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Autore: Kay    27/10/2004    1 recensioni
è la prima storia che ho scritto! in tutto i personaggi protagonisti sono 18; ma i veri e propri di cui si parla di più sono Kei e Aì. è stata inventata da me a da una mia amica, Martina. "Era il 17 agosto 2016, ore 19:45. In un vicolo del quartiere Gesù (quello più malfamato) della città di Crotone, un ragazzo alto, magro e dai capelli argentati stava passeggiando, incurante degli altri e di ciò che lo circondava. Era Kei Hiwatari."
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Max Mizuhara, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 NUOVI PERICOLI “Anche se due persone di due razze sono diverse Non c’è differenza fra loro Perché, nonostante non si assomiglino C’è il sentimento dell’amore che li rende uguali sotto gli occhi di tutti…” Il mattino dopo, Angel, Aì, Kei ed Irhys incontrarono altri vampiri. Fino alle tre del pomeriggio ne uccisero 2.347, mancava ancora molto per finire il continente e renderlo sicuro, però. Mentre si stavano riposando, Jigen chiamò sulla trasmittente di Angel. “Sì? … a sei tu zio! Dimmi pure! … davvero? … ok, vi raggiungiamo! Ciao!”. “Chi era?” chiese Irhys ad Angel. “Jigen, mio zio” rispose Angel. “Aveva detto che siccome stavamo lavorando un po’ troppo, dovevamo tornare al bar. Sono tutti lì, manchiamo solo noi! Vogliamo andare?”. In men che non si disse, i quattro ragazzi si ritrovarono al bar “Divertiti per l’ultima volta” assieme agli altri della squadra. Era passato molto tempo dall’ultima volta che c’erano stati; ma non era cambiato nulla. “Ehi! Salve!” li salutarono. “Vi trovo tutti in forma!” esclamò Angel. “Scusate, ma chi è quello?” domandò James indicando il ragazzo accanto ad Aì. “Sono Irhys” rispose l’indicato. “Ho il compito di riportare Aì sul suo pianeta d’origine e… di sposarla.”. “Cosa?!” esclamarono tutti, a parte chi già sapeva tutto. “Ma non può sposarla!” esclamò Buffy. “Lei sta con Kei! Nemmeno il fatto che lui è un lupo mannaro è bastato a dividerli, come pensi di riuscirci tu?!”. “Buffy ha ragione!” esclamò Lupin. “Jigen, per l’amor del cielo! Dì qualcosa anche tu! È tua nipote, l’hai cresciuta come una figlia! Mandalo a quel paese!”. Jigen guardava male Irhys. Per lui, già il fatto che Aì stava con Kei gli dava fastidio, figuriamoci poi se sbucava dal nulla un altro che pretendeva di sposarla! Cosa avrebbe dovuto fare? Tutti però si erano fermati al fatto che Aì dovesse sposarsi, ma non al fatto che lei venisse da un altro pianeta, come sosteneva Irhys. Evidentemente, anche per loro, come per Aì, lui mentiva sul quell’argomento. Alla fine cambiarono discorso e iniziarono a parlare di quanti vampiri avevano sterminato. “Noi in America ne abbiamo uccisi altri 3.499” affermò Kelly. “Noi solo altri 3.513” disse Lupin. “Il merito però è soprattutto di Goemon e della sua spada!”. “In Oceania solamente 2.125” sostenne Takao. “In Euroasia 4.211” disse, fiera di sé e della sua squadra, Buffy. “In Antartide com’è andata?”. “2.347” rispose Kei. “Meglio di quanto mi aspettassi!”. “Quindi, facendo un po’ di conti, dovremmo essere a… 1.969.000.773 vampiri!” esclamò Pam. “Secondo la carta dell’Antartide ne mancherebbero 166.835.989 nel mio continente” disse Aì. “In Oceania ne sono rimasti 44.171.883” disse Takao. “In America 399.234.002” sostenne Kelly. “In Euroasia 459.453.897” disse Martha. “In Africa 899.305.002” “Questi sono gli ultimi rimasti, se li sottraiamo a 1.969.000.773 arriviamo a zero!” esclamò Pam. “Mamma mia Pam!” esclamò Angel. “Come hai fatto a fare quel calcolo? A me tutti quei numeri mi avrebbero mandato in tilt!”. “La matematica mi ha sempre appassionato!”. “Ma tu sei una calcolatrice umana!”. “Grazie! Apprezzo il complimento!”