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Autore: Layla    18/10/2013    2 recensioni
Quando la porta si chiude ho un brivido che è un misto di paura e piacere. Mi sto mettendo alle spalle la mia adolescenza per iniziare la mia vita adulta e fa un po’ paura.
“Ruby?”
La voce di Tom mi riscuote e mi fa capire che non sono da sola: ho una sorella, degli amici e un ragazzo.
“Arrivo, scusa. Momento di….”
“Paura?”
Lui sorride.
“Succede a tutti.”
Mi tende una mano e io sorrido mentre la afferro.
“Sono pronta.”
“Bene, allora carichiamo le cose in macchina che si parte e che Dio ce la mandi buona.”
SEGUITO DI "DUE SU DUE".
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Scott Raynor, Tom DeLonge, Travis Barker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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31) Complimenti, signora!  È incinta!

 

Che bello tornare a casa dopo così tanto tempo fuori!
Il sole sembra diverso e migliore qui a San Diego, l’oceano ha una sfumatura blu ineguagliabile e la brezza marina è paradisiaca, soprattutto quando muove le tende del nostro vecchio appartamento che abbiamo riottenuto.
Contrariamente alle nostre previsione è pulito fino a potersi specchiare su ogni cosa e il letto ha un profumo di bucato delizioso.
Mark mi prende per mano e mi trascina sopra togliendomi i vestiti, mentre io faccio lo stesso con lui, siamo troppo stanchi per fare l’amore, ma per stare abbracciati no.
Rimaniamo così, godendoci questo venticello fino a quando non iniziamo a sentire freddo, poi ci rintaniamo sotto le coperte.
“Devo scendere a ringraziare la signora Meg.”
“Dopo.”
“Uhm, sì. Hai ragione, sono stanchissima. Non ne potevo più di quel volo.”
“Anche io.
Mormora insonnolito per poi cadere immediatamente addormentato, io lo seguo poco dopo e probabilmente continueremmo a dormire fino al giorno dopo se qualcuno non si lanciasse sul nostro letto rischiando di sfondarlo.
Ma chi diavolo è così scemo da fare una cosa del genere?
Prima ancora di aprire gli occhi la risposta lampeggia nel mio cervello: Thomas Matthew DeLonge Jr.
Apro gli occhi e trovo il suo faccione sorridente a pochi centimetri dalla mia faccia.
“TOOOM!”
Urlo facendolo arretrare e svegliando completamente Mark, che si alza, prende una maglia per farne una frusta e comincia a inseguire rabbioso il suo amico urlandogli le peggio cose.
Tom scarta, corre, salta come una scimmia e vomita scuse; io mi lascio cadere sul letto: ho mal di testa grazie a lui.
“Tom, che cazzo vuoi?”
Urla Mark.
“Ci hanno messo sotto contratto!”
“Chi ha messo sotto contratto chi? E sii convincente o con questa ti ci strozzo!”
Tom deglutisce.
“La MCA! Hai presente quelli che Anne ha chiamato papaveri?
Beh, erano lì per noi, per vederci suonare e li abbiamo convinti, tra due giorni abbiamo un colloquio con la casa e pare che comunque sia una proforma. Dicono che abbiamo già un produttore di nome Jerry Finn!”
Mark rinuncia all’istante all’idea di strozzare Tom con la maglia e si limita a guardarlo un po’ scettico.
“Come faccio a essere sicuro che non è uno dei tuoi soliti scherzi, Tom?”
Lui gli porge una lettera che Mark legge molto attentamente, inizialmente  la sua fronte si corruga, poi si distende e infine abbraccia Tom urlando cose senza senso.
Io lo guardo sbalordita quando si dirige verso di me e mi alza dal letto, costringendomi ad attaccarmi come un koala a lui mentre mi fa fare una giravolta.
“Amore, tra due giorni abbiamo un colloquio!!”
