18/10/2013
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Famiglia.
Era tutto ciò che Elijah possedeva e tra non molto si sarebbe allargata con la nascita del figlio di Niklaus e la gioia lo investì all’istante. Si erano pugnalati alle spalle innumerevoli volte, ma non si poteva abbandonare un fratello in difficoltà. Per lui era essenziale, credeva ancora nella sua famiglia anche se Rebekah non era entusiasta di essere a New Orleans; ultimamente era fra le nuvole e col cellulare spesso in mano. Non sapeva dov’era stata per tutta l’estate, non voleva immischiarsi in ulteriori complicazioni, ma era tremendamente preoccupato per la sorella.
I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo nella grande villa del fratello Niklaus infuriato.
-Problemi con Hayley?- chiese senza mostrare nessun sentimento. La licantropa non era un problema per loro, era sempre stata una persona indifferente all’Originale. Non riusciva ancora a capacitarsi della motivazione che aveva portato il fratello a concedersi con così tanta facilità. Forse soffriva per l’ennesimo rifiuto di Caroline oppure aveva ceduto ad un impulso carnale? Sapeva benissimo del poco autocontrollo che Niklaus possedeva, ma addirittura concepire un figlio!
Lo intimò a parlare con un gesto secco della mano e vide il fratello minore versarsi un bicchiere di brandy.
-Quella cagna continua a girarmi intorno ricordandomi chi porta in grembo!- sentenziò l’ibrido ingurgitando tutto d’un fiato il liquido ambrato.
Elijah si infuriò. Poteva benissimo non amarla, detestarla ma portava una sua creatura nel ventre!
-Niklaus.- Quel solo nome conteneva tutto il disaccordo e la rabbia repressa.
-Non ti permettere di parlare così di lei e della creatura nel suo grembo è tuo figlio! Non cambierai mai vero Niklaus? Non migliorerai mai, facendo diventare la nostra una vera famiglia, è impossibile! Sei troppo egoista. E questo tuo egoismo ti porterà alla solitudine Niklaus. Anche la mia pazienza ha un limite, non oltrepassarlo.-
Il fratello si voltò di scatto, sgranando gli occhi, sorpreso ed intimidito dal tono di Elijah. Era sempre stato il più tranquillo, pacato e dedito alla famiglia che la sua avesse mai avuto, ma ora era un incendio indomabile, senza nessun motivo apparente.
Niklaus non sapeva che suo fratello era esploso per un nonnulla solamente dopo aver avuto un dialogo poco piacevole con l’unica donna che era riuscita a scaldare il suo cuore di ghiaccio; Katherine.
Elijah lasciò la stanza sbattendo la grande porta di legno, rompendo i cardini. Superò il corridoio con lunghe falcate, uscendo all’esterno, prendendo una boccata d’aria, avendone stranamente bisogno.
La brezza marina stava decisamente raffreddando il corpo statuario e l’anima di Katherine, seduta ancora sul piccolo scoglio, mentre guardava l’orizzonte sentendosi in colpa.
L’ orgoglio era riaffiorato all’improvviso, senza darle il tempo di ragionare e di essere sincera.
Aveva mentito. Il suo cuore non era stato abbastanza forte da sconfiggere l’orgoglio, da riuscire a schiacciarlo. Non poteva confidare ad Elijah che aveva venduto la spilla di famiglia, che era in una casa squallida, senza nessun uomo che pendeva dalle sue labbra; perché dal giorno in cui l’Originale l’aveva lasciata, la sua vita aveva perso di significato. Voleva solamente farla pagare alla sua doppelganger, distruggere quella ragazzina e la sua felicità, ma il destino non aveva avuto compassione per lei, anzi l’aveva punita dandole la cosa che la spaventava di più: l’umanità. Era nata per essere una vampira, l’aveva capito dal momento in cui si era risvegliata con la gola bruciante, sentendo la voglia di sangue umano. Era stato adrenalinico, entusiasmante. Aveva passato i successivi cinquecento anni a scappare, Niklaus la voleva morta e questo l’aveva portata a chiudersi, a creare una donna diversa, cinica, stronza, manipolatrice. La maschera che aveva imparato ad indossare, era diventata parte di lei.
Katherine e Katerina.
Due sfumature della stessa anima. Per tutti era Katherine, sfruttatrice e donna dalle movenze feline.
Per Elijah era semplicemente Katerina, dolce e di poche parole.
Si alzò finalmente dal piccolo scoglio, dirigendosi a grandi passi verso la sua nuova e povera abitazione, ma venne interrotta da una voce alta, dall’accento marcato. Un brivido la fece indietreggiare di un passo ma alzò lo sguardo verso l’uomo che aveva di fronte. Era spaventata, confusa e allerta.
Sapeva benissimo di che cos’era capace ma non voleva accertarsene sulla sua pelle. Lo sguardo di lei era duro, mascherato da Katherine, mentre cercava di nascondere Katerina e la sua vulnerabilità.
-Ecco il motivo del malumore di mio fratello, ora mi è tutto chiaro!- L’uomo sorrise avvicinandosi alla ragazza e le prese il mento fra le mani stringendo appena ma provocandole una fitta di dolore.