. “Mi sarei preoccupato, se tu avessi detto il contrario!”. Parlando e discutendo, il tempo era passato, oramai si erano fatte le 21:00. Kei ed Aì erano usciti sul lungomare. Camminavano sulla dolce sabbia osservando le persone sedute sui tavolini delle pizzerie, gelaterie, yogurterie… Erano tutte impegnate a mangiare o a parlare. Le luci, che illuminavano l’immenso marciapiede del lungomare, erano coperte dalle gambe delle persone che passavano avanti e indietro. Si sentiva il rumore dell’acqua delle fontane scorrere dolcemente e quello delle onde del mare. C’era qualcuno che cantava in un bar al karaoke. Le stelle illuminavano il manto scuro del cielo di notte, la luna si rispecchiava nel mare ed una lieve brezza si levava e faceva volare i capelli di Aì e Kei. “Che bella serata!” esclamò Aì. “Più che bella direi perfetta” aggiunse Kei. “Perfetta per cosa?” chiese Aì. In quel momento, i due si guardarono in faccia; intanto, al karaoke, una ragazza stava cantando la canzone “My heart will go on” di Celine Dion. “Ascoltami” disse Kei. “Tutti hanno detto che io e te stiamo assieme. Siamo amici dalla prima volta che ci siamo visti, e questo è vero; ma non ci siamo mai messi assieme.”. “Che cosa vuoi dire?”. “Io non mi sono dichiarato a te e questo mi fa andare sui nervi.”. “Non preoccuparti Kei! Io ti amo lo stesso! Non devi dimostrare niente a nessuno, tanto meno a te stesso. In ogni caso, io e te… non so nemmeno io come abbiamo fatto ad arrivare a desiderarci così… voglio dire, ci siamo messi assieme senza dichiarazione e già questo significa che siamo fatti l’uno per l’altra.”. “Aì, ti sei offerta sempre di aiutarmi; già questo dimostrava quanto tu tenessi a me. Ma se vuoi che la nostra relazione duri, mi devi promettere che non ci saranno segreti.”. “Veramente, c’è una cosa che dovresti sapere; però non arrabbiarti, ti prego. Avrei voluto dirtelo prima ma mi mancava il coraggio e visto che ora stiamo parlando e nessuno ci disturba, voglio dirti che Irhys, mentre tu ed Angel dormivate, la scorsa notte mi ha baciata mio malgrado. Io l’ho respinto.”. “So già tutto. Non sono intervenuto perché sapevo che tu non mi avresti tradito e così è stato.”. “Vuoi detto una cosa? Questa storia che io provengo da un altro pianeta mi sembra una montatura! Non ci credo! Non mi sento migliore a nessuno.”. “Per me sei e sarai la migliore ragazza dentro e fuori i confini di Demos!”. In quell’istante, i due videro una stella cadente. Si guardarono negli occhi, che brillavano come la coda della stella; come se ne fosse rimasto un pezzetto all’interno. I due si baciarono e si strinsero in un forte abbraccio. Quella era l’occasione perfetta, soprattutto con il finale della canzone di Celine come sottofondo che rendeva molto più romantica la scena. Nessuno dei due sapeva, però, che sarebbe durata per un istante, perché Irhys fece la sua apparizione e questa volta non era da solo! Con lui c’erano altri due ragazzi. Uno era biondo, con i capelli tirati all’indietro con il gel e aveva gli occhi scuri; l’altro aveva i capelli rosso fuoco come Irhys e anche gli stessi occhi. Sembravano tutti e tre agguerriti; infatti, guardavano Kei, in particolare, come se dovessero pugnalarlo alle spalle. I due innamorati si accorsero troppo tardi della presenza del trio alle loro spalle. “Che bella scenetta romantica!” esclamò quello biondo, alla sinistra di Irhys, divertito; poi aggiunse, rivolgendosi all’altro, “Non lo pensi anche tu Yuri?”. “Già, hai ragione Spike!” rispose l’altro alla destra. “Peccato che non possa durare a lungo!”