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Autore: Ortceps    19/10/2013    4 recensioni
Un momento della prigionia di Arya, quando lei trova una rosa nella sua cella.
Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PRIGIONIERA DI UNA ROSA, UNA ROSA BIANCA

Prigioniera, prigioniera di uno spettro; uno spettro evocato per maledire il bene che ho fatto.

Uno spettro che porta il nome di Durza, molte torture mi sono state inflitte; torture che non avranno mai fine, ma la peggiore di tutte è questa rosa; questa rosa bianca.

Questo fiore, diverso da quelli della sua specie; si dice che ogni colore abbia un significato, mi viene spontaneo chiedermi quale significato ha il bianco.

Un bianco che ho tinto del rosso del sangue versato, in nome della libertà, della guerra.

Sono prigioniera di uno spettro fatto di limiti e sentimenti soppressi; è la mia razza a sopprimere i sentimenti, ritenendoli umani, usando la parola umanità come dispregiativo; disprezzando in un velato pudore gli umani.

Sono gli umani però, guidati dai loro sentimenti a prendere le armi contro il tiranno, mentre noi ce ne restiamo rintanati nella foresta.

Per la prima volta desidero la libertà, per la prima volta lascio spazio ai miei sentimenti e lascio scivolare un'unica lacrima sulla mia guancia, arrivata al mento, quell’unica prova del mio sentimento cade sul petalo bianco e cosi noto la sua trasparenza; non sembra togliere niente a quella rosa.

Pensavo che se avessi toccato quel fiore il suo colore sarebbe mutato, nel rosso del sangue, vivido e ancora pulsante, che scorre fuori dalle vene da tutti coloro che hanno affrontato la mia spada, tutti coloro che amavo e sono morti; poi dal rosso acceso a uno più scuro, secco; il secco della morte, quasi arido.

Ma quando la mia lacrima ha toccato quel fiore ho capito che per quanti peccati io abbia commesso la purezza di quel fiore non muterà con la mia presenza.

In questo momento, anche essendo prigioniera non mi sono mai sentita così libera; libera di non dover avere sulle spalle un compito che può salvare molte vite e per un attimo spero che Durza mi uccida, mi lasci in quel nulla eterno; nella pace più assoluta.

Nota dell’autrice: spero di aver descritto bene i sentimenti quasi assenti (o ben nascosti) di Arya, in un momento così importante in cui lei prende coscienza di se stessa.
Ciao, Chiara!

   
 
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