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Autore: LuciaKevinStyles    17/10/2013    9 recensioni
[Tratto dalla storia.]
Quando Harry Styles, diciannove anni, supera il maestoso cancello che lo divide dai giardini del college più prestigioso di Londra, ancora non riesce a crederci, è senza fiato.
Appena tre anni prima era un ragazzino tutto ricci e fossette su cui nessuno avrebbe mai scommesso, guardandolo adesso invece, quasi si stenta a riconoscerlo.
***
Sono passate due settimane da quella sera ed è esattamente nel giorno che segna il suo primo mese lì al college che Harry incontra Louis Tomlinson. Harry ha sentito molto parlare di lui e quando finalmente lo vede passeggiare attraverso il parco, a pochi metri da lui e dalla panchina sulla quale è seduto, trattiene il fiato.
***
-Beh, io penso che forse, tu ti stia innamorando.-
Harry scappa di nuovo.
Student!Harry - Punk!Louis - CollegeAU.
Louis/Harry - Zayn/Perrie - Liam/Sophia - Niall/Josh.
Conteggio parole: 22k.
Peace, love and Larry Stylinson.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Love is The Best Thing that ever happened to Us.


Quando Harry Styles, diciannove anni, supera il maestoso cancello che lo divide dai giardini del college più prestigioso di Londra, ancora non riesce a crederci, è senza fiato. Appena tre anni prima era un ragazzino tutto ricci e fossette su cui nessuno avrebbe mai scommesso, guardandolo adesso invece, quasi si stenta a riconoscerlo.

Harry Styles infatti, non ha perso i suoi ricci indomabili o le sue tenere fossette, ma ha acquistato tante altre qualità che lo rendono uno dei ragazzi più belli del posto. Il suo volto, coronato da quei ricci scuri ora alzati in un ciuffo, ha perso ogni traccia dell'acne giovanile che segna l'adolescenza di quasi tutti i teenagers. Adesso, quel faccino dolce di qualche anno fa è stato sostituito da un volto da uomo. La barba non è ancora presente sul suo viso ma i suoi lineamenti sono molto più pronunciati e virili. Le labbra sono più rosse che mai, gonfie e da baciare, chiunque lo penserebbe.
Il suo corpo è cresciuto, indubbiamente. Le sue gambe adesso sono lunghe e slanciate, fasciate da jeans scuri e sempre troppo stretti. Le sue braccia sono muscolose e ricoperte di tatuaggi di ogni tipo: grandi e piccoli, figure e scritte, simboli e date importanti, ricordi.
Ogni tatuaggio ha un significato ben preciso per Harry. Alcuni gli ricordano le sue cadute, altri la forza dimostrata nel rialzarsi; alcuni gli rammentano chi è, da dove viene, e chi vuole diventare, altri semplicemente erano così carini che non ha resistito a farseli.
Perchè Harry è così, a lui piacciono le piccole cose che arricchiscono la vita; le persone semplici ma allo stesso tempo complicate, da scoprire; i tatuaggi, scontati per alcuni, che invece nascondono significati personali e difficilmente interpretabili; e i luoghi più comuni che però racchiudono segreti non visibili a tutti.

Harry è un ragazzo bellissimo, dentro e fuori.
La sua infanzia e la sua adolescenza sono state segnate dalle sue insicurezze, dalla sua innocenza rubata, dal verde delle sue iridi sempre troppo brillanti e lucide, da quegli schiaffi ricevuti gratuitamente dal padre, dalle promesse mai mantenute della madre, dalla voglia di vivere che nonostante tutto lui non ha mai perso.

E adesso eccolo lì, Harry Styles.
Appena arrivato al college, il suo sogno da quando era solo un bambino.
Il college è il luogo in cui avrebbe potuto cominciare realmente a vivere, in cui sarebbe potuto evadere dalle delusioni che si portava dentro, in cui avrebbe dimenticato il passato e si sarebbe potuto dedicare pienamente al suo futuro.
Il college, con tutti i suoi docenti impegnati a comporre i compiti in classe, con tutte le sue segretarie sempre con il sorriso sul volto, con tutte le sue stanze che racchiudono l'intimità e la privasi degli studenti, con tutti gli studenti stessi.
Dio, Harry non vede l'ora di conoscerne il più possibile e di fare nuove amicizie. Era un ragazzo timido e riservato anni fa e aveva sempre fatto fatica a mostrare agli altri il vero Harry, ma adesso, che ha l'opportunità per iniziare da capo, l'avrebbe sfruttata, si, senza esitazioni.

Harry entra nel parco antecedente al college senza guardarsi indietro.
La macchina nera e lucida, guidata da suo padre, sfreccia via veloce dietro di lui.
Harry in quel momento giura quella sia la miglior sensazione che lui abbia mai provato: sta entrando in una scuola, è vero, passerà la maggior parte delle sue giornate tra quelle mura bianche, ma a lui non importa, davvero, adesso lui si sente libero. Libero di intraprendere la strada che aveva scelto anni fa, libero di costruirsi il suo futuro passo dopo passo, libero di essere se stesso e soprattutto libero di innamorarsi e di amare. Era stato costretto a reprimere in un angolo della sua anima la consapevolezza di essere omosessuale che era venuta fuori quando aveva solo tredici anni. Lo aveva rivelato alla sua famiglia a quindici e da quel giorno fu costretto dal padre ad uscire con quante più ragazze possibili. Fu costretto a reprimere la sua voglia di stringere a se il corpo di un uomo e Dio solo sa cos'ha passato per annullare se stesso. Aveva fatto proprio questo Harry Styles, tre anni fa, o forse quattro, aveva annullato il suo essere ed era diventato ciò che suo padre voleva che fosse.

La purezza, dalle sue iridi, se n'era andata quando aveva solo dieci anni e suo padre gli aveva tirato il primo schiaffo e poi erano arrivate le lacrime e la tempesta. Gli occhi di Harry non erano più stati limpidi ma sempre turbati, quel giorno era iniziata la guerra contro suo padre e solo adesso è riuscito ad uscirne. Adesso che con passo cadenzato e le mani in tasca sta attraversando il parco del college, passando tra le aiuole fiorite e raccogliendo alcuni fiorellini. Adesso che sta per sorpassare la porta di quell'immenso edificio per iniziare a fare ciò che più gli piace: vivere.

Adesso Harry sta vivendo, è libero, ha vinto, è vivo.

-Salve. Lei è?- chiede sorridendo la segretaria che attendeva gli studenti appena dopo l'ingresso.

-Sono Harry Styles.- risponde Harry ricambiando il sorriso.

-Aspetti un attimo che controllo dov'è situata la sua stanza.- continua la giovane donna sfogliando una marea di fogli pieni di nomi e numeri e scritte.

-Eccoti qui.- afferma in seguito sorridendo ad un Harry che è rimasto a bocca aperta perchè davvero, l'atrio di quell'edificio è enorme e luminoso e ci sono già tanti studenti e diamine! Harry si sente già a casa.

-Allora, ala B, secondo piano, stanza novanta... La paura.- continua lei pensierosa.

-Come?- chiede allora Harry confuso.

-Novanta è il numero della paura.- dice lei tranquilla. -Scusa, ma sono fissata con la numerologia.- continuò lei ridacchiando.

-Non ho più paura.- risponde allora Harry guardandola negli occhi e ripensando a quando si nascondeva sotto al piumone per non sentire le urla di suo padre o a quando prima di entrare in casa tremava tutto per timore di rivederlo.

Adesso però non ha più paura, adesso è un uomo.

-Ehm okay... Lì ci sono tutte le tessere per aprire le stanze, prendi la tua.- conclude la donna liquidandolo con un sorriso storto e un cenno della mano. Harry prende la tessera con sopra inciso il numero 90 ed inizia a percorrere un lungo e spazioso corridoio.
Dio, lì è tutto così grande e arieggiato e luminoso e colorato che ad Harry quasi gira la testa. Numerose locandine, manifesti, disegni, quadri, composizioni, foto e molto altro sono appesi alle pareti di tutti i corridoi ed Harry è rapito da quelle immagini e da tutte quelle forme. Non si accorgr nemmeno di stare andando addosso ad un ragazzo fino a quando non si ritrova con il culo per terra.

-Ehi!- esclama massaggiandosi il didietro.

-Scusa amico, ero distratto ma anche tu lo eri.- risponde sorridendo il ragazzo castano che lo sta guardando dall'alto in basso. Harry si alza velocemente catturato da quella voce calda e lenta.

-Si scusa...- mormora arrossendo. -Io sono Harry.- rimedia porgendo la mano al ragazzo.

-Liam Payne. Sei nuovo qui?- chiede Liam sorridendo ancora e trasmettendo un calore assurdo ad Harry che continua a pensare che si, quella sarebbe stata una casa perfetta per coltivare i suoi sogni.

-Si.- risponde Harry grattandosi il capo riccioluto. -Sono appena arrivato e sto cercando la mia stanza ma cavolo! Questo posto è immenso e non riesco a trovarla.- ammette amareggiato sperando di ricevere un aiuto.

-Che numero è?-

-La novanta.-

-Oh! Ma è la camera di Zayn! Ti ci porto subito, sai, lui è il mio migliore amico, ti troverai benone.- conclude Liam entusiasta superando Harry per fare strada.

-Zayn...- pensa Harry. -Che nome strano.- Ma poi abbandona i suoi pensieri divaganti per seguire Liam e per cercare di memorizzare almeno un po la strada per arrivare alla sua camera.

-Eccoci qui.- dice Liam appena giungono davanti alla porta con inciso il numero giusto.

-Puoi entrare anche tu?- chiede Harry speranzoso ma arrossendo subito dopo. Spera Liam possa presentargli Zayn, spera che in questo modo a Zayn possa andare subito a genio la sua presenza.

-Certo.- risponde Liam sempre con quel sorriso radioso sul volto. Bussa un paio di volte e poi un ragazzo alto e moro, dalla pelle ambrata e la faccia di uno che non dorme da giorni viene ad aprirgli.

-Liam sto studian... E lui chi è?- chiede quello che doveva essere Zayn volgendo il suo sguardo penetrante e curioso verso il riccio, che subito arrossisce.

-Lui è Harry, è appena arrivato e sarà il tuo compagno di stanza.- dice Liam con tono allegro, in contrasto con quello utilizzato prima da Zayn per accoglierlo.

-Piacere.- dice allora Zayn porgendogli la mano. -Io sono Zayn, è un piacere conoscerti.- e finalmente Harry lo vede, il suo sorriso e ne rimane ammaliato. Zayn è un ragazzo probabilmente più grande di lui. Ha la pelle color caffè latte e i tratti molto più virili dei suoi. La sua mascella e i suoi zigomi sono pronunciati, è magro ma dalla maglietta a maniche corte si possono vedere i muscoli delle braccia.

È un bel ragazzo, pensa Harry, anche troppo bello, anche troppo perfetto.
La barba scura che gli incornicia il volto insieme a quel ciuffo alto di capelli neri gli da quell'aria da uomo vissuto e da ragazzo ribelle che ad Harry è sempre mancata. In quel momento Harry desidera essere alla sua altezza e riuscire a farsi amici entrambi i ragazzi. Non li conosce nemmeno ma è sicuro siano persone simpatiche e gentili, dolci e altruiste, forti e oneste, e questo lo comprese semplicemente guardando nei loro occhi così simili e color caramello.

 

***

 

Due settimane dopo, Harry è riuscito nel suo intento. È seduto ad un tavolo della mensa insieme a Liam e Zayn e può considerarsi loro amico. Ha conosciuto anche altri ragazzi come Andy, -il compagno di stanza di Liam, un ragazzo esuberante e simpatico che però passa poco tempo con loro perchè ha la ragazza e si sa, le ragazze portano via tanto tempo agli uomini- e Danny, -un amico d'infanzia di Zayn, introverso ma sicuro di sé, con grandi occhi azzurro ghiaccio e la sigaretta sempre in bocca. Passa poco tempo con loro semplicemente perchè ha un altro gruppo di amici e trascorre le giornate seduto con loro nel parco a fumare.-
Ma ad Harry sta simpatico anche lui, ad Harry stanno simpatici tutti in generale, perchè lui adora vedere sempre del buono nelle persone. Secondo lui ognuna brilla di una luce propria e differente da quella degli altri e ad Harry piace farsi abbagliare da quelle luci che cambiano intensità e colore da persona a persona.

 

In quel momento al tavolo stanno parlando di ragazze. Non che a lui interessi quell'argomento ma non gli da particolarmente fastidio ascoltare le situazioni amorose dei suoi due amici. Zayn è cotto, e quando dico cotto intendo pazzamente innamorato, di una ragazza più grande di lui di nome Perrie Edwards. L'aveva indicata ad Harry nei corridoi e anche lui era rimasto catturato da quelle iridi chiare che illuminavano il volto della ragazza.  Perrie, ventidue anni, è una ragazza solare e rumorosa. Ha una chioma di lunghi capelli rosa in testa che le incorniciano perfettamente il viso curato e sempre ben truccato. È alta e magra, una seconda al massimo di seno, e a detta di Zayn, ha un bellissimo fondo schiena. Zayn però, non è innamorato solo del suo corpo, no. Zayn è innamorato del suo essere e questo Harry l'ha capito in un pomeriggio trascorso interamente ad ascoltare Zayn parlare. Che poi, Zayn di solito non parla molto, ma quando si tratta di Perrie, beh è un'altra storia. Gli ha rivelato che Perrie ha un animo libero e da Hippy, è simpatica e solare, parla con tutti e di tutto, sorride sempre e ama ballare. Zayn una volta l'ha vista esibirsi in auditorium ed è lì che in lui si è mosso qualcosa, un anno e mezzo fa.

C'è solo una cosa che ferma Zayn dall'andare lì da Perrie e baciarla in mezzo al corridoio: la timidezza. Zayn non ha paura di non piacerle o di non essere ricambiato perchè è un ragazzo bello e sicuro di se stesso ed è consapevole del suo charme. No, Zayn ha paura di fare il primo passo. Di andare lì da lei e guardarla negli occhi, di dover reggere il suo sguardo luminoso.
Zayn non è abituato alla luce, ama starsene in camera al buio o passeggiare di notte, ed ha paura di rimanere scottato dalla vicinanza alla ragazza o semplicemente ha paura di rimanere scottato da quel sentimento.

Zayn è forte, Harry lo sa e lo ha capito subito, ma dentro è fragile ed ha anche lui delle insicurezze. Harry comunque spera che un giorno, magari con il suo aiuto, Zayn si farà coraggio e chiederà a Perrie di uscire, perchè quei due insieme starebbero davvero bene e Perrie è così una cara ragazza.

 

Liam invece, si è appena lasciato con la sua ragazza, giusto qualche giorno prima che arrivasse Harry. Si chiama Danielle e ha un anno in più di lui. Sono stati insieme quasi un anno, lui era davvero innamorato e ancora ora Harry vede quella scintilla, che solo l'amore crea, nei suoi occhi. È finito tutto troppo in fretta però, a detta di Liam. Un giorno aveva bussato alla porta della stanza della sua ragazza e non aveva aperto lei bensì James, un ragazzo del quinto anno. Adesso Liam, sembra aver superato la cosa, ma quel velo di tristezza e delusione che si può facilmente intravedere nei suoi occhi castani è un chiaro indizio che non ha ancora dimenticato del tutto.
E come potrebbe, pensa Harry, era così innamorato di lei e poi se l'è vista scivolare via così, tra le braccia di un altro uomo.
Quando Danielle e James passano per i corridoi mano nella mano, Liam semplicemente li ignora e sposta lo sguardo.
Harry vorrebbe abbracciarlo ogni volta che lo vede triste, ma sa che per questo c'è Zayn, il suo migliore amico, e così si fa da parte.

 

Quando chiedono ad Harry come va in amore, Harry trattiene il fiato.
Non gli ha ancora rivelato i suoi gusti sessuali e ancora non è certo che loro lo accettino, e senza accorgersene è già arrossito e sta balbettando.
I due ragazzi, fraintendendo, si lanciano in un coro di fischi e risatine ed Harry, semplicemente, scappa.

 

Dieci minuti dopo è ancora chiuso in quel bagno puzzolente a trattenere il pianto.
Non sa bene perchè le lacrime stiano spingendo così tanto per uscire o perchè il suo corpo stia singhiozzando, però sente di stare male e cerca di riprendere fiato. Forse, il fatto è che Harry non ha mai conosciuto l'amore. Non sa come si ci sente ad essere innamorati, cosa si provi ad avere le farfalle nello stomaco e le mani sudate e la gola secca. Non ha mai avuto qualcuno che gli dicesse che è bellissimo e che lo baciasse come se non vi fosse un domani. E forse è anche questo, Harry non ha mai baciato. Non sa cosa si provi ad assaggiare le labbra della persona che piace, come ci si senta quando le lingue si sfiorano. Non sa che le gambe diventano molli e le pelli sudate. Non sa cos'è la passione, non sa cos'è il sesso. Harry, diciannove anni, è vergine e non ha mai toccato il corpo di un uomo. E forse è anche questo, quella frustrazione che ha radicata dentro quando pensa ad un ragazzo e sa che non potrà toccarlo o accarezzarlo, quando immagina che forse, quel pensiero, è sbagliato.