. “Spike! Yuri! Non esagerate con i complimenti!” ribadì Irhys, insolente. “Che cosa vuoi ancora?!” gridò Aì contro di lui. “Solo te, amore mio!” rispose lui. Kei aveva già preso in antipatia gli altri due e si era trasformato in un lupo. Oramai aveva imparato bene a controllare la sua trasformazione. “Che bel lupo! È il mio animale preferito, sai?” disse Yuri. Kei, per tutta risposta, gli ringhiò contro. “Buono Kei” gli disse Aì. “Guarda tu che ragazza!” esclamò Spike. “Prima è il suo amore e poi lo tratta come il suo cagnolino!”. Il lupo dal pelo argentato, stanco delle critiche, attaccò Spike, ma questo si difese colpendolo con un raggio d’energia. “Kei!” urlò Aì. Corse subito da lui, che intanto si era ritrasformato in umano. “Cosa gli hai fatto?!”. Il ragazzo lupo aveva un fianco insanguinato. Quel raggio sarebbe potuto costargli la vita, se l’avesse colpito al petto per puro caso. “Era solamente un piccolo raggio d’energia!” rispose Spike. “Solo se vuoi, mia futura regina, tu potresti fare di meglio!”. “Regina? Che significa?!” domandò Aì. “Scusa se non te lo avevo detto prima!” si giustificò Irhys. “Tu sei la futura regina del mondo da cui provieni!”. “Mettitelo bene in testa, io sono una demosiana comune; al massimo posso essere la ladra più brava del mondo dopo Fujiko, ma non sono la vostra regina e tanto meno provengo dal vostro pianeta!”. “Cos’è che t’impedisce di credere che tu lo sia?” domandò Yuri. “Te lo dico io, Yuri!” rispose Irhys. “È l’amore che prova per quel ragazzo!”. “Lascia perdere! Ti ho già detto che l’amore tra due mondi diversi non può funzionare! Quel sentimento appanna la mente! Inoltre, voi due siete troppo diversi perché possiate stare assieme!” aggiunse poi rivolgendosi ad Aì, che teneva fra le sue braccia Kei moribondo. “Apri bene le orecchie e ascolta!” esclamò Aì. “Anche se due persone sono di due mondi diversi, di razza diversa o di qualunque altra cosa diversa, c’è un sentimento che li accomuna sotto ogni punto di vista! È qualcosa che tu non puoi capire perché hai gli occhi accecati dall’invidia e dall’odio! Questo qualcosa è il sentimento più bello e profondo di tutti! È l’amore, e io ne provo una quantità indescrivibile per Kei! Lasciateci in pace! Vogliamo vivere senza le vostre stupide idiozie! Io e Kei ci amiamo e niente e nessuno potrà mai dividerci; non è bastato il fatto che è un lupo mannaro- come già vi hanno detto- e non basterete voi! Capito?!”. Il trio nemico rimase un po’ colpito da quelle parole, ma non cambiò atteggiamento. “Ne sei davvero convinta?” domandò Yuri. “Mai stata di più!” rispose Aì fissandoli male. “Allora peggio per te!” esclamò Irhys. I tre ragazzi malvagi se n’andarono e basta, senza lasciare commenti contro la ragazza; lasciando quest’ultima sola ad aiutare Kei a ritornare al bar dagli altri. Le persone sul lungomare si erano agitate per aver sentito il colpo lanciato da Yuri, ma per fortuna poi si avevano ripreso a fare quello che facevano in precedenza senza più badarci. Tornando al bar, Kei cominciò a stare male. “Ah!” urlava di dolore. “Ti prego Kei” gli sussurrò Aì. “Tu sei forte, ce la farai! Resisti; ti prego amore mio!”. “A-aì!” esclamò Kei. “Kei, ti scongiuro, ormai ci siamo quasi! Pensa a qualcosa di bello!”. “N-non credo che il mio compleanno m-mi possa rendere felice.”. “Quand’è?”. “I-il 16 gennaio; fra una settimana. N-non voglio passarlo con la febbre o malato, però!”. “Sarebbe il colmo.”. Nel frattempo, parlando, Kei ed Aì erano arrivati al bar. Angel, Buffy, Jigen e Kelly li videro arrivare e gli corsero incontro. “Cos’è successo?!” esclamò Kelly. “È tutta colpa d’Irhys e dei suoi scagnozzi!” rispose Kei con voce bassa. “State bene? Nulla di grave spero!” esclamò Buffy. “Spike ha ferito Kei!” rispose Aì. “Non so come ha fatto; comunque…”. “Non preoccuparti!” la rassicurò Jigen. “Lo cureremo bene!”