Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: lollipop 2013    19/10/2013    2 recensioni
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atto I

(seconda parte)

Gli sfarzosi addobbi e l’assordante musica accolgono Romeo e i suoi due fidati amici nel salone da ballo di casa Capuleti.
I tre giovani si mescolano alla folla in festa, mangiano, bevono e ballano con gli invitati.
Don Capuleti, dall’alto di un balcone che affaccia sulla sala, riceve i suoi ospiti con un particolar saluto.
- Benvenuti, signori! Per le dame che non soffrono di calli ai piedi, desidero fare un giro di ballo con voi. Voi siete i benvenuti, signori! Andiamo, sonatori, un po’ di musica. -
I balli hanno inizio e i tre giovani Montecchi, immedesimatisi tra la folla, si divertono a suon di trombe.
Tra la maschere e danzatori, occhi nascosti da una lieve benda di merletto, folgorano e rapiscono lo sguardo malizioso del baldo Romeo.
- Chi è quella Dama che, col tesoro della sua mano, arricchisce la mano di quel cavaliere là? -
Chiede Romeo con innocenza, mentre ammira la giovane figura di Giulietta che danza col rampante Paride.
- Non lo so cugino. -
Come una volpe, pronto ad addentare l’uva, Romeo si aggira tra la folla con fare furtivo, ammirando da lontano i folti boccoli neri che, copiosi scendono sulle spalle e sulla schiena della misteriosa Dama che, altri non è che, la giovane Giulietta Capuleti, figlia del padrone di casa, nemico giurato della famiglia Montecchi, ma ahimè, Romeo questo ancora non lo sà.
Gli occhi di Giulietta scrutano tra la gente perdendosi in quelli di colui che l’ammira con tanta brama.
Pochi passi e i due giovani che, da lontano si desideravano, sono giunti ad un palmo l’uno dall’altra.
Romeo, imprudentemente, sfila via dal suo viso la maschera che, sino ad all’ora, aveva celato la sua identità.
Tebaldo, che è sempre in agguato, si accorge di lui… Con impeto chiede al suo fido amico, di porgergli la sua spada.
- Come osa questo villano di un Montecchi venir quà, sotto una maschera grottesca, a farsi beffe della nostra festa? Ebbene, per la nobiltà della mia stirpe e per l’onore del mio sangue, freddarlo con un colpo credo non sia peccato. -
Accortosi dell’ira del nipote, Don Capuleti accorre da lui.
- Che c’è nipote mio, perché sei così furibondo? -
- Zio, costui è un Montecchi, un miserabile che senza il nostro consenso è venuto qui stasera per beffarsi della nostra
festa.
-
- E’ il giovane Romeo? -
- Si proprio lui, quel bastardo di un Romeo! -
- Calmati gentil nipote, e lascialo in pace. Egli si comporta con la dignità di un gentiluomo e per dire la verità, Verona vanta in lui un giovane virtuoso e ben educato. Io non permetterei, che gli venisse fatto un torto qui in casa mia. Perciò abbi pazienza, non ti occupare di lui. Voglio così, e se rispetti la mia volontà, mostrati di buon umore e lascia andare il tuo orgoglio, che non è al suo posto in questa festa. -
- E’ al suo posto quando fra gli ospiti vi è un indesiderato. -
- Chi è il padrone di casa qui. Tu sei un arrogante nipote, sol per il tuo orgoglio vuoi mostrare scandalo tra i miei ospiti. Su, un po’ d’allegria ragazzo mio. Questa è una festa e non un campo di battaglia. -
Sistemata l’ira di Tebaldo, Don Capuleti si riunisce ai suoi ospiti, pronto per ricominciare a far baldoria.
Intanto Romeo sempre più vicino a Giulietta e nascosti in disparte, tenta un approccio con lei, col suo più nobile e sfrontato degli atteggiamenti.
- Se io profano con la mia mano indegna questa sacra reliquia, le mie labbra, arrossenti pellegrini, sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco. -
- Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano, che ha mostrato la devozione che si conviene. Poiché i santi stessi hanno le mani, che le mani dei pellegrini possono toccare, e il giunger palmo a palmo è il bacio dei pii pellegrini. -
- I santi non hanno labbra e com’essi i pii pellegrini anche? -
- Si, pellegrino, labbra che essi debbono usare nella preghiera. -
- Oh! Allora, cara santa, lascia che le labbra facciano ciò che fanno le mani, esse ti pregano. -
-
I santi non si muovano e non esaudiscono le altrui preghiere. -
- Allora non muoverti, intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, le tue labbra, puliranno le mie dal loro peccato. -
Romeo bacia Giulietta, un romantico bacio che soddisfa le voglie del giovane, facendo loro dimenticare il peccato appena commesso.
- Allora è rimasto sulle mie labbra il peccato che esse hanno tolto dalle vostre. -
- Il peccato delle mie labbra? Oh, rendimi dunque il mio peccato. -
Romeo cinge a se Giulietta e nuovamente bacia le sue labbra.
Le urla della nutrice risuonano squillanti nella tenuta, nonostante la musica risuoni forte.
Ella invoca il nome di Giulietta che, trova, nascosta dietro una porta col baldo Romeo.
- Signorina, sua madre la cerca. -
Giulietta volta le spalle a Romeo e sparisce tra uomini e donne che, ubriachi, a suo di musica, riempiono la sala da ballo.
Confuso dall’allontanarsi immediato di Giulietta, Romeo cerca spiegazioni…
- Chi è sua madre? -
Stranita da quella domanda, la nutrice guarda Romeo con sguardo inquisitorio:
- Diamine giovanotto, sua madre è la padrona di questa casa. Sua figlia, colei con la quale avete parlato sino ad ora, l’ho allattata io, e vi so dire che chiunque provi a portarsela via, li avrà sonati l’uno sull’altra. -
La festa va terminandosi, Benvolio recupera il suo scapestrato cugino ed un Mercuzio ormai brillo che, se ne va cantando e barcollando per le vie di Verona.
Anche Giulietta è curiosa di sapere chi è colui che ha osato profanare le sue labbra e far battere il suo cuore.
- Nutrice, vieni qui: chi è quel giovani lì? -
Giulietta indica Romeo che, furtivo lascia la residenza dei Capuleti.