 

Quando Harry esce dal bagno c'è un ragazzo biondo appoggiato al muro di fianco alla porta. Lo sta scrutando da capo a piedi ed Harry si sente così nudo di fronte a quegli occhi color del mare, così vulnerabile, che quasi si accascerebbe per terra in posizione fetale.

-Io sono Niall, Niall Horan.- dice solo il ragazzo porgendogli la mano e incontrando gli occhi lucidi di Harry.

-Harry.- sussurra il riccio ricambiando la stretta e aspettando domande o spiegazioni che però non arrivano. Niall semplicemente gli appoggia una mano sulla spalla e con un sorriso sincero gli dice. -Se avrai bisogno di parlare, ci sarò.- e poi lo lascia lì, in quel bagno dalle pareti bianche ma piene di scritte, sconvolto.

 

***

 

Harry torna in stanza solo la sera. Ha saltato la cena e ha passato la giornata ha ripetere lezioni su lezioni seduto su una panchina isolata nel parco. Ha conosciuto una ragazza però, la prima da quando è arrivato lì. Si chiama Jade, ha lunghi capelli scuri e mossi colorati da numerose mesh blu, occhi neri come la pece, labbra grandi e colorate di viola, e un sorriso da fare invidia. Si è dimostrata una ragazza simpatica, che ama parlare e fare nuove conoscenze. Adora cantare e ballare ed, Harry scopre, è una delle migliori amiche di Perrie Edwards.

È la prima persona del college alla quale Harry rivela di essere gay.
Glielo dice così, senza ripensamenti, spinto solo dalla voglia di sfogarsi e di non dover più tenere quello che suo padre gli ripeteva doveva essere un segreto solo per sé. Lei semplicemente dice: -wow!- Non perdendo però il sorriso. -Sei fortunato, qui molti ragazzi lo sono e sono anche molto carini, proprio come Te.- ed Harry è felice e scoppia a ridere e ride con lei tutto il pomeriggio finchè non arriva la sera e si decide ad affrontare la situazione con i suoi due amici, o migliori amici, come preferisce pensare.

 

***

 

Apre la porta con la sua tessera e non è nemmeno entrato nella stanza che due braccia lo stanno stringendo.
Quello è un abbraccio, si, è sicuramente un abbraccio. Ed Harry è così felicemente stupito che quasi si commuove.

-Dove sei stato tutto il giorno! Ci hai fatto preoccupare!- lo rimprovera Liam dopo essersi staccato dall'abbraccio. Zayn dietro di lui annuisce serio ed Harry sente l'ansia montargli nello stomaco.

-Mi dispiace...- mormora abbassando quindi lo sguardo -Io volevo solo pensare un po' e... Trovare il coraggio per dirvi una cosa.- continua sincero.

-Cosa dovresti dirci?- chiede Zayn con un cipiglio ancora serio, ma anche curioso.

-Beh, oggi mi avete chiesto come è la mia situazione in amore e... Vorrei rispondervi adesso.- sussurra Harry con lo sguardo ancora fisso sulle sue converse diventate interessanti. Liam allora gli prende la mano e lo invita a sedersi con loro sul letto.

-Parla Harry, ti ascoltiamo.- dice con tono dolce e comprensivo.

-Io... Io non lo so cos'è l'amore.- butta lì e dopo un attimo di esitazione continua. -Non sono mai stato innamorato e non so cosa si provi ad esserlo o a fare le cose che fanno due persone quando stanno insieme.- Harry si blocca e i due ragazzi lo aspettano in silenzio. -Io... Ecco, mio padre non voleva io stessi con nessuno perchè...- Harry non riesce a dirlo. Sa che se lo fa potrebbe perderli come ha perso i suoi amici al liceo o i suoi genitori e anche se è consapevole che non rimarrà solo perchè avrà Jade, ha comunque paura.
E allora è Zayn a dirlo, che perspicace come sempre, ha già capito tutto dal primo momento.

-Sei gay vero?- lo chiede così, con tranquillità ed Harry strabuzza gli occhi e quasi sviene.

Annuisce soltanto e Zayn si lascia andare in un sospiro guardandolo e sorridendo leggermente. Anche Liam sospira e dice quello che probabilmente sta pensando anche Zayn. -Non ci sono problemi, Harry, dico davvero. Siamo amici, siamo un trio, siamo una famiglia e in una famiglia nessuno viene abbandonato, soprattutto non per motivi futili come questo.- Harry non si accorge di star piangendo e in un attimo si butta tra le braccia di Liam e Zayn che gli sussurrano cose dolci e gli ripetono che tutto andrà bene e che il ragazzo perfetto per lui arriverà presto.

 

***

 

Sono passate due settimane da quella sera ed è esattamente nel giorno che segna il suo primo mese lì al college che Harry incontra
Louis Tomlinson.

Harry ha sentito molto parlare di lui e quando finalmente lo vede passeggiare attraverso il parco, a pochi metri da lui e dalla panchina sulla quale è seduto, trattiene il fiato. Louis Tomlinson è un ragazzo di cui parlano tutti, il suo nome è sulla bocca di alunni e docenti, ragazzi e ragazze.  Principalmente perchè Louis è un punk e adora distinguersi dalla massa. Harry è ancora senza fiato mentre scannerizza, letteralmente, la figura dell'altro ragazzo.

Louis indossa una canotta rosso acceso, troppo aderente e troppo estiva per il contesto e la stagione in cui si trovano. Pantaloni neri e stretti, aderenti alla sua pelle abbronzata che Harry scorge sotto quella marea di tatuaggi, che gli ricoprono le braccia e il petto, costata ammirando i disegni che si intravedono dalla stoffa. Louis ha i capelli alzati in un ciuffo e Harry sta ancora trattenendo il fiato e rischia di morire asfissiato, e lo sa, e vorrebbe respirare ma quella visione è talmente sublime da fargli dimenticare persino come si prende aria.

Perchè Louis Tomlinson, con quei dilatatori troppo larghi nei lobi, con quei numerosi pirsing incastrati nelle orecchie e appena sotto il labbro inferiore e vicino al sopracciglio, con quelle labbra così sottili e così rosee, con quegli occhi troppo azzurri e troppo grandi messi in evidenza dalla matita nera, con quel nasino all'insù e quell'aria da ribelle, da ragazzo vissuto, da uomo ed eterno bambino, con quell'atteggiamento misterioso e quel passo svogliato, con quel fisico dalle forme morbide e dai glutei sodi, con quei muscoli che si tirano nel momento in cui si accende una sigaretta e se la porta alle labbra, è una visione così bella e impossibile che dovrebbe essere illegale, perchè fa un brutto effetto sulle persone, e sopratutto su Harry, che sta soffocando.

 

È in quel momento, mentre Harry continua a rimanere immobile con le labbra socchiuse e in cerca d'aria, gli occhi aperti all'inverosimile per cogliere ogni minimo particolare, e i pensieri persi chissà dove, che Louis si accorge di lui.
Lo guarda sorridendo furbo con quei denti bianchi in cui Harry si ci potrebbe specchiare, e poi in un attimo è vicino a lui e si è seduto sulla sua stessa panchina. Louis non parla e rimane in silenzio, Harry sospira perchè altrimenti rischia davvero di svenire.

-Sei nuovo qui, Ricciolino.- dice Louis con la sua voce acuta che Dio, fa rabbrividire Harry perchè così in contrasto con il suo corpo virile. Dice così e non è una domanda, è una costatazione ed Harry non sa cosa rispondere.

-Che c'è? Ti faccio così paura?- continua Louis adesso guardandolo e soffermandosi forse un po' troppo sui suoi occhi. Harry non si accorge di star trattenendo il fiato di nuovo perchè i suoi smeraldi si sono persi nei cieli di Louis e tutto sembra avere senso adesso, solo che Harry non vuole crederci.

-No.- sussurra solo Harry con lo sguardo catturato dalle perle che Louis porta con eleganza al posto degli occhi.

-Allora dimmi il tuo nome.- continua Louis sussurrando anche lui.

-Harry, Harry Styles.- Louis sorride ed Harry vive.

-Il mio nome scommetto che lo saprai già, ma voglio che tu mi chiami Lou.- dice Louis tornando serio e poi scoppiando a ridere quando Harry boccheggia un -Perchè?-

-Perchè si.- conclude il maggiore. -Adesso devo andare, ci si vede Ricciolino.-

Ed Harry vorrebbe urlargli dietro che si chiama Harold e che tutti lo chiamano Harry e che non gli ha dato il permesso di chiamarlo Ricciolino e che i soprannomi si danno solo a chi si ha confidenza e tante altre cose. Ma semplicemente rimane zitto e piange in silenzio.
Piange di gioia, ma anche di disperazione. Perchè Harry adesso sente emozioni e sensazioni mai provate prima, ma è confuso e intimidito da ciò che quel ragazzo alternativo gli ha mosso dentro. Solo, Harry adesso ha paura.

 

***

 

Quando Harry incontra per la seconda volta Niall Horan non si stupisce nel vederlo solo a prendere il sole sui gradoni della tribuna che costeggia il campo da calcetto dell'istituto. Niall Horan è un ragazzo misterioso, comprende Harry.
È trascorso un mese e due settimane da quando è arrivato lì, ma solo adesso è riuscito a rivederlo. Chissà dove si è cacciato in tutti quei giorni in cui Harry è andato in giro ovunque per fare nuove amicizie. Ne aveva bisogno, Harry, di parlare con qualcuno e inconsapevolmente aveva cercato spesso gli occhi color mare del biondo tra la gente.

 

Niall Horan ha probabilmente la sua età, o poco più.
È un ragazzo dalla bellezza genuina e dal sorriso sincero, caratterizzato da quei gioielli che ha al posto degli occhi, da quei capelli biondi, quasi bianchi - sicuramente tinti- e da quella pelle lattea e arrossata sulle guance, tipica dei ragazzi irlandesi.
Harry sa molto su di lui, pur avendolo visto solo due volte; forse perchè Niall è un ragazzo con molti segreti ma che ama mostrare se stesso agli altri. Solo guardando in quei suoi pozzi azzurri, si può affermare di sapere qualcosa su di lui.
Per esempio che la sua anima è pura, ma che ha sofferto molto, o che ha tanti sogni per il futuro, ma che gli ha chiusi in un cassetto, o che ama fare amicizie ma si ritrova a passare la maggior parte del tempo da solo. Harry ha visto tutto questo negli occhi di Niall Horan ed è quasi sicuro di non sbagliarsi.

Quando si avvicina al ragazzo steso con gli occhi chiusi e il volto rilassato non ha il coraggio di svegliarlo, forse perchè il suo corpo e i suoi tratti sono così in pace ed Harry non sa la sente di distruggere quel torpore. Allora si siede vicino al capo del ragazzo e rivolge gli occhi al cielo. Quella mattina le nuvole sono state cacciate dal vento e il cielo è talmente limpido che si ci potrebbe specchiare ed Harry inconsapevolmente pensa agli occhi di Louis e a quanto vorrebbe realmente specchiarvisi di nuovo.
Quando sente un fruscio di vestiti abbassa lo sguardo e incontra gli occhi del biondo e il respiro gli si ferma nel petto.

 

Harry ha sempre avuto problemi respiratori. Da bambino sua madre lo portava dal pediatra perchè -Harry qualcuno deve insegnarti a respirare, nemmeno quello sai fare da solo, andiamo.- ma faceva bene, perchè Harry soffre di asma e i suoi polmoni non prendono mai abbastanza aria. Crescendo, con sempre a portata di mano il suo inalatore, Harry ha stabilizzato il suo respiro e combattuto le crisi respiratorie dovute soprattutto a quegli attacchi di panico che nessuno sapeva spiegare, ma dei quali lui conosceva il motivo.

Harry era spesso talmente sotto pressione che respirare sarebbe risultato difficile a tutti: aveva sempre delle responsabilità più grandi di lui sulle spalle che premevano per portarlo giù; aveva paura degli sguardi della gente perchè temeva che potessero scoprire il suo segreto; aveva il bruciore degli schiaffi del padre sulle guance a ricordagli che non poteva e non doveva sbagliare, e non aveva le braccia di una madre che lo facessero calmare dopo un pianto. E così Harry smetteva di respirare e tratteneva il fiato, tratteneva tutto.
Ancora adesso quando un'emozione è troppo forte, un sentimento troppo grande, una situazione troppo importante, una sorpresa troppo inaspettata, Harry trattiene il respiro.

 

E quando, quel pomeriggio, si ritrova davanti gli occhi di Niall Horan, Harry è talmente stupito ed affascinato che il respiro gli si mozza da solo.

-Ehi amico, puoi respirare.- gli dice allora il biondo ed Harry si lascia andare ad un sospiro riprendendosi piano piano.

-Sei Harry giusto?- chiede Niall sorridendo ed Harry annuisce arrossendo come un bambino perchè quella situazione, di per sé, non ha senso.

-Sei qui per parlare un po'? Ti vedo scosso...- mormora il biondo scavando nel verde dei suoi occhi che ora sono grigi, perchè Harry non è solo scosso. È ancora turbato dall'incontro con Tomlinson avvenuto due settimane fa, è anche tante altre cose, e non riesce a capire, a capirsi, così annuisce soltanto, di nuovo.

-Parla pure, ti ascolto. Sai, spesso parlare agli estranei aiuta di più che confidarsi con gli amici. Non sempre è, però è un buon modo per lasciare uscire tutto senza essere interrotti e per avere consigli dall'esterno...- continua Niall. -Non so se la pensi anche tu cosi...- mormora infine alzando di nuovo lo sguardo verso Harry che finalmente si degna di parlare.

-Si, hai pienamente ragione. Vedi Io...- Harry è ancora titubante ma il bisogno di parlare è talmente tanto che semplicemente decide di lasciarsi andare. Niall non lo giudicherà, di questo ne è sicuro.

-Io sono venuto in questo college per seguire finalmente uno dei miei sogni. Mio padre non mi ha mai permesso di farmi una vita mia o di essere libero di fare le mie scelte... E a me semplicemente andava bene così perchè non sapevo come fare per ribellarmi...- inizia Harry soppesando ogni parola e cercando di riassumere la sua inutile vita. -Un giorno sono tornato a casa, mi sono fatto forza, e ho solo detto: papà voglio andare al college. E lui stranamente ha annuito e mi ha detto che avrei iniziato quest'anno. Ero contento, non mi sembrava vero, e ora sono qui, e ancora non mi sembra vero.- conclude con un sorriso, ma quando alza il volto per incontrare gli occhi di Niall vi vede dentro solo una strana confusione.

-Se sei così contento allora perchè appena due settimane dopo il tuo arrivo qui ti ho trovato a piangere in un bagno?- chiede Niall serio aspettando il vero argomento di cui Harry vuole parlare. Harry però è sorpreso dalla schiettezza di Niall e rimane un attimo in silenzio. Pensa che adesso deve rivelare anche a lui della sua omosessualità, che ora è il momento per parlare della sua confusione interiore e per sfogarsi sull'argomento Louis. Così, semplicemente, ricomincia a parlare.

-Vedi... Appena arrivato qui ho conosciuto un ragazzo, Liam Payne, non so se lo conosci...- Niall annuisce soltanto. -È stato da subito gentilissimo con me e mi ha accompagnato alla mia stanza presentandomi il suo migliore amico, Zayn, il mio compagno di stanza.
Da subito ci siamo trovati tutti e tre bene insieme e io speravo di poter diventare un amico, per loro. Quel giorno a tavola si parlava di amori e ragazze e io ho ascoltato le loro situazioni sentimentali contento che si stessero aprendo anche con me...
Ma quando hanno chiesto a me, semplicemente sono scappato in bagno.- Harry ricorda tutto questo con una malinconia nella voce nonostante, alla fine, tutto si sia risolto.
-Non ero pronto a rivelargli quello che mio padre mi ha sempre ripetuto doveva rimanere un segreto, avevo paura di come loro l'avrebbero presa, avevo paura mi abbandonassero anche loro...- Harry termina in un sussurro. Niall si limita a rimanere in silenzio come il migliore degli ascoltatori. -Io... Ecco vedi, io sono gay.- Il respiro di Harry si blocca di nuovo perchè è la seconda volta che lo dice ad alta voce ma questa ha davanti Niall e non il faccino dolce di Jade.

-Anch'io.- dice prontamente Niall notando il disagio e l'insicurezza negli occhi e nei movimenti del riccio che si sta torturando le mani.
A sentire quelle parole Harry solleva di scatto il volto e fissa stralunato il biondo.

-Davvero?- mormora solo.

-Si, e non devi avere paura perchè qui hanno tutti una mente molto aperta e non si fanno troppi problemi per i gusti sessuali di una persona.- conclude il biondo in un sorriso che contagia anche Harry. Quelle sono le parole che il riccio aveva bisogno di sentirsi dire.
Non vuole essere discriminato o trattato male, non vuole essere escluso o additato. Vuole essere se stesso però, se l'è ripromesso, e sapere che gli altri lo avrebbero accettato improvvisamente lo fece sentire felice e realizzato, compreso.

-Mi piace quando sorridi. È la prima volta che te lo vedo fare ma dovresti farlo più spesso.- esclama Niall sorridendo sincero ad un Harry che diventa un pomodoro.