. “Con che cosa l’ha ferito?” chiese Angel. “Con un raggio d’energia” rispose Aì. “Quelli non vengono da Demos; era già strano il fatto che potessero volare, ma ora…”. Kei, alla fine, fu portato sul letto della sua camera al palazzo di Lupin. Jigen gli curò come meglio poteva quelle ferite, mentre lui dormiva e Aì gli stava accanto. Passarono cinque giorni, prima che Kei si riprendesse. Lui aprì un occhio, poi entrambi. Aì era sdraiata con la testa sul suo petto, dormiva. Doveva essergli stata vicina per tutto il tempo che dormiva. In quel momento entrò Jigen, senza fare rumore. “Jigen, Aì…” cominciò a dire Kei, ma Jigen gli disse di parlare piano. “È stata vicino a te tutto il tempo che sei stato sdraiato su questo letto” aggiunse poi. “Lo immaginavo” disse Kei. “Come stai?” chiese il ladro al ragazzo. “Meglio” rispose Kei. “Ho solo un po’ di male al fianco; ma, senti Jigen, cosa ne pensi di quell’Irhys?”. “È solamente uno stupido!” rispose il ladro irrequieto. “Se pensa di portarsi via Aì e farle qualcosa, cadrà sotto i colpi della mia magnum!”. Kei lo guardava un po’ spaventato; così Jigen, calmandosi, aggiunse “Ma non credere che non conti anche quello che ti ha fatto!”. “Da quanto tempo Aì vive con te?” domandò Kei a Jigen. “So più o meno i fatti, ma ci sono cose che ancora non riesco a spiegarmi bene su Aì.”. “Aì vive con me da quando aveva compiuto un anno” rispose lui. “Ricordo ancora come andarono i fatti…”. Jigen iniziò a narrare la vicenda. In una stradina di Yokohama, tre adulti stavano parlando. Erano lui, David Aibarat e la moglie Rashika. Stavano discutendo. La donna teneva in braccio una bimba di un anno, che era Aì; mentre David teneva per mano un bambino di tre o quattro anni, ovvero Angel. “Jigen” disse David. “Ti prego, molti parenti si sono trasformati in vampiri! Sei rimasto solo tu. Possiamo affidare solamente a te Aì ed Angel.”. Jigen aveva uno sguardo preoccupato. “Non potete andare!” esclamò poi. “Già pensarlo sarebbe un suicidio!”. “Ti scongiuro Jigen!” lo supplicò Rashika. “Siamo sicuri che con te e gli altri della banda Lupin staranno bene.”. “Non potete andare a combattere contro quei due vampiri!” ripeté ad alta voce il ladro. “Potete anche affidarmi i bambini, ma non potete partire per quella missione!”. David strinse la mano d’Angel e guardò a terra. Jigen lo guardava turbato. “Jigen” disse il signor Aibarat. “Vorrei anch’io stare acanto ai miei figli in questi tempi, ma il mio dovere di presidente me l’impedisce. A proposito, ho deciso che sarà Aì il mio successore, ti prego rivelale ciò solo quando compierà più di venti anni; quando la riterrai pronta e matura per il ruolo! Purtroppo questa è la legge del secondogenito.”. Il ladro annuì. Nel momento in cui i coniugi Aibarat se n’andarono fu un po’ difficile calmare Angel che piangeva a più non posso. “Da quel giorno, Aì ed Angel crebbero in compagnia di me della banda Lupin” disse Jigen. “Nel dicembre del 1998, Aì ed io partimmo per la Terra, che all’epoca veniva considerato il pianeta più bello della Via Lattea. Dovevamo andare a controllare dei contratti delle case cinematografiche con cui avevamo collaborato per fare alcuni film. Dovevamo verificare le caratteristiche di quelli che avevamo girato con la banda Lupin. Vivemmo sulla Terra per un anno e mezzo, ma poi…”. Jigen stava preparando una valigia. Si trovava in una camera d’albergo americano con Aì, che nel frattempo era seduta su una poltrona. “Perché dobbiamo andarcene zio Jigen?” domandò la piccola. “Avevi detto che volevi passare il tuo compleanno con gli altri della banda perché qui non ti piaceva o no?” le chiese Jigen. “Io volevo passare lo scorso compleanno con loro! Adesso devo fare sei anni! Gli amici con cui gioco, hanno detto che a questa età si inizia la scuola elementare qua!”. “Tu però non puoi frequentarla qui. Senti, aspettami cinque minuti in camera; devo andare a prendere una cosa che ho dimenticato allo studio.”