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Autore: LilyGlover    09/04/2008    5 recensioni
E' settembre e comincia la scuola...una scuola assolutamente nuova per Melody!!La povera quattordicenne dopo la morte del padre è stata costretta a trasferirsi con la madre e il fratello minore dalla grande New York ad una località di mare nella soleggiata California.............la nuova vita non sembra attirarla più di tanto, e vorebbe tornare dai suoi vecchi amici...ma presto gliene succederanno di tutti i colori e le avventure, i primi amori, gli amici e le risate non mancheranno!!!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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cap5 willllll "...come una di voi. Arrivederci!"
Queste sono le ultime parole pronunciate dalla bocca di Mrs Farrett, prima di chiudersi la porta alle spalle con un tonfo.
Non ho sentito niente del discorso che ha fatto, i suoni mi giungevano alle orecchie in lontananza, attutiti dal battito del mio cuore.
La mia testa si volta meccanicamente verso la cattedra, dove una professoressa giovanissima è seduta e mi guarda sorridendo. Ha i capelli molto corti che la fanno assomigliare ad un piccolo porcospino; sono castani, con i riflessi chiari. Gli occhi che mi fissano allegramente sono azzurri, leggermente sporgenti, grandi come bocce. Tutto sommato, ha un'aria simpatica e graziosa.
"Ciao, Melody!" esclama. "Io sono Miss Redford, insegno inglese, storia e geografia. Sono solamente una supplente, purtroppo, perchè la vostra insegnante è incinta."
"Piacere" borbotto, imbarazzata, lo sguardo a terra.
Miss Redford però continua a sorridermi.
"Bè, allora benvenuta alla S.Sebastian High School! Quindi vieni da New York, eh? Spiegaci un po' com'è questa meravigliosa città!" continua.
"M-meravigliosa" balbetto, rossa in viso. Qualche ragazzo scoppia a ridere.
Che figura! Ora posso nascondermi sottoterra per i prossimi novant'anni.
"Vedo che sei un po' nervosa...non ti preoccupare, parleremo meglio quando ti sarai ambientata. Vai pure a sederti nell'ultimo banco in fondo alla fila al centro. Mi dispiace metterti così lontana dalla cattedra, ma è l'unico posto libero!"
"Non fa niente" mormoro, girandomi verso la classe.
Ok, basta mantenere la calma, fingere di essere in un sogno, in un brutto sogno, credere che tra pochi minuti i miei occhi si splancheranno per il brusco risveglio di mamma.
La classe è divisa in banchi a due a due.
Fin lì ci siamo, è come nella mia vecchia scuola a New York.
Ora, cerca di non farti abbagliare da tutti questi biondi. Accidenti, sembra di guardare il sole.
Ok, ok, vedo un banco vuoto in fondo alla fila al centro. Come compagno di banco, è seduto un ragazzo che subito attira la mia attenzione, essendo l'unico di tutta la classe ad avere i capelli castano scuro. E che capelli! Ha un casco assurdo di riccioli grossi come un'unghia.
Lentamente, lo sguardo di tutti puntato addosso, mi dirigo verso il mio banco. Mi siedo, consapevole che il mio compagno di banco mi sta studiando, e, accaldata, appoggio la mia borsa a tracolla alla sedia e mi lascio cadere sul legno chiaro.
Sospiro.
Almeno ce l'ho fatta a sedermi...e ora, per fortuna, lo sguardo della classe è di nuovo fisso sulla professoressa.
Mi rilasso e mi guardo intorno.
Nella classe saranno una ventina circa, tutti biondi o comunque chiari.
"Forse qualcuno non è neanche male", penso, cercando di tirarmi su di morale.
Miss Redford ha appena aperto un libro e ne sta leggendo una parte.
Lo riconosco immediatamente: David Copperfield di Charles Dickens. L'ho letto quando avevo sì e no una decina d'anni.
E' la storia di...
"Ehm...ciao."
Sussulto e mi volto di scatto, tornando alla realtà.
E' Testa Riccioluta che ha parlato: ora mi sta fissando con grandi occhi grigi da cerbiatto.
"Ciao" sussurro in risposta, mentre in sottofondo la prof continua a leggere.
Allunga una mano verso di me e me la stringe.
"Sono Jack Wood, piacere di conoscerti" si presenta.
"Melody Brown. Ma preferisco Melix."
"Come vuoi!"
Mi sorride amichevolmente e comincio a sentirmi un po' più a mio agio.
Jack Wood ha l'aria di essere la prima persona normale che conosca in questo posto. Merita quasi un premio Nobel.
Il resto delle due ore passa veloce come il vento, mentre la prof legge e la mia mente vola attraverso il mare e raggiunge la mia scuola di New York. E' incredibile, quasi non mi sembra vero di essere in un altro posto!
Uff...mamma, svegliami, non ho più voglia di dormire...questo sogno non mi piace.



