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Autore: Baghi_Nelly    17/10/2013    1 recensioni
Isoke è una bimba sveglia, con una grande immaginazione. E' stata adottata da una famiglia europea e deve partire a breve, ma non sa che un'avventura l'aspetta. L'aereo viene dirottato e precipita, Isoke si troverà a vagare per il mondo, conoscere popoli, culture, emozioni, a conoscere il mondo e ad affrontare un'avventura ricca di emozioni, colori, profumi, popoli diversi.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Proverbio Africano:
Se vuoi andare veloce, corri da solo.
Se vuoi andare lontano, corri insieme a qualcuno.
-- Anonimo
 
Isoke e Morenike camminavano a fatica sollevando un polverone rosso mentre scendeva il tramonto. Era tardi e non avevano visto ancora nessuno che li potesse aiutare. Isoke non parlava, non aveva detto quasi niente fin dalla partenza, semplicemente stringeva forte Nangila con la sua piccola manina sbucciata e camminava cercando un posto per dormire. 
Morenike si accorse che Isoke era veramente stanca così si fermò:
“Sei stanca?”
“Un po’”
“Ti porto in braccio, non possiamo fermarci qui”. Morenike prese Isoke tra le sue grandi braccia scure e continuò a camminare. Stava calando la notte e ancora non avevano trovato neanche una persona, la bimba si era addormentata e Morenike aveva male alle braccia. L’uomo trovò un grosso Baobab e decise che piuttosto avrebbero dormito lì. Poggiò a terra Isoke e girò sotto l’albero controllando tra i rami che non ci fossero animali. Finito il giro di ricerca si sedette vicino a Isoke, che dormiva profondamente. La guardò a lungo. Aveva le treccine tipiche delle donne africane, piene di perline colorate, una piccola cicatrice sulla fronte, tra le sopracciglia, le orecchie erano leggermente a sventola e gli occhi veramente grandi. Cosa ci faceva quella piccola bimba tutta sola sull’aereo?
Guardandola a Morenike venne in mente sua figlia che lo aspettava in Francia, tirò fuori la sua collanina dal taschino della maglia e la aprì controllando che le foto della moglie e della bambina fossero intatte. Gli scese una lacrima e sorrise pensando alle sue amate donne che lo aspettavano a casa. Doveva assolutamente tornare.
Dopo poco si erano addormentati entrambi, ma un rumore di rami spezzati li fece svegliare all'unisono di soprassalto. Isoke d'istinto afferrò il saldo braccio di Morenike. L'uomo cinse la bimba con le braccia e scrutò nel buio africano. Non videro nulla finchè Morenike sentì una punta di lancia puntata sulla sua schiena. Si girò lentamente e vide un uomo magrissimo, pieno di collane e con un osso al naso; quello lo stuzzicò con la lancia e gli fece cenno con la testa di seguirlo nella via dietro di lui. Morenike era talmente felice di vedere una persona che non ci pensò due volte, prese Isoke in braccio e seguì l’uomo misterioso.
Quello spingeva Morenike, verso la direzione che aveva indicato, con fare sospetto, continuava a guardarsi intorno avendo paura degli animali, soprattutto felini e scimmie, che potevano attaccarli. Ad un tratto si fermò tra alcuni alberi, fece sedere Morenike e Isoke e fece degli strani versi con la voce, sembravano richiami per uccelli. Pochi secondi dopo tanti occhietti curiosi comparvero tra gli alberi spogli e si avvicinarono ai due “ostaggi”. Isoke guardava incuriosita tutte quelle nuove figure e pensava che non aveva mai visto quel popolo. Le donne avevano le treccine come Isoke ma invece delle perline erano piene di strani chicchi marroni. Nessuno si muoveva ma Isoke era troppo incuriosita da quei chicchi così si alzò, si avvicinò ad una delle donne, la salutò (infatti salutare nella cultura Africana è molto importante perché serve come indicatore per misurare i rapporti interpersonali. Ognuno ha il dovere di salutare per primo il più anziano e questo ha il diritto di richiederlo qualora non venga salutato) e le avvicinò la piccola