- Si chiama Romeo ed’è un Montecchi, l’unico figlio del vostro più grande nemico. -
- Oh, che sfortuna, il mio unico amore, nato dal mio unico odio! -
Romeo vaga per Verona, sostenendo per un braccio l’ubriaco Mercuzio, la sua mente ed il suo cuore sono rimasti lì, alla tenuta dei Capuleti…
- Giulietta, è questo il dolce suono del suo nome… -
- Cosa dici cugino? -
- Niente, devo andare cugino, lascio a te il compito di riportare Mercuzio nelle brame del suo
letto.
-
Corre Romeo nelle strade di Verone ed il suo cuore lo riporta lì, alla balconata che conduce al cuore della bella Giulietta.
Tre sassi lanciati contro la finestra di ella, permettono a Romeo di ammirare ancora per una volta la bellezza di Giulietta che più risplende sotto i raggi blu della luna.
Si nasconde Romeo fra i rami di un albero mentre Giulietta, sconsolata, confida al cielo i suoi sentimenti.
Romeo in silenzio, ascolta le sue confessioni che riguardano il suo amore per lui.
Gioisce Romeo, nel sentir pronunciare dalle labbra della donna che fa palpitare il suo cuore, parole d’amore a lui rivolte.
Mostra il suo volto Romeo, facendo sussultare il cuore di Giulietta.
- Può la magia della luna rendere la luce dei tuoi occhi, pari allo splendore di un cielo stellato…-
-  Oh Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome. Oppure, se tu non vuoi, basta che giuri di essere il mio amore e io non sarò più una Capuleti. Solo il tuo nome mi è nemico, tu sei te stesso e non un Montecchi. -
- Ti prendo in parola, chiamami amore e sarò ribattezzato. Da questo istante non sarò mai più Romeo. -
- Come sei venuto? I muri del giardino sono alti e difficili da scalare, e dato chi sei, questo nome ti sarebbe mortale se un parente mio ci trovasse. -
- Sono volato su questi muri con le ali dell’amore, nessun limite di pietra potrà chiudere la via della passione. Tutto ciò che è amore è lecito, i tuoi parenti non sono un ostacolo per me. -
Un bacio da lontano nel buio della notte lascia Giulietta nelle braccia del suo comodo letto e Romeo vagare felice a suon di fischi nelle stradine silenziose di Verona.


 
 

Ecco a voi la fine del primo capitolo di Ama e cambia il Mondo,
spero sia stato di vostro gradimento.
Aspetto qualche vostro parere, ok ora vi lascio.
A presto, un abbraccio.


Kiss-Kiss. lollipop 2013  
   
 
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