**



Suona la campanella che annuncia, credo, l'intervallo.
Sì, evidentemente ho ragione, perchè tutti i ragazzi si alzano ed escono in corridoio. E io ora che faccio?
"Vieni?" propone una voce alle mie spalle.
Jack mi fa cenno con la testa di seguirlo, e io accetto.
E' alto quanto me, snello, e piuttosto scuro di pelle in confronto al resto della gente.
I corridoi sono affollati di ragazzi e io e Jack strisciamo contro gli armadietti per riuscire a passare.
"Allora, Melody" comincia, ma poi si corregge. "Scusa, fai reset. Allora, Melix, come ti sembra questa scuola?"
Ridacchio.
"Mah, veramente non ne ho ancora idea. Non mi sembra un granché diversa dalla mia vecchia scuola" rispondo, mentre la mia testa continua a saettare da una parte e dall'altra alla ricerca di qualche strano viso, famigliare o non.
"Come mai te ne sei andata da New York?" domanda, fissandomi curioso.
Apro la bocca per parlare, ma ne esce solo un piccolo verso rauco. La richiudo e deglutisco.
"Ok, ho capito, non fa niente. Hai ragione a non volerne parlare, scusa se sono stato invadente."
Mi volto verso Jack e mi addolcisco nel vedere quei grandi occhi grigi da cerbiatto che mi fissano preoccupati.
"Non importa, figurati" lo rassicuro con un sorrisetto.
Continuiamo ad avanzare nei corridoi, in silenzio, a guardarci intorno.
"Vuoi qualcosa da mangiare o da bere?" mi chiede Jack, fermandosi ad un certo punto ad un distrubutore di merendine, affiancato da una macchinetta delle bevande.
"Bè, un cappuccino lo berrei volentieri" sghignazzo. "Ma non mi va di indebitarmi già il primo giorno."
"Oh, non credo che qualche monetina faccia proprio una gran differenza" dice Jack. "Specialmente se i soldi sono di mia madre" aggiunge velocemente, tossicchiando.
Scoppio a ridere.
"Ancora peggio!" continuo. "Mi indebito con una persona che non ho neanche mai visto...! Capperi, sarebbe il colmo! Non credo che nessuno l'abbia mai fatto!"
"Bè" mi sorride Jack, "qualcuno prima o poi dovrà cominciare, no?"
Afferra una monetina tra il pollice e l'indice e lascia la mano sospesa a mezz'aria, in attesa che la afferri.
Ma non sono ancora pronta a cedere.
"Non ci penso nemmeno! Sul serio, Jack, sei molto gentile. Però io avrei
anche potuto darmi una svegliata stamattina e tirare fuori qualche soldino dal portafoglio...colpa mia, quindi adesso mi tocca pagare una penitenza!"
Jack alza gli occhi al cielo.
"Andrai a fare l'eremita in cima ad una collina per penitenza un'altra volta, ora ti prendi sto benedetto cappuccino e te lo bevi tutto, fino all'ultimo sorso!" insiste, fingendosi minaccioso.
Non ce la faccio più, così con un sorriso afferro la monetina tra le sue dita e mi piazzo davanti alla macchinetta. Infilo i soldi dentro e mi prendo un bel capuccino con la schiuma.
Riprendiamo il cammino nei corridoi, io in testa, con il bicchiere di cappuccino, e Jack un po' indietro, con una merendina al cioccolato.
Mi volto verso di lui e comincio:
"Grazie ancora..." quando all'improvviso vado a sbattere contro qualcosa.
O meglio, qualcuno.
Una ragazza dal viso famigliare mi afferra la manica destra e mi tira verso di sé. Sento qualche schizzo di cappuccino uscire dal bicchiere e gocciolare a terra.
"Guarda un po' chi si rivede" ghigna Stephanie. "Will! E' questa la ragazza" chiama.
Improvvisamente, dietro di lei compaiono due ragazzi. Uno di questi è talmente carino da mozzarmi il fiato: è molto alto, magro, con i capelli biondo miele mossi. I suoi due occhi che mi fissano sono talmente azzurri, talmente freddi, talmente glaciali, da ghiacciarmi le vene. L'altro è leggermente più basso, un po' grassoccio, con i capelli biondissimi, a spazzola, gli occhiali dalla montatura nera e gli occhi chiari.
Entrambi si fermano alle spalle di Stephanie e mi guardano. Il ragazzo carino, inclinando leggermente la testa, sghignazza:
"La nuova è lei?"
"Sì, tesoro, è lei" risponde Stephanie, con un ghigno malvagio.
"Carina" borbotta l'amico grassoccio, con voce ebete.
Mi sento avvampare, ma il mio sguardo continua a vagare da un viso all'altro, tentando di mantere un'espressione fiera.
Stephanie fa una smorfia.
"Cerca di contenerti, Kevin. Idiota" borbotta.
Kevin cerca di ribattere.
"Dai, Will, dille qualcosa...! Ho solo detto che è carina..."
Ma Will, evidentemente, non lo sta ascoltando. I nostri sguardi s'incrociano e una fitta dolorosa mi attraversa lo stomaco, mentre quegli occhi bellissimi ma glaciali mi trafiggono. Mi fissa con la testa sempre leggermente inclinata, l'ombra di un sorriso sul volto perfetto, gli occhi un po' socchiusi.
Non sento più nessun rumore dal resto della scuola, questo sguardo incredibile mi sta avvolgendo, stregando.
Non capisco più nulla.
Sento il cuore pulsare nelle tempie e nello stomaco...
Finché Will, con un ghigno, si volta dall'altra parte e successivamente si rivolge a Stephanie:
"Quindi lei ti ha insultata?"
"Esatto" risponde la ragazza, gli occhi ormai ridotti a due fessure.
Comincio a respirare affannosamente, mentre qualcosa non torna nella mia testa. Quando diavolo è successo...?
"Io non l'ho insultata" esclamo per la prima volta, furente.
"E invece sì!" strilla Stephanie.
"Non importa" interviene Will. "Chiunque dia fastidio alla mia Stephie, deve essere...mmm...come dire?...punito."
Che presuntuoso del cazzo! Gliela dò io la punizione...lui e la sua Stephie...
"Lasciatela stare, cretini!" interviene una voce.
Mi volto e vedo Jack, che fino a quel momento aveva osservato la scena in silenzio, venire verso di noi con sguardo duro.
Kevin scoppia in una risata fragorosa.
"Che paura, Wood! Sto letteralmente tremando...!" sghignazza.
"E' un'idiozia dare fastidio ai nuovi arrivati" continua Jack.
"Non sei tu a stabilire quali siano le idiozie" ribatte Will.
"Ah bè, se invece lo stabilisci tu, siamo a posto!" borbotto, involontariamente.
Subito dopo essermi resa conto di quello che ho detto, vedo gli occhi gliaciali di Will incontrare di nuovo i miei. Passa qualche minuto di silenzio, durante il quale tutti trattengono il fiato, finché Will scatta in avanti e fa per superarmi, ma mi colpisce con una potente spallata e il cappuccino mi si versa tutto addosso, macchiandomi i vestiti.
"Cazzo...!" grido, mentre Will si volta indietro un'ultima volta, serio, mormorando:
"Farai meglio a guardarti intorno, in futuro."
Dopodiché tende una mano verso Stephanie, che la afferra, lasciandomi la maglietta e entrambi spariscono in corridoio.
Kevin, con un ultimo ghigno ebete, li segue a ruota.
Io sono immobile come una statua di marmo, a fissarmi i vestiti sporchi, mentre i ragazzi che passano vicino ridono e mi indicano.
Mi sento furiosa e umiliata.
Jack mi si avvicina con passo lento.
"Accidenti, ti hanno proprio rovinato la maglietta. E anche i pantaloni" mormora. "Quelli sono i ragazzi più popolari della scuola, ma anche i più bastardi, come avrai capito. Anzi, oserei dire che sono popolari proprio perchè sono bastardi. Meglio non averci nulla a che fare con loro...e perchè mai Stephanie ce l'aveva con te??"
"E' la mia vicina di casa e abbiamo avuto un piccolo scontro il mio primo giorno" borbotto in risposta.
Jack annuisce.
Entrambi continuiamo a fissare i miei vestiti macchiati, senza dire una parola, finché rompo il silenzio:
"Bè, dai, questa è veramente da record: sono indebitata con una persona che non ho mai visto, per qualcosa che non sono neanche riuscita ad avere. Pazzesco!"
Il ragazzo alza lo sguardo su di me, cercando di trattenere il sorriso, finché non riesce più a resistere e scoppia in una risata fragorosa.
Nonostante tutto, mi è impossibile non imitarlo.

