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Autore: _Expecto Patronus    18/10/2013    1 recensioni
«E mentre lo vedevo bruciare speravo solo che sarebbe rinato dalle sue ceneri..»
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Signori Loren, Ellison è di nuovo scappata dalla finestra durante la lezione, e voi sapete bene il perché in questo periodo ha assunto un atteggiamento scorretto, so benissimo che la scomparsa di una persona cara non è una cosa facile da superare ma ormai sono passati quasi 6 mesi, la ragazza deve superarlo.» Ascoltavo in silenzio quelle parole da dietro la porta della presidenza trattenendo le lacrime per il dolore, Kyle non era una semplice persona ‘’cara’’ , era l’unico che riusciva a capirmi, l’unico che mi sia stato veramente vicino , lui era il ragazzo che amavo.
Asciugai le lacrime con la manica della felpa sperando intanto che gli occhi rossi e gonfi sparissero in fretta e nel frattempo continuai ad ascoltare.  
«Signora Huber so benissimo che nostra figlia ha avuto  un calo di rendimento durante l’anno e che a volte può assumere atteggiamenti scorretti  , ma cercheremo di aiutarla.»
Come potevano aiutarmi , non credo fossero in grado di riportare in vita una persona..
Persino i miei genitori non mi capivano  e invece di difendermi assecondavano  quella vecchia raggrinzita che credo nemmeno sapesse cosa fosse  l’amore.
«Arrivederci Signori Loren, spero che atteggiamenti come questi non si ripetano più. »
La conversazione tra i miei genitori e la Sig. preside  si era conclusa , ero sicura che arrivata a casa avrei dovuto sorbirmi la noiosa polemica e la solita settimana di punizione; come se questo bastasse a farmi mettere come dicevano loro la ‘’testa apposto’’ «Andiamo Ellison , ma come devo fare con te.. »
Mio padre tirò un lungo sospiro e scosse la testa, l’idea che per lui fossi una delusione  di certo non migliorava la situazione. 
Entrai in macchina pensando a le parole di mio padre, e per non essere costretta ad ascoltare i miei che parlavano del comportamento corretto da tenere a scuola, infilai le cuffie nelle orecchie con la musica ad alto volume.
Percorremmo la larga strada che porta vicino casa, ciò che non potevo non notare era  il forte odore di alcolici e la grande insegna luminosa gialla del bar all’angolo.
Ad un certo punto accanto al semaforo arrugginito lo vidi.
« Mamma guarda quello è Kyle, vicino al semaforo... »
«Ellison ma che dici !? Non c’è nessuno , ormai Kyle non c’è più devi capirlo!» La voce  severa e decisa di mia madre mi irrigidì, pulì il vetro un po’ appannato con la manica della felpa, guardai attentamente ma non c’era nessuno, com’era possibile era lì, io lo avevo visto!
Mi era impossibile non riconoscerlo , i capelli neri arruffati , i suoi occhi verdi e quel meraviglioso sorriso, riuscivano ad immobilizzarmi.
Tornata a casa salì in camera mia, lasciai scivolare a terra lo zaino e mi distesi sul letto in 
preda alla confusione, tirai il lenzuolo verso di me fino a farmi coprire quasi totalmente dall’umida coperta, sperando di svegliarmi e rendermi conto che fosse stato tutto un brutto sogno.
Mi addormentai per qualche minuto, quando riaprì gli occhi notai che la coperta che mi avvolgeva totalmente fino a qualche istante fa, ora si trovava sul pavimento. Mi alzai dal letto e legai i lunghi capelli castani in una treccia. Sentivo un forte odore di tè provenire dalla cucina così per cercare di riscaldarmi ne presi una tazza, scesi le poche scale che separavano il piano superiore da quello inferiore , e dopo aver preso il tè senza attirare l’attenzione di mia madre che nel frattempo riposava sul divano, risalì in camera.
Mi sedetti sul davanzale interno della finestra, poggiai le labbra screpolate sulla tazza e le bagnai con la bollente tisana, le mie mani fredde in contrasto con la tazza calda erano una sensazione piacevole.
Camiciai a riflettere su ciò che era accaduto qualche ora prima e il ricordo di Kyle non mi abbandonava un solo istante. Le lacrime cominciarono a scivolare lungo la pallida guancia senza che me ne rendessi conto, e il loro riflesso sul vetro si confondeva con le gocce di pioggia che sbattevano su esso incessantemente..
Perché proprio lui, pensavo, quell’automobilista non avrebbe potuto fare più attenzione o non poteva esserci qualcun altro al posto suo in strada? Mille pensieri  invasero la mia mente e più guardavo quelle immagini più lo sentivo vicino e fu allora che guardando fuori dalla finestra lo rividi, dall’altra parte del vicolo di fronte casa mia.
Immediatamente mi precipitai giù, aprì la porta con la paura di essermi immaginata tutto ma questa volta lui era lì, che mi guardava immobile, non potevo crederci «Kyle .. Kyle!» cominciai a gridare il suo nome mentre la pioggia si infrangeva sulla mia pelle fredda e umida.
Andai verso di lui, quasi correndo, stavo per attraversare quando all’improvviso una macchina lo investì, di nuovo, il mio cuore smise di battere per qualche secondo, era stato come rivivere il momento della sua morte, ed io ero ancora una volta lì a guardare la scena.
Appena la macchina passò non lo vidi più era come scomparso, a qual punto scoppiai in lacrime, mi gettai a terra e buttai un urlo dalla disperazione.
«Ellison che fai qua fuori vieni dentro! »
mio padre mi prese in braccio e mi portò a casa, sistemandomi sul vecchio divano dalle molle un po’ rotte mentre mia madre mi avvolse in una coperta di lana che pungeva un po’
«Mamma io l’ho visto! »
« Chi hai visto tesoro? »
«Kyle! L’ho visto sul serio era lì in strada.. »
«So che ti manca molto ma devi smetterla di pensare a lui, devi andare avanti o ti
farai solo del male. »
«Tu credi che questo mi faccia male, pensare a lui ? Secondo te non ha fatto più male vederlo morire e non poter fare niente, vedere quella macchina distruggere la sua vita ? Beh quello ha fatto più male… » Mi alzai di scatto lasciando cadere la coperta rossa sul pavimento e andai in camera mia.
Mi misi nel  letto pensando al suo sguardo e a quel sorriso che non vedevo da tanto.. La giornata era stata impegnativa ed ero abbastanza confusa, l’unica cosa che volevo fare in quel momento era solo riposarmi un po’, così lasciai che la stanchezza prendesse il sopravvento.
 
  
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