-Grazie, anche a me piace il tuo sorriso, è contagioso!- ridacchia allora il riccio ora più rilassato. E Niall scoppia in una risata forte e bambinesca che Harry si ritrova ad adorare.

-Me lo dicono in tanti.- dice allora il biondo calmandosi. -Ma aspetta, c'è altro di cui volevi parlarmi?- E un velo di consapevolezza attraversa gli occhi di Harry perchè cavolo si! che vuole parlargli d'altro, non è ancora arrivato al vero argomento che lo tormenta.
Così si fa di nuovo serio e riprende a parlare.

-Beh si... Ecco, l'altro giorno ho incontrato un ragazzo nel parco, beh in realtà penso che lo conosci perchè... Si, ne parlano tutti e...- Harry sta divagando e Niall lo interrompe.

-Harry, chi è?-

-Louis Tomlinson.- si ritrova a mormorare Harry e solo dicendo quel nome ad alta voce sente dei brividi corrergli lungo la schiena.

-Oh.- Niall rimane sorpreso, sembra voler dire qualcosa ma poi si limita ad un -Okay.- Harry sospira e continua a parlare.

-Si ecco, l'ho incontrato due settimane fa nel parco e bo, sento di non essere più lo stesso.- dice Harry coprendosi il volto con le mani; Niall non capisce.

-Cosa intendi dire?-

-Vedi... Io non so come si ci sente quando si è innamorati o quando semplicemente ti piace qualcuno. Non so cosa si provi ad avere una persona accanto da stringere e non so come si ci senta quando vedi il ragazzo che ti piace e senti il cuore battere a mille.
Io, non ho mai potuto provare tutte queste cose perchè mi è sempre stato detto che erano sbagliate e rendevano deboli...- Harry alza gli occhi con una strana determinazione nello sguardo e si specchia in quelli di Niall. -Ma quando ho visto Louis, Dio, ho sentito qualcosa muoversi fin dentro le mie viscere. Ho sentito il bisogno di guardarlo in ogni particolare, in ogni movimento, e mi sono ritrovato a fissarlo incantato.- Harry sorride inconsapevolmente ripensando a quei momenti, quando ha sentito muoversi qualcosa.
-Lui se n'è accorto e in un attimo è venuto a sedersi accanto a me. E Diamine, la sua voce. Niall continuo a sentirla ogni notte quando chiudo gli occhi, vorrei sentirla di nuovo e ascoltarlo parlare per ore ma purtroppo non l'ho più visto...- Il sorriso sul viso di Harry si spegne. -È solo che sono così confuso... Io non so cosa mi stia succedendo ma sento una sensazione strana premere qui. -Harry si indica la pancia all'altezza dello stomaco. -E vorrei solo capire perchè è venuta fuori così, perchè un estraneo punk e trasgressivo, dal quale mia madre mi direbbe sicuramente di star lontano, mi abbia fatto perdere ogni certezza solo guardandomi negli occhi e sorridendo quando ha sentito il mio nome. Mi ha chiamato Ricciolino ed io adesso mi sento suo. Non so come spiegarmi...- mormora Harry sentendo la prima lacrima scappare invadente dai suoi occhi che lui copre prontamente con i palmi delle mani. Niall è ancora in silenzio, aspetta che Harry finisca di sfogarsi e che i suoi singhiozzi a poco a poco cessino, prima di sganciare la bomba.

-Beh, io penso che forse, tu ti stia innamorando.-

Harry scappa di nuovo.

 

***

 

La seconda volta in cui Harry incontra Louis Tomlinson coincide con la terza volta in cui incontra Niall Horan, semplicemente perchè i due ragazzi sono seduti insieme a mensa, in un tavolo isolato.

Sono passati due mesi da quando Harry è arrivato al college, uno da quando ha incontrato per la prima volta Louis e due settimane precise da quando ha parlato con Niall e poi è scappato a piangere tra le braccia di Zayn.
Zayn lo ha cullato per tutta la notte, asciugando le sue lacrime e stringendoselo addosso per far cessare i suoi singhiozzi. Non conobbe il motivo della disperazione del più piccolo fino alla mattina seguente quando Harry, dopo aver aperto i suoi occhioni verdi, gli disse:
forse mi sono innamorato. E Zayn gli aveva sorriso ed era contento per lui, ma Harry non sembrava vedere niente di positivo in tutto quello.
Quando Harry confida a Zayn il nome del ragazzo che è riuscito a fargli battere il cuore, Zayn comprende il motivo della disperazione del minore ma non se la sente di dare giudizi quindi annuisce in silenzio.

 

Louis Tomlinson non ha una brutta nomina nel college, ma indubbiamente è il ragazzo di cui si parla di più. E forse questo accade perchè è lui che fa parlare di sé e adora essere al centro dell'attenzione. In molti, per questo, lo definiscono presuntuoso o montato ma nessuno sa cosa realmente si nasconda dietro quel suo bisogno di attenzioni. La gente cosa può saperne del passato di Louis Tomlinson, trascorso in una casa troppo stretta per lui e le sue cinque sorelle. Cosa ne può sapere di tutte le notti trascorse aspettando il ritorno a casa del padre, sempre via per lavoro, per poi rimanere deluso dalla sua mancata considerazione. La gente come può comprendere il bisogno morboso che Louis aveva di farsi notare per ricevere un abbraccio o una coccola in più da sua madre sempre impegnata a crescere le sorelline.

Louis è cresciuto sentendosi sempre messo in secondo piano rispetto agli altri e adesso che può finalmente essere sulla bocca e nei pensieri di tutti non si sarebbe di certo lamentato della situazione. Non è colpa sua in fondo se è diventato così.
Percing ovunque, tatuaggi ancor più numerosi, canottiere larghe e pantaloni neri.
Louis vuole essere diverso, vuole essere ricordato, vuole ascoltare musica alta che lo faccia stare bene, vuole essere temuto e rispettato, vuole essere nero e illuminare la sua immagine solo grazie al suo sorriso e ai suoi occhi: Louis sa di poterlo fare.

 

Quando Harry vede Niall e Louis seduti da soli, in un tavolo appartato in fondo alla sala, non sa più cosa pensare. Mille pensieri, dubbi e paure si impossessano della sua testa facendogliela girare vorticosamente. Liam, accanto a lui, nota quel suo calo di pressione e prontamente lo sorregge.

-Harry! Ehi Harry stai bene?- gli chiede l'amico preoccupato. Harry si rimette subito in piedi e semplicemente decide di affrontare la realtà, di non fuggire via di nuovo come un codardo.

-Si, sto bene Lì. Scusa, deve essere stato un giramento di testa. Vai pure al tavolo da Zayn, io mi prendo un vassoio e arrivo.- Rassicura Liam e si dirige verso la coda di persone che aspettano pazientemente il loro turno. Quando tocca a lui prende il minimo indispensabile e a passo cadenzato si dirige verso il tavolo dei suoi amici, poco lontano da quello di Louis e del biondo. Passando accanto a questo incontra gli occhi vispi di Louis ed arrossisce di colpo. Aumenta il passo per arrivare al più presto dai suoi amici -perchè no, non ce la fa proprio a tirare fuori le palle- ma una presa sul suo polso lo blocca. Si gira di scatto e si ritrova in piedi di fronte ad un Louis radioso.

-Ehi Ricciolino! Finalmente ci rivediamo, come va?- chiede Louis sorridendo furbo e stringendo ancora il polso del più piccolo.

-Bene.- sussurra solo Harry abbassando lo sguardo.

-Sei buffo sai? Parli sempre a bassa voce ma non preoccuparti per adesso ci sento ancora bene e possiamo parlare comunque.- lo prende in giro Louis facendogli l'occhiolino. Harry arrossisce ancora di più. Louis continua a parlare.

-Voglio presentarti una persona.- dice, facendogli un cenno verso Niall. -Lui è Niall Horan, il mio migliore amico.- E il respiro di Harry si blocca di nuovo. Quei due non giovano proprio alla sua salute mentale e fisica.Harry guarda Niall con sguardo ferito e da persona tradita, ma il biondo lo stupisce parlando e facendo affievolire almeno un po' la sua preoccupazione.

-Si ci conosciamo già, Lou. Ci siamo scontrati per caso nei bagni qualche settimana fa.- Ed Harry mentalmente tira un sospiro di sollievo quando Niall gli fa l'occhiolino perchè è quasi sicuro che il biondo non abbia fatto parola a Louis della loro ultima conversazione.

-Già.- mormora solo Harry sorridendo timido, vergognandosi per aver dubitato di Niall.

-Vuoi sederti con noi?- chiede allora Louis smorzando la tensione che stranamente si è venuta a creare e sorridendo di nuovo come un bambino. Quel sorriso così in contrasto con il nero che lo circonda.

-Ehm I-io...- Harry incredulo tentenna e come per riflesso volta il capo verso il tavolo dei suoi amici ed incontra lo sguardo materno di Zayn che lo sta incoraggiando con cenni del capo. Zayn lo sta guardando come un padre guarda una figlia allontanarsi mano nella mano con il suo ragazzo: un misto di orgoglio e timore, di comprensione e malinconia. Zayn vuole solo il meglio per Harry ed è contento quando questi, dopo un attimo di esitazione, sposta la sedia e si accomoda al tavolo con il ragazzo che dice averlo sconvolto con una sola occhiata.

-Okay.- risponde Harry a Louis sorridendo mentre si siede.

 

***

 

Harry e Louis, dopo quel pranzo insieme, si vedono più spesso, ma sempre per opera del destino. Non si sono scambiati i numeri di telefono, non si sono mai messi d'accordo o dati appuntamento, semplicemente si incontrano spesso nel parco, luogo dove entrambi si rifugiano a leggere o a studiare o ad ascoltare la musica. Parlano del più e del meno quando si ritrovano seduti vicini sulla stessa panchina, si conoscono meglio e a poco a poco aprono la loro vita all'altro. Harry sorride sempre quando parla di Louis o con Louis.
Ormai anche Liam ha compreso i sentimenti che il riccio prova verso quel ragazzo e non può che esserne felice perchè il suo amico è riuscito finalmente a provare qualcosa.

 

Quella mattina Harry decide di andare a correre perchè da quando è al college non si è più tenuto in allenamento e, ovviamente, ha smesso di andare in palestra dal suo personal trainer. Così, nonostante sia metà dicembre, indossa un paio di calzoncini da calciatore, una maglietta termica e una felpa, le sue scarpe da corsa giallo fosforescente ed esce deciso ad affrontare il gelo e la pigrizia. Appena superato il portone dell'atrio l'aria fresca lo colpisce come uno schiaffo e lui si da mentalmente dello stupido perchè avrebbe potuto decidere una giornata migliore per uscire. Ma forse è meglio così, si dice dopo, perchè il parco è deserto e non dovrà subire sguardi di studenti che lo fissano sconcertati.

Alza il volume della musica nelle orecchie e con un ultimo respiro profondo inizia la sua corsa. Corre Harry, corre anche se non ha più nulla di dimenticare. Corre anche se non deve più sfogarsi perchè ora ha tutto ciò che ha sempre desiderato, o quasi.
Forse Harry, corre ancora per non pensare. Non vuole pensare che gli manchi ancora qualcosa, qualcuno, magari un ragazzo al suo fianco.
Harry caccia quel pensiero ed improvvisamente un altro lo coglie impreparato.
Sparito nei suoi occhi il sorriso di Louis, sostituito da quello di sua madre. Sua madre.
Quella donna bellissima dai lunghi capelli scuri, dagli occhi grandi e luminosi come i suoi e dal sorriso sincero.
Sua madre, quella donna amata e desiderata da tutti, quella che tutti gli hanno portato via.
Sua madre che era troppo per un uomo come suo padre, troppo per un figlio poco promettente come lui. Sua madre che valeva di più, sua madre che voleva di più. E così, il suo ricordo, ancora una volta lo colpì come un pugno:

Stai pensando di andartene?” le chiese una sera. Lei ebbe un'esitazione.
Come poteva dirgli quello che aveva già deciso? E allora disse una bugia:
Prometto che non vi lascerò mai.”

 

Harry si ferma in mezzo alla strada piegandosi in due e tossendo come un disperato.
Sta trattenendo le lacrime e si sta sforzando di respirare quando una mano delicata si posa sulla sua schiena, aiutandolo, e un braccio finisce sotto il suo addome per sostenerlo. Lentamente l'aria fredda torna ad invadere i suoi polmoni e il suo respiro a poco a poco torna regolare. Harry si solleva ed alza il capo trovandosi davanti il viso preoccupato di Louis.

-Harry, stai bene? Che è successo?- chiede questi agitato.

-Sto bene...- mormora Harry chiudendo di nuovo quel ricordo in un cassetto della sua mente. -Voglio solo... Portami in camera.- farfuglia stringendosi al corpo di Louis con ancora l'immagine del sorriso di sua madre impressa appena dietro le palpebre socchiuse dei suoi occhioni verdi.

-Va bene.- dice solo Louis passando un braccio sotto le sue spalle per sostenerlo.

 

Arrivano in camera quindici minuti dopo perchè Harry non si è ancora ripreso del tutto e cammina a stento e Louis, pur essendo più grande di età, è più esile fisicamente e fa fatica a sostenerlo. Arrivati davanti alla porta Louis sfila la tessera dalla tasca della felpa del Riccio e con non poca fatica spalanca la porta.

-Siamo arrivati piccolo, resisti ancora un attimo.- gli sussurra all'orecchio facendolo avvicinare al letto e facendocelo stendere subito dopo.

Harry ha la fronte imperlata di sudore e le gote arrossate e Louis allunga una mano verso la sua fronte costatando che si, ha la febbre.
Zayn non è in camera così Louis decide di far fronte alle sue capacità mediche e si alza velocemente per recarsi in bagno.
Prende un panno bagnato e lo inumidisce con dell'acqua fredda, poi torna in camera e lo appoggia sulla fronte bollente di Harry dopo aver scostato alcuni dei suoi ricci. Harry sembra non essere più presente nel suo corpo mentre Louis lo alza leggermente e lo spoglia della felpa e dei pantaloncini. Si sente bene adesso, al caldo delle sue coperte che profumano di lavanda ma prova ancora quella terribile sensazione che gli manchi qualcosa. Quando sente Louis sussurrare un -Va bene, io allora vado.-
Harry semplicemente reagisce d'istinto e allunga una mano a stringere il polso del maggiore.

-Har che...- prova a chiedere Louis, ma Harry è più veloce a parlare e lo sorprende.

-Resta.- dice solo prima di cadere in un sonno tranquillo, privo di incubi pieni di persone che se ne vanno o di assenze.

 

***

 

È il ventiquattro dicembre ed Harry è davanti alla porta della camera di Louis stringendo tra le mani due regali: uno per il compleanno del ragazzo ed uno per Natale. Ad Harry tremano le mani e fa forza su se stesso per mantenere entrambi i regali che, essendo fragili, cadendo potrebbero rompersi. Quando Louis spalanca la porta, Harry nota che è assonnato. Arrossisce e vorrebbe scomparire perchè mercole! Forse lo ha svegliato. Louis gli sorride dolcemente passandosi una mano tra i capelli ed è solo quando Harry riesce a spostare lo sguardo dalla figura splendida di Louis che nota una ragazza stesa sul suo letto. Le braccia gli cedono quasi subito così come le gambe e mentre Louis inizia a parlare e fa per invitarlo ad entrare, Harry scappa, di nuovo.

 

In quel college, come già detto, si parla molto di Louis Tomlinson e tra gli argomenti più trattati ci sono indubbiamente i suoi gusti sessuali. Louis non è stato con molte persone durante quegli anni al college, così per gli studenti più pettegoli è difficile affermare se sia eterosessuale o bi sex o omosessuale. Questo effettivamente non dovrebbe interessare a nessuno e tutti dovrebbero pensare ai fatti loro ma ehi! Louis Tomlinson piace a tanti e tutti vorrebbero saperne di più. Per intenderci, nemmeno Louis sa chi sia o quali siano i suoi gusti sessuali, come pretendono di saperlo gli altri? Si chiede spesso.

Louis semplicemente si innamora. O per lo meno, vorrebbe innamorarsi e sa che potrebbe farlo di chiunque: maschio, femmina, o quant'altro.
Già. Vorrebbe innamorarsi Louis perchè tutte le volte che ha pensato di esserci riuscito gli eventi gli hanno dimostrato che no, quella non era la persona giusta per lui. I primi mesi al college ha conosciuto una ragazza splendida che lo ha subito rapito, in quanto il suo viso gli ricordava tantissimo quello di sua madre. Louis si era lasciato ammaliare da quel particolare e giorno dopo giorno si convinse di essersi innamorato.

Quella ragazza si chiama Eleonor e adesso è stesa sul suo letto.
Sono passati tre anni da quando si sono conosciuti e, subito dopo, messi insieme e circa due da quando, di comune accordo, hanno deciso di lasciarsi. Louis infatti, non era innamorato realmente di El ma solo della sensazione di casa che provava guardandola negli occhi e rivedendo quelli dolci di sua madre, mentre lei, semplicemente, si era innamorata di un altro e Louis non le bastava più.

Adesso sono migliori amici ed El è passata da Louis solo per fargli gli auguri: Harry ha semplicemente frainteso tutto.

