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Autore: obliviate_    18/10/2013    0 recensioni
Sfidavano la sorte, Harry e Madison.
Loro, che avevano iniziato la loro vita insieme, convinti che il loro amore fosse abbastanza forte.
E se la vita tentasse in tutti i modi di separarli che succederebbe?
Il loro amore sarebbe abbastanza da tenerli uniti, da non lasciare che si spezzino?
O sarà la vita a vincere, costringendoli a ricominciare da capo l'uno senza l'altra?
"Stavo per correre giù per le scale, per cercare di raggiungerti, fermarti, dirti: ho capito. Ho guardato l'orologio ed erano già passati tantissimi minuti, da quando te n'eri andato."
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11.
"L'odore non cambia mai"
per Alice.


 
 

Harry.

 

Terzi.
L'unica cosa che gli rimaneva era un trofeo sbiadito che sembrava dire "ritenta l'anno prossimo, sarai più fortunato."
I suoi passi rimbombavano sordi nel corridoio mentre si dirigeva verso l'ufficio di Simon.
Convocati per un motivo misterioso.
Oltre il danno la beffa, pensa facendo una strana smorfia che gli deforma il viso.
Si ferma a guardare Londra da una finestra.
Il sole alto nel cielo inonda la città di riflessi, dorati come i suoi occhi.
 

"Sai Mad,
non mi ero mai sentito un perdente come ora.
Ho deluso tutti, ma cosa più importante ho deluso te, l'unica persona di cui mi importa veramente.
Vedi che avevo ragione ad avere paura?
Mi succede spesso di avere paura, ma quando mi capita penso a te, perchè eri tu a credere in me tutte quelle volte in cui io proprio non ci credevo. E' il tuo destino, mi dici affondando le mani nei miei capelli indomabili tirandoli appena, e a me piace pensare che lo fai per farmi capire che non è un sogno, che non sei un sogno, ma sei una realtà prepotente della mia vita, la cosa più dolce che potrei volere.
Avrei tante cose da dirti, troppe, ma ogni volta che ci provo mi viene un nodo alla gola, come se avessi qualcosa incastrato tra lo stomaco e il cuore e allora anche le cose più semplici da dire diventano macigni indistruttibili.
Hai presente quando ti dico che ti amo? Quando te lo dico guardandoti negli occhi e stringendoti a me? Ecco, te lo dico in quel modo, te lo dico poche volte per il semplice motivo che non voglio che tu un giorno ti ritrovi a pensare che ormai te lo dica per abitudine, perchè non so cosa dire per zittirti, perchè non è così. Quando lo dico, lo dico perché ci credo, perché ti amo in quel modo un po' teatrale che sa di retrò e tragedia, lo dico perché l'unico sapore che vorrei avere sulle labbra per il resto del tempo in cui siamo distanti è il tuo, perché anche se non te l'ho mai detto, me la sento addosso questa sensazione che ti amerò per il resto della mia vita.
Ti guardo, e penso alle tue lentiggini, al tuo modo di morderti nervosamente il labbro inferiore, di dondolare la testa quando senti una canzone che ti piace e so che queste sono quelle piccole cose che non dimenticherò, che sono niente, e invece restano più forti di tutto.
Sai, adesso mi viene quasi automatico chiedermi cosa succederà domani, se ci ritroveremo ancora sotto il portico di casa tua ad amarci in quel modo struggente tipico dei film d'epoca. Ho portato la chitarra, ti dico, e la imbraccio mettendomi a strimpellare una delle mille melodie che mi hanno ispirato le tue lentiggini.
Sai, da piccolo alle quattro in punto dovevo iniziare a fare i compiti, e allora alle tre e cinquantanove mi arrampicavo sulla sedia e spostavo le lancette indietro di cinque minuti per poter suonare ancora, per avere cinque minuti miei. Quanto tempo da quando non ti conoscevo e tutti quei cinque minuti, a saperlo, li avrei mandati avanti, per conoscerti prima, per amarti prima."

Due ore dopo, i One Direction uscivano dalla sede della Syco con un contratto in tasca e la consapevolezza che tutto ciò era il segno di un nuovo inizio.
 

Madison.


Lo aspettava seduta sotto un albero ad Hyde Park.
Aveva sempre amato Londra, così piena di storie e di momenti.
Si guardava intorno con quegli occhi un po' curiosi e un po' tristi, pieni d'amore e di apprensione.
Il sole le illuminava il volto, i capelli scuri mossi dal vento.
Non era mai stata una persona coraggiosa; decisa, si, e a volte addirittura avventata, ma aveva sempre avuto paura di un qualcosa che nemmeno lei saprebbe definire.