. “Va bene.”. Non appena Jigen uscì dall’albergo, quattro uomini entrarono nella camera e rapirono Aì. “Chi siete?” domandò la bimba. “Amici dello zio” rispose uno di loro. “Ha detto che dovevamo accompagnarti in un posto.”. Detto ciò, l’uomo prese la bambina e scappò con gli altri tre verso un laboratorio. Cominciò a fare su di lei delle analisi e guardando i risultati si stupì. “Questa bambina è diversa dagli altri demosiani!” esclamò e tutti gli scienziati si avvicinarono a lui. “Guardate, ha qualcosa d’anormale!” esclamò di nuovo. “Scusate” chiese Aì, rivolgendosi a loro. “Perché dovete fare esperimenti su tutti i demosiani? Cosa volete da quelli come me?”. “Siete l’unico popolo oltre a noi di cui conosciamo l’esistenza” rispose lo scienziato, ovvero l’uomo che l’aveva rapita e gli aveva fatto delle analisi. “Demos, che si trova fra la Terra e la Luna, è stato scoperto di recente, nel 1992; ma nessuno è mai riuscito a ricavare informazioni sugli abitanti quanto sul pianeta. Per questo motivo il governo americano ha deciso di fare delle analisi e degli esperimenti ad ogni demosiano che capitava sulla Terra. Sappiamo inoltre che è un mondo parallelo al nostro e vogliamo ricavare più informazioni possibili sullo stesso pianeta e la gente che lo abita.”. Lo scienziato stava per iniettare una siringa sul suo braccio; quando dal nulla sbucò Jigen, che la liberò e dopo tanta fatica riuscì a portarla via. A quel punto del racconto, Jigen si tolse il cappello. “Lei non ricorda molto” disse Kei. “Probabilmente perché era troppo piccola.”. “No” rispose Jigen. “Non era per l’età. Vedi, noi demosiani, sulla Terra, quando siamo disoccupati o vogliamo fare successo andiamo su quel pianeta per girare film o serie. Dobbiamo, però, stare attenti! Se per caso dovessimo farci male, il dolore che sentiremo sulla Terra diventerebbe il doppio quando torniamo su Demos. Evidentemente, Aì avrà dimenticato qualche particolare dell’incontro con quegli scienziati per questo fatto; non so se mi spiego. Nel suo caso ha dimenticato il doppio delle informazioni che avrebbe dovuto dimenticare probabilmente per lo spavento.”. “Non è poi così grave, vero?”. “Dipende” rispose il ladro. “In questo caso potrebbe essere grave; se quello che hanno detto quegli scienziati fosse vero, Aì potrebbe avere qualcosa in più di noi.”. “Stai dicendo che potrebbe…”. “… venire, anche, da un altro pianeta!”. A sentire quelle parole, Kei rimase sbigottito. Aì poteva essere un alieno! Cercò di non pensarci; non poteva essere vero. Erano così uguali, la pensavano allo stesso modo, avevano gli stessi sentimenti… in pratica, Aì era tale e quale ad ogni demosiano che aveva visto! Le gettò un’occhiata. Stava ancora dormendo. “Scusa Jigen” disse Kei. “Non può esserlo, voglio dire, guardala! È uguale a noi e tu che l’hai cresciuta dovresti saperlo meglio di tutti!”. “Hai ragione” rispose Jigen. “L’unico enigma che rimane è Irhys. Che cosa vogliono lui e la sua banda da Aì?”. “Irhys sosteneva che Aì doveva sposarlo; che doveva tornare a regnare con lui e che l’aveva incaricato la madre d’Aì di venire su Demos a cercarla.”. “Sarà vero?”. “Sì, se sosteniamo l’ipotesi che è un alieno.”. “Forse hai ragione; e poi Aì non ci abbandonerebbe mai, non lo direi se non la conoscessi bene.”. In quell’istante, Aì si svegliò. Vide che Jigen e Kei stavano parlando. Non ricordava cosa stava facendo, però. Ad un certo punto le venne in mente: lei e Kei erano stati attaccati da Irhys e la sua banda, Kei era stato ferito gravemente e lei era riuscita portarlo in salvo in tempo per farlo curare. “Ben svegliata!” esclamarono Jigen e Kei. “Ah!” esclamò a sua volta Aì. “Mi sono addormentata! Kei come…?”