Urla a due centimetri dalle mie orecchie, rischiando di farmi diventare sorda.
“Sono tanto felice per voi! Ve lo meritate!
Siete bravissimi!”
Mark e Tom ululano di gioia come due cani, credo che ormai i vicini pensino che siamo del tutto impazziti, che l’Australia ci ha rubato quel poco cervello che avevamo.
“Evvai, stasera avrò un motivo per fare sesso!”
Mark gli lancia la maglia/frusta addosso.
“Stai parlando di mia sorella, porta un po’ di rispetto! Bestia!”
Tom lo guarda un attimo senza capire, poi la sua bocca diventa una O perfetta e si porta una mano davanti alla bocca.
“Scusa, Mark. Stasera usciamo a festeggiare?”
“Forse sì. Adesso lasciaci dormire!”
“Va bene, posso dormire qui? Non ho voglia di tornare a casa.”
Mark annuisce.
“Sul divano e fai poco casino!”
Tom annuisce e finalmente lascia la nostra camera, Mark si butta a peso morto sul divano. La faccia sepolta nelle lenzuola.
“Ancora non ci credo che una major voglia noi sotto contratto, siamo così poco adatti.”
“Per me hanno visto del talento in voi, quelli non sprecano soldi a buffo, lo sai.”
Mark annuisce e striscia verso di me per poi attirarmi in un abbraccio.
“Quanta gente ci darà dei venduti?”
“Nessuno, se voi farete quello che volete e in cui siete bravi a fare.”
Lui sospira.
“Dai, dormiamo.”
Io annuisco e finalmente riusciamo a riprendere il sonno interrotto da quell’essere che ora dorme sul nostro divano.
Sogno cose strane che mi lasciano addosso una sottile inquietudine al risveglio, è come se quello che adesso ho fosse in bilico, ho l’impressione che presto un cataclisma lo distruggerà.
Reggeremo alla fama?
Che domanda sciocca, siamo sopravvissuti a mia madre e al tour, perché non dovremmo sopravvivere a questo?
Con questi pensieri vado in cucina – costatando che Tom dorme della grossa – e apro il frigo: dentro c’è una teglia di lasagne, regalo della signora Meg.
Visto che i due maschietti dormo ancora scendo dalla mia vicina per ringraziarla, busso alla porta e vengo accolta dal signor Fitzpatrick.
“Buonasera, signor Joshua.”
“Buonasera anche a te, Ruby. Siete tornati da poco?”
“Qualche ora. Dov’è sua moglie?
Vorrei ringraziarla per aver dato una sistemata al nostro appartamento e per le lasagne.”
“In cucina.”
La raggiungo in cucina e la trovo intenta a preparare da mangiare.
“Signora Meg…”
“Ciao, Ruby!”
“Buonasera, sono venuta a ringraziarla per aver sistemato il nostri appartamento e per le lasagne. Io e Mark le siamo grati.”
“Figurati, per così poco. Per me siete come due figli.”
“Grazie mille lo stesso.”
Dico io rossa come un pomodoro.
“Adesso la lascio cucinare e poi devo svegliare Mark e Tom per la cena.”
“Va bene. Buona cena, tesoro.”
“Buona cena anche a lei.”
Salgo al mio appartamento e trovo Mark e Tom svegli che contemplano la lettera della MCA.
“Dov’eri?”
“Dalla signora Meg, l’ho ringraziata per aver pulito il nostro appartamento e per la cena.”
“Cena?”
Lo sguardo di Tom si pianta nel mio, speranzoso.
“Sì, ci sono delle lasagne nel frigo e ora vado a metterle in forno.”
“Che bello!”
Urla Mark.
“Devi provarle, Tom, sono spettacolari!”
“Se Ruby mi lascia rimanere a cena.”
“La cena è compresa nel fatto che tu abbia dormito qui.”
Dico divertita avviandomi verso la cucina, dove inforno le lasagne, e poi mi siedo sul divano con loro.
