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Autore: _ChaMa_    18/10/2013    1 recensioni
Ero sempre stata una ragazza semplice, piena di sogni. Dopo la morte di mia madre, avevo deciso di andare alla ricerca di mio padre: troppo grande per comportarsi come un ragazzino e troppo immaturo per fare l'uomo. Poi qualcosa è cambiato. Lui è cambiato.
Anche se vivevo in un mondo di bugie, non avevo mai perso la speranza. Quella stessa speranza che mi aveva portato a Mystic Falls.
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tyler Lockwood, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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≈≈ ORMAI MANCA POCO ≈≈


 

<< Non è possibile >> esclamai

<< Riconoscete questo posto? >> chiese Gen, continuando ad avanzare tra gli alberi

<< Si >> disse Elena << Purtroppo si >>

Eravamo nel bosco, vicino alla cripta dove i vampiri erano stati rinchiusi. Io sarei potuto entrare solo fino ad un certo punto e, forse, era proprio questo che Katherine sperava. Nel momento stesso in cui avevamo trovato il cellulare di Bonnie avevo capito che era stata opera di Katherine.

<< L'odore continua fino a qua sotto >>

<< Andiamo >> disse Elena, scendendo di corsa i gradini

<< Bonnie! >> urlò << Bonnie sei qui? >>

<< Elena? >>

La voce di Bonnie era distante e spaventata. Quando anche io raggiunsi le due ragazze vidi il passaggio della cripta spalancato oltre al quale c'era Bonnie.

<< Grazie al cielo stai bene >> disse Elena, lanciandosi contro la strega. Ma quando arrivò a pochi centimetri da lei, si bloccò.

<> le chiesi

<< Non posso andare avanti! >> disse << Non posso entrare nella cripta >>

<< E io non posso uscire >> disse triste Bonnie

<< Che significa? >> chiesi io

<>

<< Ma perché? >> chiese Elena

<< Voleva che facessi un incantesimo >> ammise, poi come colpita da un fulmine esclamò << Melissa! Dovete andare da lei >>

<< È in pericolo? >> chiese Genevieve, facendosi avanti

<< Katherine mi ha costretta a fare un incantesimo sugli orecchini che le aveva dato. Ha detto che erano come un segnale. Un modo per ritrovarla e adesso che sapeva dov'era l'avrebbe portata con se >>

<< Dobbiamo tornare indietro >> disse impaziente Genevieve

<< Un momento...tu chi sei? >>

<< È una lunga storia >> intervenni io << Dobbiamo impedire a Katherine di prendere Melissa >>

<< Ma non possiamo lasciare qui Bonnie... >> dichiarò Elena

<< Io sono al sicuro finché l'incantesimo non viene spezzato. Qui nessuno può farmi del male >>

<< Non voglio lasciarti da sola. Se Katherine dovesse tornare... >>

<< Andate >> disse con voce ferma. I suoi occhi, anche se poco illuminati risplendevano. Era decisa e non voleva in alcun modo sentire ragioni. Mi dispiaceva lasciarla lì, ma aveva ragione. Nessuno poteva farle del male.

<< Torneremo a prenderti >> dichiarai

Lei mi guardò e sorrise mesta << Andate >>

 

*

 

Rientrammo a Villa Lockwood senza proferire una sola parola.

<< Che avete fatto tutto questo tempo? >> chiese Caroline, seduta sul divano accanto a Tyler << Il vostro turno è finito da un pezzo >>

Matt posò sul tavolino la sua divisa del Grill, tutta sporca di sangue e Caroline se ne accorse subito. Scattò in piedi << Che è successo? >>

<< Katherine ha rinchiuso Bonnie nella cripta >>

<< Cosa? >> chiese Caroline

La conversazione che seguì attraversò a malapena le mie orecchie. Non ascoltai una sola sillaba di quello che Matt riferì a Tyler e Caroline. Non mi importava più di tanto: solo un altro pezzo che si aggiungeva al puzzle.

Tyler aveva accettato di ospitare Gen e Lex per qualche notte e occupavano la stanza proprio difronte alla mia. Dopo la scoperta del corpo di quella ragazza, Matt si era offerto di seppellirla andando incontro alla furia di Lex. Capivo perché non potesse accettare una cosa simile. Persone normali avrebbero chiamato la polizia. Ma le persone normali non potevano dilaniare il corpo di una persona in quel modo.

Noi non eravamo persone normali. Nemmeno io e Matt che eravamo umani. Avevo chiesto a Matt cosa avrebbe detto la gente della sua scomparsa; lui mi aveva risposto che non era la prima volta.