-Chi era quel Ricciolino?- chiede la ragazza guardando Louis con un sopracciglio alzato.

-Harry.- mormora solo il ragazzo ancora del tutto turbato da ciò appena successo.

-E cosa voleva?-

-Vorrei saperlo anch'io.- risponde Louis sospirando e chiudendosi in bagno per farsi una doccia.

 

E nemmeno Harry, in realtà, sa cosa effettivamente voleva ricevere da Louis. Forse solo un sorriso, forse un abbraccio caloroso, forse qualcosa di più. Magari Harry vorrebbe Louis gli facesse un regalo: si, Harry vorrebbe Louis gli regalasse il suo cuore ma sa che è un desiderio folle e piange ancora più forte. Quando una mano si appoggia sulla sua spalla sinistra Harry sobbalza e stringe le gambe al petto.

-Ehi piccolo, che è successo?- chiede una voce femminile familiare ed Harry senza rendersene conto si butta tra le braccia della ragazza che adesso lo stringe a sé e gli sussurra parole confortanti all'orecchio. Jade è arrivata appena in tempo, Harry probabilmente non avrebbe retto un minuto di più con il peso sul cuore di aver visto Louis con un'altra persona, con una ragazza.

-Va tutto bene Harry, vuoi parlarne?- chiede gentilmente Jade alzandogli il capo con due dita. Harry annuisce e le parole iniziano ad uscire veloci e confuse dalla sua bocca. Vuole cacciare tutto fuori Harry, vuole vomitare il dolore e poi nascondersi sotto le coperte e rimanervi per sempre. Jade lo ascolta concentrata e quando Harry termina il suo racconto semplicemente gli bacia la tempia e lo abbraccia.

 

***

 

Quella sera Harry è sdraiato sul suo letto ed è coperto dal suo piumone rosso fin sopra l'ultimo riccio. Zayn è uscito un'oretta prima per incontrare Liam e gli altri ragazzi e passare la Vigilia in compagnia, mentre Harry, con la scusa di aver avuto una ricaduta, è rimasto barricato nella sua stanza. I regali per Louis sono appoggiati malamente sul suo comodino ma Harry, semplicemente, non vuole pensarci. Serra gli occhi e aspetta che il sonno lo prenda, quando qualcuno bussa insistentemente alla porta. Pensa che Zayn sia davvero stupido, se si è scordato un'altra volta la tessera in stanza, e, sbuffando, si alza per andargli ad aprire.
Quando spalanca la porta però, non è il suo caro stupido Zayn che si ritrova davanti, bensì quell' etero di Louis. Quel pensiero lo fa imbestialire ed è tentato di chiudergli la porta in faccia ma il ragazzo velocemente si fa spazio ed entra.

-Allora, mi dici che ti prende?- chiede Louis sedendosi sul letto.

-Non mi prende niente, sono solo stanco e ho sonno e... Che diavolo ci fai qui!?- chiede nervoso e già alterato rivolgendosi in malo modo al maggiore.

-È il mio compleanno e non mi hai fatto nemmeno gli auguri...- inizia Louis sconsolato. -Sei passato, ma poi sei subito scappato via senza darmi una spiegazione. Beh adesso la voglio e voglio i miei auguri.- conclude Louis serio abbassando lo sguardo sulle sue mani per poi alzarlo subito dopo sul viso di Harry con occhi feriti. Harry nota quanto questi siano lucidi e si sente mancare.

-Mi dispiace...- mormora solo sedendosi sul letto accanto a Louis, senza però toccarlo.

-Che ti è preso?- chiede allora l'altro ed Harry sospira e cerca di trovare una risposta.

-Ho visto che eri con la tua ragazza e non volevo disturbare...- farfuglia arrossendo e sentendo gli occhi diventare lucidi. Louis scoppia a ridere ed Harry è sul punto di scoppiare a piangere.

-Eleonor non è la mia ragazza.- dice Louis placando le sue risate ma mantenendo un sorriso sulle labbra.

-Ah no?- chiede solo Harry con voce timida e con un sorriso altrettanto timido in volto.

-No, è la mia migliore amica.- risponde Louis con ovvietà ed Harry non riuscendo più a trattenersi lo abbraccia e gli ripete all'orecchio -Auguri. Auguri Louis, auguri.- Louis sorride felice e nota subito dopo i regali sul comodino di Harry.

-E questi cosa sono?- chiede con finta sorpresa ma con una punta di curiosità.

-I tuoi regali!- esclama Harry prendendoli entrambi in mano. -Questo è per il tuo compleanno, aprilo!- continua entusiasta.

Louis lo ringrazia e prende il regalo tra le mani. È duro e rettangolare e Louis è così curioso che rompe tutta la carta da pacchetti per poi tirarne fuori un portafoto splendido, con la cornice nera su cui dei fiori bianchi sono stati dipinti a mano e che contiene una foto che lui non si ricorda nemmeno di aver fatto. Ci sono lui ed Harry in quella foto. Sono sulla loro panchina nel parco, quella vicino all'aiuola con le margherite colorate. Si stanno sorridendo probabilmente in mezzo ad uno dei loro dialoghi e lui ha in testa una splendida coroncina di fiori che Harry gli aveva regalato. È così bella che a Louis scappa una lacrima e per nasconderla affonda il volto nel collo dell'amico stringendolo a sé. Sono così felici che ad entrambi potrebbe scoppiare il cuore.

-Ti piace?- chiede Harry in un sussurro. -Ce l'ha fatta Zayn...-

bellissima.- risponde Louis emozionato. - Grazie Harry.-

Harry sorride felice e subito dopo prende l'altro regalo. Ma Louis lo ferma catturando la sua attenzione con un piccolo pacchettino rosso.

-E questo cos'è?- chiede Harry emozionato.

-Il tuo regalo di Natale, ovviamente.- risponde Louis passando il pacchettino all'altro che sorridendo lo ringrazia. Quando Harry apre il regalo e vede la collanina all'interno trattiene il fiato: è stupenda. È una catenina semplice con un ciondolo a forma di aeroplanino di carta ed Harry giura che la porterà per sempre al collo. Ringrazia di nuovo Louis dandogli un dolce bacio sulla guancia che fa arrossire entrambi poi prende l'altro regalo e lo porge al maggiore.

-Ecco, questo è per Natale.-

-Non dovevi Harry, ma grazie mille.- dice Louis affrettandosi ad aprire anche questo regalo. Questa volta il regalo è morbido e Louis tira fuori dal pacchetto un pupazzo a forma di orsacchiotto con una maglietta arancione e la scritta “Larry” cucita sopra ad essa in bianco.

-Larry?- chiede Louis confuso.

-Si, Louis + Harry: Larry.- risponde Harry ovvio e Louis, semplicemente, lo abbraccia di nuovo.

 

***

 

È l'ultimo dell'anno e i ragazzi di quinta hanno organizzato una festa d'istituto nella palestra alla quale sono tutti invitati. Harry apprende questa notizia ascoltando i discorsi di Liam ed Andy ma sinceramente non sa se vi parteciperà. Insomma, Harry non ama stare in mezzo a troppa gente ubriaca che balla, urla e si dimena. Preferisce di gran lunga le serate tra amici, il tè delle cinque bevuto in compagnia o i pigiama party ed anche se tutti lo considerano all'antica a lui non importa.

 

È sdraiato sul suo letto a leggere mentre Zayn è in bagno a prepararsi da ore e quando bussano alla porta non può fare altro che alzarsi svogliato e andare ad aprire. È Niall alla porta ed Harry ne rimane parecchio sorpreso.

-Allora amico, sono venuto a prenderti... Pronto per la festa?- chiede Niall euforico entrando velocemente nella stanza. Quando si siede e squadra Harry però, nota come il riccio non sia per niente pronto.

-Allora? Che fai li impalato, preparati!- esclama alzandosi e dirigendosi verso l'armadio. Harry prova a parlare, a ribattere, a dire ciò che pensa e quindi che non andrà a quella festa ma Niall lo mette a tacere con un gesto secco della mano.

-Non mi interessa Harry.- ripete frugando nel suo armadio e quando finalmente trova qualcosa di decente lo lancia al riccio. -Mettiti questi.-
gli dice facendogli l'occhiolino. Harry lo guarda sconcertato e con la bocca spalancata.

-Allora?- ripete il biondo con impazienza ed Harry trova finalmente un attimo per parlare.

-Non voglio venire alla festa...- mormora giocando nervosamente con le sue mani grandi.

-Cosa? No, no, no Signorino, tu ci verrai.- inizia Niall convinto. -È la tua prima festa di fine anno e non puoi di certo mancare. Se non ti piacerà, il prossimo anno salterai, ma sta sera la tua presenza è d'obbligo.- conclude il biondo risoluto.

-Ecco bravo, diglielo!- si sente urlare dal bagno e Niall annuisce alle sue stesse parole.

 

Harry e Niall, in quei mesi, si sono visti spesso. A volte si incontrano casualmente nei bagni, altre si danno appuntamento sulle tribune del campetto. Parlano per pomeriggi interi non solo del più e del meno ma anche di questioni più importanti. Sono diventati ottimi amici e ormai Niall è un confidente per Harry.

Una parte di lui è felice che quella sera qualcuno abbia deciso di smuoverlo perchè forse un po' di voglia di andare alla festa per vedere Louis ballare o semplicemente per divertirsi ce l'ha. Così si decide ed indossa i pantaloni neri a sigaretta che gli ha proposto Niall con sopra una maglietta bianca ed una giacca nera. Ai piedi indossa un paio dei suoi amatissimi stivaletti e al collo mette la sua collana portafortuna con la croce, ad affiancare quella con l'aeroplanino che gli ha regalato Louis. Si guarda allo specchio ed è soddisfatto di se stesso; ora deve solo sistemare i capelli. Appena Zayn esce dal bagno Harry si ci butta dentro e prende il suo gel. Dopo vari tentativi riesce ad alzare i capelli in un ciuffo alto e ordinato e dopo essersi spruzzato una buona dose di profumo ed essersi lavato i denti esce dal bagno pronto ad affrontare la serata. Zayn e Niall sono seduti sul letto a parlare e appena lo vedono fanno commenti di apprezzamento scoppiando subito dopo in una risata vedendo il rossore sulle guance del riccio ed escono dalla stanza seguiti da quest'ultimo.

 

Sono ad un passo dall'entrata della palestra. La musica alta rimbomba in tutto l'edificio e tiene svegli anche i piccoli animaletti che abitano il parco antecedente la struttura. Harry si immobilizza, appena prima di superare il portone d'entrata, e prende un respiro profondo. Può farcela, è la sua prima festa ma può farcela, si ripete. Zayn accorgendosi dell'assenza dell'amico al suo fianco fa un cenno agli altri di entrare e lo raggiunge.

-Ehi Harreh, tutto bene?- gli chiede preoccupato cercando di trovare nei suoi occhioni verdi ciò che lo affligge così tanto.

-Si, è solo...- Harry esita perchè si vergogna immensamente per la sua stupida paura. -Ci sarà così tanta gente...- farfuglia abbassando lo sguardo e giocando nervosamente con le sue mani.

-Andrà tutto bene Harreh, credimi. Starai con me e gli altri e non ti succederà niente.-
Harry guarda l'amico negli occhi e vi legge solo sincerità. Cerca quindi di darsi forza ma non riesce ancora a muoversi. Quando una mano delicata si posa sulla sua schiena sobbalza e si gira di scatto perchè sa che quel tocco può appartenere solo a lui.

Ed infatti Louis Tomlinson è appena dietro di lui. Indossa dei pantaloni neri e a sigaretta strappati sulle ginocchia, simili ai suoi, che fasciano alla perfezione quelle gambe muscolose che ha e, con sorpresa di Harry, una maglietta bianca con sopra una giacca di jeans.
È così bello che il riccio potrebbe morire in quel momento, di crepa cuore, con quell'immagine negli occhi e un sorriso sulle labbra.
Quando decide di voltarsi per chiedere aiuto a Zayn e ricercare in lui un appiglio che lo riporti alla realtà nota che il ragazzo se n'è già andato e lo ha lasciato solo con Louis. Harry sbuffa frustrato ed è ancora immobile.

-Ehi Piccolo, che succede?- chiede Louis sorridendo per le guance rosse del minore.

-Ni-Niente.- balbetta allora Harry cercando di regolarizzare il suo battito cardiaco.

-Mi sembri nervoso, non ti va di entrare?- chiede ancora Louis corrugando le sopracciglia.

-No, cioè si... Ecco, io...- Harry farfuglia parole sconnesse e il maggiore lo guarda intenerito non riuscendo però a trattenere una risata.

-Ci facciamo un giretto prima di entrare così ti rilassi un po'?- Propone Louis cogliendo l'agitazione dell'altro.

E -Okay...- risponde solo Harry riuscendo finalmente a sbloccarsi e a muovere dei passi incerti per seguire Louis.

 

Sono seduti sulla loro panchina da qualche minuto e sono in religioso silenzio.
Louis è stravaccato contro lo schienale della panchina e sta osservando il cielo notturno attraverso i rami degli alberi. Il cielo è sereno e stellato e Louis ripensa ai fuochi d'artificio che ogni anno andava a vedere con le sue sorelle nel grande parco di Doncaster, la città da dove viene.
Ora, le sue sorelle sono lontane e a Louis mancano non poco, ma adesso accanto a lui c'è uno splendido ragazzo riccio e quindi lui non può che sospirare e godersi quel momento di tranquillità. Harry, da parte sua, non è per niente tranquillo. Tiene lo sguardo basso sui sui stivaletti e continua a contorcersi le mani. Ha lo stomaco in subbuglio e sa che se andrà alla festa probabilmente vomiterà, ma non vuole pensarci. Quando Louis abbassa lo sguardo si accorge dei tormenti del minore e lo guarda con un'espressione dolce e serena quasi a dirgli “ehi non preoccuparti piccolo, ci sono Io.” E quando Harry alza lo sguardo e incontra gli occhioni del maggiore sembra capire la rassicurazione dell'altro e sospira sorridendo appena. Poi si fa coraggio e decide di parlare.

-È che ho paura...- mormora, sperando che Louis lo senta comunque.

-Di cosa piccolo?- Ed Harry lo sa che è piccolo, sua mamma glielo diceva sempre e con questa scusa non lo ha mai lasciato esplorare il mondo, non lo ha mai lasciato fare le esperienze che normalmente fanno parte della vita di tutti gli adolescenti ed è per questo che adesso Harry ha paura di quella festa e, in generale, del mondo. Louis lo ha capito fin da subito, ecco perchè ha iniziato a chiamarlo “piccolo”, non sa però che adesso quel nomignolo sta iniziando a stare stretto ad Harry che ormai ha quasi vent'anni.

E così: -Smettila di chiamarmi piccolo Louis, non sono più un bambino.- dice Harry con tono duro sorprendendo il maggiore che quasi non crede che il più piccolo finalmente si stia sbloccando.

-Allora perchè hai paura, Harreh?- Il nomignolo è cambiato e ad Harry quasi gli si stringe lo stomaco perchè Dio, il suo nome pronunciato in quel modo può far cadere in un attimo tutta la forza d'animo che solo adesso è riuscito a tirar fuori.
Louis lo sa, e per questo lo sfida, perchè vuole davvero che cresca forte quel timido ragazzo dagli occhi color smeraldo.

-Io... Non lo so. Non sono mai andato ad una festa e tutta quella gente mi farà girare la testa e non so ballare e...- Harry è già tornato il solito piccolo Harry, ma Louis non è deluso, anzi. Nel vederlo balbettare nuovamente decide di metterlo a tacere sorridendo tenero.

-Ci sono io con Te, devi credermi, andrà tutto bene.- garantisce guardandolo negli occhi e scavando tra le radici degli alberi che si perdono in quei prati verdi per trovare la loro luce.

Dieci minuti dopo Harry è di nuovo davanti alla porta della palestra e, con la mano intrecciata a quella di Louis, si fa forza ed entra senza guardarsi indietro.

 

***

 

È passata più di un'ora, pensa Harry, o forse di più. In realtà non ne è per niente sicuro perchè quei tre drink bevuti insieme ai suoi amici stanno iniziando a fare effetto e sente l'alcool scorrergli veloce nelle vene. Non è ubriaco, non del tutto insomma, è solo un po' brillo. Ma poi, pensandoci, di quanto sia passato non gli interessa nemmeno più di tanto perchè si sta divertendo e il suo corpo è schiacciato contro quello di Louis in mezzo alla pista da ballo, quindi diamine! Che importa. Louis non gli ha mai lasciato la mano e lo ha sempre tenuto vicino a sé, come sta facendo adesso, mentre stringe le mani sui suoi fianchi e ondeggia a tempo di musica. Harry, da parte sua, è già eccitato, ma non lo da a vedere. Balla insieme a Louis e si sente così leggero che crede di spiccare il volo quando il maggiore allaccia le braccia al suo collo e appoggia la testa nell'incavo tra spalla e collo ispirando il suo profumo.

-Lou...- mormora Harry contro il capo del maggiore. Louis si solleva appena e gli parla all'orecchio.

-Dimmi Harreh, ti stai divertendo?- chiede con voce strascicata dovuta a quei due drink di troppo bevuti in più di Harry.