manina al volto, la donna si abbassò e le lasciò toccare le sue treccine. “Cosa sono questi?” Isoke indicò i chicchi perché immaginava che la donna non avrebbe capito la sua lingua. La donna guardò i chicchi, sorrise e si rialzò, dalla sua borsa tirò fuori un grande frutto di cacao, lo aprì e fece vedere che al suo interno c’erano quei chicchi che la donna aveva ai capelli. Isoke sorrise e salutò di nuovo la donna. Tutti guardavano la bimba ammirando il suo coraggio. La donna parlò agli altri della tribù e l’uomo che aveva preso Isoke e Morenike sorridendo li condusse con la tribù. Finalmente, a notte fonda, Isoke e Morenike giunsero al villaggio della tribù dove poterono finalmente dormire.
La mattina seguente Isoke si alzò presto e uscì dalla capanna. Tre bambini giocavano con un cerchio di legno così Isoke si avvicinò e iniziò a giocare con loro. 
Isoke e Morenike passarono alcuni giorni nel villaggio, a poco a poco iniziarono a imparare la lingua e ad apprendere le tradizioni e i costumi della tribù. Morenike la mattina andava a caccia con gli uomini e Isoke giocava con i bambini o imparava a cucinare con le donne del villaggio. 
Erano due settimane che Isoke e Morenike erano al villaggio e quel giorno ci sarebbe stata la festa del cacao. In quei giorni i due viaggiatori infatti avevano scoperto le tradizioni di quella tribù. Essa infatti era detta "Tribù del Cacao". Era una tribù antichissima che "venerava" il frutto del cacao e tutta la loro dieta si basava su di esso. Essi amavano raccogliere, cucinare, mangiare e fare "esperimenti" con il cacao. Quel giorno le donne del villaggio e i bambini dovevano andare a raccogliere i frutti della pianta del cacao per la grande festa che si sarebbe svolta la sera. Molte tribù erano invitate alla festa e il cacao già presente al villaggio non era sufficiente per tutte le persone che sarebbero arrivate la sera.
Isoke era molto eccitata all'idea di raccogliere il cacao. Le raccoglitrici partirono molto presto quella mattina e camminarono a lungo nella rossa terra sconfinata africana. Attraversarono un grande fiume in cui erano immersi tantissimi ippopotami che sbuffavano, si immergevano, scuotevano le piccole orecchie. Poco dopo costeggiarono un gruppo di elefanti che si dirigeva al fiume, due piccoli stavano giocando e le madri tornarono a prenderli per non lasciarli indietro. Finalmente arrivarono ad un'oasi. I bambini avevano bisogno di bere così si fermarono tutti a fare una sosta. Le scimmiette correvano veloci tra gli alberi e Isoke era innamorata di quei luoghi africani. Se prima aveva paura di andare in Europa e che le sarebbero mancati i suoi amici, ora era ancora più incerta. Non voleva abbandonare quel luogo meraviglioso dove aveva passato la sua infanzia. 
Dopo la sosta tutto il gruppo ripartì e poco dopo arrivarono alla grande pianta del cacao, raccolsero frutti finchè poterono ma quando il sole cominciò a calare dovettero tornare al villaggio. Arrivarono giusto in tempo per la festa. Quella notte fu la più bella della vita di Isoke. Ballarono, risero, cantarono, usarono le maschere e ascoltarono gli spiriti della notte. La mattina dopo Isoke non voleva alzarsi. Sapeva che quel giorno sarebbe dovuta ripartire, lei e Morenike non potevano più stare lì, dovevano andare dalle loro famiglie. 
Quando il sole superò il mezzogiorno ringraziarono tutta la tribù e ripartirono per il loro viaggio. Entrambi piansero e si ripromisero di ritornare una volta nella vita dalla "Tribù del Cacao".

Angolo dell'autrice :)
Buonasera! Ecco il secondo capitolo, la prima avventura di Isoke e Morenike! Spero vi sia piaciuta, anche l'idea della tribù del Cacao!! Sono molto felice di come è venuto ma aspetto i vostri pareri! 
Grazie per chi recensisce, segue o semplicemente legge le mie storie!!
al prossimo capitolo (dedicato al viaggio)
xox
Baghi


 
  
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