"Sai, Harry,
io di cose da dirti ne avrei tantissime, e lo sai benissimo, ma sai anche che sono le parole che mancano.
Una cosa che amo di te è il fatto che anche se a volte non so cosa dire tu mi guardi negli occhi e mi fai un piccolo cenno col capo sorridendomi strano, come per rispondere silenziosamente alla mia muta domanda o per dar ragione alla mia invisibile affermazione che tu, comunque, hai capito.
Ci sono certi momenti, però, in cui i silenzi non bastano più.
Non bastano più nel senso che ci sono certe cose che devono essere accompagnate dalle parole, ci sono certe cose per cui gli sguardi non sono sufficienti.
E allora in quei momenti prendo coraggio e inizio a riversarti addosso un fiume di parole infinito e ti guardo mentre chiudi gli occhi.
Hai gli occhi chiusi, ma capisco lo stesso se sei altrove o se sei con me.
È solo una questione di angoli delle labbra, del modo in cui si piegano, e resisto all’urgenza di abbassarmi e darti dei piccoli baci proprio lì, dove finiscono le labbra e inizi tu.
Sei con me.
Ti dico tutto quello che so e che non so, che vedo e che non vedo, e alla fine lo capisci anche tu che dietro alle mie citazioni filosofiche c'è solo una sconfinata paura del mondo, del mondo senza te accanto a me.
E allora mi chiedo cosa posso fare per evitare di perderti, ci penso e ci ripeso mentre miliardi di parole diverse escono dalla mia bocca ed entrano nelle tue orecchie.
Mi guardi e mi dici che anche tu hai paura.
Mi dici che tutto cambia, ma che ci sono cose che non cambiano mai.
L'odore non cambia mai, mi dici.
E se poi capita che ci perdiamo di vista un attimo in tutti gli attimi della nostra vita (si, perchè sai, potrebbe capitare; potresti fermarti a parlare con qualcuno che conosci, o semplicemente a guardare la chitarra dei tuoi sogni nella vetrina di un negozio vintage), ci basterà alzare il naso e andare in giro annusando l'aria, con il viso rivolto verso l'alto, così ci ritroveremo inciampando l'uno sull'altra e non ci allontaneremo mai più, e io ci credo, tanto che sai quanto mi piace annusarti - annusarci, dato che il tuo profumo è un insieme dei profumi di entrambi, e ti annuso per riconoscerti - per conoscerti, perchè ti so se conosco il tuo odore.
E sai, a volte dopo che abbiamo fatto l'amore mi capita di sognarci, nudi e abbracciati su quel letto in un groviglio di braccia e gambe degno di un'opera di Picasso e potrei giurare di sentirlo il nostro profumo, ed è la cosa più bella delle notte scure e fredde durante le quali l'unico posto in cui siamo abbracciati è il mio sogno."

Harry la raggiunge affannato, le gote arrosate per la corsa, i ricci color cioccolato scompigliati più che mai.
La guarda dritto negli occhi, annegandovi dentro.
Le offre i palmi per aiutarla ad alzarsi e la stringe in un abbraccio che ha il sapore del ringraziamento.
-Ce l'abbiamo fatta, Mad.
Simon ci ha messi sotto contratto, incideremo un disco e faremo un tour e...-
Le labbra di Madison si uniscono impazienti a quelle di lui.
Si baciano mordendosi appena le labbra, facendo scontrare le lingue e leccandosi i denti.
Dopo quelle che a loro sembrano ore si separano, ansanti, e si guardano negli occhi, consci che quel bacio era tipico di chi è costretto ad andare via.
Era l'espressione di un dolore perfetto per l'imminente allontanamento, che entrambi percepivano e intrambi tentavano disperatamente di ignorare.
-Verrai con me, vero Mad?-
Le parole tremano nel respiro accennato di Harry, mentre le sue iridi verdi brillano di panico.
Lei gli sorride mestamente, pensando che lo ama in quel modo un po' insensato ma bellissimo cui non rinuncerebbe mai.
-Ti ricordi quando ti dico che a volte mi capita che per vederti devo coprirmi gli occhi con le mani.
Per vederti devo tenere chiusi gli occhi e guardarti con i palmi.
Per vederti devo coprirmi gli occhi con le mani e se ti coprissi anche tu gli occhi con le mani e ci appoggiassimo, mani contro mani, ci vedremmo come siamo veramente, perché saremmo così vicini da sentirci la pelle nel naso, perché saremmo così vicini che ci tremerebbero le gambe all’unisono.
E io penso sia una cosa bellissima questa, ma sai, Harry, purtroppo non si può restare sempre con le mani sugli occhi.-

 

 

"Il nostro mare era una bacinella troppo piccola per contenerci entrambi, te l’ho lasciato perché era giusto che tu continuassi a vivere, perché era giusto che io continuassi a cantarti."








 
Vi devo delle scuse per l'enorme ritardo.
Ho avuto una crisi d'identità, o qualcosa del genere; addio ispirazione, insomma.
Non sapevo più dove sbattere la testa, ma per fortuna che c'è la mia dolce A, che è stata fondamentale per la stesura di tre quarti di questo capitolo.
Grazie mille, A.
E grazie anche a voi che leggete e recensite, siete una continua gioia.
D.
 
  
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