-Si, Lou...- risponde il riccio stringendosi ancora di più al corpo del maggiore.

-E adesso?- chiede di nuovo il maggiore abbassandosi appena per iniziare a lasciare umidi e caldi baci sul collo del minore.
Harry adesso sente decisamente caldo. La testa gli gira e sa che le sue gambe non reggeranno a lungo perchè Louis si è appena attaccato con le labbra alla pelle delicata alla base del suo collo niveo e sta succhiando come un matto e domani tutto questo porterà ad un livido viola mentre adesso ad un'erezione nei jeans. Harry, inconsapevolmente, si struscia contro il maggiore, forse per rispondere alla sua domanda, forse perchè, semplicemente, è completamente andato.

-Lou...- mormora di nuovo Harry in un sospiro e sa che tutto quello è troppo.

È troppo per lui, per uno come lui. Uno che del sesso ne ha sempre e solo sentito parlare, uno che non è mai stato così attaccato al corpo di un uomo ma lo ha sempre e solo guardato da lontano, uno che solo poche volte ha deciso di stringere il suo membro per procurarsi piacere. Già, tutto quello è decisamente troppo ed Harry non riesce più a sostenerlo. E forse è per quei due drink che si era ripromesso di non bere, forse è perchè, semplicemente, si è accorto che in quello spazio ristretto c'è veramente troppa gente, forse è per la musica alta o per le luci psichedeliche, o forse, anzi probabilmente, è per le labbra di Louis che si sono appena appoggiate sulle sue in un bacio sporco e pieno di saliva, ma Harry, senza nemmeno accorgersene, sviene.

 

***

 

Quando Harry apre gli occhi la prima cosa che sente e vede è un corpo caldo premuto contro il suo. Il suo viso è infatti appoggiato contro il petto di un uomo, anzi, di un ragazzo che profuma di menta e tabacco. Quando Harry comprende tutto questo sobbalza e si mette a sedere. Il mal di testa lo coglie impreparato e quasi lo fa piombare di nuovo sul cuscino.

Non si sente bene, costata, anzi si sente realmente male.
Mantiene gli occhi socchiusi e si massaggia le tempie cercando di ricordare ciò che è successo la notte prima dopo la chiacchierata con Louis, ma non ci riesce. Louis. Lo stesso Louis che sta dormendo accanto a lui ed insieme al quale era abbracciato un attimo prima, ecco spiegato quel profumo così familiare. Numerosi pensieri affollano la mente di Harry che quando si accorge di essere solo in boxer, come Louis, inizia a respirare faticosamente.
-No, non può essere, non deve essere.- continua a ripetersi tenendosi la testa tra le mani e scuotendola più volte. Il fiato inizia a mancargli e così, confuso, turbato e frastornato decide di chiudersi in bagno. Si sciacqua la faccia e alcuni ricordi della notte passata iniziano a spingere prepotenti contro le porte della sua mente. Harry ricorda di aver bevuto con Zayn e gli altri, ricorda la sua mano stretta a quella di Louis mentre avanzavano verso la pista da ballo, ricorda il suo corpo premuto contro quello del maggiore, la sensazione di poter volar via e vincere il mondo e poi le labbra sporche di Louis sulle sue. Harry ricorda improvvisamente tutto, tranne come sia finita la serata, come sia arrivato nella stanza di Louis, nel letto con lui o forse a letto con lui.

Scivola lentamente contro la parete del bagno e si accascia a terra iniziando a singhiozzare.
Era la sua prima volta, quella, non può realmente essersene andata così.
Non può essere stato così ubriaco da lasciarsi andare con Louis in quel modo, non può non ricordare nulla o non avere dolori in seguito alla nottata, ma quel succhiotto enorme appena sopra la sua clavicola gli fa pensare tutto il contrario.
E allora Harry inizia a piangere singhiozzando come un matto e ripentendosi che è stato uno stupido ad essersi fatto convincere ad andare a quella festa, ad essersi fidato di Louis che voleva solo portarlo a letto, ad essere andato in quel college togliendosi dalla bolla di perfezione imperfetta che era la sua vita; semplicemente, in quel momento, tutte le certezze di Harry crollano.

 

Louis si sveglia poco dopo sobbalzando, come se fosse appena uscito da un incubo.
Si guarda attorno confuso e con la testa che gli pulsa non poco ma subito i ricordi della sera prima lo investono ed è costretto a ricadere con il capo sul cuscino.
Se si concentra riesce a vedersi mentre con non poca difficoltà, dovuta alla sua poca lucidità, sistema Harry sul suo letto dopo averlo portato via da quella musica assordante.

Già, Harry gli era svenuto tra le braccia e lui, semplicemente, aveva deciso di portarlo a letto; nelle sua stanza si, perchè desiderava dormire con lui e assicurarsi che stesse bene. Una volta essere arrivati in camera lo aveva spogliato e messo a letto e poi si era spogliato a sua volta e si era sdraiato accanto a lui. Tutto qui, non è successo altro, ne è sicuro.

Torna alla realtà solo quando sente un singulto provenire dal bagno ed improvvisamente l'assenza di Harry al suo fianco diventa così evidente da togliergli il respiro. -E se sta male?!- pensa Louis districandosi dalle coperte e correndo subito verso il bagno ignorando i giramenti di testa.
Quando spalanca la porta la scena che si trova davanti gli fa stringere il petto e lo destabilizza.

 

Louis ha sempre saputo che Harry non è un ragazzo facile, non sessualmente parlando ovviamente.
Harry non è un ragazzo facile perchè è pieno di paranoie inutili e stupide paure. Sa che è complicato, perchè per lui ogni cosa lo è, perchè non riesce a vivere libero dai suoi pensieri nervosi ed insicuri. Louis sa che Harry è omosessuale e vergine, nonostante lui non glielo abbia mai detto. Sa che sua madre lo ha lasciato solo e non lo ha mai difeso e che suo padre lo ha fatto crescere nella sua ombra non permettendogli di esplorare il mondo. Louis sa che quella di ieri sera è stata la prima festa di Harry, che il minore non ha mai visto l'alba insieme a qualcuno a cui voglia davvero bene, che non ha mai ammirato il tramonto riflesso negli occhi della persona di cui è innamorato, che non ha mai viaggiato, che non ha mai giocato a calcio il giovedì sera con gli amici, che non ha mai visto il mare di notte, che non ha mai vissuto, in sintesi.

Louis ha capito che genere di ragazzo è Harry dal primo momento in cui lo ha notato a fissarlo nel parco. Louis sa anche che Harry è innamorato di lui e che lo ammira per la sua volontà di essere diverso. Louis sa che Harry ha dei tatuaggi che significano molto ma che non ama mostrare per non sembrare alternativo o accattivante. Louis sa che in fondo Harry vorrebbe essere diverso come lui e libero e amato e felice e vivo.

Quindi quando entra nel bagno e lo vede in quello stato sa esattamente cosa il più piccolo stia pensando e cosa gli sia successo.
Può quasi scorgere le sue certezze e i suoi sogni sbriciolati sul pavimento freddo accanto a lui ma sa che il suo compito è proprio quello di rimettere insieme i pezzi. Quindi si avvicina lentamente al minore, si siede accanto a lui e lo abbraccia forte ripetendogli che va tutto bene, che andrà tutto bene.

-L-Louis t-tu mi v-vuoi bene?- chiede il riccio alzando gli occhi liquidi e arrossati e spenti e guardando l'altro con una punta di speranza rimasta ancora intatta. Quando Louis gli rivela che gli vuole più che bene e dopo lo bacia dolcemente sulle labbra, Harry sa di essere la persona più felice del mondo, sa che Louis non lo lascerà solo, che il maggiore ha sempre ricercato attenzioni da tutti aspettando solo quelle della persona giusta, sa che ha cercato sua madre nelle ragazze con cui è stato per non sentirsi solo, sa che le sue sorelle gli hanno sempre portato via tutto ma lui è sempre stato altruista con loro e che, da adesso, lo aiuterà a vivere.
Harry rispondendo al bacio con sicurezza urla a Louis che vuole vivere.

 

***

 

Sono i primi di Gennaio e la neve abbraccia tutto e tutti senza aver timore di dimostrare il suo affetto, a differenza delle persone.
Ogni dove l'occhio di Harry cada quello che vede è sempre e solo bianco ed il riccio si sente così bene che ride, ride e sorride senza mai fermarsi. È nel parco, sta affrontando quel venticello gelato che soffia e probabilmente soffierà per tutto l'inverno solo per accontentare le voglie di Jade che -Voglio andare a giocare nella neve.- ed è sereno, Harry si sente davvero bene.

La ragazza gli sorride storto nascondendo le mani dietro la schiena e subito dopo aver riso del suo sguardo interrogativo gli lancia una palla di neve in faccia. Harry ride di nuovo e la insegue perchè -Questa me la paghi!- urla prima di mettersi a correre. Si stanno rincorrendo come bambini davanti all'entrata del college ma, probabilmente, nessuno si accorgerà di loro perchè la maggior parte degli studenti è tornata a casa per questi ultimi giorni di vacanze natalizie, compreso Louis, pensa Harry in uno sbuffo. Si distrae un attimo di troppo e una nuova palla di neve lo colpisce sul naso.

-Ehi così non vale!- urla mettendo il broncio e massaggiandosi la parte colpita.

-Dio, scusa!- esclama una voce femminile e cristallina avvicinandosi velocemente a lui. -Non volevo farti male, scusa scusa scusa.- continua a ripetere la ragazza dai lunghi capelli rosa. Harry, notando la sua dolcezza e quella chioma colorata, non può fare a meno di pensare che quella sia sicuramente Perrie Edwards, quella Perrie Edwards.

-Dai, non preoccuparti...- dice cordiale alla ragazza incontrando per la prima volta i suoi occhi azzurri e sereni che risaltano come diamanti in quel volto bianco come la porcellana ma leggermente colorato di rosa sulle guance.

-Okay, scusa ancora comunque... Io sono Perrie.- rimedia la ragazza arrossendo di nuovo e porgendogli la mano.

-Harry.- risponde il riccio sorridendole e notando una figura bassina avvicinarsi a loro pericolosamente. Un attimo dopo Perrie ha neve ovunque e Jade sta esultando come se avesse appena vinto la gara del secolo. Harry scoppia a ridere vedendo le condizioni della ragazza e questa prontamente gli fa la linguaccia.

 

Giocano tutti e tre insieme a palle di neve per quasi tutto il pomeriggio fino a quando un ragazzo, ben conosciuto dal riccio, non passa poco distante da loro con sguardo sorpreso, curioso ed indagatore. Quel ragazzo è Zayn Malik ed Harry gli corre subito in contro.
Questa è la sua possibilità per sdebitarsi realmente con l'amico e per farlo parlare finalmente con la ragazza di cui è innamorato, non se la farà di certo scappare.

-Zayn vieni! Ti presento due persone.- esclama il riccio con voce emozionata prendendo il polso del moro e portandolo di fronte alle due ragazze che li guardano sorridendo. Zayn arriva davanti a Perrie e subito arrossisce come un pomodoro e le sue guance rosse spiccano nonostante la sua pelle ambrata. Harry allora rimedia decidendo di presentarli lui stesso.

-Allora Zayn questa è Jade, la mia migliore amica.- il moro sorride grato ad Harry e dopo stringe la mano alla ragazza ripetendo il suo nome. Dopo di che, Harry nota, il suo sguardo incontra quello di Perrie e le sue perle color ebano iniziano quasi a brillare di fronte all'azzurro che sembra rapirle.

-E lei è Perrie, la migliore amica di Jade.- continua Harry sorridendo e facendo l'occhiolino alla sua migliore amica che guarda la scena ridendo sotto i baffi.

-Zayn Malik, è un piacere conoscerti, davvero.- dice Zayn con sicurezza ritrovata stringendo più a lungo la mano di Perrie e sorridendole con il suo miglior sorriso splendido munito di denti bianchi e lingua sbarazzina incastrata tra essi.
Gli occhi di Perrie si illuminano a loro volta di fronte a quel sorriso ed Harry pensa che finalmente, il gioco è fatto.

 

***

 

Harry è con Louis la prima volta che Liam incontra Sophia.
Sono seduti sulla loro panchina e hanno appena smesso di baciarsi quando lo sguardo di entrambi cade su Liam che sta camminando in lontananza muovendo a ritmo la testa: probabilmente sta ascoltando la musica, si dicono entrambi.
Continuano a guardare Liam anche quando questi, del tutto distratto, non si accorge di star andando contro una ragazza che stringe tra le mani un mucchio di libri.

È un attimo, e tutti quei libri sono per terra ed Harry e Louis stanno ridendo come matti per la figura appena fatta dall'amico.
Lo vedono scusarsi ripetute volte, aiutare la ragazza a raccogliere i libri e sistemare gli appunti ed infine presentarsi con uno dei suoi miglior sorrisi. Non sentono distintamente quello che si dicono i due ma poco dopo entrambi si dirigono verso l'entrata del college ed Harry, super incuriosito, non vede l'ora che sia sera per riempire di domande il suo povero amico. Adesso però, è veramente occupato.
Infatti, le labbra di Louis hanno ripreso a cercare affannosamente le sue e lui di certo non ha intenzione di negargliele. Si stanno baciando su quella panchina da tutto il giorno perchè insomma! Louis è finalmente tornato dalle vacanze e ha tutto il diritto di passare un po' di tempo a giocare con la lingua del suo ragazzo.

 

Arrivate le 19:00 fuori fa ormai talmente freddo che è difficile rimanervi, così i due ragazzi si decidono a rientrare. Vanno in mensa per consumare la cena e si siedono allo stesso tavolo di Liam, Zayn, Niall, Perrie e Jade. Sono diventati un unico grande gruppo di amici ed Harry quasi non riesce a credere che sia tutto merito suo.

Si siedono tutti insieme a tavola da qualche giorno occupando il tavolo rotondo al centro della sala e chiacchierano del più e del meno imparando nuove cose gli uni sugli altri e conoscendosi sempre meglio a poco a poco. Quando Harry è seduto al tavolo circondato da tutte quelle facce così sorridenti ed amiche non può fare a meno di pensare che quella, adesso, sia la sua famiglia.
Quel tipo di famiglia che ti aspetti di trovare ogni volta che la sera torni a casa tardi seduta a tavola ad aspettarti, quella che ti piacerebbe vedere sempre seduta sugli spalti quando scendi in campo, quella che ti fa sentire quel calore familiare che ti intorpidisce i sensi quando siete tutti insieme seduti sul divano a vedere una commedia, quella che, indubbiamente, puoi chiamare casa, che ti fa sentire a casa e che Harry non ha mai avuto. Ma adesso, guardandosi attorno e vedendo Niall ridere sguaiatamente al racconto di Liam che scontrandosi accidentalmente con una ragazza è riuscito a guadagnare un appuntamento; vedendo Zayn parlare con Perrie, sempre con il sorriso sul viso e gli occhi inverosimilmente luminosi, e vedendolo ascoltarla a sua volta con attenzione mentre con quella voce dolce e soave -da cantante, pensa sempre Harry- lei gli parla dei suoi sogni e delle sue ambizioni per il futuro; vedendo Jade che gli sorride intenta a raccontargli dell'ultimo testo al quale sta lavorando e vedendo i suoi occhi brillare, come le ciocche colorate tra i suoi capelli, nel parlare delle sue opere e di quello che più ama fare e sentendo sempre la mano stretta a quella del suo ragazzo che lo ascolta parlare per ore senza mai stancarsi, sorridendogli quando ha bisogno di forza per continuare e abbracciandolo quando si commuove o pensa di non farcela, Harry non può fare a meno di pensare che quella sia la famiglia che ha sempre sognato di avere e che non servano legami di sangue per riuscire a sentirsi a casa con qualcuno. Perchè il sangue è inutile se non c'è un cuore dietro che batte alla vista delle persone alle quali si vuole bene.

 

Sono le 20:30 e i ragazzi decidono che è ora di rientrare in stanza. Lasciano la mensa promettendosi di vedersi il giorno dopo e dandosi vari appuntamenti per andare insieme a lezione. Harry decide di accompagnare Louis alla sua stanza per poi proseguire e raggiungere da solo la sua. Sono quindi davanti alla porta del maggiore, stanza 56, e si stanno baciando come se non ci fosse un domani, come se quella fosse l'ultima notte e non ce ne siano realmente altre centinaia da vivere, come se il loro amore fosse talmente tanto da non riuscire a trovare argini per contenersi.

-Entra con me.- sussurra Louis all'orecchio di Harry dopo aver lasciato un bacio delicato sulla sua tempia. Harry sente tutto il suo corpo irrigidirsi immediatamente. I suoi nervi sono in allerta e i suoi muscoli minacciano di cedere sotto quella proposta.
Harry ama Louis, davvero, con tutto se stesso, come non hai mai amato nessuno e come credeva che non sarebbe mai stato in grado di fare.
Ma c'è una cosa che ancora lo blocca, c'è ancora un segreto che deve essere svelato, c'è ancora un'insicurezza che gli mangia l'animo e una paura che lo paralizza. Harry in campo sessuale non ha mai fatto nulla ovviamente, ma c'è stato qualcuno che lo ha toccato e ha fatto a lui qualcosa, rendendolo impotente di fronte ai suoi tocchi rudi e violenti.

