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Autore: mitchie Justice    16/10/2013    7 recensioni
( Contiene Jade-Harry)
Dalla storia...
Potrai sostituire me, ma non potrai sostituire i ricordi passati con me. Farai finta di niente, ma dentro di te ripenserai quello che hai lasciato.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ero rimasta da sola con Justin. Non era la prima volta, eppure mi sentivo tesa. Erano forse le varie occhiate delle ragazze? O la rapidità con la quale erano scomparse? Mi sforzai di rimanere rilassata; sarebbe stata la prima prova reale del mio cambiamento.
- Tu sai perché sono scappati tutti quanti?- domandai, cercando di non far trasparire l'agitazione. Dovevo imparare a diventare maestro delle mie paure, dovevo domarle, per poi trasformarle in forza. Con l'allenamento ci sarei riuscita, ne ero certa.
- Non saprei...- rispose, un po' annoiato. Il discorso stava per prendere una brutta piega, presto ci saremo guardati imbarazzati e chissà cosa.
- Ti ho fatto un complimento e adesso non mi degni più nemmeno di uno sguardo?- mi chiese, facendomi pena. Era stato un solo complimento, il primo mattone della casa, e... poi? Poi sarebbe proseguito e mi sarei affezionata, sino a credere in un "noi". Non era Harry e, chissà, avrebbe potuto funzionare, o anche no; ma ero stanca. Stanca di correre rischi, stufa di essere delusa. Avrei voluto solo proseguire, niente più storie d'amore, ormai non ci credevo più. Nei film è tutto sempre perfetto ,alla fine, tutti i nodi vengono al pettine e gli innamorati hanno sempre un lieto fine. Avrei dovuto capirlo prima: quella non è la vita reale, non sempre, almeno.
Ero pronta a perdonare Harry, avrei messo una pietra su tutto, ma lui non è mai tornato indietro. Ha preso il suo aereo e non si è dimenticato di salutarmi per sempre. Voleva uscire dalla mia vita, credeva che mi avrebbe fatto felice. Forse per orgoglio, l'ho pensato anch' io, ma non passa giorno in cui non ci pensi.
- Ci sei?- mi richiamò Justin.
 - Scusami! Mi sono persa nei miei pensieri.- ammisi, mettendomi comodamente a sedere nel letto.
 - Pensi a Harry?- domandò, senza battere ciglia; era stato dannatamente diretto. Aveva pronunciato il nome tabù, come fosse stato normale. Lo guardai un attimo e rimasi silenziosa. Era lecito ammettere di pensare al mio ex? Mi avrebbe presa per un'ossessionata: quando si chiude una porta è buon norma, passare oltre; un funerale e poi si guarda avanti, mai indietro. Più facile a dirsi che da farsi, (spiegate dunque al mio cuore di smettere di amarlo). Non si può, decidere chi o quando amarlo, è un processo naturale che avviene e basta.
- Sì, pensavo a Harry.- risposi finalmente.
- Non ne avevo dubbi, ti piaceva davvero.- commentò, sforzandosi di sorridermi.
- Forse. - Era meglio negare l'evidenza, rendeva tutto più facile e meno duro da sopportare.
- Anche lui ci teneva.- confessò Justin. Era un gesto nobile, il suo. Non voleva macchiare la memoria del suo amico, ma proteggerlo non avrebbe cambiato molto.
 - Di certo, non abbastanza.- commentai, continuando a lottare con le lacrime, che si stavano facendo insistenti.
- Era cambiato. Non era più farfallone, sorrideva più spesso e sembrava felice.- ribatté Justin. Forse qualcosa di buono c'era stato; mi ero finalmente trovata in pace con me stessa, mi aveva aiutata a trovare autostima, credeva in me ed io avevo cominciato a fare altrettanto.
- Il passato è passato!- esclamai, per poi spegnere la luce. Avevo bisogno di smettere di pensare a lui, o di cercare una spiegazione, non c'era nessun senso in tutto ciò.
 - Sei una ragazza davvero bella!- disse Justin, facendomi arrossire leggermente. Era buffo, ma non ricevevo complimenti da un po' di tempo.
- Grazie, ma ti pregherei di non dirlo più!- spiegai a denti stretti. Non volevo più star male per nessun ragazzo, non mi servivano le loro lodi. Volevo solo sfondare nella musica, quel mondo dove ero libera di esprimermi senza sorprese ad aspettarmi. - Perché?- domandò, sorpreso.
- Non voglio innamorarmi nuovamente, Justin, non voglio dipendere di nuovo da qualcuno.- urlai, con tutto il fiato in gola. Cercai il suo volto nella penombra della stanza, volevo imprimere nella mente la sua faccia desolata e arrabbiata, volevo ricordare cosa significhi fare soffrire qualcuno.
- Buonanotte.- mi liquidò, sempre sorridente e apparentemente calmo. Non aveva mutato espressione; era come fosse indifferente o superiore alla verità. Ero troppo stanca per chiarire la situazione o per capire perché non mi avesse piantata in asso. Perché non aveva reagito male? Perché non sembrava aver subito nessuno dolore? Perché? Erano troppi e mancavano troppe risposte, quindi mi lasciai cullare da tutte quelle domande sino ad addormentarmi.
