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Autore: LokiSoldier    18/10/2013    2 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se i protagonisti di X-Men e quelli di The Avengers si fossero incontrati? Cosa sarebbe successo se le loro più grandi minacce si fossero unite per uno scopo comune?
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi finalmente di nuovo qui su questa storia! Ho appena finito di scrivere questo capitolo e sono gasatissima quindi eccomi che in fretta e furia lo posto qui per chi avesse voglia di continuare a leggere questa storia... >.< Spero che possiate godervi la lettura <3 



Una nuova notte è scesa silenziosa nel piccolo paesino della parte meridionale dell’America del Nord recentemente sconquassato dai caotici e terribili eventi di cui è stato il teatro. Un odor di pioggia e salsedine si leva nell’aria e la piazza è particolarmente silenziosa. Vasi e mazzi di fiori vengono lasciati ancora ove quei poveri poliziotti son stati uccisi e la gente non ha il coraggio di uscire di casa e passare la sera a chiacchierare fuori dalle proprie case, o vicino ai locali, per via della vicinanza di quell’uomo. E’ ancora da quelle parti, nascosto nel folto dei boschi e ogni volta che viene in paese a mangiare da qualche parte l’aria si carica di tensione e paura. I bambini tremano e si stringono alle gonne delle povere madri, le vedove dei loro mariti uccisi stringono i coltelli e cercano la forza per non attaccarlo. Dal canto suo Loki cercava di far capire a quella massa di insulsi straccioni di campagna che avrebbero fatto meglio a rispettarlo e servirlo piuttosto che nascondersi e riserbargli rancore ma nessuno ancora sembrava volerlo compiacere.
Poco male, prima o poi avrebbero capito e lui li avrebbe sottomessi sotto il suo Governo. Per ora solamente una donna sembrava essere così assennata da essersi avvicinata a lui. Una donna con la strana capacità di poter diventare invisibile ed incorporea, solo lei ebbe l’ardire di inoltrarsi nel bosco e parlare con lui. Non ne sembrava intimorita, spaventata, quanto più era curiosa, interessata a scoprire e capire cosa volesse da loro.
- Ma quindi sei un mutante anche tu? – domandò seduta a gambe incrociate sull’erba, dinnanzi a Loki che con la solita elegante e distaccata postura sedeva poco più in alto, su una roccia liscia e levigata, tenendo ben saldo fra le sue mani quel bastone dorato, quella sorta di scettro.
Alla domanda della giovane, il cui nome era Lenia, Loki inarcò un sopracciglio assottigliando lo sguardo con fare quasi offeso e schifato. – Mutante? A quale strana aberrazione mi stai paragonando, umana? – chiese lui non sapendo ciò di cui la giovane stava parlando. Da dove veniva lui, dopotutto, i mutanti erano paragonati ai mutaforma e lui non aveva particolare stima per quelle ignobili creature. Amavano fare scherzi di pessimo gusto per il loro semplice diletto. Seminavano discordia e odio e spesso venne definito come loro compagno perché abile stratega ed ingannatore. Ma lui no, non era così! Non traeva gioia dal mettere una persona contro l’altra solo perché era capace di farlo, no! Lui ricorreva alle sue capacità solo per poter arrivare ai suoi fini, e i suoi scopi erano grandi, austeri, e alti. Nulla di volgare o basso come il semplice godere dei litigi altrui, per lui erano frivole sciocchezze da cui non avrebbe goduto alcun ché.
La ragazza sembrò accigliarsi un attimo nel sentirsi chiamata “aberrazione” dall’altro ma la sua irritazione non durò che un attimo: sebbene non capisse chi l’altro forse, né avesse idea di dove si trovasse Asgard sulla Terra, aveva intuito che la sua non era follia, che sinceramente non aveva idea di quanto essi stessero dicendo. Glielo leggeva negli occhi. Ed era estremamente colpita dalla convinzione delle sue parole, della sincerità che trasudava dalla spiegazione dei suoi ideali e dei suoi obiettivi. Credeva davvero nelle sue parole ma questo non rendeva più facile accettare che probabilmente sarebbe riuscito senza troppi problemi a realizzare i suoi scopi.
