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Autore: _ems    18/10/2013    3 recensioni
“Credo di essere sonnambulo,” borbotta, sollevando gli angoli della bocca ”forse sto sognando,” aggiunge, andando a voltarsi.
[La On-shot è arrivata settima al contest "Nuova Generazione: aboliamo i Cliché – Contest a pacchetti" indetto da frouis sul forum di EFP.]
[La On-shot è arrivata seconda al contest "Qual è la miglior Edita che abbiate mai scritto?" indetto da PhoenixQuill sul forum di EFP vincendo il premio miglior Stile].
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Lorcan Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Si sogna meglio
               ad occhi aperti.


Ha sonno, questo è il suo unico pensiero.
Lorcan ha sonno, fatica a tenere gli occhi aperti e ogni movimento è una fatica immonda: ha la sensazione di avere una trentina di pesi sulle braccia e le gambe, per non parlare delle palpebre, sulle quali, ci scommette la vita, avrà almeno una sessantina di pesi. Per uno come lui, che proprio atletico non è, il tutto sembra triplicato all’infinito.

Ha sonno, ne aveva anche prima.
Ha un occhio chiuso, più felice di finire su un’armatura – essere sentito e quindi spedito in punizione – che tenere l’occhio aperto. L’altro occhio, a  dirla tutta, non è poi messo meglio. Semichiuso com’è, Lorcan fatica a vedere oltre il proprio naso… insomma, potrà dire di riuscire a vedere aldilà del proprio naso non appena riuscirà a trovarlo, ecco.

Ha sonno, eppure si trova lì.
È arrivato davanti all’aula di pozioni brancolando, tenendo una mano poggiata sul muro e l’altra alle labbra, pronto a reprimere qualsiasi sbadiglio temerario che osi farsi strada sulle sue labbra. Scuote la testa, forse con l’intenzione di scacciare via il sonno, e si costringe ad aprire gli occhi.

Ha sonno, ma apre la porta lo stesso.
È fermo sull’uscio e lascia che i propri occhi vaghino per la stanza, che nella sua mente arriva annebbiata – colpa forse delle palpebre che pian piano continuano ad abbassarsi – e più piccola di quanto ricordasse. Neanche il freddo, che si sa, regna nei sotterranei e in quell’aula tanto tetra, riesce a svegliarlo un po’.

Ha sonno ma ora non vorrebbe essere da nessun’altra parte.
Ha percepito le braccia dell’altro dietro di sé, seguite subito dopo da un leggero bacio depositatogli sulla nuca. Riesce ad immaginarsi l’altro ragazzo, di qualche spanna più piccolo di lui, alzarsi sulle punte per raggiungere quel punto preciso.

Ha sonno, ma non può far altro che sorridere.
Percepisce le parole di Albus come un sussurro, e non sa bene se è davvero il tono dell’altro o quello che la sua mente preferirebbe in quel momento.
«Ciao amore» dice l’altro. «Sei arrivato prima di me, sai?»
Lorcan sorride, cercando di annuire appena, ma preferisce tentar di muovere una mano in avanti in un gesto disinvolto… per poi lasciarla ricadere al proprio fianco – sentendosela ancora più pesante.
«Credo di essere sonnambulo» borbotta, sollevando gli angoli della bocca. «Forse sto sognando» aggiunge, andando a voltarsi.

Ha sonno, ne aveva anche prima.
Ha sonno, e per quanto la sua mente continua a proporgli un letto – il suo per l’esattezza - non riesce proprio a pentirsi di essere lì. Albus se ne sta lì, tra le sue braccia, gli sorride come se avesse davanti a sé la cosa più tenera del mondo. Scuote la testa, Lorcan, andando a sfiorare appena le labbra dell’altro con un sorriso. E quando Albus risponde a quel contato, non riesce proprio a pentirsi di essere lì.

Ha sonno, ed i tavoli sembrano più comodi del solito.
Nonostante tutto, Lorcan, non riesce a non addormentarsi su di un tavolo. Il sonno lo accoglie ben volentieri, felice di poter reclamare cioè che in quel momento gli appartiene, e le palpebre del ragazzo si calano pian piano, facendo scomparire davanti ai suoi occhi l’immagine dell’altro ragazzo intento a preparare uno strano intruglio.

Aveva sonno la sera prima, ma era sicuro di essere arrivato nell’aula.
Lorcan riapre gli occhi lentamente e in contemporanea, sbadiglia portandosi una mano alla bocca un po’ stordito. Allunga la mano verso la testa, che gratta appena confuso, lanciando occhiate interrogatorie alle coperte che avvolgono le sue gambe.  Fa appena in tempo a riconoscere i colori di Serpeverde, riprendendosi lentamente dal limbo di sonno in cui ancora si trova, che Albus al suo fianco gli bacia una spalla.
«Ben svegliato sonnambulo» sussurra con un sorriso.
«Buongiorno, piccolo» esordisce Lorcan, sorridendo. «Scusami per ieri sera».
Una piccola smorfia va ad ornare il viso di Lorcan, mentre un sorriso si allarga su quello di Albus.
«Non importa» dice. «Hai almeno fatto un bel sogno?»
Lorcan sorride, avvicinando di più Albus a sé.
«Si sogna meglio ad occhi aperti».
Gli sussurra in un orecchio, e ride - Merlino come ride! - quando l’altro arrossisce fino alla punta delle orecchie.

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Note:
1. Questa è... la cosa più banale che ho scritto. Però è tutto Fluff, e avevo bisogno di taaanto Fluff, ecco.
2. Come ho scritto nell'introduzione, la storia partecipa al contest "Nuova Generazione: aboliamo i Cliché – Contest a pacchetti" da frouis sul forum di EFP e per questo non è betata. 
   
 
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