Primi
baci
I
fell in love next to you,
Burning fires in this room.
It just fits
Light and smooth,
Like my feet in my shoes.
Una ragazza castana
è seduta su un
divano rosso, un cuscino colorato contro il petto e lo sguardo teso.
Fissa un punto imprecisato tra la
televisione e un disegno incorniciato attaccato al muro, un ritratto
dei suoi
genitori fatto da un amico di vecchia data, così bello che
sembrano vivi nella
carta.
Resta immobile, la fronte
corrucciata, le labbra strette.
Sembra così assorta nei suoi
pensieri che Louis – in piedi dietro di lei, appena sceso
dalle scale – non sa
esattamente se interromperli oppure no; poi si fa avanti, sedendosi
accanto a
lei e posandole una mano su un ginocchio.
“Tesoro” la chiama dolcemente,
inclinando la testa, “c’è qualcosa che
non va?”
Lei si riscuote, girandosi verso
di lui.
“Niente, papà” replica con una
scrollata di spalle.
Louis sorride.
“Sul serio, sto bene” lei alza i
pollici con un sorriso, il padre capisce subito che è finto:
è la sua bambina –
al diavolo chi dice che ha già quindici anni – e
lui la conosce meglio di se
stesso.
“Cosa succede?” gli accarezza i
capelli, Grace sospira.
“Da cosa hai capito di essere
innamorato di papà?” si decide a chiedere, il peso
sul cuore diventa più
leggero.
Alexander e Paige – le sue
migliori amiche dalla prima superiore – una volta le hanno
chiesto se si
confonde a chiamare entrambi i genitori papà.
Grace, in realtà, non si è mai
posta il problema.
Certo, all’asilo è stato un po’
strano sentire gli altri bambini raccontare di mamma
e papà e anche lei si è sentita un
po’ strana; però, quando
ha parlato di questo ai suoi genitori, pur con timore che si
arrabbiassero,
loro le hanno sorriso dicendo che è l’amore
l’unica cosa che conta. Grace ha
subito capito che è la verità.
In fondo non è importante avere una
mamma e un papà, un
papà e un papà o una
mamma e una mamma, l’importante è che i
due si amino davvero.
Forse, però, solo a quindici anni
ha pensato davvero all’amore – se così
si può chiamare quello che prova per
Ben, in realtà è piuttosto confusa.
Allontana quei pensieri e si
concentra sul padre, che ormai ha un sorriso enorme e sognante dipinto
in
volto. “L’ho capito da tanti particolari diversi:
da come si aggiusta i ricci,
da come arrossisce, dagli occhi che brillano quando ride, dal fatto che
perde
sempre il telecomando per poi ritrovarlo ogni volta sotto il
divano” ridacchia,
e anche la figlia si scioglie un po’, sorridendo divertita.
“Ma quale è stato il motivo più
importante?” insiste, curiosa.
Louis si morde il labbro
inferiore, riflette tra sé. “Beh, se ti
raccontassi una storia lo capiresti
meglio.”
“Oh, papà!” si lamenta lei,
nonostante sia felice, anche se non lo da a vedere: resterebbe ad
ascoltare un
centinaio di volte tutti i ricordi dei papà fino a impararli
a memoria.
“Una volta” incomincia Louis,
sorridente, “avevamo finito di cantare sul palco di X-Factor
ed eravamo
preoccupati di quello che avrebbero detto i giudici: era una delle
nostre prime
esibizioni, avevamo una paura folle di essere mandati a
casa.” Grace gli passa
un braccio intorno alla vita, appoggiando la testa sulla sua spalla, e
Louis la
stringe a sé. “Harry era il più nervoso
– come sempre, in realtà – ma si
è
avvicinato a me e mi ha sussurrato una frase nell’orecchio,
con una voce
dolcissima” sospira, lei sorride.
“Cosa ti ha sussurrato?” abbassa
il tono, come per non spezzare un momento magico.
“Non preoccuparti, sei stato
incredibile come sempre. E mi ha preso
una mano. Non ha fatto nulla di che, però non stavamo ancora
insieme e sento
ancora i brividi che mi ha provocato.”
Il sorriso di entrambi si espande.
“Mi racconti qualche altra cosa?”
“Uhm” borbotta Louis, pensieroso.
“Un giorno, invece, ho trovato nel camerino una rosa bianca
con un biglietto
sopra dove diceva che era per me da parte di un fan. Harry ha fatto
finta di
niente, ma è stato smascherato da Niall che lo aveva visto
portarla lì. Avresti
dovuto vedere la faccia di papà, era completamente rosso e
non aveva il
coraggio di guardarmi negli occhi!”