 

<< Ogni tanto capitano questi incidenti >> disse Matt

<< Incidenti? >> urlò in risposta Lex << Come credi che si sentirà la sua famiglia? O i suoi amici? Quella ragazza è morta >>

 

Solo allora ero intervenuta dal mio stato di silenzio profondo. Mi ero improvvisamente ricordata di Vicky, la sorella di Matt. Lo ammiravo più di chiunque altro. Ogni giorno trovava la forza di alzarsi e di continuare a vivere. Lottava per se stesso, per sua sorella. Per chiunque ne avesse bisogno. 


<< So che non è giusto. So come ci si sente >>
<< Allora perché lo proteggi? >> riprovò Lex << I vampiri non sono creature buone. Non ci si può fidare di loro. Come puoi fidarti di loro? Come puoi accettare tutto questo? >>
<< Perché se scoprissero Damon, scoprirebbero Stefan. E poi Caroline. E Tyler. E Bonnie. Loro so la mia famiglia >>

 

Mi riscossi dai miei pensieri e decisi di farmi una doccia calda. Volevo togliermi quell'odore di morte che avevo addosso. Anche se, sapevo, non sarebbe bastata dell'acqua. Il silenzio in cui ero caduta non era dovuto allo spavento che mi ero presa vedendo quel corpo, come pensava Lex, né al fatto di essere rimasta traumatizzata dalla vista di tutto quel sangue, come aveva ipotizzato Matt, era dovuto ad un semplice ricordo. Katherine non mi aveva rivelato il suo segreto perché si fidava di me, no! Lo aveva fatto perché era stata costretta a farlo. L'avevo vista uccidere una persona. Proprio come Damon aveva fatto con quella ragazza.

Uscii dal bagno e mi diressi in camera mia. Arrivai davanti alla porta, ma decisi di bussare alla camera difronte.

Alzai la mano per annunciare la mia presenza, ma le voci dei miei amici mi precedettero.

<< Ha paura... >> sentii la voce di Gen

<< Credi che io non ne abbia? Io non capisco >>

<< Non devi capire, amore. Dobbiamo solo fidarci di lei >>

<< E se stesse sbagliando? Tu non hai visto il corpo di quella ragazza. Lo sguardo di terrore sul suo viso >>

<< Lex... >>

<< Dobbiamo andare via da qui. Non so chi sia quella Katherine e mi dispiace che quella ragazza sia rinchiusa in una cripta, ma io me ne voglio andare >>

<< E che cosa diremo a Melissa? >>

Silenzio. Lex non rispose a quella domanda, ma sentii il rumore di un corpo buttato sul letto.

<< Potremmo andarcene sul serio >> riprese << Io, te e Melissa. Potremmo andare ovunque. In un luogo senza licantropi, vampiri o morti. Solo noi tre >>

<< Ma noi ce l'abbiamo una famiglia, Lex. Ci sono persone che si stanno aspettando a casa >>

<< Ricominceremo da capo, allora >>

Di nuovo il silenzio. E di nuovo un corpo che si lasciava andare sul materasso. Abbassai lentamente la mano e mi diressi in camera mia, facendo il più silenziosamente possibile.

Mi sarebbe piaciuto vivere in un mondo normale. Senza vampiri. Senza licantropi. Senza...

<< Bonnie! >>

Improvvisamente capii quello che dovevo fare. Almeno quella sera.

 

*

 

<< Se stai cercando Stefan, non c'è >> dissi, senza alzare lo sguardo dal libro che avevo tra le mani

<< Volevo parlare con te >>

<< Non c'è niente di cui parlare, Elena >>

Per quanto mi sforzassi di essere distaccato, dentro di me ero felice che lei si stesse preoccupando per me.

<< E la ragazza che hai ucciso? >> la sua voce era dura e ferma

Scattai così velocemente che nemmeno io mi accorsi di esserle andato così vicino.

<< È per questo che sei venuta? Per sgridarmi? >>

Cercai di leggere nei suoi occhi, ma l'unica cosa che vi trovai fu delusione.

<< Cos'è successo, Damon? >> disse dolcemente, alzando una mano per posarla sulla mia

<< Non è successo niente >> dissi io

<< Non è vero. Parlami, Damon >>

<< Io non sono Stefan, Elena. Non sono quello buono >>

Vidi Elena accigliarsi e allentare la presa sulla mia mano << Che stai dicendo? >>

Sottrassi bruscamente la mano << Che non m'importa. Non m'importa di quello che pensi, né di quella ragazza che ho ucciso. A me non importa di nulla e sono stanco di fingere che invece sia così >>

<< Non è vero. E lo sai >> disse con forza. Allungò entrambe le mani e mi catturò. I nostri volti erano così vicini che sarebbe bastato uno spiffero di vento per unirci. Dovevo resistere. Io ero il cattivo. Io non amavo. Io usavo le persone e stavo usando anche Elena per ferire Stefan. Niente di più.