**


Le ore della mattinata trascorrono velocemente, tra le presentazioni dei professori e le chiacchierate con Jack. E' un ragazzo veramente simpatico, molto dolce e disponibile. Gli altri ragazzi della classe non riesco a valutarli, perchè nessuno di loro mi rivolge la parola.
Quando finalmente suona la campanella che annuncia la fine delle lezioni, io e lui aspettiamo fuori mio fratello, all'ombra di un grande albero.
"Mi dispiace ancora per la tua maglietta" comincia Jack.
"Oh, sì, anche a me!" esclama improvvisamente una voce alle sue spalle. Alzo lo sguardo e vedo Will, da solo, passare tirando uno scappellotto a Jack. Lo guardo con espressione disgustata mentre con una corsa si avvicina ad una bicicletta color fuoco e parte pedalando a tutta velocità.
"Cazzo, non lo sopporto!" esclamo.
"A chi lo dici..." borbotta il mio amico, massaggiandosi il collo. "Quasi tutte le ragazze della scuola gli fanno il filo perchè è carino e popolare... ma io lo trovo incredibilmente nauseante!"
"Concordo..."
Dopo pochi minuti, riesco a intravdere la testa di mio fratello in mezzo alla gente che esce. Alzo un braccio e gli faccio cenno; mi vede, così comincia a dirigersi dalla nostra parte.
"Ciao!" lo saluto, appena ci ha raggiunti. "Luke, questo è Jack; Jack, questo è mio fratello."
Si stringono la mano studiandosi a vicenda.
Jack infine si volta verso di me.
"Bè, è stato un piacere conoscerti. Ci vediamo domani!"
"Il piacere è stato mio... a domani!"
Ci salutiamo con un sorriso, mentre lui mi volta le spalle e attraversa il cortile, lo zaino scuro sulle spalle.
"Com'è andata?" chiedo a Luke, mentre ci incamminiamo verso casa.
Mio fratello alza le spalle, lo sguardo fisso altrove.
Ad un certo punto, mi volto di sfuggita verso di lui e noto che una lacrima, luccicante alla luce del sole, gli sta attraversando il viso. Mi blocco di colpo.
"Che succede?" chiedo, preoccupata.
Anche lui si ferma e mi fissa.
"Voglio tornare a casa" sussurra.
Sono le prime parole che gli sento pronunciare da tanto tempo...troppo tempo.
Anche se, forse, avrei preferito non sentirle uscire dalla sua bocca.

**

Sono a letto che mi rigiro da una parte all'altra. Non riesco a prendere sonno, sono troppo agitata. Continuo a ripensare alle parole di mio fratello, al modo in cui le ha pronunciate, a quanto mi si è stretto il cuore sentendole.
Quando finalmente i miei occhi si chiudono e il mio corpo si rilassa, i miei sogni sono popolati da grandi occhi ghiacciati e lacrime amare.





HOLAAAAAA!! Scusate per l'immenso ritardo... è incredibile, sono veramente un disastro... XD
Il problema è che ultimamente non riesco a scrivere... non solamente a causa del poco tempo, ma anche perché non trovo l'ispirazione... sono ancora alla ricerca della mia Musa! ^___^
Volevo solo mettere delle piccole note... e cioè che ci sono, nella storia, due personaggi che sono ispirati a persone che conosco realmente... ispirati, ovviamente, non uguali... e i due personaggi sono Jack e Will... =)
Comunque mi scuso ancora infinitamente... e ora passo ai ringraziamenti!

Haci: in effetti la suspance l'ho ottenuta bene... specialmente per il tempo che vi ho fatto aspettare XD
avril113: come vedi ecco il capitolo "intero", adesso! ^^ spero ti sia piaciuto!
francy94: grazie per aver letto... spero avrai pazienza anche per questo! 1bacio!
PinK_Girl: ma ciaoooo Pinaaaa! XD hai letto la mia storia, che bello! *_* thanks a lot... kisses!! tvb

°SWEET KISSES°


=Lily=
  
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