= L’ombra della
verità =
Ci erano volute tre ore
perché Freezer si arrendesse al
sonno vero e proprio, e smettesse di chiudere gli occhi per cinque
minuti solo
per poi risvegliarsi urlando. Zoisite era rimasta lì tutto
il tempo, a
tranquillizzarlo ogni volta che succedeva: bastava che restasse tra le
sue
braccia per un po’ perché si calmasse, e
l’ultima volta era stata quella buona.
Freezer dormiva da due ore e mezza
circa, ormai. Erano le
sette meno un quarto del mattino, e Zoisite non aveva proprio chiuso
occhio.
“ non dovevo dare a Cooler
il via libera. Dovevo sapere che
gli avrebbe fatto qualcosa di orribile. Se anche solo il pensiero di
una cosa
del genere mi avesse sfiorata, non gliel’avrei mai lasciato
fare… anche se lui
direbbe qualcosa come ‘prima però si è
divertito non c’è male, no?’...meglio
non pensarci”.
Man mano che il tempo passava,
sprazzi di pensieri
vendicativi baluginavano nella sua mente, a causa della sua stessa
natura di
icejin di razza Shadow. Cose del tipo “potrebbe farsi
consolare da quelle
puttanelle slavate”, oppure “ops,
festa rovinata, ben ti sta”, ma
bastava che Zoisite desse un’occhiata a Freezer
perché questi tornassero
bruscamente da dov’erano venuti.
Era combattuta. Che doveva fare?
Andare via, o rimanere
finché non si fosse svegliato?
Non osava immaginare la sua reazione
quando sarebbe venuto
il momento, sia perché avrebbe capito che era stato tutto un
trucco a cui lei
aveva preso parte - le avrebbe lasciato spiegare che lei non sapeva
niente di
come si sarebbe svolto il tutto? Ne dubitava - sia per il semplice
fatto di
essersi mostrato debole e in stato di shock davanti a lei, con la paura
che
adesso lo prendesse in giro per questo, o gli desse addosso in generale
sfruttando quel che aveva visto e sentito. Peraltro le dormiva proprio
tra le
braccia, stringendosi a lei nel sonno, segno evidente di quanto al
momento avesse
bisogno di un contatto fisico che lo facesse sentire al sicuro.
“e io
lo farei
sentire al sicuro?” pensò, scostandosi i capelli
dal viso - gesto che faceva
sempre più spesso, contrariamente a prima che più
stavano davanti meglio era -
e guardando l’anello baluginare di nuovo al suo indice,
finalmente.
Ne aveva approfittato, facendosi un
po’schifo, ma ne aveva
approfittato. In fin dei conti non si trattava di un furto, ma di
riprendersi
una cosa che le apparteneva di diritto, e di darsi un aiuto a decidere.
Adesso
non c’era niente di materiale a trattenerla, nulla le avrebbe
impedito di
prendere una navicella e andarsene seduta stante raggiungendo Doctor
Virus per
poi partire con lui e il resto del gruppo alla conquista del
“medicinale
miracoloso”.
In quelle ultime ore passate accanto
a Freezer ci aveva
pensato parecchio: quel medicinale poteva tirare fuori le persone dal
coma,
dunque avrebbe potuto essere utilizzato su regina Ice, rimuovendo una
volta per
sempre i sensi di colpa di quel povero piccolo nanetto bianco - si
concesse una
definizione ironica non troppo pesante, pensando alle ventotto ragazze
- che
avrebbe avuto la conferma che sua madre non lo odiava… o
così sperava la
shadowjin. Tuttavia, avrebbe dovuto stare via sedici mesi e forse anche
qualcosa di più, per questo non era facile decidere.
Quantomeno però avrebbe
potuto utilizzare tutto quel tempo
in viaggio per riflettere su cosa fare, lontana da influenze esterne.
Avrebbe
potuto decidere se tornare e utilizzare quel medicinale su regina Ice,
sperando
che Freezer la riaccogliesse, oppure decidere di restare con Doc
troncando ogni
rapporto con il clan Cold o, ancora, tornare, utilizzare quel
medicinale, e poi
andare via di nuovo.
O restare…ma con Cooler.
