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Autore: xBotan    16/10/2013    1 recensioni
Lui raccoglie la mia biancheria sporca dal pavimento, mi rimprovera per il mio metodo di studio zoppicante e mi insegna a suonare Chopin con la sua solita pedanteria.
Io gli incasino la vita, lo stordisco con la mia musica a tutto volume alle tre del mattino e gli parlo di cose stupide all’orecchio finché non chiude il libro di turno e mi degna della sua attenzione.
Può funzionare.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sbuchiamo davanti al cancello di casa mano nella mano, ma per qualche ragione né mamma né Valerie, che ha già il cappotto addosso, sembrano trovarlo strano.
Chissà, forse mi vedono come una specie di psicopatica da trattare con i guanti. Non sarebbe strano, conoscendo mia madre.
Valerie mi saluta con un abbraccio, e io le faccio le congratulazioni per il matrimonio e mi scuso per essere sparita. Spero non si veda troppo che ho pianto.
Martin mi da un bacio sulla guancia e mi scompiglia i capelli, poi entrano in macchina.
Mamma mi accarezza una spalla finché non è più possibile scorgere in lontananza le luci dei fanali posteriori.
Quando rientriamo in casa, noto che la cucina è stata misteriosamente riordinata. Deve esserci lo zampino di Valerie. Non ho mai volontariamente aiutato mamma a riassettare.
Solo gli album fotografici sono ancora aperti sul tavolino da caffè, e la foto di me e Martin abbracciati è in bella vista.
La sfilo dalla sua custodia trasparente. Avevo un taglio di capelli davvero orrendo, all’epoca. Divisi così nettamente in due bande, con la riga al centro. Faccio scivolare la foto nella tasca dell’impermeabile.
Per qualche ragione non riesco a pensare a Martin. È come se il mio cervello fosse andato in overdose, e avesse bisogno di un po’ di riposo.
Penso invece a cosa farò in futuro, a parte fare lavoretti saltuari e infestare casa di mamma.
Non ho mai pensato a ‘cosa vorrei fare da grande’, l’unica cosa che ho sempre voluto per il mio futuro era stare con Martin. Niente di più, e non è positivo.
Mi inginocchio sul tappeto ai piedi del divano e sfoglio distrattamente le pagine dell’album più vicino a me.
Forse potrei fare la fotografa, sarebbe carino. Mi piace vedere momenti passati nel presente, è un po’ come viaggiare nel tempo.
Potrei fare una miriade di cose, se solo mi svuotassi un po’ la testa.
Appoggio la testa sul cuscino blu del divano, nel punto dov’era seduto Martin.
È ancora tiepido.


NOTE: Ok, ho finito di aggiornare questa storia solo perché sono in una fase in cui non mi va di lasciare cose in sospeso. Per il resto... non che non mi piaccia, ci sono affezionata, ma non è qualcosa che scriverei adesso. Suppongo si chiami crescere. 
In ogni caso, se qualcuno ci trova qualcosa di carino o qualcosa di orrendo o insomma se è arrivato a leggere fin qui, mi farebbe piacere saperlo *-* 
  
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