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Autore: ilsorrisodivoldy    18/10/2013    6 recensioni
*****SOSPESA*****
La giornata era stata lunga, nonostante non fossi riuscita a concludere nulla. Il mio nemico vagava ancora a piede libero.
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Nella strada alla periferia di Londra, a parte la sottoscritta, non abitavano giovani, esclusi due ragazzi sulla ventina che vedevo tornare a casa o uscire per andare in un pub in centro.
Zayn Malik e Liam Payne, se non sbagliavo.
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«Senti, ragazzina, non provare a prendermi in giro. Potrei farti tutto quello che voglio.» sussurrò riportandomi alla realtà.
«Provaci, Malik, e ti ritrovi appeso al muro per le palle.» lo liquidai, lasciandolo meravigliato dal mio coraggio.
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Mi lasciai alle spalle colui che, speravo, non avrebbe più fatto parte della mia vita.
Mi sbagliavo di grosso.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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Chapter (5)

Contenni un urlo di dolore mentre la donna disinfettava la ferita.
Avevo chiamato Niall dicendogli che avevo recuperato il file. Lui mi aveva chiesto se mi ero fatta male, e, nonostante io dicessi che era solo una piccola ferita, lui si era preoccupato e mi aveva fatto andare al MI6.
Aveva fatto bene, la ferita bruciava, e non poco.
«Devi rimanere a riposo per due settimane, cara.» asserì l’infermiera mentre finiva di coprire la spalla con la garza.
Sbuffai.
«Ma posso muovere il braccio, guardi.» dissi, prima di muovere l’arto sinistro.
Emisi un gemito.
«Hai visto? Resta a casa un po’, quando toglieremo la garza potrai tornare al lavoro.».
La ringraziai e uscii dall’infermeria, dirigendomi all’ufficio di Niall.
Entrai, dopo aver aspettato il consenso, e mi sedetti sulla sedia di pelle nera.
«Il file?» chiesi impaziente. Il biondo sorrise.
«È protetto da codici di massima sicurezza, ci vorrà tempo per accedervi, e non sappiamo manco se riusciamo a farlo. - sospirò. – In ogni caso tu devi riposare, quindi non andrai in missione.».
Annuii.
«Ora torna pure a casa.».
Lo salutai e, presa la mia borsa dall’armadietto, uscii e andai in macchina.
La misi in moto e, partii verso casa.
Durante il tragitto pensavo. Pensavo a tutto ciò che era capitato in quei pochi giorni.
Pensavo a mia madre, che non faceva niente per cambiare e per offrire una vita migliore ad Angie.
Pensavo a mia sorella, che, ignara di tutto, voleva bene a mia madre.
Pensavo al messaggio di mio padre, ricevuto poche ore prima, in cui l’uomo mi diceva di andare a Bradford per le vacanze e che gli mancavo.
Pensavo al mio lavoro, a quanto lo amassi nonostante il costante pericolo.
Pensavo a Zayn, alla sua bellezza che cresceva a pari passo della sua stupidità.
Pensavo a Liam, il mio vicino stalker.
Chissà perché non mi aveva mai parlato.
Arrivai a casa e, appena entrata, guardai l’orologio. Segnava mezzanotte e tre minuti.
Lanciai il cellulare sul divano e salii le scale, diretta in camera per dormire.
 
Mi svegliai alle nove e scesi per fare colazione. Facevo tutto con calma, poiché non potevo andare al lavoro.
Mi alzai sulle punte per prendere una tazza. Quando tirai su il braccio una fitta mi attraversò la spalla. Emisi un gemito di dolore.
Dopo aver mangiato, mi feci una doccia e mi vestii.
Avevo freddo, così accesi la stufa che avevo nel soggiorno.
Prima di sdraiarmi sul divano spostai il cellulare sul tavolino.
Stavo pensando alla bellezza di Daniel Craig, quando l’iPhone squillò. Lo afferrai e risposi, senza leggere chi mi stesse chiamando.
«Pronto?» dissi.
«Sorellona!» urlò qualcuno dall’altro capo del telefono.
«Angie?»
«Oggi posso venire da te? Mamma è fuori per lavoro e io sono a casa da sola…» chiese.
«Certo! Vengo a prenderti.» le risposi. Non posso manco lavorare, pensai.
Mi vestii e andai a casa di mia sorella. Appena bussai alla porta questa si aprì di scatto, e diede spazio a una Angelina sorridente, che uscì di casa e andò in macchina.
Tornai a casa mia e la feci entrare.
«Jenny, giochiamo a Just Dance?» domandò.
Annuii.
Sapevo che mi avrebbe fatto male la spalla, ma decisi di accontentare Angie.
Accesi l’x box e infilai il disco. La barra kinect si accese.
Angie scelse la canzone: On the floor.
Il ballo partì, e mentre cercavo di muovermi a tempo osservai mia sorella. Ballava leggiadra, con tranquillità e sorridendo.
Finito lo strazio, mi buttai sul divano.
«Non ballerò mai più, lo giuro.» sospirai.
«Solo perché ti ho battuto. – disse la bambina facendo la linguaccia. – Che ti sei fatta alla spalla?» chiese poi.
«Distorsione.» mentii.
Suonò il campanello, e Angie andò ad aprire.
«Sorellona, è Zayn.».
Alzai gli occhi al cielo e mi sollevai, raggiungendo mia sorella alla porta.
La figura slanciata del moro apparve ai miei occhi. Indossava una maglietta bianca, che risaltava, e non di poco, i pettorali, e un paio di Frankie Garage grigi.
«Che vuoi?» gli chiesi impaziente, mentre Angie tornava in salotto a ballare.
«Sono venuto a riportarti lo zucchero.» disse porgendomi la confezione.
La presi e lo fissai.
«Perché non te ne vai?» chiesi.
«Che ti sei fatta alla spalla?».
«Non sono affari tuoi. - dissi fredda. – Addio.» aggiunsi chiudendo la porta.
Bussò di nuovo.
«La finisci di scartavetrarmi le ovaie?».
Rise.
«Ciao.» asserì dandomi un bacio su una guancia.
Assunsi una faccia schifata e strofinai la mano sulla zona interessata, provocando una risata da parte sua.
Salutò con la mano e se ne andò.
Odioso. Era davvero odioso.

Sbem!
Se mi faccio schifo? Sì.
Fossi in voi mi picchierei.
Scusate se non posto da un mese e il risultato è sta merda. Oltretutto corta.
Il problema è: LICEO.
Sta cazzo di scuola mi tiene occupata tutti i pomeriggi, soprattutto quando devo studiare fisica. Maledetta prof.
Nel prossimo capitolo c'è un colpo di scena, vi dico solo di non dimenticarvi cosa ha detto Zayn di Liam OuO
Spero di aggiornare presto ç.ç
Alice

 
  
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