“mmmh…per quanto
possiamo andare d’accordo non so se me la
sento di sposarlo, dopo quel che gli ha fatto. Non che Freezer sia
troppo
meglio di lui, di malvagità ne ha fatte e parecchie,
però…lo percepisco
diversamente…insomma, se è arrivato a fare questo
a suo fratello, utilizzando
un manichino di sua madre, il cielo soltanto sa cosa potrebbe fare a me
se
disgraziatamente dovesse cominciare a odiarmi per qualche motivo.
Sarebbe
capace di utilizzare dei manichini dei miei genitori, probabilmente.
Allora,
ricapitolando: Cooler è diventata un’altra scelta
non sicura per la mia
incolumità” sentenziò “questo
qui” guardò Freezer “non si sa che cosa
farà o
non farà, se mi lascerà spiegare o meno e tutte
quelle altre beghe. Io non
so che fare”.
La shadowjin a quel punto aveva
capito alcune cose, prima
tra tutte che non voleva più vedere Freezer in quel modo.
Non le piaceva
vederlo stare male e sapeva che da adesso in poi, se chiunque avesse
tentato di
ridurlo di nuovo in quello stato, lei avrebbe fatto di tutto per
impedirlo…
c’era un problema: se anche l’avesse lasciata
parlare e tutto quanto, Freezer
avrebbe mai fatto la stessa cosa per lei, o non avrebbe mai potuto
fidarsi
completamente? A questa domanda non sapeva rispondere.
La verità? Zoisite era
un’altra che aveva una paura
terribile di lasciarsi andare e finire scottata. Quella storia
però doveva
finire adesso, altrimenti non ne sarebbero mai venuti a capo.
Per un’altra ora la
shadowjin continuò a rimuginare.
Restare, andare?
Otto meno un quarto.
Fu a quel punto che Freezer
aprì gli occhi, e appena Zoisite
se ne accorse si staccò.
Inizialmente il tiranno
pensò che fosse una specie di sogno.
Invece che abbracciare il cuscino aveva abbracciato lei, per una volta.
Mano a
mano che la mente diventava meno ottenebrata dal sonno però
realizzò che no,
non era un sogno.
Poi tornarono anche i ricordi. Sua
madre gli aveva parlato… ma
non poteva essere lei
…gli aveva
detto cose orribili, le stesse che Cooler gli aveva sempre detto da
quando
aveva avuto l’età per capire, ma anche da prima,
quando si trovavano da soli, lui
nella culla e suo fratello a guardarlo col solo desiderio di girarlo di
schiena
e lasciarlo morire soffocato.
Poi ricordò del buio
totale, e di avere urlato, di essersi
ritrovato in camera sua con Zoisite… provò
vergogna come mai in vita sua. Che
figura aveva fatto! Debole, patetico, stupido! Lui,
l’onnipotente Freezer, era
stato tutta la notte a farsi consolare da Zoisite.
Zoisite, che lo detestava. Zoisite,
che lo prendeva in giro.
Zoisite, che sfruttava ogni suo punto debole per fargli del male.
Zoisite, che
aveva
aiutato Cooler.
« vattene » fu la
prima cosa che sibilò, alzandosi dal letto
senza riuscire a guardarla in faccia. Non voleva vedere la sua
espressione
divertita, non voleva vedere il movimento delle sue labbra nel dirgli
qualcosa
come “debole scemo pagliaccio”, né
sentire la sua risata, o guardare quanta
esultanza c’era nei suoi occhi, o anche solo immaginare
quanto lei e Cooler
avrebbero festeggiato e soprattutto il modo in cui
l’avrebbero fatto.
« ti sei ripreso un
pochino. Bene » disse piano lei.
Freezer assorbì
l’impatto di quella considerazione. Non
sembrava esserci divertimento nella sua voce, ma non voleva dire
niente: lei lo
aveva aiutato a fargli del male, e quella poteva anche essere solo la
sua
consueta reazione ipocrita. Aveva detto che avrebbe smesso di colpirlo,
e lui
ci aveva quasi creduto! Quanto era stato sciocco. Doveva immaginare che
Zoisite
si divertiva troppo a giocare con lui per smettere, ma lui non era un
giocattolo,
non era il balocco di nessuno, tantomeno di quella piccola bastarda.
« mi è
sembrato di averti detto di andartene immediatamente. Non ti voglio
qui. Vai a
festeggiare con quel…quel…»
non riusciva
a trovare una definizione, e lei invece di andarsene si era alzata e
gli si era
avvicinata, ma perché?! Voleva infierire ancora?