- Ehi ehi, piano con le parole! – esclamò lei. – I mutanti sono umani speciali. Abbiamo delle capacità che altri non possiedono, abbiamo delle variazioni a livelli genetici e molecolari che ci rendono capaci di fare cose impossibili per gli altri. Io per esempio posso diventare invisibile, cosa che nessun altro umano sa fare. Capisci che intendo? –.
Loki sembrò interessato e colpito dalle sue parole e con un ghigno sprezzante quindi inclinò il capo al suo indirizzo.
- Allora no, signorina. Non sono affatto un mutante, non essendo io un… umano -.
- Scusami? Non sei… umano? -.
- Non ci senti? No, non lo sono. Come ti ho già detto io vengo da Asgard. Il glorioso Regno di Asgard, il ramo più magnifico e brillante di Yggdrasil! Io ne ero e dovrei essere il legittimo Re! – esclamò con una vena di furia nella voce e di rancore. Lenia sgranò gli occhi, sconvolta dalle sue parole ed elettrizzata all’idea di star parlando con qualcuno di… alieno. Certo, qualcuno potrebbe pensare che lei fosse folle a credere alle parole di un pazzo che rivela di venire da un altro mondo, ma dopotutto, signori, se una persona può diventare invisibile o leggere il pensiero, perché mai non si potrebbe credere all’esistenza di forme di vita aliene approdate sulla Terra?
-Avevo dunque ragione a credere che tu non fossi uno di noi – disse una voce maschile levandosi dall’ombra, mentre pian piano un fruscio, un suon di passi sull’erba umida e le foglie secche diveniva sempre più vicino. Loki levò alto il capo in direzione del punto da cui era giunta la voce, col solito fare fiero e composto, lo scettro d’oro ben stretto nella sua mano sinistra. Lenia, dal canto suo, si alzò in piedi e guardandosi attorno arretrò fino a mettersi alle spalle dell’alieno, in silenzio, pronta a svanire in caso di necessità e bisogno. L’asgardiano inarcò appena un sopracciglio con fare interessato e colpito. Null’altro lasciò trapelare dalla sua espressione ferma e determinata e finalmente dall’ombra del fogliame ecco comparire due figure. Una era quella di un uomo, un uomo maturo, adulto, dall’aria austera e oscura. Il viso era vecchio e rughe profonde ne solcavano la pelle. Dalle tempie si scorgeva una chioma argentata nascosta però da un elmo assai curioso che lasciava scoperto l’intero viso mentre il resto dell’abbigliamento era assai semplice e spartano. Una maglia a collo alto nera abbinata ad un paio di pantaloni del medesimo colore ed un lungo mantello color pece. Al suo fianco, poco più indietro, faceva bella vista una donna. Una donna strana, non umana si direbbe a prima vista: la pelle era di un blu elettrico e abbacinante ed il suo corpo era straordinariamente sinuoso, affascinante. Magra era, con due seni pieni e sodi, e cosce che scendevano morbide dai fianchi tondi. Nuda era e l’unico colore che aveva indosso era il rosso dei corti capelli. Capelli che, quasi come Loki stesso, portava all’indietro sul capo, corti.
- Con chi avrei mai l’onore di parlare io mi chiedo? – domandò Loki alla volta dell’uomo ivi giunto.
- Il mio nome è Magneto e sono il Signore della lotta per la libertà del nostro genere.
Una risata sprezzante si levò dalle labbra di Loki che, fluidamente, scivolò dalla roccia ove era seduto ponendosi in piedi, eretto in tutta la sua altezza, con le braccia aperte verso l’esterno, una luce divertita negli occhi di smeraldo.
- Libertà. Quale dolce illusione annunciano le tue labbra… Magneto.