Grace scoppia a ridere.
“Timido e impacciato come sempre”
continua Louis. “Era – ed è ancora
– estremamente adorabile” scuote la testa,
poi si illumina di colpo. “Oh, e un altro giorno mi ha visto
abbracciato a Liam
e, non ti dico, ha fatto una scenata memorabile.”
La ragazza ride di nuovo, questa
volta si unisce anche Louis. “Te lo giuro, è stato
fantastico, ha tenuto il
broncio per mesi!”
“Non è andata esattamente
così.”
Grace e Louis sussultano, girandosi insieme verso la porta di casa,
dove era
entrato Harry pochi secondi prima senza essere sentito, coperto dal
suono delle
risate; l’uomo si siede vicino a Grace, divertito.
“Louis e zio Liam erano
letteralmente appiccicati, non
capivi
davvero dove iniziava uno e finiva l’altro
–”
“Stai esagerando” borbotta il
castano, che viene ignorato da Harry.
“Papà era il mio ragazzo, Liam uno
dei miei migliori amici, mi sono sentito tradito da entrambi”
incrocia le
braccia al petto.
“Andiamo, non avrei mai potuto
tradirti” sbuffa Louis, il riccio gira il capo dalla parte
opposta, fintamente
offeso, cercando di nascondere un sorriso.
Il più grande ridacchia,
tirandogli i capelli. “Amore, dai.”
“Non provare a comprarmi con i
tuoi soprannomi!”
“Cosa ti fa pensare che lo voglia
fare, piccolo mio?”
Grace li osserva entrambi,
sorridendo orgogliosa per avere due genitori che si amano ancora come
il primo
momento in cui si sono visti, ventuno anni fa.
Le piacerebbe amare una persona
come papà Harry ama papà Louis e viceversa, e
capisce che le piacerebbe anche
che quella persona sia Ben.
“Hai messo il broncio di nuovo?
Non ci posso credere!”
“Non ho messo il broncio! E, tanto
per la cronaca, non è vero che quella volta ho tenuto il
broncio per mesi!”
Il trillo del campanello li
interrompe, Grace si alza di scatto.
“Oddio, è Ben” squittisce,
aggiustandosi la gonna di jeans – perché si
è messa la gonna? È troppo corta,
accidenti! E che è quell’orribile camicia azzurra?
Ma si è messa anche la
matita? Si sarà sbavata? Perché si è
truccata?
“Ben?” ripete Louis, spaesato.
“Il ragazzo che le piace, ovviamente.”
“Non mi piace Ben!” esclama Grace,
arrossendo.
Il campanello trilla ancora, lei
fa un respiro profondo.
“Sei bellissima” esclama Harry,
alzandosi in piedi e abbracciandola; Louis le posa un bacio sulla
fronte,
spingendola verso la porta.
“Non tornare a casa tardi” le
raccomanda, Grace annuisce ed esce in fretta.
“La nostra minuscola Grecy sta
crescendo” sospira il castano.
“Il suo primo amore” sorride
Harry, intenerito.
“A proposito” il più grande
schiocca la lingua contro il palato, passando le braccia intorno al
collo
dell’altro. “Ti ho mai detto che ti amo?”
“Mh, un milione di volte.”
“Allora oggi saranno un milione e
uno” gli sussurra sulle labbra. “Ti amo.”
“Ti amo anche io.”
E, mentre l’uomo di trentasette
anni con gli occhi verdi bacia l’uomo di trentanove anni con
gli occhi azzurri,
una ragazza di quindici anni bacia un ragazzo della sua stessa
età, le bocche
impacciate e i volti rossi.
E, forse, Grace non scorderà mai
il primo bacio con Ben, come Harry non scorderà mai il primo
bacio ricevuto da
Louis e Louis non scorderà mai il primo bacio dato a Harry.
Lo
so, non pubblico niente da una vita e spunto fuori
con ‘sta cosa...
(Che
titolo orribilmente banale, poi!)
Ultimamente
non ho mai tempo per scrivere, ho trovato questa storia abbandonata su
world da
un mesetto scarso e ho deciso di pubblicarla. Beh, spero che vi possa
piacere
(o che non vi possa fare troppo schifo, non ha praticamente un senso
;__;).
La
frase in corsivo in alto è di “Firefly”
una canzone meravigliosa di Sheeran che
vi consiglio di ascoltare.
Beh, un bacio x