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Autore: Sara_delfina    09/04/2008    0 recensioni
Le decisioni sono difficili e alle volte dolorose...per il cuore
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una piccola one shot...sono ripetitva con questo nome lo so, ma lo adoro! ^_^
attendo come sempre recensioni, spero vi possa piacere e di essere riuscita a dare le sensazioni che vorrei, vorrei che si capisse lo stato d'animo di Anna anche da queste poche parole.
grazie a tutti quelli che leggeranno
vostra
sara_defina

La musica nelle orecchie la estranea dal mondo intorno a lei, ma non la tiene troppo alta, vuole sentire se qualcuno arriva, se qualcuno la segue.

Sente il cuore incominciare a battere nel petto, e il respiro farsi un più corto; le gambe vanno da sole, lanciate in questa corsa leggera.

In una mano tiene al cordicina degli auricolari per non farla sbattere ripetutamente sul petto, l’altra stretta a pugno per lo sforzo.

Le gocce di sudore incominciano a imperlarle la fronte e i muscoli a tirare, ma almeno in questo modo tiene la mente occupata.

Sorride tra se è il momento che le piace di più, lo scatto finale, ha le gambe che le fanno male e il petto che si alza e si abbassa velocemente; focalizza il punto di arrivo poi guarda a terra e lancia le gambe, in falcate lunghe, sente i nervi piegarsi nello sforzo, mantiene ancora quel passo, poi ecco la fine.

Frena le gambe e appoggia le mani sulle cosce, il respiro e il cuore sono veloci.

-         Ciao – la voce arriva dalle spalle, non si era accorta che ci fosse qualcuno li, sorpresa si gira di scatto per vedere appoggiato a una macchina parcheggiata il pensiero che aveva voluto togliersi dalla testa andando a correre

-         Ciao – risponde con il fiato corto mentre si tira su

        Cosa ci fai qua? – gli chiede senza far capire i suoi pensieri.

Il ragazzo la scruta un attimo e poi le dice semplicemente tirandosi su dall’appoggio

-         sono venuti a trovarti – le regala uno dei suoi soliti sorrisi enigmatici, lei volta lo sguardo, non vuole restare sopra quel viso un attimo di più

-         mmm – è il massimo di risposta che da lei

-         sei andata a correre, brava –

Si, e ci sono andata per non pensare a te

-         si, non si nota? – dice scherzando portandosi una mano alla nuca per togliere un po di sudore.

Cielo, devo avere una aspetto terribile.

Chiude gli occhi un attimo e inspira l’aria un poco fresca per cercare di ritrovare il fiato normale, poi riapre gli occhi e nota che lui la sta osservando, mani in tasca dei pantaloni e lo sguardo di chi sta cercando di analizzare un comportamento

-         Vuoi venire su? – gli dice, intanto si sta avviando verso la porta d’ingresso alla casa per cercare di sfuggire a quello sguardo

-         Allora, come va? – le chiede mentre la segue su per le scale

-         Mmm, prossima domanda?- gli risponde scherzando.

Si impone la calma, che sa che la assale quando lui è li,

Ma non riesce a pensare razionalmente, perché lui è li,

E sa che non riuscirà a tenere a freno la lingua, perché lui è li.

- e tu invece, come va? – la domanda è fatta per prendere tempo, entra in casa ed entra in cucina, apre il figro e sente il fresco di quel posto arrivarle in faccia dandole un sollievo immediato.

La bottiglia dell’acqua non le ha mai fatto così gola come in quel momento, prende due bicchieri dallo scaffale e li appoggia sul tavolo

-         come sempre, no grazie – declina l’offerta di acqua e si appoggia allo stipite della porta e la osserva.

-         che c’è? – gli chiede con fare semplice, per poi portarsi il vetro freddo alle labbra per bere una lunga sorsata di acqua

-         niente, piuttosto tu cos’hai? – le dice continuando a guardarla

-         nulla, cosa dovrei avere? – ma fa la cosa sbagliata, risponde mentre distoglie lo sguardo e sa che lui conosce perfettamente i suoi modi di fare, e questo è come ammettere che c’è qualcosa che non va.

-         Anna, mi vuoi spiegare per quale motivo ci stai evitando? – lui è ancora appoggiato allo stipite della porta della cucina, le mani in tasca con fare semplice, e con gli occhi neri che le guardano come se volessero carpire i suoi segreti.