- Illusione? Perché mai dovrebbe esserlo? Chi potrebbe mai fermarci dal renderla reale?
- Beh… se non siete ancora liberi evidentemente qualcosa che vi frena c’è. Non trovi?
Le labbra dell’uomo si assottigliarono un attimo prima di distendersi in un ghigno divertito e compiaciuto.
- Sì, sì c’è qualcosa che ci frena. I nostri stessi sciocchi simili. Nostri compagni, fratelli, che preferiscono rimanere sotto le distorte e animali regole di questo popolo di inferiori e immondi esseri piuttosto che combattere assieme a noi per eliminarli e garantirci il nostro posto nel mondo. Ma ben presto capiranno anche loro qual è la parte da dove schierarsi e finalmente potremo raggiungere e realizzare il nostro scopo.
Piano a piano la voce di Magneto si fece più intensa, più accorata e la determinazione nelle sue convinzioni risultò evidente persino a Loki. Egli, dal canto suo, sorrise divertito di quella sua dichiarazione d’intenti e facendo un passo indietro lasciò lo sguardo vagare da lui alla donna.
- E’ la natura dell’essere umano lasciarsi comandare, sottostare alle imposizioni di altri, adesso l’avrete capito anche voi. E tuttavia non è sicuramente sterminandoli che potrete garantirvi la supremazia su di loro.
Il suo tono appariva conciliante, comprensivo, quasi suadente. Magneto inarcò un sopracciglio, confuso.
- Ah, no?
- No, affatto. Nell’istante in cui li avrete uccisi non ci sarà nessuno che potrà riconoscervi la vostra supremazia perché saranno morti. Ma, se invece riusciste ad asservirli, a comandarli, guidarli, come segretamente anelano per loro stessa natura, allora loro stessi potranno finalmente capire e riconoscervi la vostra superiorità. Una superiorità che va garantita e dimostrata ogni volta che ce n’è bisogno punendo i trasgressori e i rivoluzionari.
Magneto tacque ascoltando quelle sue parole e per la prima volta si soffermò a pensare a quel lato della questione. Lui tuttavia non era affatto interessato alla cosa. Ciò che lui desiderava era la vendetta, vendicarsi di quella infima razza che li ha umiliati, temuti e sfruttati per anni, per secoli, mettendo a tacere la loro natura col sangue e la violenza perché superiori in numero e quantità. Così scuotendo appena il capo Magneto proseguì.
- Ciò che io voglio però è la loro distruzione, totale. Voglio vendicarmi di tutto il male che hanno compiuto e perpetrato per anni e secoli su di me e la mia specie e punirli. Non m’interessa governarli.
Una risata nacque sentita e fredda dalla gola di Loki.
- Allora è una fortuita coincidenza che invece sia esattamente ciò che a me interessa. E se tu non dovessi essere d’accordo allora avresti un nuovo e ben più pericoloso rivale da affrontare per raggiungere la tua tanto agognata e irraggiungibile libertà. – disse l’asgardiano con un sorriso gelido e ostile. Un sorriso tanto ampio quanto minaccioso su quel suo viso apparentemente cordiale.
Magneto strinse le labbra e assottigliò lo sguardo come se si stesse concentrando o sforzando su qualcosa. Dopo qualche secondo digrignò appena i denti.
- Chi sei tu e cosa vuoi da noi?
- Io sono Loki, da Asgard, e sono ricolmo di gloriose intenzioni. Sono qui per guidare questo popolo di vili uomini perduti e confusi. Sono qui per realizzare i loro più profondi desideri: asservirli. Dar loro la guida di cui hanno bisogno per andare avanti. L’uomo è nato per seguire una rotta tracciata per lui da qualcuno di superiore ed io sono qui per tracciare il loro cammino. – esplicò con voce calda, convinta, composta. – I nostri scopi sono vicini e potrebbero combaciare fra loro. Posso darti l’opportunità di essere, assieme ai tuoi compagni mutanti, lo strumento che compirà la tua tanto amata vendetta. Sotto il mio comando e controllo potrete essere un esercito, una forza indomabile e indistruttibile che punirà i ribelli e i detrattori e garantirà l’ordine e l’equilibrio su questa Terra sprofondata nel caos.