<< Elena >>

Ma chi volevo prendere in giro? L'amavo, più qualsiasi altra cosa al mondo. Volevo che fosse mia. Mia per sempre. Ma l'avrei ferita e delusa. Io non meritavo il suo amore.

Elena inspirò profondamente e per un momento credetti davvero che si sarebbe lasciata andare a me.

Poi, quando le nostre labbra si sfiorarono, lei si ritrasse e mi posò una mano sul petto.

<< Non posso >>

 

*

 

<< È stato piuttosto facile >> constatai arrivata davanti alle scalinate che mi avrebbero portato nella cripta. Attraversare il bosco, avevo pensato, sarebbe stata un'impresa eroica. Invece, avevo cominciato a camminare ed ero arrivata senza correre nessun percolo. Il che era strano!

Scesi le scale, sistemandomi meglio lo zaino che avevo sulle spalle. La torcia che stavo utilizzando aveva le batteria scariche, ma fortunatamente il mio cellulare faceva abbastanza luce da illuminarmi il cammino e impedirmi di ruzzolare giù dalle scale. Cosa che feci comunque con gli ultimi tre scalini.

<< C'è qualcuno? >>

<< Bonnie? >> la chiamai

<< Melissa, sei tu? Che ci fai qui? >> chiese sorpresa

<< Ho pensato di farti compagnia >> le dissi

<< Non dovresti stare qui... >>

<< Non preoccuparti >> dissi togliendomi lo zaino << Hai fame? >>

Illuminai il volto di Bonnie con la luce del mio telefono e lei fu costretta a ripararsi gli occhi con una mano.

<< Si... >>

<< Gli oggetti posso superare questa specie di barriera? >>

Lei annuii e si accasciò a terra, appoggiata contro la parete.

<< Bene. Cosa preferisci? >> chiesi indicandole lo zaino

<< Una cosa qualsiasi va bene >> disse sorridendo

Spinsi lo zaino al di là di quell'ostacolo invisibile e mi sedetti accanto a lei.

<< Com'è lì dentro? >>

<< Buio. Umido e triste >> disse addentando uno dei panini << Non è che avresti anche dell'acqua >>

<< Seconda tasca a destra >>

Bonnie aprì lo zaino e rimase stupita << Ma che hai portato? Sembra che ti sia preparata per un pigiama party >>

Ridacchiai e mi sistemai meglio contro la parete.

<< Che hai? >>mi chiese

<< Niente... >> dissi

Lei mi guardò di traverso e io mi sentii attraversare da un lungo brivido.

<< Ti va un po' di musica? >> le chiesi

Lei annuii, ma solo a patto che le raccontassi cos'era successo oggi.

<< Non ti sei persa niente di speciale >> le raccontai scegliendo la canzone << Damon ha avuto una specie di battibecco con Elena >>

<< Non mi sorprende >> disse lei << Ce l'hai Purple Rain? >>

Io annuii, mettendomi a cercarla.

<< Perché hanno litigato? >>

<< Era ubriaco e, sinceramente, non credo che pensasse quello che le ha detto >> le dissi, facendo partire la canzone

<< Damon è fatto così >> disse << Quando perde il controllo, diventa l'essere peggiore che esista >>

<< Già. L'ho notato >>

<< Ti ha fatto qualcosa? >> chiese lei

Io scossi la testa << Oggi Damon ha ucciso una persona >> cominciai << Una ragazza. Lunghi capelli castani, occhi grandi. Ogni tanto la vedevo al Grill. Non la conoscevo, ma la vedevo sempre sorride >>

Non so perché avessi cominciato con questo discorso. Forse, semplicemente avevo bisogno di sfogarmi dopo tutto quello che era successo oggi. Ero rimasta ferma, come un cubetto di ghiaccio. Terrorizzata.

<< Quando abbiamo trovato il suo cadavere, mi sono sentita...persa. Come se improvvisamente fossi finita in un altro mondo. Guardare il suo volto senza vita mi ha riportato alla mente ricordi che credevo di aver dimenticato >>

Negli occhi spenti di quella ragazza avevo visto lo sguardo spaventato del ragazzino che stavo per uccidere, il collo spezzato dell'uomo che Simon aveva ucciso, il bambino investito da Lex e l'anziano signore che Gen aveva soffocato. Nel branco tutti dovevano uccidere per diventare parte della famiglia; nella maggior parte della volte le vittime erano persone ormai vicine alla morte, come nel caso di Gen, o a volte erano semplicemente degli incidenti, come per Lex. Altre volte, toccava ai criminali. Ma anche così, la morte non diventava migliore.