. “Si sta riprendendo” rispose lo zio. “Allora come facciamo per la missione?” chiese Aì. “Kei rimarrà qui e tu lo assisterai, mentre l’Antartide lo lasceremo da parte ed Angel si unirà a Takao e James” rispose Jigen. “Cosa?!”. “Kei non si è ancora ripreso del tutto e la stessa cosa vale per te”. “Siete sicuri? E se l’Antartide potrebbe peggiorare?”. “Non preoccuparti, Aì; non succederà!”. Detto ciò, Jigen se n’andò dalla stanza e lasciò soli i due ragazzi, che iniziarono a parlare. “Ormai mancano due giorni” disse Aì. “Per cosa?” domandò Kei. “Per il tuo compleanno. Vedi riprenderti presto o dovremo ricominciare da capo!”. “Io, veramente, vorrei riprendere da dove eravamo rimasti l’altra sera sul lungo mare; se non ti dispiace.”. Questa volta fu Aì ad avvicinarsi a Kei e a baciarlo. Dopo essersi staccati, Aì chiese al ragazzo “Kei, come reagiresti se un giorno io dovessi davvero andare veramente via da te?”. “Ti seguirei in ogni capo dell’Universo!” rispose Kei. Aì sorrise; dopo un po’ lui aggiunse “Quando questa guerra sarà finita, saresti disposta a sposarmi?”. “Sicuro” rispose la ragazza. “Ma non del tutto; dammi un po’ di tempo per pensare.”. “Non preoccuparti! Ci vorranno altri mesi prima di cacciare tutti i vampiri!”. “Hai ragione. Forse è meglio che ora vada, avresti bisogno d’altro riposo.”. “Però, io…”. “Domani gli altri partiranno; potremo parlare ancora, non preoccuparti. Per il momento riposa.”. Aì finì la frase e se n’andò dalla stanza sorridendo a Kei e chiudendosi la porta alle spalle. Il ragazzo si sdraiò sul suo letto e fissò il soffitto finché non gli venisse sonno; come aveva fatto l’ultima volta che aveva dormito nella casa dove andava tutte le notti molto tempo prima quando era brillo. La mattina dopo, il tempo era nuvoloso. La pioggia batteva sulle finestre provocando un fastidioso rumore. Probabilmente avrebbe svegliato tutti gli abitanti della città, parallela a quella terrestre -se pioveva anche lì-, tranne Kei; lui stava ancora dormendo, nonostante fossero le 12:10 am. Al contrario, Aì era sveglia ed era seduta sul suo letto, nella sua stanza. I suoi amici erano partiti alle 6:00 am e lei si era svegliata per salutarli. Adesso sarebbe rimasta sola, insieme a Kei, in un palazzo disabitato; con il pericolo che Irhys, Spike e Yuri avrebbero potuto attaccarla una seconda volta. In quel momento invidiava Kei che stava ancora dormendo beato. Si stava annoiando a casa, così decise di scrivere un messaggio a Kei e di andare a controllare il bar “Divertiti per l’ultima volta”. Fuori pioveva ancora. Era domenica e tutti i negozi erano chiusi. Alcuni avevano le tende da sole bagnate, perché non erano state raccolte. Aì arrivò al bar tutta infradiciata; aprì la porta, entrò e si sedette al bancone. Senza saperlo, occupò lo stesso posto che aveva occupato il 17 agosto del 2016. Prese un bicchiere e l’osservò. Ricordò tutti i momenti passati con i suoi nuovi compagni, quelli della SS, la squadra speciale, che aveva il compito di salvare Demos, il pianeta parallelo della Terra. Il modo in cui si erano conosciuti era un po’ strano; tutti erano stati reclutati dal presidente del continente americano perché erano collegati in qualche modo. Forse perché volevano che Demos ritornasse un pianeta libero, forse perché erano imparentati con i presidenti di alcuni continenti, forse perché erano amici che non ricordavano di esserlo o che si erano divisi… erano tanti i motivi. Smise di fissare il bicchiere, si alzò dal suo posto e si affacciò ad una finestra. La pioggia non accennava a smettere. Aì cominciava ad essere preoccupata per Kei. Lui era solo e lei non gli stava accanto; il trio proveniente da un altro pianeta avrebbe potuto attaccarlo un’altra volta. Se quello scagliato da Spike era solamente un piccolo raggio d’energia, chissà come poteva essere uno potente. Il ragazzo era anche