 

Harry alla tenera età di sedici anni era stato avvicinato da un ragazzo di quinta che frequentava il suo stesso liceo. Avevano imparato a conoscersi ed erano diventati amici, credeva Harry, tanto che un giorno aveva accettato di andare a casa del maggiore per passare un pomeriggio in compagnia. Ed è proprio in camera di Nick che Harry per la prima volta si è paralizzato di fronte ai tocchi di un uomo.
Mentre Nick lo toccava e lo baciava e lo graffiava e lo spogliava, Harry era inverosimilmente immobile, come pietrificato. Non dimenticherà mai quel giorno, quando la sua innocenza è andata a farsi fottere, buttata nel cesso da un approfittatore di merda.
Harry voleva davvero bene a Nick ma quando questi aveva preso tra le mani il suo membro e poi se lo era portato alla bocca il bisogno di vomitare tutto il dolore e la vergogna che stava provando era diventato talmente tanto da dargli la forza per tirare una ginocchiata nello stomaco all'altro e per scappare via da quella casa.
Il giorno dopo a scuola tutti sapevano della sua sessualità e lo guardavano con ghigni di scherno o lo accoglievano con risolini maliziosi ma almeno nessuno, fortunatamente, si era più avvicinato a lui.


 

E anche adesso, mentre Louis lo stringe per i fianchi e gli sussurra che andrà tutto bene, Harry ha paura e si immobilizza, è più forte di lui, perchè anche Nick gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene e adesso non può di certo più credere a quelle parole.
Così singhiozza appena e Louis se lo stringe contro.

-Voglio solo dormire con Te, Piccolo, voglio solo stare con Te.- dice allora il maggiore ferito dal rifiuto del minore ma consapevole che ci debba essere qualcosa sotto, qualcosa di cui Harry non gli ha mai parlato, qualcosa che lo turba nel profondo.

Perchè va bene avere l'ansia e la paura da prima volta, essere insicuri e quant'altro, ma Harry sta letteralmente tremando come una foglia ed è paralizzato e questo non è normale, soprattutto perchè lui ama Harry, glielo dimostra tutti i giorni, ed è impossibile che questi abbia così paura di lui. Gli circonda i fianchi con un braccio allora, apre la porta della stanza ed entra con il più piccolo accanto in religioso silenzio, spezzato solo dai respiri veloci di Harry che cerca di contenere il pianto. Louis lo spoglia delicatamente e lo accarezza come se fosse la cosa più fragile di questo mondo. Lo bacia più volte sulle labbra per calmarlo e gli sussurra parole dolci all'orecchio.
Lo fa stendere lentamente sul letto e poi, dopo essersi spogliato a sua volta, si mette sotto le coperte con lui e se lo stringe contro.
Lo culla per tutta la notte ascoltandolo lamentarsi in un incubo o sospirare profondamente appena prima di cambiare posizione.
Lo ama per tutta la notte pur non facendo l'amore con lui: lo ama con gli occhi che anche al buio riescono a vederlo e ad ammirarlo;
lo ama con le sue mani delicate e da pianista che lo accarezzano senza sosta e lo tranquillizzano; lo ama con il cuore, quello che non dorme mai e che ama sempre, quello che è puro nonostante di puro Louis non abbia niente, quello che batte scandendo un solo nome:
quello di Harry Styles.

 

E quando Harry si sveglia, il mattino dopo, e si vede racchiuso tra le braccia forti di Louis capisce che non c'è nessun altro posto al mondo in cui vorrebbe o dovrebbe essere, perchè Louis è esattamente quello che Harry cercava da tutta la vita.
Quella carica di vitalità che ogni mattina lo accoglie con un sorriso, quel mare di emozioni che lo investe con un semplice abbraccio, quell'amore sognato e desiderato fin da bambino incarnato in un ragazzo perfetto che ama solo lui e che lo ha amato per tutta la notte senza mai sfioralo. Harry è così felice che quando Louis apre gli occhi e gli sorride sincero, in quell'azzurro, Harry crede di toccare il cielo con un dito.

 

***

 

Sono tutti riuniti in camera di Zayn e lo stanno aspettando per fargli una sorpresa.
È il dodici Gennaio, il giorno del suo ventunesimo compleanno, ed Harry e Liam gli hanno organizzato una piccola festa con tanto di palloncini colorati e striscioni con scritto a caratteri cubitali “HAPPY BIRTHDAY” perchè anche se Zayn non lo da a vedere ci tiene davvero tanto a quel giorno e vorrebbe avere i suoi genitori e le sue sorelle accanto, ma quando entra nella stanza e vede tutti i suoi amici il cuore gli scoppia comunque di gioia e una lacrima bastarda scende lungo la sua guancia, ma viene cancellata immediatamente dalle labbra soffici di Perrie. Harry guarda la scena sorridendo e iniziando ad intonare la tipica canzoncina di auguri che fa arrossire il festeggiato come un matto e lo fa rifugiare tra le braccia della sua Perrie. Sua. Si, perchè finalmente si sono messi insieme ed è tutto merito di Harry e quei due non perdono mai l'occasione per ringraziarlo, soprattutto Zayn. Sono felicissimi insieme ed Harry quando li vede coccolarsi si illumina, sentendosi orgoglioso di se stesso. Finito di cantare applaudiscono tutti il moro e lo sottraggono dalle braccia di Perrie per stringerlo loro stessi; inseguito gli tirano le orecchie ventun volte come da tradizione. Ci sono proprio tutti presenti in quella stanza, non manca nessuno e nessuno verrà mai a mancare, perchè in una famiglia nessuno viene dimenticato o abbandonato.

Ci sono Liam e Sophia seduti sul letto a ridere come due bambini per il colore acceso che tutt'ora hanno le guance di Zayn; ci sono Niall e Jade che parlano di musica in un angolo sorseggiando le loro birre; ci sono Andy e Danny che stanno facendo a gara a chi mangia più popcorn tutti in una volta e per poco non finiscono per strozzarsi; ci sono lui e Louis che, seduti sul suo letto, si stanno baciando dolcemente come fanno praticamente sempre e come non si stancheranno mai di fare; ci sono Perrie e il festeggiato che regalano sorrisi a tutti e non perdono occasione per sorridersi e lasciarsi teneri baci.

Ci sono proprio tutti insomma e quando arriva Josh, un amico di Niall, con la torta in mano tutti si riuniscono intorno al tavolo ed incitano Zayn a soffiare le candeline e ad esprimere un desiderio. Zayn lo fa e i suoi occhi brillano. Il suo desiderio è quello di riuscire a portare la ragazza che ha accanto fino all'altare. (Oops, forse non avrei dovuto dirlo, che sbadata.)
Dopo aver aperto lo spumante e brindato al festeggiato si siedono tutti sui due letti e preparano le birre per giocare a “Never have I ever.”

 

-Inizio Io!- esclama Niall già leggermente brillo, le guance arrossate che gli danno quell'aria da leprecauno. Gli altri annuiscono e con la propria birra in mano si preparano ad ascoltare l'affermazione dell'irlandese.

-Non ho mai...- inizia il biondo massaggiandosi il mento. -Baciato una ragazza!- Tutti bevono tranne Perrie, Sophia, Jade e, ovviamente, Harry.

-Ehi Niall non è giusto!- si ritrova a dire Harry, già brillo per quelle due birre che Louis gli ha permesso di bere, mettendo il broncio.

-Oh andiamo Riccio berrai la prossima volta!- gli risponde Niall mettendolo a tacere con un gesto secco della mano.

-Su Harreh tocca a Te.- gli dice dolcemente Louis togliendogli il broncio.

-Non ho mai...- inizia Harry pensieroso. -Fatto un pompino!- si ritrova ad urlare entusiasta facendo ridere tutti e arrossire Louis che, accanto a lui, è costretto a bere seguito da Niall.

-Questa me la paghi, pervertito.- sussurra Louis all'orecchio di Harry con una punta di fastidio nella voce morsicandogli in seguito il lobo e -Ahia!- esclama il riccio rimettendo il broncio.

-Ora tocca a me!- dice Perrie acquistando l'attenzione e iniziando a pensare a cosa dire. -Non ho mai... Fatto pipì nella doccia!- esclama iniziando a ridere. Tutti si guardano un attimo perplessi ma poi Zayn, Louis, Harry, Liam, Andy, Danny e Josh bevono e le femmine scoppiano a ridere come matte.

-Ehi! Io non l'ho mai fatto.- si difende l'irlandese.

-Ma che ragazzo per bene!- dice allora Jade stringendogli le guance e scoppiando a ridere di nuovo subito dopo.

-Allora...- Prende parola Zayn. -Non ho mai... Fatto sesso all'aperto!- esclama titubante e arrossendo subito dopo. Liam e Sophia bevono guardandosi e arrossendo e un coro di fischi e “uuuhh” invade la stanza. I due ragazzi arrossiscono ancora di più e -Ehi!- esclama Liam indignato.

-Sta a me.- dice Jade grattandosi il capo. I suoi pensieri vengono però interrotti da un rumore strano, come un grugnito, e tutti si voltano verso Louis ed Harry. Quest'ultimo infatti si è addormentato sulla spalla dell'altro e sta russando appena mantenendo la sua espressione chiusa in un broncio. -È bellissimo.- pensano tutti, proprio tutti, ma soprattutto Louis che sorridendo dolcemente si congeda prendendolo in braccio con l'intenzione di portarlo a letto.

-Mmh Louis ho sonno...- grugnisce il più piccolo facendo ridacchiare tutti i presenti che li stanno ancora osservando rischiando il diabete.

-Adesso andiamo a letto, Piccolo...- mormora Louis salutando tutti con un occhiolino e un sorriso luminoso e chiudendosi la porta della stanza di Zayn alle spalle. La stanza di Zayn, si, perchè ormai Harry dorme sempre da lui e a Louis piace pensare che, adesso, siano pronti per condividere tutto.

 

***

 

Harry e Louis non si sono mai detti “Ti amo.” a pensarci bene.
Forse perchè entrambi sanno di farlo e se lo dimostrano ogni giorno, forse perchè, in fondo, è passato ancora poco tempo, forse perchè hanno paura che una volta dette quelle paroline tutto cambi tra loro.

 

Louis pensa proprio a quelle tre paroline che tanto hanno fatto dannare Chuck e Blair nella serie televisiva “Gossip Girl” mentre si dirige sul retro della scuola con un cesto da picnic in mano e una coperta sotto braccio.
Pensa anche di non voler assolutamente che tra lui ed Harry si creino tutti quei problemi e quelle convinzioni assurde che avevano i due rampolli dell'Upper East Side; lui preferisce essere spontaneo come Dan e Serena e, semplicemente, buttarsi.
È convinto di quello che prova, è sicuro di non star ingigantendo i suoi sentimenti, sa che Harry lo ama quanto lo ama lui. Quello che non si aspetta assolutamente è che Harry potrebbe non sentirsi pronto.

 

Dire “Ti amo.” ad una persona implica tante cose.
Implica esserci sempre, portarle il sorriso, non farla crollare mai, accettarla per quello che è, riempirla di attenzioni, conoscere i suoi pensieri più oscuri e metterli a tacere portando la luce ovunque e tante, troppe altre cose.

Louis non conosce tutti i pensieri di Harry, non comprende tutte le sue paure, non si spiega i suoi sbalzi di umore o le sue lacrime facili.
Louis non ha ancora capito tutto di Harry anche se pensa di averlo fatto, perchè Harry è così assurdamente complicato che nemmeno lui stesso si è mai compreso del tutto, a dirla tutta. Ma Louis è così: sicuro di se stesso tanto da rendersi appariscente con tatuaggi e percing senza provare nessuna vergogna od imbarazzo, convinto di quello in cui crede tanto da rendersi antipatico a volte, capace di amare talmente tanto che i suoi sentimenti potrebbero esplodere da un momento all'altro. Ecco perchè quando ha capito di provare qualcosa per Harry non ha perso tempo con le parole e lo ha baciato.Ecco perchè ha dato inizio alla loro relazione senza nemmeno frequentarsi prima, buttandovisi a capo fitto, totalmente. Perchè Louis Tomlinson è così, si impegna tantissimo in quello che fa e ci tiene davvero a raggiungere il traguardo che si è prefissato. Louis voleva far innamorare Harry di lui per poi riempirlo di “Ti amo.” è così avrebbe fatto, senza ripensamenti.
Ecco perchè adesso è impegnato a sistemare tutto per l'imminente appuntamento con il suo ragazzo.
Già,
Harry è già il suo ragazzo ma quello è il loro primo vero appuntamento, incredibile no? Non per Louis, ma forse per quel cucciolo impaurito dal mondo che è sempre stato Harry, si. È per questo che il più piccolo si dirige con passo lento e titubante verso il retro della scuola. Sente le mani sudare e il labbro bruciare sotto l'attacco dei suoi denti, ma nonostante tutto non si ferma perchè diamine! Louis lo sta aspettando e ha detto che gli farà una sorpresa.


 

Quando Harry svolta l'angolo finisce addosso a qualcosa, o meglio a qualcuno, a un petto caldo e forte. Dal profumo comprende subito di essere tra le braccia di Louis e quindi ricambia la stretta.

-Harreh...- sussurra Louis contro i suoi capelli. Harry non risponde e stringe il suo ragazzo di più a se, gli è mancato così tanto anche se sono solo poche ore che non si sono visti.

-Vieni, ho una sorpresa per Te.- continua il maggiore emozionato staccandosi dall'abbraccio e prendendo per mano il più piccolo.

 

-Siamo arrivati?!- chiede nuovamente Harry cercando di spostare le mani di Louis che sono serrate sopra i suoi occhi.

-Si, puoi guardare adesso.- dice finalmente il maggiore. La prima cosa che vede Harry quando apre i suoi occhini verdi è il sorriso luminoso di Louis e quella, per lui, è già una bella sorpresa. Poi il suo sguardo si sposta più in là ed è solo in quel momento che nota una coperta stesa sull'erba imbandita con i cibi tipici di un picnic. Il sorriso che appare sul volto di Harry è il riflesso di quello ancora presente sul volto di Louis, magari più luminoso.

-Dio Lou, grazie!- ulula il riccio stringendo a se il maggiore e sedendosi subito dopo sulla coperta per consumare con il suo ragazzo la merenda.

 

È passata ormai un'oretta ed Harry e Louis adesso sono stesi all'ombra di una pianta a coccolarsi. Il capo del più piccolo è appoggiato al petto del maggiore ed Harry si diverte ad ascoltare i battiti del cuore dell'altro che sembrano rilassarlo più del venticello fresco tipico di fine Gennaio. Quando Louis lascia un dolce bacio tra i capelli di Harry questo sospira rumorosamente e Louis se lo stringe contro.
In un attimo, Harry si ritrova steso sull'erba sotto il corpo minuto ma muscoloso di Louis.
Il più piccolo boccheggia confuso fissando i suoi occhi in quelli del più grande che lo guardano come se fosse la cosa più bella di questo mondo e con un velo di lussuria. I loro corpi non sono mai stati così a contatto ed Harry si ritrova ad arrossire furiosamente.

-L-Lou, che stai facendo?- chiede balbettando Harry quando Louis si china per baciargli ogni angolo del volto.
Appoggia le sue labbra sottili sul nasino di Harry, poi sulle sue palpebre chiuse perchè incapaci di sostenere le troppe emozioni, poi sulle sue guance rosse ed infine sulle sue labbra color ciliegia. Louis potrebbe mangiarsele un giorno di questi, divorarle a suon di baci.
Ora si stanno baciando con più passione; Harry ha socchiuso la bocca e ha fatto entrare la lingua curiosa di Louis lasciandola poi libera di giocare con la sua. Si stanno baciando e la temperatura sale e Louis non riesce a trattenersi dal prendere a strusciarsi contro il corpo slanciato e magro del più piccolo.
Harry emette un gemito sommesso catturato dalle labbra del più grande, la situazione sembra piacergli ma l'imbarazzo e le sue paure sono ancora dietro l'angolo. Così, quando il riccio sente distintamente l'erezione dell'altro premere contro la sua coscia, una scarica di adrenalina lo investe, ma non lo fa in modo positivo.

 

Harry non sa affrontare le sue emozioni, non sa tenerle a bada, si fa sopraffare da esse e così facendo il più delle volte non se le gode nemmeno. Il suo corpo reagisce in maniera confusa a queste e spesso gli blocca persino il respiro. Anche in quel momento ogni singolo centimetro della sua pelle vorrebbe rimanere a contatto con quella di Louis, ma le sensazioni estremamente forti e contrastanti che sta provando dentro lo rendono insicuro e spaventato.

 

Il riccio si alza di colpo e fa rotolare via il corpo di Louis da sopra il suo. Si sta alzando in tutta fretta per andare via da lì, perchè tutto quello è stato troppo ed Harry deve riprendersi e regolarizzare i battiti del suo cuore, quando Louis lo blocca stringendogli un polso.
Si alza anche lui di fretta e si mette davanti al riccio guardandolo fisso negli occhi.

-Aspetta.- dice solo il maggiore. -Non scappare da me.- sussurra disperato prendendo le mani dell'altro e stringendole forte. Harry singhiozza.