Non mi sento molto bene, il profumo delle lasagne – che di solito amo – mi ha dato un conato di vomito.
Probabilmente è colpa del jet-lag, mi dico, non può essere altro, vero?
Soffoco così i timori di una mia possibile gravidanza, perché capiterebbe nel momento peggiore della vita, adesso che forse qualcuno si interessa ai blink-182.
Venti minuti dopo siamo tutti riuniti intorno alla tavola e mangiamo con gusto le lasagne di Meg Fitzpatrick, la mia nausea è momentaneamente archiviata.
“Dove andiamo a festeggiare?”
“Soma! Chiama anche Trav e gli altri.”
“Lo farò… dal vostro telefono.”
Io annuisco e lui si attacca al nostro apparecchio, chiama Trav, Matt (e David), mia sorella, Skye e Hayley dandogli appuntamento per le dieci fuori dal Soma.
“Bene, ragazzi e stasera ci si ubriaca.”
“Non esagerare!”
Gli ringhia Mark.
“Stai tranquillo, non farò del male a tua sorella, la amo.”
Mark sembra convinto perché annuisce con un basso grugnito.
“Come mai sei tanto protettivo con Anne, Markey?”
“Perché è la mia sorellina, l’ho sempre protetta e continuerò a farlo anche se questo significasse mettermi contro di te.”
Tom annuisce.
“È una ragazza speciale.”
“Molto speciale.”
“Non è adorabile il modo in cui protegge Anne, Ruby?”
Io annuisco, stiracchiandomi.
“Certo che lo è! Per questo e altre cose lo adoro!”
“Ah, che carini! A tra quanto il matrimonio?”
Io e Mark rimaniamo entrambi senza parole, tra noi non si è mai parlato di matrimonio e non sappiamo cosa dire a Tom, che si accorge del nostro disagio e comincia a muovere le mani avanti e indetro.
“Scusate, non sapevo fosse un argomento delicato!”
Vado a fare una doccia.”
Detto questo si eclissa rapidamente lasciandoci parecchio in imbarazzo.
“Hai mai pensato a noi due sposati?”
“Beh, sì. Ogni tanto mi immagino come sarebbe il matrimonio. Sai,l’abito bianco, il bouquet, quelle cose, ma poi penso che siamo ancora giovani per sposarci. O no?”
“Anche io penso la stessa cosa. Speriamo che Tom non faccia una delle sue docce secolari o alle dieci siamo ancora tutti qui.”
Io annuisco, fortunatamente dieci minuti dopo Tom si presenta in salotto mezzo nudo.
“Copriti, scostumato!”
Gli urlo lanciandogli un cuscino, lui corre in camera nostra, io invece a farmi una doccia.
Finito, è il turno di Mark e dopo un po’ siamo tutti pronti per uscire e chiudo a chiave l’appartamento.
Saliamo tutti nella macchina di Tom, che per l’occasione mette a palla “Dude  Ranch”, cantando tutte le canzoni a squarciagola.
Arriviamo che sono già tutti là, chiacchierando e in attesa di veder arrivare quel mattoide di Tom.
Quando finalmente ci facciamo vedere, Erin avanza battagliera verso di lui.
“Allora, DeLonge! Perché ci hai convocati qui la prima sera che posso stare con il mio ragazzo?”
“Perché c’è qualcosa da festeggiare, tra due giorni abbiamo un colloquio con la MCA.”
Erin ammutolisce e poi gli salta in braccio, urlando come una matta.
La serata inizia bene.
 

La serata prosegue al meglio dentro al Soma, tra musica alta e alcool.
Tom ordina per tutti il primo giro di birra e poi lui e Mark iniziano a fare i cretini, fino a che io e Anne li facciamo scendere dal tavolo e li convinciamo a pogare.
È durante il pogo che succede qualcosa di strano, ho di nuovo la nausea e questa volta sono costretta a correre in bagno se non voglio vomitare in mezzo alla pista.
