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Autore: _Takkun_    18/10/2013    4 recensioni
Una piccola storiella basata sul primo incontro avvenuto tra Gol D. Roger e Portuguese D. Rouge a Baterilla.
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bagy il clown, Gold D. Roger, Portuguese D. Rouge, Shanks il rosso, Silvers Rayleigh
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'About Roger'
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Roger&Rouge~
 
“Finalmente una nuova isola!” Esultò euforico un uomo dai folti baffi scendendo di corsa giù dalla nave.
“Capitano, non corra in quel modo!” Urlarono in coro i due mozzi sporgendosi dal parapetto, preoccupati. Roger si limitò ad ignorarli salutandoli, sorridente, con la mano.
“Ehi, Rayleigh.” Lo chiamò Crocus, il medico di bordo. Il diretto interessato era appoggiato di spalle contro l’albero maestro con le mani dietro la testa, assorto come al solito nei suoi pensieri. “Che c’è?” Chiese.
“Siamo sicuri di lasciarlo andare in giro da solo? Certo, le sue condizioni sono leggermente migliorate ma non vorrei che…” L’uomo venne interrotto dalla risata del Re Oscuro.
“Andiamo Crocus…” Cominciò. “…lo conosci da molto ormai, sai com’è fatto. Sarebbe sceso con o senza il tuo permesso e se gli succede qualcosa sono fatti suoi. Per la prossima volta avrà imparato la lezione.” Socchiuse gli occhi inspirando profondamente la brezza marina. “Lo spirito libero che è in lui non può essere fermato.” Sorrise.
“Io dico che la prendi troppo alla leggera.” Si grattò la nuca il medico, indeciso sul da farsi. “Quell’irresponsabile non ha nemmeno preso la sua medicina, oggi...” Pensò e sospirando sconsolato disse: “Credo che andrò a riposarmi nella mia cabina. Per qualsiasi cosa sono lì.” Lo avvisò.
“Va’ tranquillo e fatti una bella dormita. La nave non sarà più tanto tranquilla quando tornerà dalla sua visita turistica.” Gli disse ricevendo in risposta un -Eh, lo so bene… - sussurrato appena. Rayleigh, dopo aver visto Crocus andarsene definitivamente, non aspettò un secondo di più prima di chiamare i due mozzi: “Ehi, voi due!” Urlò rivolto a Shanks e Buggy, ancora appoggiati al parapetto.
“Dice a noi?” Chiesero sempre in coro indicandosi.
“Precisamente. Ho un compito da affidarvi. So che qui a Baterilla il whisky è di ottima qualità, quindi andrete a fare delle commissioni per me.”
I due si guardarono e sospirarono. “Di quante bottiglie stiamo parlando?” Chiese Shanks alzando un sopracciglio, portandosi le mani ai fianchi. “E Crocus lo sa?”
“Una dozzina credo possano bastare…” Rispose tranquillamente l’uomo. “E si, si, gliel’ho detto ma, voi non fatene parola con lui, ok?” Disse con un’espressione da finto innocente.
“Come al solito lo dobbiamo coprire e come se non bastasse se le scolerà tutte lui.” Pensò Buggy guardandolo di sottecchi.
Shanks scrollò le spalle. “Bene, vado subito.” Cominciò ad incamminarsi con le mani in tasca.
“Come sarebbe “vado” ?! Rayleigh ha parlato al plurale!” Protestò il pirata pagliaccio.
“Credi di essere in grado di capire la qualità di un alcolico? Perché ho i miei dubbi, amico mio…” Disse Shanks incrociando le braccia al petto.
“Prima di tutto io e te non siamo amici! Secondo, saprei capirlo meglio di te! Sei ancora un bamboccio quindi fatti da parte.” Lo sorpassò colpendolo bruscamente con la spalla.
“Chi sarebbe il bamboccio?!” Lo afferrò per un polso, il rosso. “Vorrei ricordarti che sei tu quello che diventa ubriaco fradicio solo dopo un bicchiere di vino. Uno che non riesce a reggere l’alcool non è adatto per questo compito!” Gli prese il viso tra le mani cominciando a tirargli le guance. “E ti sbagli… io e te siamo molto amici.” Gli sorrise a trentadue denti.
Buggy infastidito dalle sue parole e sconcertato da tutta quella ingenuità ricambiò il gesto dell’amico, tirandogliele quasi con l’intento di strappargliele via dalla faccia. “Già, hai ragione. Io e te siamo molto amici!” Disse con tono di sfida rafforzando la presa, fino a farle diventare rosse quanto il colore dei suoi capelli.
“Visto? L’hai capito pure tu!” Rispose con lo stesso tono afferrandogli, questa volta, il naso.
Una vena sulla fronte di Rayleigh cominciò a pulsare e questo non prometteva niente di buono. Sarebbero mai riusciti ad imparare la lezione quei due? Si alzò, visibilmente alterato, dirigendosi a passo lento verso i giovani mozzi, ora intenti a tirarsi per i capelli. Due pugni ben assestati e, sia Shanks che Buggy, con un bernoccolo da record in testa, caddero sul ponte sbattendo con forza il didietro.
“Non m’interessa minimamente chi tra i due decide di andare! L’importante è che io abbia il mio whisky il prima possibile! Sono stato abbastanza chiaro?” Li guardò con fare omicida. Indovinate un po’ qual era la cosa più importante al mondo per il nostro caro Re Oscuro? Lo so. Difficile da capire, eh?
I ragazzi rabbrividirono e borbottando qualcosa di incomprensibile, si diressero entrambi giù dalla Oro Jackson massaggiandosi doloranti i grandi bernoccoli, seguiti dallo sguardo attento di Rayleigh fino a quando non ebbero girato l’angolo.
“Possibile che debba ritrovarmi a fare da baby-sitter a tre mocciosi su questa nave? Credevo di essere un pirata…” Ritornò appoggiato all’albero maestro decidendo di approfittare di quella momentanea pace per schiacciare un pisolino.