debole dopo l’attacco subito; magari con un secondo avrebbe potuto perdere la vita! Aì non poteva stare lì ferma a pensare; doveva tornare indietro o sarebbe stato troppo tardi. Così, uscì dal bar e si diresse verso il palazzo abbandonato; anche perché era quasi ora di pranzare e avrebbe dovuto preparare da mangiare anche per Kei. Nel frattempo, Kei si era svegliato. Non aveva trovato nessuno a casa, a parte un biglietto che diceva: Sono andata al bar, per qualunque cosa ti servisse raggiungimi lì. Aì. “È andata al bar con questo tempo?!” esclamò Kei. “Ma che aveva nella testa?!”. Il ragazzo si vestì di corsa e uscì di casa dirigendosi al bar. Purtroppo incontrò un’altra volta il trio di Irhys. “Guarda chi si vede!” esclamò Yuri. “Ti riprendi in fretta!” ribadì Spike. “Forse dovrei darti un altro colpo un po’ più potente di quello dell’ultima volta!”. Spike stava per sferrare un altro colpo a Kei; finché Aì non sopraggiunse. Impulsivamente, per difendere colui che ama; si gettò contro il raggio d’energia. Esso, quando la sfiorò ritornò indietro e colpì Spike. “Ma com’è possibile?!” domandò esterrefatto. “Idiota!” gli rinfacciò Irhys. “Lei è la futura regina dell’Universo. È normale per lei rimandare al mittente un colpo solo con la forza del pensiero!”. “Ed è per questo, che deve ritornare al suo pianeta d’origine! Abbiamo bisogno della sua energia!” pensò poi, nella mente. Aì riuscì a riprendersi, grazie anche all’aiuto di Kei. “Voi non vi stancate mai di scocciare la gente?!” domandò al trio nemico. “Che cosa volete, ancora con la storia che io sono la futura regina?!”. “Senti, Aì, abbiamo bisogno che tu torni sul tuo pianeta; anzi sul nostro!” disse Yuri. “Serve il tuo immenso potere!” esclamò Spike. “La vegetazione non cresce più, rischia di morire!”. “Un pianeta che muore?” chiese incredula Aì. “Com’è possibile che non cresca più la vegetazione?”. “Lux, il nostro pianeta, ha subito una mancanza d’acqua dopo che la nostra regina, ovvero tua madre, ha sconfitto Malia!”. “E chi sarebbe?”. “La sorella, tua zia. Voleva impossessarsi del trono, ma tua madre riuscì a respingerla. Purtroppo, durante quella guerra perdette te.”. “Pur di non farti patire sofferenze e non farti ferire; tua madre ha preferito che ti allontanassi da Lux” aggiunse Irhys. “Sapeva che eri l’ultima speranza per il nostro pianeta e così è stato; o meglio dovrebbe essere! Malia ha lasciato il suo successore, tua cugina Caleu, sua figlia; insieme a lei una maledizione che non fa più piovere. Adesso lei ha deciso di riconquistare il pianeta come avrebbe voluto fare sua madre per diventare lei la regina dell’Universo al tuo posto!”. “Tu menti! Mentite tutti e tre!” esclamò Aì. “Queste sono solo bugie! Dove volete arrivare?! Vi ho già detto chi sono e vi ripeto che non sono e non posso essere la vostra futura regina. A proposito, dov’è quell’attuale?”. “Allora ci credi?!” disse Yuri. “No” rispose Aì. “Voglio solo sapere quale scusa inventate ora.”. “Tua madre” raccontò Yuri. “È sparita dopo che la guerra finisse. Andò a cercarti, ma di lei si persero le tracce. Qualche mese fa, poi, i consiglieri di Lux, nonché i più grandi saggi dell’Universo, incaricarono noi tre -insieme ad altri due ragazzi che ora non sono qua- di ritrovarti. Dopo incaricarono ad Irhys di essere il tuo futuro sposo, come aveva lasciato detto tua madre. Ora ti chiediamo se vuoi venire con noi, almeno per salvare il tuo pianeta.”. “Io vi dico ancora che siete dei bugiardi!” esclamò Aì. “Non esiste nessun Lux e nessuna regina dell’Universo. Vi chiedo di lasciarmi in pace definitivamente.”. Detto questo si diresse con Kei verso il palazzo di Lupin. “Cocciuta!” pensò Irhys, mentre faceva segno di ritirata ai suoi amici.
  
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