lo sguardo lucido.
Bofur le prese il volto tra le mani, un nodo in gola: fosse stato per lui, l’avrebbe seguita dentro casa, al calduccio di un bel letto finché il sole non si sarebbe alzato. Ma gli altri, nascosti più avanti dalla nebbia, lo stavano aspettando.
<< Tornerò >>fu tutto quello che riuscì a dire.<< Mi aspetterai? >>
Leviar annuì con forza, e si aprì in un debole sorriso mentre Bofur la lasciava andare e le voltava definitivamente le spalle.
Ma lui non si era mosso. Era ancora lì fermo, sdraiato sul materasso di paglia, la gamba fasciata che lo faceva sudar freddo come se fosse infilzata da centinaia di spilli. Gli parve di udire voci lontane, sopra di lui, ma non ne era sicuro. Rivedeva Leviar al suo fianco, mentre camminavano per i sentieri delle Montagne Azzurre, rivedeva il suo sorriso, i suoi gesti… Ma le immagini erano sfuocate; sembrava che qualcuno ne stesse bruciando i contorni e confondendo i colori.
Bofur sentiva la testa pesante come un macigno. Provò a sollevare la mano per catturare il volto di Leviar, ma questo, con un bagliore tremulo, si dissolse come fumo e Bofur risprofondò nel nulla.
 

<< Nevicherà, e presto >>disse Dori, le mani sui fianchi, osservando il cielo di un bianco sporco contro il quale la Montagna Solitaria svettava in tutta la sua grandiosità.
Nori tirò una profonda boccata dalla pipa che stava fumando e scrutò le porte di Erebor; da dove si trovavano loro era possibile scorgere il chiarore aranciato che giungeva dall’interno.
<< Dovremmo andare a trovare gli altri >>disse.<< I tre cugini >>
<< Dovremmo mettere qualcosa sotto i denti, prima >>replicò il fratello sfregandosi le mani e guardandosi intorno nell’accampamento desolato. Non c’era aria di festa, anzi: i nani parlavano poco e a bassa voce, e gli uomini di tanto in tanto provavano a fare un po’ di chiasso davanti a un piatto di zuppa, giusto per ravvivare un po’ l’ambiente. Di elfi, Dori non ne aveva visto nessuno, da quando si erano sistemati nelle tende.
<< Gandalf ha detto che stanno bene >>aggiunse poi il nano più anziano.<< Non abbiamo motivo di preoccuparci, in fondo >>
<< Bofur è ferito >>gli ricordò Nori.<< Leviar vorrebbe essere avvertita >>
Dori si irrigidì.
<< Per quando le sarà arrivata la notizia Bofur sarà guarito! Non serve a niente allarmarla. Tra l’altro, dovremmo dirle che noi stiamo bene >>
Nori prese un’altra boccata, guardandolo accigliato.
<< Vorrebbe essere avvertita >>ripeté.<< È molto legata a Bofur >>
<< Non dire sciocchezze! >>sbottò Dori con una smorfia.<< Si è fatta incantare, ma non è interessata a lui. Nostra cugina può aspirare a qualcosa di meglio >>
Nori non fu così sciocco da replicare subito. Diverse volte nel corso della missione avevano toccato quell’argomento, sempre con lo stesso risultato: Dori che si indispettiva e trattava Bofur come un ammaliatore di povere fanciulle indifese. Fortuna che Bofur aveva un buon carattere, altrimenti sarebbero scoppiate risse un giorno sì e uno no. La verità – e questo lo sapevano sia Nori che Dori – era che, prima di iniziare quell’avventura, Bofur e Leviar si erano avvicinati molto. E Dori aveva iniziato a sfoggiare un sentimento di iperprotettività nei confronti di Leviar pari a quello di un padre: aveva cercato di non lasciarli spesso soli e, durante il viaggio per Erebor, aveva cercato di cogliere quel che Bofur pensava e provava verso la cugina. Ed era giunto alla conclusione che non poteva essere il nano adatto a lei. Troppo superficiale, sempre così ingiustificatamente allegro, irresponsabile… e, in più, era un semplice giocattolaio! In pratica, aveva tutte le carte in regola per dover stare alla larga da Leviar.
<< Leviar voleva che l’aggiornassimo sulla salute di tutti >>disse dopo un po’ Nori.<< Ha diritto a saperlo: era così preoccupata quando ha saputo che ci saremmo uniti a Thorin >>
Udì Dori ringhiare qualcosa a denti stretti: Nori lo conosceva, e sapeva che non avrebbe ceduto subito. E infatti, dopo essere rimasto alcuni minuti a contemplare la Montagna, Dori si voltò e, borbottando un << Vedremo >> rientrò nella tenda alle spalle di Nori.
Nori sospirò. Si domandò dove avrebbe potuto trovare un messaggero per le Montagne Azzurre, ma poi le parole del fratello gli risuonarono in mente.
“Tutto sommato, Bofur potrebbe rimettersi in un paio di giorni. E Leviar verrebbe informata solo fra settimane” ragionò mentre dalla pipa saliva un ultimo, sottile sbuffo di fumo. ”Meglio non farla preoccupare inutilmente”
 

Angolo dell’autrice:
Hola! Ben ritrovati a tutti/e! Lo so, il capitolo è davvero corto, ma ho voluto limitarmi a introdurre la gelosia di Dori nei confronti della cugina Leviar (yeah, già inizia a comparire, anche se solo nei ricordi di Bofur!). Ma tutto questo ovviamente sarà il trampolino di lancio per quel che seguirà, per cui vi chiedo di aspettare ancora un pochino e le cose inizieranno a farsi più interessanti!
Ringrazio tutti coloro che leggeranno la storia e vorranno commentarla o anche solo inserirla fra le seguite/preferite! Solo questo mi rende felice!
A presto! ^____^
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il Signore degli Anelli e altri / Vai alla pagina dell'autore: LadyDenebola