-         Non vi sto evitando. – risponde di getto lei, alzando lo sguardo e incontrando i suoi occhi scuri, poi continua cercando di giustificarsi

-         È solo che ora sono molto impegnata, come anche voi no? Lo sai che parto fra pochissimo e devo sistemare e preparami un sacco di cose –

-         Non è vero – le dice lui tirandosi su dallo stipite e facendo di no con la testa

Anna si appoggia alla gamba sinistra e osserva il ragazzo, alzando un sopracciglio gli dice

-         non è vero cosa? Che non ho tempo? Davvero non ho tempo, vuoi vedere la mia camera, è sommersa di vestiti, devo scegliere cosa portare e cosa no, e poi ..-

-         non è vero, non è vero che non hai tempo, per i tuoi amici dovresti sempre avere tempo, o comunque ritagliarlo –

-         per vedervi? mi dispiace ma non ho voglia, lo sai benissimo il perché non riesco più uscire, fare il sorriso anche se so quello che pensate, quello che mi dite dietro, ora come ora non riesco a sopportarlo. –

Anna dicendo questo aveva appoggiato il bicchiere sulla tavola e incrociato le braccia al petto.

-         Non sono falsi sorrisi Anna, loro non approvano la tua idea e lo sai, fanno i gentili per te. –

-         Questo lo so Lucas ma non riesco ad accettarlo, sento la tensione quando gli parlo…e non è il momento, ho bisogno di tranquillità e di trovare fiducia in me stessa per quello che sto per affrontare!-

Aveva alzato la testa e lo guardava dritta negli occhi, anche se la stanchezza nel fisico si faceva sentire, sembrava che la mente fosse ben sveglia.

Lui non rispose, si passò una mano sul viso e si riappoggiò alla porta

-         quindi, quindi questo vuol dire che non uscirai di nuovo con noi? –

Anna chiuse un attimo gli occhi, cercando di dissipare l’intrico di emozioni che sentiva in quel momento, era andata a correre per riuscire ad avere la mente più libera, ma con l’arrivo di Lucas le era piombato tutto di nuovo addosso.

-         Perché sei qui, Lucas? Perché? So che sei l’unico che capisce il perché di questa partenza ma tu sei anche l’unico che mi dovrebbe stare lontano! – non lo stava guardando aveva la mano destra sugli occhi e se li stava massaggiando per non vedere il suo viso.

Lucas non rispose, così lei lentamente aprì gli occhi per vederlo.

Era rimasto fermo come congelato sul posto, aveva gli occhi verso di lei, ma lo sguardo era triste.

-         so che non dovrei essere qua, ma è più forte di me, io…-

-         forse è meglio se te ne vai, è meglio se torni da lei, è la cosa giusta da fare e lo sai anche tu-

La stretta al cuore che sentiva mentre gli diceva questo era terribile, faceva male fisicamente, sentiva le lacrime pungerle gli angoli degli occhi ma non voleva piangere, lo aveva fatto anche troppo ma soprattutto non voleva farlo davanti a lui.

Anna incontrò nuovamente lo sguardo del ragazzo, quello sguardo che aveva sognato tanto e che aveva bramato molto, quello sguardo che le faceva correre i brividi lungo la schiena, quello sguardo che le faceva diventare quasi molli le gambe.

Inspirò un po di aria, per riuscire a ritrovare il controllo.

-         non vorrei andare via – le disse lui piano

-         ma dovresti, lo sai, è la mia migliore amica, non posso e non voglio farle questo –

-         neanche io vorrei farlo, ma rimane il fatto che quello che sento..-

Anna aveva alzato una mano, aveva già sentito quel discorso e sapeva che gli avrebbe fatto ancora più male sentirlo un'altra volta.

-         smettila, ho preso la mia decisione e fra poco partirò, quindi è inutile questa…cosa!!-

gli disse tutto d’un fiato per non perdere il coraggio di farlo, il cuore che batte all’impazzata nel petto per l’agitazione e la paura di quel gesto, stava mandando via forse l’uomo della sua vita, il ragazzo perfetto per lei, il ragazzo con cui aveva tanti punti di incontro e tanti interessi.

Lucas si voltò, la guardò ancora una volta e uscì dalla porta, quando sentì la porta chiudersi con quel suono metallico della serratura e il legno che rimbombava, si lasciò cadere sulla sedia, si prese la testa tra le mani  si costrinse a non piangere.

 

 


  
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