-M-mi dispiace, io... Louis non ce la faccio.- piagnucola il più piccolo abbassando il capo e nascondendo il suo volto con i ricci.

-Dimmi cosa c'è che non va, dimmi dove sbaglio, fammi capire perchè non mi vuoi.- dice Louis serio e forse severo alzando il volto di Harry e incastrando di nuovo gli occhi nei suoi. Louis vi legge solo tanta confusione e forse, anche della frustrazione.

-Io ti voglio Louis! Tu sei perfetto, sei tutto quello che ho sempre desiderato, sei la cosa più bella che mi sia successa e scusa, scusa se non riesco a spogliarmi di fronte a te, a farmi toccare, a toccarti, mi dispiace! Non è colpa tua è colpa mia! È solo colpa mia.- conclude gridando il più piccolo cercando di divincolarsi dalla presa del maggiore che però non ha intenzione di lasciarlo andare.

-Guardami.- ordina Louis. -Harreh, guardami.- ripete aspettando impaziente che il riccio lo faccia. Se Harry si sforza un po' può vedere negli occhi azzurri dell'altro la sua anima che preme per uscire e invadere tutto, può vedere il mare in burrasca delle sue iridi che spinge per sommergere il resto, compreso lui. E quando: -Harry, Io Ti Amo.-

Quel mare traditore risucchia in sé il più piccolo, lo porta al largo e poi lo fa affondare, gli toglie il respiro e poi lo fa riposare tra le sue braccia. L'anima di Louis avvolge l'anima di Harry, la sovrasta, la riempie, ma non l'accarezza, la strattona rudemente in cerca di attenzioni ed Harry, improvvisamente, a quelle parole non ci crede e c'è solo una cosa che gli resta da fare: scappare, come ha sempre fatto.

 

***

 

È il primo Febbraio, il giorno del ventesimo compleanno di Harry, ma di lui non c'è nemmeno l'ombra. Liam e Zayn lo stanno cercando da ore e adesso sono piuttosto preoccupati. Quando arrivano a mensa vedono i loro amici seduti tutti intorno al loro tavolo che parlottano e subito decidono di chiedere a loro. Le loro risposte però sono tutte negative: nessuno di loro ha visto Harry quella mattina.
Nessuno di loro però se n'è preoccupato perchè con la sua assenza i preparativi per la sua festa a sorpresa stanno andando avanti molto più velocemente. È di questo che tutti continuano a parlare senza calcolare l'ansia di Liam e Zayn, ecco perchè quest'ultimo sbotta:
-Harry non si trova e voi state a pensare ad una cazzo di festa! Sapete quanto è fragile in questo periodo e la cosa non vi tocca per niente cazzo!-
E quando Zayn ripete più volte la parola “cazzo” davanti a Perrie o comunque a delle ragazze non è mai un buon segno, indica che è davvero incazzato. Ecco perchè Liam lo porta subito lontano da li e cerca di calmarlo dicendogli che nemmeno Louis era a mensa e che forse potrebbe essere lui con Harry. Zayn ci pensa un attimo e soppesa particolarmente le parole dell'amico.


Dieci minuti dopo sono già davanti alla stanza di Louis a bussare insistentemente alla sua porta. Quando Louis apre i due ragazzi stentano a riconoscerlo. Il ragazzo ha due profonde occhiaie sotto gli occhi, notano subito i due, inoltre i suoi capelli sono arruffati e non pettinati in un ciuffo alto come al solito, i suoi vestiti sono larghi e sgualciti e puzzano di fumo e di sudore: Louis, in sintesi, è in uno stato pietoso.
Zayn si mette le mani nei capelli perchè comprende subito che Harry non è lì.

-Che cazzo c'è!?- sbotta Louis dopo aver messo a fuoco le figure dei due ragazzi davanti a lui. Zayn, già particolarmente agitato, non ci vede più. Prende Louis per il colletto della maglietta e lo spinge contro lo stipite della porta.

-Senti Tu, coglione del cazzo, c'è che Harry non si trova da sta mattina e non sappiamo più dove cercarlo. Non so se ti sei reso conto in che condizioni lo hai lasciato ma adesso non mi interessa dei vostri problemi d'amore, è il cazzo di compleanno di Harry e tu sei a letto a marcire mentre lui non si trova cazzo! Quindi adesso alzi il tuo culo dal letto e vieni con noi a cercarlo, se tanto dici di amarlo.- conclude Zayn lanciando una frecciatina che subito colpisce il petto di Louis e glielo fa stringere e sanguinare insieme.
Sanguinare con ha fatto in tutti quei giorni in cui è stato lontano da Harry, in cui si è sentito rifiutato, in cui tutte le sue convinzioni sono cadute a pezzi.
Il petto di Louis sanguina come la sua anima, quella stessa anima che con la sua prepotenza e con la sua superbia ha sconvolto quella del più piccolo, del suo riccio. Louis grana gli occhi quando sente le parole di Zayn ed improvvisamente tutto lo colpisce come un pugno, quello che Zayn avrebbe voluto sferrargli ma che con quelle parole gli ha comunque dato.

-Andiamo.- dice solo Louis. E non si preoccupa di essere in pigiama, di non avere i suoi percing, di aver lasciato una sigaretta a metà nel portacenere, di avere i capelli in una condizione disastrosa o di sembrare un barbone, semplicemente Louis vuole e deve trovare Harry, adesso, tutto il resto non ha importanza.

 

Quando trovano Harry una parte di loro vorrebbe non averlo fatto.
Le parti spezzate del cuore di Louis si sbriciolano e diventano polvere e il soffio del vento, che lassù è ancora più impetuoso, se le porta via.

Harry è seduto sul tetto del college, (no, nessun istinto suicida, non preoccupatevi.) una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini da calcio come unici indumenti a coprire il suo corpo livido. Livido perchè freddo, congelato, violaceo, spento.
Liam e Zayn gli corrono in contro e in un secondo la giacca pesante di quest'ultimo è appoggiata sulle spalle dell'altro.
Liam invece lo sta abbracciando per infondergli calore ma questo non sembra raggiungere Harry che non reagisce e rimane immobile ed impassibile.
Louis non pensa di potercela fare ma una voce nella sua testa gli dice che solo lui può riportare Harry qui, nella realtà, alla vita e quindi si fa coraggio e si avvicina titubante alle tre figure ferme vicino al cornicione.


Quando Liam e Zayn lo vedono arrivare si alzano e gli lanciano un'occhiata disperata prima di allontanarsi e dirigersi verso le scale.
Louis rimane da solo con Harry e, trattenendo il fiato, si siede vicino alla figura immobile e sottile del più piccolo.
Non sa cosa fare ma, in primis, cerca di regolarizzare il respiro. 
Una volta aver fatto questo si sposta davanti ad Harry e cerca i suoi occhi.
Ed anche lo stomaco di Louis si sbriciola, e così il fegato, e tutti gli altri organi. Harry è così lontano che Louis pensa che ormai sia troppo tardi. Ma non vuol dare ascolto a quel pensiero e allora cerca una mano del riccio.
La stringe, è grande e fredda e sottile, e per un momento si chiede se del suo Harry non sia rimasta che l'ombra.

-Piccolo...- mormora cercando un qualche appiglio con la realtà per non perdersi del tutto come Harry.

-Piccolo, sono qui.- continua sentendo le prime lacrime spingere contro i suoi occhi.

-Rispondimi ti prego, dimmi che ci sei anche Tu.- dice con tono disperato ed interrotto dal primo singhiozzo. Harry non parla e non lo guarda e Louis muore lentamente e dolorosamente.

 

Harry si è finalmente annullato come tutti hanno sempre voluto.
Come suo padre lo aveva costretto a fare anni fa per nascondere al mondo chi era veramente, come sua madre aveva sempre voluto che facesse per non sentire i suoi pianti quando gli annunciava una sua nuova partenza. Come i suoi compagni di scuola al liceo lo avevano costretto a fare per non sentire più tutti quegli insulti e quei risolini maligni, come Nick gli aveva insegnato a fare nel momento in cui gli aveva detto che sarebbe andato tutto bene e che bastava che lui stesse tranquillo e calmo e silenzioso e immobile e che magari diventasse una bambola di porcellana, di quelle con il corpo bianco e diafano proprio come il suo. Harry si è ribellato a quel tempo ma adesso gli viene quasi da ridere a pensare che ha dato ascolto alle parole di un tale come Nick Grimshaw.

Harry si è annullato adesso, ha chiuso la sua anima come se avesse il rubinetto, desiderando che nessuno gliela tocchi più, che nessuno provi nemmeno a sfiorarla. Louis capisce tutto questo e si sente morire, o forse è già morto.
Morto dentro come lo è Harry Styles, quel ragazzino tutto sorrisi e fossette, che adesso è seduto sul pavimento sporco del tetto del college in cui sognava di andare fin da quando era bambino con il ragazzo che ama più delle sua vita che piange disperato davanti a lui.

Piange disperato davanti a lui. Quando Harry realizza questo una luce si riaccende nel suo animo spento e lo porta ad alzare gli occhi per incontrare quelli lucidi e colmi di lacrime ancora da versare di Louis ed Harry si sente morire di nuovo e rinascere insieme.
È la sensazione di risorgere e di essere sepolto nello spazio dello stesso respiro.

 

Ed Harry respira, finalmente, ma la crudeltà di quel fatto diventa come vetro infranto alle sue orecchie. Louis sta piangendo per lui, Louis si sta annullando per lui, Louis se ne sta andando per lui e no, Harry questo non può accettarlo.
Ecco perchè si decide a tornare per lui, a rinascere per lui, a lasciare di nuovo libera la sua anima solo per lui e -Ti Amo Anch'Io.- sussurra contro le labbra del castano prima di baciarlo dolcemente.

 

***


Harry e Louis arrivano in camera mezz'ora dopo camminando stretti l'uno all'altro e facendo riunire a poco a poco le loro anime.
Quando Louis spalanca la porta nota delle ombre strane presenti nella penombra della stanza e quasi si spaventa.
Stringe Harry, che finalmente ha smesso di tremare, ancora più stretto a sé e fa un passo insieme a lui verso l'interno della stanza.

Un urlo eccitato riempe la camera e i due ragazzi sulla porta sobbalzano all'inverosimile. Ma poi la luce si accende e i volti dei loro amici diventano più chiari e luminosi che mai. Louis ricorda solo in quel momento che diamine! è il compleanno di Harry e lui non gli ha ancora fatto gli auguri ma quando si volta per stringerlo a se i loro amici se lo sono già portato via.
Lo baciano, lo stringono, lo coccolano, gli scompigliano i ricci, gli tirano le orecchie e Louis ha quasi paura che possano spezzarlo.
Ma quando lo vede sorridere, Dio, Louis si sente talmente vivo che il suo corpo non riesce ad aspettare un minuto di più. In due falcate si ritrova davanti al corpo esile del riccio, che lo guarda con i suoi occhioni lucidi spalancati, ed un momento dopo si stanno baciando come sanno fare solo loro, come se non ci fosse un domani o anche solo un dopo.

Terminato il bacio un coro di grida eccitate riempie le loro orecchie seguito dalla tipica canzoncina di compleanno.
Subito dopo Niall entra in camera con una torta enorme a forma di cuore con sopra scritto “Auguri Ricciolino, Ti vogliamo Bene.” ed Harry rimane senza parole. Non può fare a meno di pensare che tutto quello sia troppo per uno come lui che ha sempre avuto tutto, ma non ha mai avuto nessuno. Ma poi Louis gli sussurra all'orecchio -Auguri Amore, Ti Amo.- e allora lui perde del tutto la testa e dimentica tutto.
Soffia le venti candeline che si ritrova davanti esprimendo il desiderio più importante della sua vita e molto simile a quello di Zayn dopotutto; solo che lui, accanto a sé davanti all'altare, desidera un ragazzo, il suo ragazzo, il suo primo e ultimo -aggiunge mentalmente- amore.

 

***

 

La prima volta di Harry arriva qualche mese dopo.
È Aprile, l'anno scolastico è a buon punto, e ormai tutti stanno dando gli ultimi esami.
Harry e Louis sono nel campetto dietro la scuola a fare due tiri perchè -Harry dovresti provare, avere un ragazzo calciatore sarebbe sexy.- e il più piccolo alla fine si è fatto convincere ma ha deciso di stare in porta e di lasciare tirare il più grande.


 

Louis ha sempre adorato il calcio, quando abitava ancora a Doncaster giocava nella squadra del luogo come difensore ed era anche piuttosto bravo. Arrivato al college è stato costretto a lasciare lo sport ma la passione non se né mai andata. Prima di incontrare Harry adorava passare i pomeriggi liberi da impegni a giocare a calcetto insieme ai ragazzi che frequentavano le sue stesse lezioni.
Con l'arrivo di Harry la sua passione è stata trascurata ma adesso Louis spera veramente che a quell'imbranato del suo ragazzo quello sport possa piacere. In fondo il calcio è lo sport più bello che c'è, come potrebbe non piacergli? Si chiede Louis prima di vedere il più piccolo avvicinarsi al pallone e cadere rovinosamente qualche metro più in là, inciampano sulla sfera, e di perdere tutte le speranze.
Scoppia subito a ridere e gli da le indicazioni per stare in porta, forse è meglio così.


 

-Bravo Harreh!- urla Louis euforico quando il riccio riesce finalmente a parare un suo tiro. Gli corre in contro e gli salta in braccio avvolgendo le gambe al suo addome piatto e le braccia al suo collo niveo. Harry lo sorregge ed esulta anche lui felice e orgoglioso di se stesso.

-Adesso basta però Lou, non ce la faccio più.- Si lamenta il più piccolo dopo aver appoggiato il suo ragazzo a terra.

-E va bene, andiamo a farci una doccia.- Risponde il più grande sbuffando una risata e prendendo il suo riccio per mano.

 

Arrivano in camera pochi minuti dopo e Louis decide che sarà il primo ad entrare in doccia dato che Harry non ha nemmeno sudato.
Si chiude in bagno e si butta sotto il getto caldo della doccia pensando a quanto cavolo il suo ragazzo fosse sexy con il completino da calcio.
Se ci pensa meglio poi, non riesce a ricordare nemmeno un istante in cui questi non sia stato sexy. Da ubriaco, poi, è il massimo ma Louis è sempre riuscito a contenersi. Adesso però sente un calore familiare al basso ventre e decide di uscire di fretta dalla doccia per cacciare quei pensieri sconci sul suo ragazzo che lo porterebbero solo a farsi l'ennesima sega pensando a lui. Esce dal bagno con solo un misero asciugamano a coprirgli l'accento di erezione ma ehi! Non è colpa sua se ha lasciato i boxer sul letto.


La visione che si trova davanti lo lascia senza fiato ed improvvisamente il calore al basso ventre aumenta a dismisura.
Harry, il suo ragazzo, è in boxer davanti allo specchio all'entrata e sta ammirando con aria pensierosa il suo corpo.
Anche Louis adesso lo sta ammirando con aria pensierosa ma i suoi pensieri sono sicuramente differenti da quelli del riccio.
Louis pensa solo che non può più aspettare, che non ci riesce, che quel corpo ora debba essere suo. Harry non si accorge della presenza dell'altro finché Louis, avvicinandosi, non rientra nel riflesso dello specchio e la prima cosa a cui pensa quando lo nota avvicinarsi è
-Ci siamo.- Perchè Louis ha lo sguardo e le movenze da predatore affamato e lui, con la sua nudità, è senza dubbio la sua preda.
Louis stringe le braccia intorno al suo ventre in un abbraccio da dietro e il suo corpo si riempie subito di brividi.

Ma Harry si sente pronto adesso. Sono quattro mesi che stanno insieme, sette da quando si sono conosciuti, tre da quando Louis gli ha detto per la prima volta Ti amo, due da quando lui lo ha detto a Louis. È passato comunque poco tempo, a pensarci bene, ma ad Harry va bene così adesso perchè non riesce a fare a meno di Louis e sa quanto questi lo desideri.

Da qualche mese però, anche lui si è ritrovato a bramare Louis più di quanto facesse prima.
All'inizio bramava solo la sua anima e il suo cuore, ma adesso, si è ritrovato a desiderare anche il suo corpo. -Al contrario di come succede normalmente alle coppie d'oggi che prima si invaghiscono del corpo e poi scoprono a poco a poco l'anima, pensa sempre.-
Nonostante tutto, in quel momento, Harry sente di meritarsi tutte le attenzioni che la bocca di Louis gli sta dando, sente di desiderare ardentemente quelle mani curiose che si muovono veloci sul suo corpo, sente che tutto quello non è troppo per uno come lui, sente che adesso è giusto, è vero, è reale.

E allora si abbandona alle attenzioni e ai tocchi di Louis che in un battito di ciglia ha fatto sparire i suoi boxer chissà dove.
Harry non è mai stato nudo di fronte a Louis e per questo le sue guance si colorano talmente tanto che Louis ride e gliela bacia più volte.
Passa poi a baciargli le labbra e la vaga idea passata per la testa del riccio di non essere abbastanza o di non piacergli o di essere troppo magro o troppo poco abbronzato o troppo poco, semplicemente svanisce.