« se avessi anche solo
immaginato cosa voleva fare…»
Eccolo, il tono contrito. Quanto lo
disgustava. « ah! Adesso
mi vieni a dire che non lo sapevi? » fece una specie di
risata amara « non ci
credo neanche un po’. Mi stai dicendo che avresti partecipato
a quella… cosa…
senza sapere di che si trattava? Andiamo!
Saresti stupida! »
Qualche secondo di esitazione.
« allora sono stupida ».
Cosa?! Era una conferma, quella? A
Freezer riscriva difficile
credere ad una cosa del genere. Lei, che non dava retta a nessuno,
aveva
semplicemente obbedito a Cooler senza chiedergli il perché
ed il percome? «
fammi capire: lui ti ha detto “spegni tutte
le luci e vattene” e tu l’hai fatto senza
chiedergli niente? è
andata così? »
Zoisite stavolta invece che spostarli
si rimise i capelli
davanti al viso. «sì ».
Se si trattava di danneggiarlo
scattava agli ordini come il
migliore dei soldati. Che se ne andasse al diavolo! Quella era la prova
finale,
Zoisite a lui non teneva affatto, e il cielo solo sapeva
perché era rimasta lì
con lui tutta la notte. Soliti sensi di colpa tardivi probabilmente, ma
non ci
sarebbe cascato ancora. « mi è sufficiente questo.
Vattene, prima che decida di
farti fuori. Non conta che tu sapessi o meno di quel che si trattava,
ma che tu
gli abbia obbedito in quel modo pur di danneggiarmi, come se fossi un
burattino! “Sì Cooler,
certo Cooler”!»
disse con una certa amarezza.
Lei gli si avvicinò
ancora. « se non mi sono curata nemmeno
di chiedergli quel che voleva fare è
perché-» avviò a dire, ma venne
interrotta.
« non mi interessa! Non
avevi alcun motivo per arrivare a
quel punto, non c’era niente che potesse spingerti a farlo!
» esclamò il
tiranno.
« la gelosia spinge a
questo e altro » disse piano Zoisite,
senza nemmeno rendersi bene conto di aver parlato.
Freezer però se ne era
reso conto benissimo, e aveva sentito
altrettanto chiaramente…solo che non riusciva a crederci.
Aveva proprio detto
“gelosia”? Aveva proprio ammesso che lei, Zoisite,
era gelosa di lui?! Non
riusciva a crederci. « gelosia?
»
“l’ho detto
davvero?!” pensò Zoisite “ ma
perché non tengo
la lingua a freno?!”
« quindi eri… gelosa.
Non ti piaceva il pensiero di me con altre ragazze »
continuò l’icejin.
A quel punto Zoisite fece un sospiro
e si rassegnò. Il dado
era tratto. Tanto valeva concluderla una volta per tutte, ammettere la
verità
con lui e soprattutto con sé stessa. Lui poteva reagire come
gli pareva. Se
avesse cercato di ucciderla o le avesse riso in faccia semplicemente se
ne
sarebbe andata, tanto ormai l’anello ce l’aveva.
Quindi perché non buttarsi? «
no, non mi piaceva, per nulla. Mentre tu non sembravi avere problemi,
ad andare
con quelle ragazze ».
Continuava a darle le spalle. La mano
della shadowjin stava
per partire da sola con lo scopo di abbattersi contro il suo collo,
così tanto
per rompere le scatole, ma si trattenne.
« dovevo averne? Tu con
Cooler non ne hai mai avuti ».
« perché pensavo
che tu volessi uccidermi, e venti! Ma non è
mai stata la stessa cosa, le sensazioni non sono mai state le stesse.
Per te
invece non c’era differenza ».
Silenzio.
La shadowjin se ne stava
lì in attesa. “di’ qualcosa, razza
di idiota, qualunque cosa!”
« con quelle icejin non ho
sentito nemmeno lo 0,01% di quel
che sento con te. Non so se questa sia o meno una differenza. Tu che
dici? »
Zoisite sgranò i grandi
occhi rossi. Quell’affermazione la
sorprese non poco. « forse lo è » disse
piano.
Altro momento di silenzio.
« vedermi in quello stato
ti ha divertita? »
Altra domanda. Un’altra
occasione per parlare chiaro. Non la
stava ancora uccidendo, incredibile!, pensò Zoisite.