§§§§§
 
“Quando tornerò alla nave mi beccherò una sgridata da Crocus…” Sussurrava tra se e se Roger, camminando per le vie del piccolo paesino di Baterilla. “Comincerà a parlare della malattia e bla, bla, bla… Sono un pirata, per la miseria! Non posso avere il rimpianto di non aver visitato questo posto per colpa di una stupida malattia! Il futuro Re dei pirati non è certo così debole!” Aprì le braccia alzando la testa verso il cielo, ridendo. Peccato che con tutto quell’entusiasmo finì per colpire qualcuno e, senza nemmeno accorgersene, continuò tranquillo la sua camminata cominciando a fischiettare.
“Ehi tu!” Sentì una voce femminile alle sue spalle ma non si voltò. Chi avrebbe potuto chiamarlo se lì non conosceva nessuno? Specialmente se si trattava di una donna. Cambiò idea quando qualcosa lo colpì alla testa con forza.
“Ahia!” Si lamentò portandosi una mano sul punto colpito. Una mela rotolò tra i suoi piedi, probabilmente era stata quella l’arma utilizzata. Si voltò ritrovandosi faccia a faccia un viso tempestato di simpatiche lentiggini.
“Quando qualcuno ti chiama è buona educazione fermarsi, futuro Re dei pirati!” Disse con fare sarcastico la donna premendo l’indice contro il petto di Roger che nel frattempo era rimasto immobile. La donna che aveva davanti era snella, con lunghi capelli ondulati di colore biondo rossiccio e, sul lato sinistro di essi, vi era un ibisco rosso con cinque petali. Indossava una veste chiara a maniche corte, lunga fino ai piedi che ogni tanto svolazzava alla prima folata di vento. E, da quanto aveva capito, possedeva un bel caratterino se aveva avuto il coraggio di colpire un uomo della sua stazza con quella semplice mela. Si ridestò dai suoi pensieri non appena la giovane cominciò a sventolargli una mano davanti la faccia. “Ci sei? Ti ho forse colpito troppo forte?” Chiese con fare preoccupato. Roger negò prontamente con vigore. “No, no! Ho la testa dura io, figurati!” Cominciò a grattarsi la nuca impacciato. Perché si sentiva così… nervoso? Cominciò a porsi mentalmente mille domande. Forse in fondo, ma molto in fondo, avrebbe dovuto prenderla quella stupida medicina.
 “Sei un tipo strano, lo sai?” La dolce risata della donna interruppe i suoi pensieri.
 “Me lo dicono in molti!” Si unì anche lui alla risata. “Però l’essere strano è anche uno dei miei pregi. Comunque, posso sapere il nome della persona che ha avuto il coraggio di lanciarmi una mela?” Si abbassò raccogliendo il frutto, soffiandoci un po’ sopra.
“Rouge.” Prese la mela dalla mano di Roger dandogli un morso. “E tu, pirata?” Chiese alzando un sopracciglio. L’uomo sorrise e, riprendendo il frutto rispose: “Roger.” E diede anche lui un morso ad essa.
“Felice di fare la tua conoscenza, Roger. Nonostante tu sia un cafone, stai cominciando a starmi simpatico.” Lo sorpassò controllando con attenzione il cestino di vimini appeso al suo braccio con all’interno frutti di ogni tipo. “È un peccato che abbia sprecato quella mela, era deliziosa.” Sospirò allontanandosi.
“M-ma aspetta!” La rincorse subito, Roger. “Te ne vai così?” Le chiese afferrandole una spalla.
“Ti riferisci a piedi? Perché se tu sai volare un passaggio lo accetto molto volentieri. Sai il cestino pesa.” Rispose Rouge ironica. Ironia che il pirata non colse.