Harry adesso si sente libero ma quando Louis stringe il suo membro serra gli occhi e mantiene il respiro.
Louis se ne accorge subito, aspettandosi quasi quella reazione, e appoggia quindi le labbra sulla spalla calda del riccio per poi spostarle vicino al suo orecchio e sussurrargli più volte che lo ama e che andrà tutto bene.
Harry adesso ci crede, perchè Louis gli ha detto anche Ti amo mentre quel disgraziato di Nick non lo aveva fatto.
Louis è sincero, solo ora Harry lo comprende del tutto e si lascia completamente andare.

Geme come un matto mentre i movimenti di Louis sul suo membro si fanno più veloci, incitati dai suoi sospiri di piacere. È finalmente di fronte al suo primo rapporto sessuale, quasi stenta a crederci. Non è abituato alla sensazione che si prova un attimo prima di venire quindi il riccio serra si nuovo gli occhi e spalanca la bocca; le gambe gli cedono e deve appoggiarsi al petto del maggiore dietro di lui per non cadere a terra. Viene in un lungo gemito pronunciando il nome del suo ragazzo e subito dopo crolla insieme a lui sul suo letto.

-Ti è piaciuto Piccolo?- chiede Louis premuroso sorridendogli dolcemente.

-Non posso credere di aver rinunciato a questo per tutto questo tempo.- risponde in un ansimo il più piccolo e Louis vorrebbe prenderlo a schiaffi.

-Ti sculaccerei se questa non fosse la nostra prima volta.- ammette allora il liscio con tono risoluto.

-La nostra prima volta?- chiede Harry con una luce negli occhi ignorando la frecciatina del maggiore.

-Si, se lo vuoi anche Tu.- gli risponde Louis stringendogli la mano e dopo baciandola delicatamente.
La stessa delicatezza che Nick non aveva usato ma che caratterizza il suo Louis; non può credere di star ancora paragonandoli ma il fatto è che la paura è proprio lì, dietro un angolo della sua mente, e non riesce a cacciarla via. Ma:

-Lo voglio.- risponde serio guardando il maggiore negli occhi che a sentire quelle parole si illuminano. E adesso racchiudono un lago, un lago tranquillo e soleggiato dove le acque sono immobili e brillano sotto i raggi del sole. Adesso l'anima di Louis è così pura che Harry potrebbe specchiarvisi, è così grande da poter ospitare anche la sua e così generosa da amarla come una madre ama la figlia.
Harry prende quindi a baciare Louis con una passione che non aveva mai avuto o alla quale, semplicemente, non aveva mai dato ascolto e poco dopo, in seguito ad una giusta preparazione, sono già intenti a consumare, per la prima volta, il loro amore ed è bellissimo.

 

***

 

Siamo a metà Maggio, il sole sta calando e un venticello caldo riscalda le membra e i cuori dei ragazzi che, insieme, si stanno dirigendo verso il Luna Park. Ci sono tutti, come ci sono sempre stati e sempre ci saranno.
Si è aggiunta solo una persona alla famiglia: un ragazzo bassetto e muscoloso con grandi occhi verdi e capelli biondicci.
É il ragazzo di Niall, Josh Devine, e rende il biondo veramente felice. Tutti i suoi demoni sembrano infatti essere stati ricacciati nelle tenebre e tutti i suoi scheletri nell'armadio sembrano essersi trasformati in polvere grazie all'amore che ogni giorno Josh gli dona.
Josh è un ragazzo veramente simpatico, pensa sempre Harry, fa il batterista e, spesso, suona insieme al biondo.
Si sono proprio trovati quei due ed Harry è felicissimo che Niall finalmente abbia trovato qualcuno da amare e che lo ami davvero.

 

Sono appena arrivati al Luna Park quando Harry, vedendo in lontananza le giostre più movimentate e le montagne russe, si stringe contro il corpo di Louis tremando leggermente. Lo aveva detto lui che le giostre non gli piacciono, ma nessuno gli aveva dato ascolto.

-Lou, non ce la faccio proprio.- mormora il riccio quando tutti sono ormai in coda per fare i biglietti per le montagne russe.

-Andiamo Hazza, è una sensazione fantastica!- Esclama Zayn euforico intromettendosi nella conversazione e stringendo la presa sui fianchi di Perrie. In quel momento però neanche quella dolcezza riesce a tranquillizzare il più piccolo che no, non salirà su quel mostro di ferro.

-Zay ha ragione Harreh andrà tutto bene.- sussurra il più grande nell'orecchio del suo ragazzo baciandogli poi la tempia.

-No, non hai capito, io lassù non ci vengo. Ma voi potete andare, davvero, vi aspetto qui.- persevera il più piccolo cercando di essere convincente e di non farsi prendere dal panico. È grande e vaccinato ormai e può fare queste scelte benissimo da solo.

-Oh andiamo Hazza, non fare il guastafeste!- lo rimprovera Jade unendosi a loro e pizzicandogli un fianco.

-No, ho detto di no, davvero.- risponde Harry riducendo la voce ad un sussurro e nascondendo il volto contro il petto del suo ragazzo.

 

I ragazzi ormai conosco Harry come le loro tasche. Conoscono a memoria la sua risata, le sue battute stupide, i suoi abbracci caldi, la sua voce roca, la sua voglia di vivere. Ma conoscono bene anche i suoi limiti, le sue paure, le sue insicurezze, i suoi momenti no, i suoi pianti isterici.
Harry è talmente complicato che non esiste parola che riesca a descriverlo a fondo. Bello, direbbero alcuni, anzi tutti, guardandolo.
Strano, butterebbero lì altri vedendo le sue abitudini ridicole. Fragile, pensa sempre Louis ammirando il suo corpo e i suoi occhi prima di farci l'amore. Timido, proverebbero a dire quelli che lo hanno visto più volte arrossire come un matto per delle sciocchezze.
Triste, direbbero altri vedendo il suo viso rigato spesso dalle lacrime o il suo corpo scosso da singhiozzi.
Felice, giurerebbero i suoi amici che sanno dove è arrivato, ciò che ha ottenuto, e ne sono orgogliosi.
Vivo, vorrebbe sentirsi dire lui quando si guarda allo specchio e vede solo un ragazzo come un altro, con una vita come un'altra, e con tanti sogni soffocati e chiusi in un cassetto.

I ragazzi conoscono bene Harry e sanno che in momenti come quello è meglio non insistere, perchè non servirebbe a nulla e peggiorerebbe solo la situazione. Harry si è già chiuso in sé stesso e ormai non c'è più niente da fare. Così: -Okay, non salgo nemmeno Io. Ci andiamo a prendere uno zucchero filato, Piccolo?- propone Louis che più di tutti comprende il più piccolo, sa come trattarlo e come farlo sentire accettato.

-Non ti scoccia?- borbotta il riccio insicuro ma con un luccichio di speranza negli occhi.

-No Love, andiamo.- dice convinto Louis stringendogli la mano e facendo l'occhiolino agli altri che, comprensivi, gli danno appuntamento a più tardi.

 

Harry e Louis sono al Luna Park ma non hanno fatto nemmeno una giostra.
Hanno i loro bacchetti colmi di zucchero filato rosa in mano e si sentono leggeri, delicati come quest'ultimo. Sono seduti su una panchina poco lontana dal fracasso ma, nonostante tutto, si sentono bene. Louis ha sempre adorato le serate con gli amici o i Luna Park, ma quelle alla fine sono solo giostre come tante altre mentre Harry è uno solo, quindi lui può di certo sacrificare una serata, o anche mille, per il suo piccolo. Amore è sacrificio, lo sanno tutti. É donare tutti se stessi per l'altro.

Harry e Louis si donano tutto ogni giorno, ecco perchè la loro relazione funziona.
Louis dona ad Harry quell'adrenalina che il piccolo non aveva mai provato, ma che aveva sempre ricercato in quanto sicuro che quella, finalmente, lo avrebbe fatto sentire vivo. Mentre Harry dona a Louis tutte quelle attenzioni e quell'amore che gli sono sempre mancati. Adesso lui è il centro del mondo del riccio e non ha più bisogno di percing o maglie strappate per essere ricordato. Louis sa che, qualsiasi cosa accada, Harry lo ricorderà per sempre e si sente così bene che decide di tornare a casa prima per farci l'amore.

 

-Dimmi che sono vivo.- dice Harry con voce roca e spezzata dai gemiti mentre il più grande si spinge dentro di lui.

-Lo sei Harreh, lo sei. Non lo senti!?- chiede Louis aumentando le spinte per diventare un tutt'uno con Harry e donargli quella vita che ha sempre sentito scorrere nelle vene.

-N-no.- esclama Harry in un gemito. -Sento di essere morto perchè questo è il paradiso e sulla Terra non c'è.- continua il più piccolo poco prima di urlare per il piacere per poi sentire la risata di Louis invadere la stanza ed entrargli fin dentro le ossa.

-No Harreh, questa è la vita, la nostra vita, ed è fottutamente bella.- conclude il maggiore spingendosi un'ultima volta dentro il corpo dell'altro e venendo dentro di lui subito dopo. Harry viene appena dopo di lui; un unico pensiero nella testa: sono vivo;
Questo
è tutto ciò che ho sempre voluto.

 

***

 

Sono passati tre anni da quella sera di metà Maggio e ci sono parecchie cose che sono cambiate pur essendo rimaste sempre le stesse.
Al tavolo rotondo al centro della mensa sono seduti meno ragazzi del solito, per esempio.
Ci sono un ragazzo riccio tutto sorrisi e fossette, una ragazza dai lunghi capelli blu e un castano con gli occhi color del miele che bacia la guancia della sua ragazza e le sussurra ancora una volta di amarla.
Sono ancora felici e spensierati insieme, sono ancora una famiglia, nonostante siano rimasti in pochi a casa, nel loro nido, mentre gli altri hanno già spiccato il volo.


Già, quel ragazzo biondo con un consiglio sempre pronto per essere donato a tutti, per esempio, si è laureato un anno fa insieme al suo ragazzo. Adesso vive insieme a lui a Londra ed entrambi si sono trovati un lavoro. Niall fa il giornalista per uno dei più importanti editori della città ed è finalmente orgoglioso di se stesso, mentre Josh lavora in un ufficio e ne controlla le entrate e le uscite. Sono lavori faticosi ma appaganti per entrambi e questa nuova quotidianità acquisita li rende stanchi si, ma anche e soprattutto felici, nonostante il college manchi un po' ad entrambi.

 

A quel tavolo mancano poi un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi color ebano e la sua ragazza dai capelli ora tinti di lilla.
Si trovano a casa loro in questo momento, in una villetta appena fuori Londra e sono intenti a cambiare il pannolino alla loro piccola Miley.
Quel fagottino rosa arrivato nella loro vita appena un anno fa sconvolgendo tutti i loro schemi ma legandoli ancor di più.
Adesso Zayn e Perrie hanno un'altra famiglia da portare avanti e sono così felici che ogni giorno ringraziano il cielo per aver donato loro una moglie, o un marito, così e una bambina ancor più bella. La famiglia del college manca ad entrambi ma tra un pianto e l'altro della piccola non hanno nemmeno il tempo per pensarci più di tanto. Meglio così, sarebbe doloroso pensare che quei giorni siano ormai così lontani.


 

Ed infine, a quel tavolo, manca soprattutto l'anima della festa.
Quel ragazzo dai capelli sempre spettinati e dagli occhi color cielo. Quel ragazzo che è riuscito a far innamorare il riccio e che lo ha accudito e amato per tutti questi anni. Si è laureato l'anno scorso e finalmente ha lasciato le mura di quel college che gli sono sempre state troppo strette.
Vive in un appartamento poco lontano da lì, comunque, e si è trovato un lavoro. Louis è un'artista adesso e disegna le locandine per i più importanti eventi della città. Concerti, spettacoli, feste e quant'altro: ogni locale si affida a lui per preparare il manifesto del suo evento, ogni manager chiede a lui per preparare la locandina del concerto del suo pupillo, persino il sindaco si è rivolto a lui per una festa al Piccadilly Circus.  Louis è orgoglioso di se stesso ma è ancora più soddisfatto di aver reso il suo ragazzo orgoglioso di lui.
Già, lui e quel piccolo riccio stanno ancora insieme e si amano ogni giorno di più. Louis lo va a trovare al college tutte le sere dopo il lavoro e anche se non sono più sempre insieme come prima il più piccolo sembra averlo superato. Dopo la laurea del maggiore infatti, non erano mancati i pianti e le preghiere di Harry che non voleva lasciarlo andare via. In seguito però il riccio aveva compreso che il futuro del suo ragazzo sarebbe stato magnifico e fruttuoso solo se se ne fosse andato da lì. Ecco perchè lo ha lasciato andare, perchè ha messo da parte l'egoismo, anche se con la paura di perderlo, con il timore che il mondo potesse portarglielo via.
Ma il mondo non può fare nulla di fronte all'amore.


 

Ecco perchè, in questo momento, al tavolo insieme ai membri della famiglia rimasti si è seduto nuovamente quel ragazzo dai capelli spettinati e dagli occhi azzurri, dopo aver salutato il ragazzo riccio tutto sorrisi e fossette con un dolce bacio.
Perchè Louis in fondo non se n'è mai andato. Perchè nessuno in fondo se n'è mai andato. Perchè sono ancora una famiglia e nessuno è stato dimenticato o abbandonato, nemmeno Andy e Danny che si sono trasferiti in America subito dopo la laurea per cercare fortuna.
Nessuno.

 

L'amore che lega quei ragazzi che si sono conosciuti per caso in un college troppo grande ma comunque troppo stretto per tutti grazie all'arrivo di Harry, -quel ragazzo timido ed insicuro, abbandonato dalla sua famiglia, ma che è riuscito a crearsene un'altra, migliore, più calda e sincera- non si dissolverà mai. Nonostante la lontananza, il lavoro, le fatiche, il peso del mondo. Quando una persona entra nella tua vita non saprai mai se è destinata ad uscirne o a rimanervi per sempre, ma il destino è per i deboli, lo sanno tutti.
Se una persona entra nella tua vita e ti sconvolge e ti ama e ti rispetta e ti aiuta, non permettere al destino di portartela via. Fai come quei ragazzi seduti per anni a quel tavolo rotondo al centro della mensa, combatti per le persone che ami e per quello in cui credi.
Combatti per avere un amore vero come quello tra Harry e Louis o Perrie e Zayn o Niall e Josh o Liam e Sophia. Combatti per tenerti stretta una migliore amica come Jade o due migliori amici come Andy e Danny. Combatti per la tua felicità, combatti per quello in cui credi.

Harry Styles credeva nella vita, nonostante non fosse mai riuscito realmente a viverla.
Credeva nella sua importanza e nella sua bellezza, voleva combattere per riuscire a viverla.
Ed ecco che in quella battaglia contro il mondo ha trovato Louis e ha vinto.

Louis Tomlinson credeva nell'amore, pur non avendolo mai ricevuto da bambino.
Credeva nella sua dolcezza e nella sua forza, voleva combattere per trovarlo.
Ed ecco che in quella battaglia contro il mondo ha trovato Harry e ha vinto.

Niall Horan credeva nei suoi sogni, pur avendoli sempre tenuti chiusi in un cassetto.
Credeva nella loro potenza e nella loro bellezza, voleva iniziare a combattere per riuscire a realizzarli.
Ed ecco che in quella battaglia contro il mondo ha trovato Josh e ha vinto.

Zayn Malik credeva nel valore della famiglia, pur avendola sempre avuta lontana.
Credeva nei momenti intimi la sera e nelle cene spensierate tutti insieme al ritorno dal lavoro, voleva combattere per raggiungerli.

Ed ecco che in quella battaglia contro il mondo ha trovato Perrie, sua moglie, e ha vinto.

Liam Payne credeva nel per sempre, pur avendolo visto finire parecchie volte.
Credeva nell'amore eterno e nel “E vissero tutti felici e contenti” e dopo la rottura con Danielle aveva deciso di iniziare a combattere per trovarlo. Ed ecco che in quella battaglia contro il mondo ha trovato Sophia, il suo vero amore, e ha vinto.

 

Tutti hanno vinto perchè ognuno di loro ha dato la forza all'altro per provarci, per crederci, per fare di più. Ognuno di loro è partecipe della felicità dell'altro e si sente appagato, si sente in pace con se stesso.

La pace è il valore che ricercavano tutti nel momento in cui hanno messo piede per la prima volta al college. Non sapevano ancora che lì, oltre a quella, avrebbero trovato cose ancor più belle, le più belle del mondo, l'amicizia e l'amore.

 

Angolo autrice:
Salve a tutti lettori e lettrici, inizio col dire che se siete arrivati fino a qui avete avuto davvero tanto coraggio e tanta voglia perchè questa è la OS più lunga che sia mai uscita dalla mia mente malata.
Nonostante questo, ci tengo a sottolineare che ci tengo tantissimo e che la adoro, e mi farebbe tanto ma tanto piacere ricevere qualche vostra recensione con i vostri pareri più sinceri.
Detto questo, voglio ringraziarvi per essere passati a leggerla, e mi auguro davvero che la storia possa essere stata di vostro gradimento!

Qui c'è il link della mia long Zarry, se volete passarci:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1260417&i=1

Okay, non ho altro da dire, quindi vi lascio...
Un bacione a tutti, spero di sentirvi nelle recensioni!
Alla prossima,
Lù.

 

 

  
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