- Oppure? – domandò quindi Magneto al termine del discorso dell’asgardiano curioso di sapere cosa sarebbe potuto accadere se avesse deciso di rifiutare quell’accordo che l’altro gli stava proponendo.
- Oppure finiresti col metterti sul mio cammino e sarei costretto a combattere te e i tuoi compagni e, credimi, sarei capace di vincervi con estrema facilità e subito dopo passerei ugualmente al mio piano per il controllo di questo Regno. In ogni caso io posso raggiungere il mio scopo e tutti i miei obiettivi. Ciò che ti sto proponendo è un accordo che potrebbe salvarti la vita e che in ogni caso potrebbe realizzare anche i tuoi scopi.
Magneto si prese qualche attimo di silenzio per pensare mentre Mystica alle sue spalle osservava alternativamente il suo capo e l’alieno. Attendeva qualche ordine da parte del compagno e si limitò a rimanere in disparte a osservare la scena che le si stava preparando davanti. Dopo qualche secondo il mutante diede in un verso di frustrazione e rabbia stringendo i pugni con forza. Ad un paio di centinaia di metri di distanza delle urla di terrore si levarono dalla piazza del paese mentre nel buio della notte si vide perfettamente levarsi in volo un’automobile. Mystica aggrottò la fronte non comprendendo il motivo per cui Magneto avesse fatto una cosa simile proprio in quel momento.
Sospirando il mutante lasciò crollare a terra la macchina che si schiantò al suolo in un fracasso assai fastidioso e lasciò che le sue mani si aprissero avanzando verso l’altro.
- Direi che abbiamo raggiunto un accordo.
Sogghignando, Loki strinse la mano che l’altro gli porgeva. – Ottima decisione.
 
*
 
Nel frattempo, alla sede dello S.H.I.E.L.D. a Los Angeles, un temporale impazzava da qualche minuto. I tuoni rombavano furiosi e potenti e la pioggia scrosciava incessante e copiosa dal cielo. Lampi d’argento infrangevano il buio di tanto in tanto illuminando per pochi secondi l’intera volta celeste. Grondante d’acqua, osservato da chiunque per via del suo aspetto bizzarro e curioso, un uomo avanzava a grandi passi fino a giungere ai piedi dell’edificio. Le due guardie lo osservarono richiedendone l’identificazione e solo dopo pochi istanti lo lasciarono avanzare.
Egli varcò la soglia dell’edificio e salì scale e percorse corridoi fino a giungere nella Sala che gli serviva visitare. Senza neppure bussare, il biondo aprì la porta e fece un paio di passi dentro la stanza, col martello in pugno che gocciolava acqua sul pavimento.
- Agente Coulson, Loki è scappato, temo che sia… - iniziò a dire subito il Dio del Tuono con la voce ansiosa e lo sguardo preoccupato. Phil, vestito come sempre in nero, impeccabile come al solito e professionale come solo lui sapeva essere, si voltò verso di lui interrompendolo prima che potesse terminare la sua frase e mostrando solo ora la presenza di un uomo su una sedia a rotelle alle sue spalle.
- Qui? Sì, infatti. Il nostro sospetto è stato appena confermato dal Professor Xavier. 


 
Angolo dell'autrice:
Dunque eccoci qui alla fine di quest'altro capitolo!
Loki e Magneto hanno un accordo diabolico e terribile per le sorti del genere umano
e il Professor Xavier ha avvisato l'Agente Coulson del pericolo corrente ma... come avrà fatto?
Non era in partenza? Eh boh, chi lo sa!
Per saperlo vi toccherà per forza leggere il prossimo capitolo <3
  
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