« no. Ho trovato orribile
quel che ha fatto Cooler, e ti ripeto che se solo avessi saputo quel
che voleva
fare non avrei MAI preso parte a
tutto questo, e avrei cercato di impedirglielo » disse la
shadowjin « non è
giusto che tu conviva col rimorso per qualcosa di cui non hai colpa, e
non è
giusto che lui se ne approfitti…lui o chiunque altro
».
“
inclusa io ”.
« perché sei
stata qui tutta la notte? » le domandò Freezer,
stavolta a bruciapelo.
Lei fece un sospiro, e
abbassò gli occhi. « tu per me
l’avevi fatto. Volevo ricambiare, anche se…non so
se tu l’abbia fatto solo per
vincere la sfida o per altro…ma volevo ricambiare ugualmente
».
Forse era arrivato anche per Freezer
il momento della
verità. Avrebbe voluto mandarla via, ma lei era riuscita a
spiegarsi, a
rimanere, e stava finalmente ammettendo quel che già
sapevano entrambi. Magari
adesso toccava a lui. Tanto, più debole e patetico di come
l’aveva visto quella
notte, ai suoi occhi non poteva risultare. « pensavo di
averlo fatto per la
sfida, ma non era così » disse lentamente
« sei sempre stata più che una sfida,
e ieri sera ho visto la differenza tra te e delle ragazze che considero
davvero
come oggetti. Per quanto possa essere piacevole sentirsi dire sempre di
sì, una
donna in quel modo non mi servirebbe a niente. Non mi attira. Non mi
stimola ».
Entrambi si sorpresero di avvertire
le stesse “scintille”,
anche adesso che non si stavano nemmeno sfiorando.
« hai sempre detto di
detestare l’insolenza » ribatté lei
«
hai sempre detto che tu ordini, e gli altri devono eseguire senza
discutere ».
« so cos’ho detto
e lo ribadisco, ma ogni volta che mi trovo
a lottare con te, ogni volta che litighiamo...» fece un
sospiro « ho una
sensazione di… non lo so, mi sento…»
non gli veniva proprio il termine. Qual
era quella parola?
« …vivo?
» suggerì
la shadowjin.
Sentendola dire quella semplice
parola che aveva
interpretato così bene tutte le sensazioni di cui stava
parlando si voltò verso
di lei, che lo guardava come in attesa.
Zoisite lo aveva detto
perché per lei era lo stesso. Con
Cooler si sentiva bene, ma con lui si sentiva viva, e tra le due cose
c’era una
differenza abissale.
« vivo»
confermò Freezer « Irritato, nervoso, stressato, a
volte in preda a istinti omicidi più di quanto sia di mio,
ma vivo come mai »
ammise « e tu? »
« per me è
esattamente la stessa cosa. Con un’aggiunta »
disse « mentre eri in quelle condizioni sera,
l’unica cosa che riuscivo a pensare
era che non voglio vederti più in quel modo, che non voglio
che ti si faccia del
male, perché non mi piace, e mi sono chiesta “vale
anche per lui? O a lui non
importerebbe più di tanto?” »
Si guardarono, serissimi in viso.
« penso che mi
importerebbe. Ucciderei chiunque provi a
fartene. In fin dei conti ciò che è mio non si
tocca…»
« ricominci di
già?! » sbottò la shadowjin «
e io che
pensavo che ti si fosse riacceso almeno un neurone, sono proprio
un’illusa…»
« sei la solita sfacciata!
»
« no, sono realista!
» ribatté lei, andandogli più vicina
«
sei proprio uno stupido scemo pagliaccio! »
« e tu proprio una piccola
insolente shadowjin » la baciò
con furia, il preludio classico di quando finivano ad andare a letto
insieme «
insolente e arrogante ».
« ti piace parecchio
sentirti parlare, eh? » sogghignò la
shadowjin.
« mi piace ascoltare
discorsi intelligenti ».
« ah! Bella battuta!
» esclamò Zoisite, mentre si
trascinavano a vicenda verso il letto « aspetta
- aspetta - aspetta! »
« che
c’è? »
La shadowjin occhieggiava il
pianoforte che era proprio
vicino al finestrone che dava sulla terrazza. « tu quello sai
suonarlo? »
Freezer la osservò
perplesso. « sì. Ma non ti sembra una
domanda un po’fuori luogo? » osservò,
non capendo assolutamente cosa c’entrasse.