<< L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che quella ragazza era morta. Alla sua età si dovrebbe vivere. Non si dovrebbe morire così >>

<< A volte la vita fa schifo >> disse Bonnie

Io mi voltai verso di lei e portai le ginocchia al petto, stringendole tra le braccia.

<< Mi dispiace >> le dissi

<< Per cosa? >>

<< Se sei qui dentro, è per colpa mia >>

Lei sorrise e tirò fuori dallo zaino il cuscino che le avevo portato << Non è colpa tua. Katherine fa quello che vuole >>

<< Un po' come Damon >> dissi a bassa voce

Bonnie si sistemò il cuscino dietro la testa e mi guardò << Un po' come Damon >>

Restammo in silenzio ad ascoltare il resto della canzone. Più di una volta mi voltai verso di lei e la vidi dormire. Doveva davvero essere stanca.

Prima di chiudere gli occhi, sperai di non sognare quella notte. Sperai di dimenticare quello che era successo. Sperai di dimenticare i vitrei occhi che quella notte vidi ai piedi di Katherine.

 

*

 

<< Siamo quasi arrivati >>

Mi voltai verso mio fratello, che non aveva smesso di guidare da quasi due giorni

<< Non sei stanco? >> gli chiesi

Lui scossa la testa << Ormai manca poco >> disse

<< Domani c'è la luna piena >> gli ricordai

<< Per allora saremo in un posto sicuro e tu potrai trasformarti senza pericolo >>

Mi sistemai meglio lungo i sedili posteriori della macchina e lanciai uno sbadiglio rumoroso

Lui sorrise e io riuscii a vederlo grazie allo specchietto << Dormi >> mi disse << Domani sarà una lunga giornata per te >>

Mi sdraiai, per quanto potevo, e mi misi a pensare. Simon era un licantropo completo, senza problemi a trasformarsi con o senza luna. Io ancora dovevo imparare e facevo fatica perfino quando la luna piena era alta nel cielo. Sorrisi tranquilla. Lui sarebbe stato con me e tutto sarebbe andato nel verso giusto.

 

*

 

Quello era il giorno sbagliato per farmi arrabbiare. O per farmi preoccupare. O per qualsiasi altra cosa. Quella notte la luna sarebbe stata alta nel cielo. E sarebbe stata piena.

Il mio autocontrollo era già andato a farsi un giro. Un giro bello lungo.

<< Farà meglio a tornare tutta intera >> borbottai facendo su e giù per la cucina

<< Sicuro che non abbia dormito in camera sua? >> chiese Matt

<< Si >> disse Gen

<< Ho passato tutta la mattina a chiamarla. Non mi risponde >> dissi, stringendo i pugni

<< Se sei così preoccupato perché non andiamo a cercarla, al posto di restare qui fermi? >>

Io guardai Matt, concordando in pieno con quello che aveva appena detto, ma poi posai lo sguardo sui due licantropi seduti al tavolo.

<< Tornerà >> disse Lex

<< E come fate a saperlo? >> chiesi

<< Tornerà >> disse la ragazza con un sorriso

<< Ha il telefono staccato. Non ha dormito a casa e voi dite che tornerà. Ma come diamine fate a stare così calmi? >>

<< Ieri sera l'ho vista mentre usciva >> ammise finalmente Gen

<< Cosa? >> esclamai al limite << E me lo dici solo adesso? >>

<< Stai calmo, Ty >> disse Lex, mettendomi le mani sulle spalle << Respira >>

Respira un corno! Melissa era sparita e questi se ne stavano fermi a sgranocchiarsi biscotti.

Poi finalmente sentii la porta aprirsi e la figura di Melissa apparire sulla porta. Entrò fischiettando e stranamente allegra posò uno zaino a terra.

<< Buongiorno a tutti >> esclamò

Tentai in tutti i modi di trattenere la sorpresa ma non ci riuscì. La sera prima era entrata in casa come un vegetale e adesso se ne andava in giro fischiettando?

<< È posseduta? >> chiese Matt, mentre Melissa faceva le scale

<< No >> esclamò Gen << È di buon umore >>

Mi voltai di scatto << Cosa sai? >>

Lei sorrise sorseggiando dal bicchiere di vetro << Te l'ho detto che sarebbe tornata >>

<< Lo fa sempre >> disse Lex << Ogni volta che sta male. Sparisce per una notte e quando torna è come se niente fosse successo >>

Io e Matt ci scambiammo un'occhiata perplessa.

<< Le serve un po' di tempo per elaborare il dolore. E quando lo fa rinchiude tutto in un cassetto e poi lo chiude >>

<< Questa non è la cosa più sbagliata da fare? >>

<< No, se permetti a quei ricordi di riaffiorare ogni tanto >>

  
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