Mark, per fortuna, non si accorge di nulla e attribuisce la mia aria stanca al jet-leg, io gli dico che probabilmente è così: la prospettiva di una gravidanza mi spaventa molto.
Sarà meglio tenere d’occhio come vanno le cose nei prossimi giorni.
Mi siedo al nostro tavolo meditabonda, cosa succederebbe se fossi davvero incinta?
Poco dopo Erin si siede accanto a me.
“Stai meglio?”
Mi chiede bevendo una sorsata della birra di Tom.
“Come fai a sapere che stavo male?”
Lei alza le spalle.
“Siamo gemelle, quando sei corsa in bagno a vomitare anche a me si è rivoltato qualcosa nello stomaco.”
Io rimango un attimo in silenzio.
“Adesso sì, ma ho paura.”
“Temi di essere incinta?”
“Sì.”
Il mio è un sussurro a malapena udibile, ma lei lo sente lo stesso.
“Mark non ti lascerà da solo, se fosse così.”
“Gli rovinerei la vita.”
“Non ti mettere in testa questa cosa, ti prego.”
Io non dico nulla e spero con tutta me stesse che tutti questi strani sintomi siano solo cose dovute al jet-lag.
“Vuoi tornare in pista?”
“Sì, dai!”
Pogo ancora un po’, poi torno al tavolo e ci rimango, troppo stanca per fare qualsiasi cosa. Questa serata ha preso una piega che non mi piace e che mi fa paura.
Incinta  io? A ventitré anni?
È troppo presto, non so se sarei in grado di fare la madre e se Mark vuole un figlio.
“Ruby, piccola?”
“Sì, Mark?”
“Sei stanca, vuoi che andiamo?”
“Sì, ma non voglio rovinare la festa a tutti.”
Lui sorride e si siede vicino a me.
“Dai, ti tengo compagnia.”
“Mi abbracci?”
Gli chiedo, un po’ timida, lui mi fa cenno di sedersi sulle sue gambe, cosa che io faccio ben volentieri perché presto mi ritrovo avvolta dal suo abbraccio.
“Presto la nostra vita cambierà. Ho un po’ paura.”
“È il tuo sogno che si avvera, non dovresti averne.”
“Ho paura che sarò costretto a sacrificare qualcosa.”
Io rimango un attimo in silenzio.
“Non pensiamoci, ok?
È inutile farlo ora, meglio goderci questi due giorni, no?”
Lui annuisce e torniamo a guardare la pista del locale piena di gente che si muove a ritmo con la musica.
Signore, ti prego, fa’ che non sia incinta! Non saprei come dirlo a Mark, visto che gli devo anche dire dello stage.
Dopo un po’ ci raggiungono anche gli altri, sono già stanchi perché il jet-lag si fa sentire anche su di loro per fortuna.
“Beh, ragazzi direi che la festa è finita, ci si rivede.
Travis, ci troviamo alle nove fuori dalla sede della MCA, va bene?”
Lui annuisce.
“E adesso io e la ragazza andiamo a festeggiare privatamente. Ciao a tutti!”
Mark grugnisce un “Ciao” tra i denti che mi costringe a dargli una gomitata.
“Tom, aspettaci. Devi riportarci a casa!”
Urlo io, facendo alzare Mark.
Ci avviamo tutti e quattro verso il parcheggio e saliamo in macchina, Anne si addormenta subito sul sedile passeggeri.
“Credo che non festeggerai.”
Dice acido Mark.
“Mark, che palle!”
“Va bene, Tom.”
Tom ci riaccompagna fino a casa e poi ci saluta, Tom e Mark si scambiano le loro solite battute dementi, poi finalmente la macchina riparte.
Saliamo fino al nostro appartamento cercando di fare meno rumore possibile, gli altri condomini dormono già tutti.