“No, non so volare ma te lo posso portare io! Non mi costa niente e poi posso approfittarne per fare un giro in tua compagnia.” Le sorrise ampliamente lasciandola senza parole. Possibile che un uomo della sua età fosse tanto ingenuo? Forse era tutta una messa in scena per ingannarla e magari derubarla. Doveva tener presente che si trattava pur sempre di un pirata… Eppure, senza saperne il motivo, sentiva di potersi fidare. “Una persona come lui, con quel sorriso, non può essere malvagia.” Pensò tra se e se e una piccola risata le scappò ripensando a ciò che aveva detto qualche secondo fa: “Posso approfittarne per fare un giro in tua compagnia.”
“Visto che ci tieni tanto, signor pirata…” Gli disse. “Puoi accompagnarmi ma, il cestino lo porto io. Non sono certo così debole.” Lo imitò, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro, facendolo sorridere nuovamente.
“Ne sono certo ma… devo… ins- “
Roger barcollò e accasciandosi, appoggiò i palmi delle mani a terra cominciando a respirare affannosamente. “Dannazione, potevo resistere un altro po’…” Sussurrò a denti stretti.
“Roger!” Si abbassò velocemente alla sua altezza, Rouge, posandoli una mano sulla fronte. “Ma tu hai la febbre.”
“A quanto pare.” Disse mantenendo lo sguardo rivolto a terra. “Sarà meglio che torni alla nave…” Fece per alzarsi finendo però col cadere nuovamente a terra.
“Ma se non riesci nemmeno a reggerti in piedi...” Lo guardò severa pensando poi a una cosa. “Non è che stai recitando per far sì che ti porti a casa con me?” Incrociò le braccia al petto sospettosa.
“Purtroppo le bugie non sono il mio forte…” Tossì stringendo le mani a pugni.
“Di solito sono diffidente…” Si alzò da terra sistemandosi il vestito. “Non so quale potere tu abbia, ma voglio aiutarti…” Prese il braccio di lui mettendolo attorno le sue spalle, riuscendo a sollevarlo da terra con grande sorpresa da parte di quest’ultimo.
“Ti ho detto che sono forte…” Gli sorrise dolcemente. “Ma non lasciarti andare troppo o rischiamo di cadere entrambi.” Ci scherzò su, facendo sparire dal volto di Roger qualche smorfia di dolore.
“Ti ringrazio… Rouge.” Disse con la poca voce rimasta riuscendo a farla arrossire.
“Ma che ti succede, Rouge? Non è da te arrossire per certe cose…” Pensò ringraziando il fatto che il pirata avesse lo sguardo rivolto a terra, così da non poterla guardare.
 
To be continued…
 
Angolo autrice:
 
Ehilà ciurma!
Alloora! In questi giorni mi sento veramente in vena con la scrittura ed eccomi qui a proporvi questa storiella su una delle mie coppie preferite! ^^
In realtà, doveva trattarsi di una one-shot (una cosa breve, insomma) ma poi, un sacco di idee si sono affollate nella mia mente e così diventerà un po’ più lunga di quanto avessi inizialmente pensato (il secondo capitolo sarà l’ultimo).
L’idea del primo incontro tra Roger e Rouge mi è venuta in mente mentre guardavo fuori dal finestrino del pullman (ho visto un paio di galline e lì mi è venuta u.u)
Marco: che volete farci? La sua sanità mentale è irrecuperabile -.-“
Spero che sia piaciuto come primo capitolo e se volete recensire io sono più che felice ^^
Chiedo scusa in anticipo nel caso trovaste errori ortografici.
Ci vediamo alla prossima!
Un bacione ;3
 
  
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