La mattina seguente, Justin non era in camera. Bene, forse finalmente aveva reagito e se n'era andato; aveva finalmente capito che non ne valevo la pena.
- Buongiorno principessa!- mi salutò Pet, entrando.
- 'Giorno anche a te!- risposi, sorridendogli.
- Ecco la colazione da parte di Justin.- disse, porgendomi un vasoio colmo. Non capivo: perché tanta gentilezza dopo la mia cattiveria?
 - Lui dov'è?- chiesi, mentre addentavo la brioches.
- È sotto al bar che fa colazione.- rispose, per poi prendere posto accanto a me.
 - Come stai?- mi domandò, e quasi non mi soffocai con il caffélatte.
- Perché? Justin ti ha raccontato tutto?-
- Tutto in che senso?-
O era un bravo attore, oppure ignorava tutto quanto.
- Ieri sera ho detto a Justin che non l'avrei mai amato.- confessai al mio caro amico. Era meglio fare luce con qualcuno più esperto e con più esperienza alle spalle.
- E con questo?- domandò Pet, lasciandomi perplessa.
- Come "con questo"? Gli ho detto di non amarlo!- ripetei, un po' alterata.
- Ma nemmeno lui, o sbaglio?- chiese serio. Mi lasciò scioccata. Cavoli! Avevo fatto il passo più lungo della gamba, avevo dato per scontato che provasse qualcosa per me.
- Se non mi ama, perché mi aiuta?- domandai. Non aveva senso consacrarmi il suo tempo e denaro, sennò.
- Ti ha mai chiesto nulla? Ha mai preteso favori? -
N-no!-
risposi titubante; tutte le risposte erano sempre negative.
- Allora mi pare ovvio: ti aiuta perché ha un cuore d'oro! Pensa, anch'io lo sto facendo e ti garantisco di non provare sentimento per te.- mi spiegò, per poi scoppiare a ridermi in faccia, dovevo essere davvero ridicola. Aveva fatto la figura della fessa, Justin non mi amava ed io dovevo smettere di farmi paranoie mentali.
- Grazie di prendermi in giro!- dissi, scherzosa. Avevo capito il mio errore e avrei quindi domandato perdono.
- Pardon, e queste sono da parte di Justin !- disse, porgendomi un pacco.
 - Stampelle?- domandai, incredula.
- Che regalo romantico!- mi stuzzicò ancora.
- Continua a ridere, mentre io userò il mio regalo!- esclamai, mettendomi in piedi. - Fermati!- urlò, tirando fuori il cellulare.
- Devo immortalare questo momento.- si giustificò, iniziando a riprendermi. Non capivo, cosa ci fosse di speciale, ma non opposi resistenza.
- Funzionano davvero!- commentai, spostandomi per la stanza. Ero pronta a varcare la soglia di quella camera, ero ben decisa a tornare libera. Avanzai, seppure con fatica, sino al bar: avrei fatto una sorpresa a Justin. (o forse no...) Mi bloccai immediatamente: Justin faceva colazione, (questo) senza ombra di dubbio, ma non era solo. La ragazza con cui flirtava non mi sembrava affatto sua sorella.
- Indovina chi voleva portati i suoi saluti?- mi annunciò Peter, il solito esagerato, proprio quando stavo per fare marcia indietro.
- Wow!- esclamò sorpreso Justin, e mi parve anche che sorrise. Mi fissò, per poi guardare la bella ragazza.
- Non ci presenti?- lo apostrofò lei. Già, era proprio questo il mio sogno: conoscere la sua fidanzata.
- Jasmine ti presento Jade!- disse, per poi lasciare che ci stringessimo la mano.
- Devo andare ad una terapia!- mi affrettai a lasciarli. Non volevo vederli insieme ancora una volta. Ammetto fosse egoista, ma in quel momento poco mi importava. Mi lasciai accompagnare in piscina da Peter, per la mia lezione di riabilitazione. Justin mi aveva promesso, di accompagnarmi e invece (...pff) Jasmine doveva essere più importante. Andai a cambiarmi con l'aiuto di Pete. Era la prima volta che mi mettevo a nudo davanti ad un maschio che non fosse mio fratello. Non mi sentii a disagio, era ovvio che tra di noi ci fosse solo amicizia.
- Pronta?- mi domandò, prima che lasciassimo gli spogliatoi. Feci un sospiro profondo per poi annuire; non doveva essere poi così terribile, un vecchio istruttore mi avrebbe soccorso.
- Salve, sono Beck!- si presentò l'istruttore, per niente vecchio.
- Beck? E perché non bellezza?- sentii, dire alle mie spalle. Mi girai per identificare la persona, conoscevo dannatamente bene quella voce, e di certo quella persona non doveva essere lì.


Spazio autrice: Sono tornata...perdonatemi per il ritardo!!! Ma a malapena respiro adesso!
  
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