« suoneresti qualcosa per
me? »
A malincuore il tiranno sciolse la
presa su di lei. «
proprio adesso? »
Lei annuì velocemente.
« hai detto una balla quando dicevi
di saper suonare? »
« lo so fare! »
disse seccamente lui.
« dimostralo ».
I due si guardarono a lungo. Alla
fine si diressero in
silenzio verso il pianoforte, e lei gli si sedette vicina.
« era di mia madre
» disse Freezer, indicando il pianoforte.
Zoisite non ritenne necessario
commentare, ma una leggera
carezza sul braccio destro dell’icejin parlò per
lei. Aveva di nuovo l’aria
della notte appena trascorsa, orribilmente triste, e distrutta. Se solo
avesse
potuto fare qualcosa! Ma restando lì poteva solo alleviare
un po’il suo dolore.
Non sapeva neppure se dirgli o meno
del medicinale, perché avrebbe
anche dovuto spiegargli che sarebbe stata via quasi un anno e mezzo,
probabilmente
due in caso di imprevisti o forse
- ma
ne dubitava - per sempre se fosse morta nell’impresa.
Fu a quel punto che Freezer
notò l’anello.
« te lo sei ripreso
».
Lei osservò i giochi di
luce sulla pietra. « sì, ma sono
ancora qui, per adesso ».
“
‘per adesso’
dice…non è molto incoraggiante. E se andasse via
all’improvviso, o se cambiasse
ancora idea e alla fine scegliesse Cooler?” pensò
Freezer. «
quel “per adesso” non mi piace ».
« lo immaginavo ».
Il tiranno fece scrocchiare le dita,
preparandosi a suonare.
« riguardo quell’anello, dobbiamo parlare. Credo
che oltre ai nomi e la data
del matrimonio dei tuoi genitori ci sia inciso anche una specie di
enigma da
decifrare ».
Quella sì che era una
notizia! Magari la soluzione
dell’enigma erano le coordinate del tesoro degli shadowjin!
Le cose si
mettevano sempre meglio. « tu ovviamente non ci sei
riuscito…»
Rieccola, con quella sua maledetta
sfacciataggine. « voi che
suoni per te o che te le suoni? »
Zoisite intuì che quella
minaccia non troppo velata fosse
una specie di battuta, ma adesso che aveva l’anello anche
quella bastava a
darle l’impulso di sparire nelle ombre e filarsela
raggiungendo Doc. Forse
doveva rilassarsi un po’, e ricordare quel che si erano detti
poco prima. Non
poteva non contare niente, giusto?
Quasi maledisse l’impulso
fisiologico alla fuga che
possedevano gli shadowjin quando erano in piena forma. Doveva
resistere, sia
per il possibile legame che poteva crearsi con Freezer, sia per farsi
aiutare a
risolvere quell’enigma. « la prima, possibilmente
».
Si zittì, e lui
cominciò a suonare.
Già alle prime battute la
shadowjin pensò che avrebbe potuto
stare ad ascoltarlo per ore. Ma perché non chiacchierava di
meno e suonava di
più? Sarebbe stato molto meglio.
Lei non lo sapeva, ma era la prima
volta in assoluto che
Freezer suonava per qualcuno, su richiesta per di più. Ma se
poteva fare in
modo che lei lo apprezzasse, per una volta, perché avrebbe
dovuto rinunciare?
I suoi sensi erano acutizzati. Era
come se concentrandosi
sulle note avesse tolto le catene a tutte le altre percezioni.
Così avvertiva
maggiormente il magnifico profumo della sua pelle, il calore che
emanava, ed il
suo sguardo su di lui.
Non avrebbe potuto resistere ancora
per molto.
@@@
«
allora…»
« che? »
« devi sapere che sei stata
l’unica con cui io abbia mai
perso tempo in queste cose…coccole
».
Zoisite gli appoggiò la
testa sul petto. « a beh, allora non
mi stupisce che tu non sia ancora sposato ».
« volendo avrei potuto
sposarmi da un bel pezzo » ribatté
l’icejin, un po’piccato.
« avresti ammazzato quella
poveretta in un momento di noia,
probabilmente ».
“ potrebbe farlo anche con
m…no. Buona. Non pensarci” si
intimò Zoisite.