- Niklaus. - Usò lo stesso tono furioso di Elijah e l’ibrido sorrise prendendola per un braccio, sicuro della sua decisione. Katherine cercò di resistere alla stretta ma gemette per il dolore e si lasciò trascinare.
-Cosa vuoi da me Niklaus? Non posso essere usata per i tuoi ibridi, ho la cura in corpo! Questo li ammazzerebbe!- Era una realtà disarmante ma Klaus ne era già a conoscenza quindi sorrise guardando la ragazza negli occhi, stringendo lo sguardo.
-Tu verrai con me e farai ogni cosa che ti chiedo mia piccola ed indifesa Katherine; sarai alla mia mercé, accontenterai ogni mio piccolo capriccio e ne sarai appagata, ma non voglio che mio fratello scopra che ti ho soggiogata, quindi sta molto attenta con lui, sii te stessa in sua presenza- Voleva giocare, divertirsi e far pagare quel piccolo affronto da parte di Elijah.
Lei annuì col capo sentendosi vulnerabile e seguendo l’ibrido fino alla grande auto dove stette per tutto il tragitto in silenzio.
Il grande portone si aprì con energia ed Elijah fece ritorno nella grande villa, senza aver smorzato il fuoco dentro di sé, senza aver dimenticato gli occhi grandi color nocciola di Katherine.
Non poteva minimamente sospettare cosa stesse succedendo nel grande salone, dove la legna scoppiettava nel camino; non immaginava che la donna che faceva fremere il suo corpo era sotto le sue stesse mura con Niklaus, in balia dell’ibrido.
-Ricordi mia cara Katherine? Il fuoco era acceso nella camera, ma erano i nostri corpi allacciati a scaldare l’atmosfera, a consumare la lussuria, a incorniciare i nostri respiri affannosi-
La voce di Niklaus giunse alle orecchie dell’Originale che aprì di scatto la porta, trovandosi davanti una scena così sbagliata, l’ennesima pugnalata al petto del fratello.
Involontariamente registrò ogni minimo particolare; le labbra del fratello erano sull’orecchio di Katerina e lei aveva una spallina del vestito abbassata sulla spalla e lo sguardo di lei era smarrito in quello di Klaus.
“-Pensi che io voglia una vita monotona? Pensi davvero che io sia buona? Sono nata per essere vampira e non aspetterò di invecchiare e morire. Mi farò trasformare nuovamente, ho già individuato il mio creatore- “
Quelle parole fecero capolino nella mente di Elijah che, furioso, si scaraventò contro il fratello, senza dare un’altra occhiata alla ragazza che si era tirata su la spallina arrossendo.
-Come hai potuto Niklaus? Hai in mente in cosa ti stai cacciando?-
Non poteva immaginare che Katerina, la sua Katerina avesse scelto Niklaus come suo nuovo creatore e perché il fratello aveva accettato? Per pugnalarlo di nuovo, per fargli pagare il piccolo affronto di prima.
-Vorresti veramente privare questo bel faccino dell’immortalità? Guardala ora; occhiaie, pelle spenta, paura nello sguardo. A me piaceva la Katherine vampira, era sexy!- Klaus sorrise schernendo il fratello e la ragazza rimase immobile, non sapendo bene dove guardare ma alla fine decise di posare il suo sguardo sul più grande dei fratelli ed Elijah perse un battito. Vide un chiaro sguardo di sfida; Katherine aveva preso il sopravvento, rinchiudendo la dolce e sensibile Katerina in un angolo della sua anima. Con il supporto di Niklaus, Katherine avrebbe sempre vinto su Katerina, sempre. Ne era certo.
-Non voglio immischiarmi nelle vostre faccende personali, ma Niklaus ricorda le tue priorità, non perdere tempo con questi giochetti, mi avete stancato entrambi.-
Elijah aprì la porta senza degnare i presenti di un ultimo sguardo e se ne andò col cuore letteralmente distrutto.
-Bravissima mia cara Katherine.- L’ibrido si avvicinò alla ragazza che sorrise in preda ad un compiacimento dovuto al soggiogamento di Niklaus. Le sfiorò appena le labbra con le sue, sussurrandole il prossimo ordine con un ghigno sul viso.
-Ed ora dovrai farlo ingelosire, dovrà impazzire per un tuo bacio che tu non gli concederai mai, chiaro?-
Gli occhi della ragazza si aprirono un poco ed annuì col capo senza emettere nessun suono perché venne smorzato dal bacio prepotente e di potere dell’Ibrido.
SPAZIO ALL'AUTRICE:
Chiedo scusa veramente a chi segue questa mia FF ma purtroppo l'ispirazione non arrivava ed ero decisa a mollare tutto.. ma poi guardando la nuova stagione di TVD e TO mi è tornata la voglia e tadan!
Spero di non essermi fatta odiare con questo capitolo, ma bisognava movimentare la storia non trovate? E poi conosciamo tutti quanti Klaus o no?
Vi ringrazio se sarete ancora con me in questa avventura e prometto che non sparirò di nuovo!
A presto
Ele
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