Arrivati a casa, mi butto sul letto e crollo addormentata senza nemmeno aspettare Mark.
Ho una stanchezza dell’altro mondo che mi opprime in una maniera assurda, nemmeno avessi scalato una montagna.
Mi sveglio durante la notte – in preda alla nausea – e mi accorgo che Mark mi ha abbracciato nel sonno, con delicatezza sposto il suo braccio e controllo che sia ancora immerso in un sonno profondo.
Lo è.
Io corro in bagno e vomito di nuovo, non so bene cosa, so solo che quando mi rialzo mi sento da schifo e lo spettro di una gravidanza si fa sempre più vicino.
Torno a letto stanca e triste, nonostante la stanchezza ci metto circa un secolo a prendere sonno e il rumore dei miei pensieri si fa assordante.
Svegliarsi la mattina in queste condizioni non è facile, ci metto un po’ e sento Mark trafficare in cucina. Mi alzo e lo trovo intento a preparare la colazione, sorridendo, mi siedo al tavolo e lo guardo.
“Ben svegliata. Volevo portarti la colazione, ma mi hai preceduto.”
“Grazie, che dolce che sei.”
Lui sorride imbarazzato, solo con me si mostra in questo modo. Al fischio della moka la spegne e mi porge il caffè, sul tavolo ci sono già i biscotti e la sua tazza di cereali con una brocca di acqua vicina.
Io me lo godo e guardo il mare, oltre la testa di Mark: è piatto e grigio oggi.
Qui è una giornata di febbraio un po’ piovosa, di quelle che ti invitano a rimanere a letto, invece mi tocca alzarmi e andare alla casa editrice a ritirare del nuovo lavoro e uno stipendio.
“Tu cosa pensi di fare?”
Chiedo a Mark.
“Non lo so.”
Si gratta la testa.
“Non so se chiedere di nuovo il mio vecchio lavoro visto il colloquio, credo che ci penserò dopo quello. Adesso vado a farmi un giro e poi vado allo skate park.”
“Ok, io penso di andare alla casa editrice. Mi dai un passaggio per favore?”
Lu annuisce e ci cambiamo, poi come promesso mi porta alla casa editrice, il mio capo mi chiede genericamente come va e nota la mia faccia un po’ smunta.
Io gli dico che è il jet-lag, lui annuisce distratto e mi dà il materiale da correggere e la busta paga, io lo saluto e me ne vado.
Questo tempo di merda ti fa venire voglia di infilarti in uno starbucks e aspettare che esca il sole, io lo assecondo. Appena trovo uno dei locali prendo un frappuccino e do un’occhiata alla mia mole di lavoro: libri di testo scolastici, libri gialli, libri di qualche aspirante scrittore a cui è stato concesso di pubblicare.
Una rottura di palle.
Tutto ultimamente mi sembra una rottura di palle, lo stage nel Regno Unito invece mi alletta parecchio, ma non so cosa fare.  Lui potrebbe non prenderla bene.
La testa all’improvviso inizia  a girarmi e la nausea mi sommerge come un’onda malefica, vorrei poter resistere invece crollo sul tavolo di starbucks, riuscendo a malapena a mettere in salvo i documenti.
Cosa diavolo mi sta succedendo?
Non ne ho idea, so solo che mi risveglio in ospedale con una sorridente dottoressa vicino al mio letto.
“Ben svegliata, signora. Non si preoccupi, non è nulla di grave, è stato solo un calo di zuccheri, lei e il bambino state bene.”
“Ba-bambino?”
Farfuglio io, lei mi guarda sorpresa.
“Non sapeva di essere incinta?”
Io scuoto la testa.
“In tal caso, complimenti, lei è incinta di quattro mesi e parrebbe un bel maschietto, anche se piuttosto timido.”
Oh. Mio. Dio.

Angolo di Layla

Ringrazio LostinStereo 3 e DeliciousApplePie per le recensioni. Grazie mille <3!

   
 
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