« non mi piacciono i
vigliacchi e le persone noiose, che
posso farci? »
« oh, quello
l’avevo notato. Hai ucciso un povero
disgraziato solo perché gli tremavano le gambe in tua
presenza…»
« ti ho appena detto che i
vigliacchi non mi piacciono ».
« devi deciderti
però. Non vuoi che uno ti si rivolga con
insolenza, ma non ti piace nemmeno chi trema come un coniglio davanti a
te. Non
ti piace sempre, perlomeno. E poi, secondo me, non tremava
perché ti temeva per
la tua potenza ».
« e allora per cosa, di
grazia? »
« guardati allo specchio se
ti riesce, e capirai da te ».
Freezer le passò
l’indice sulle labbra. « te la faccio
tagliare quella lingua, prima o poi. Giuro ».
« provaci e ti troverai a
vivere nel terrore ».
« osi minacciarmi?
»
« non è una
minaccia, è una promessa ».
« tsk! ma
sentitela…» sbuffò il tiranno
« tra poco però una
promessa dovrai farmela. Tu ormai hai scelto me. Vero? »
Lei non rispose, principalmente
perché non se la sentiva
ancora di dire “sì”, nonostante tutto.
« prima parlavi di un enigma nell’anello.
Sarebbe? »
“ vuole tenermi sulla corda
fino all’ultimo la bastarda…se
non fossi praticamente sicuro di avere vinto!…”
pensò Freezer. « guardalo
controluce ».
La shadowjin obbedì.
Freezer aveva ragione, c’erano delle
scritte che non aveva mai notato, “IVabc” in
corrispondenza di “Morgan”,
“Iabc”
in corrispondenza di “Axenite”, e dei
“+” in corrispondenza dei puntini che
dividevano la data. « vedo le scritte. Non le avevo mai
notate ».
« che possono voler dire?
»
Zoisite stette un po’a
rimuginare. « magari dato che i “+”
corrispondono ai puntini potrebbe voler dire che dobbiamo sommare i
numeri che
compongono la data, il 17, il 12 e l’88 ».
« fa 117 ».
Zoisite gli lanciò
un’occhiata quasi stupita. Anche lei
sapeva fare i calcoli, ma non era così veloce. «
ok. 117. Quanto al resto…IV
abc. Potrebbe essere interpretato come 4 abc…ma
“abc” sono tre lettere ».
« o come
“quarta” abc ».
« sono sempre tre lettere
».
« magari intende la quarta
lettera dell’alfabeto? » propose Freezer.
« ma allora poteva metterci
direttamente la D, scusa eh ».
Entrambi rimasero per un
po’in silenzio a pensare.
« magari è come
per la data, ed il fatto che “IV abc”
corrisponda al nome di tuo padre vuol dire qualcosa » disse
Freezer.
« forse, ma non capisco che
vuol dire… “abc” sono lettere
».
Fu a quel punto che entrambi ebbero
l’illuminazione.
« e i nomi sono
costituiti da lettere! » dissero in
coro.
« quindi la quarta lettera
di “Morgan”, che è la G, e la
prima lettera di “Axenite” che è la A.
Otteniamo GA117 » concluse Zoisite, per
poi sbuffare « ma che cavolo significa?! »
« probabilmente sono
coordinate. Fammi controllare al
computer » disse lui, alzandosi dal letto e andando a
confrontare quel GA117
con delle possibili coordinate. Zoisite intanto si rivestì,
alzandosi ed
andandogli vicina.
« tombola »
mormorò il tiranno « sono le coordinate di un
satellite non troppo distante da dov’era il pianeta degli
icejin prima che
fosse distrutto. Mi sa che ho trovato il tesoro! Andremo a prenderlo
domani
stesso, d’accordo? »
« ok, ma che vorrebbe dire
“ho trovato”?! Abbiamo, se
mai! »
« il computer è
mio ».
Zoisite scosse la testa. «
sei il solito, se non ti prendi
il merito di tutto non sei contento » disse, avviandosi verso
la porta.
« dove vai? » le
chiese seccamente Freezer.
« in giro. Non possiamo
starcene tutto il giorno in camera,
ti pare? »
“ e poi adesso che abbiamo
trovato il tesoro ho anche
quest’altra variabile da considerare”.
Voleva anche parlare con Cooler, un
po’per biasimarlo ancora
una volta per quel che aveva fatto, un po’ per informarlo
della faccenda per
sentire cosa ne pensava… e per dirgli anche che la sua
vittoria non era più
tanto sicura.