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Autore: MatitaGialla    19/10/2013    25 recensioni
Peeta e Gale sono migliori amici dall'infanzia: bellissimi, intelligenti, sexy, popolari, sportivi: i più desiderati del liceo, inutile dirlo!
Insieme fanno ogni cosa, come ad esempio scappare dal Priorato del P&G's Fan Club: un gruppo di psicopatiche adoranti e sessualmente disturbate che cercano in ogni modo di farli innamorare di loro.
Ma come succede a noi, l'adolescenza è sempre piena di amori e umori, sentimenti contrastanti e perché no, anche di una discreta dose di senso dell'umorismo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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* Attenzione: OOC, AU, What if?. TUTTO INSOMMA. GLI AVVENIMENTI DEI LIBRI SONO TOTALMENTE ESCLUSI A QUESTA STORIA.
 

5. Preparando il Ballo.
 
– Fa lo stesso. Fatto sta che non volete interrompere queste regole vostre. È chiaro quindi che avete deciso entrambi, in una vostra eventuale cotta per Katniss, di lasciarla perdere. Quindi, cosa ne deduci? – domanda l’uomo, tornando ad inghiottire qualche altra pasticca di vitamine.
Gale muove le dita come se stesse disegnando nell’aria lo schema della situazione, poi fa schioccare dito medio e pollice, come se fosse stato illuminato.
– Quindi non ce ne frega niente e tutto torna come prima, come se non l’avessimo mai conosciuta! – risponde.
– Mi stupisco che tu abbia voti così alti, Hawthorne. Però si, la situazione è questa. – annuisce Haymitch Abernathy.
 
– Peeta, hai chiamato il fioraio? – chiede Gale, mentre si passa nervosamente una penna tra i capelli scuri e scruta dei fogli pieni di scarabocchi e cancellature.
Peeta passeggia avanti e indietro all’aula adibita a “sala riunioni” per il comitato studentesco, mentre indossa un imbarazzante cappellino da Babbo Natale e ripete a voce alta tutte le mansioni che deve svolgere.
– Peeta! – lo richiama Gale. Il biondo si ferma e lo guarda.
– Che vuoi? – chiede.
– Ti ho fatto una domanda! Hai chiamato il fioraio? Anzi no, elencami tutto dall’inizio per favore, che sono sicuro di essermi dimenticato tipo mille cose! – risponde Gale, tornando a torturare la penna.
Peeta si siede e alza le mani, mostrando per bene le dieci dita lunghe e solide.
– Allora. Tutti quelli del comitato sono in giro a vendere i biglietti, io sono nel panico e tu mi sembri piuttosto stressato – dice Peeta, ma quando Gale lo fulmina con lo sguardo, inizia ad elencare divertito:
– Uno: per il fioraio siamo ok, ci porta tutto lunedì 23 alle cinque. Due: ho già chiesto al dottor Haymitch di aiutarci a fare i cocktail. Tre: la Trinket ci aiuterà con le decorazioni e l’elezione della reginetta e del re. Quattro: Flickerman ci fa da presentatore per tutta la serata e si occupa della musica. Sei: dobbiamo convincere Sae e tutti gli altri bidelli a pulire il giorno dopo..–
– Dobbiamo ancora chiederglielo?! – lo interrompe Gale, pigolando preoccupato.
Peeta lo guarda infastidito.
– Mi fai finire?? Che altrimenti mi perdo. Dove erav.. ah, la numero sei che è ancora incerta. Sette: ho già chiesto alle sorelle della quinta A se ci fanno da veline per la serata e hanno acconsentito –
– Leeg 1 e Leeg 2? – domanda Gale, proteggendosi la faccia, perché Peeta fa finta di tirargli addosso un libro.
– Mi fai perdere il conto, ti dico!! Sì, loro! Lo so, lo so, ho scelto bene. Quelle due gnocche ci terranno occupati i ragazzi sbronzi con i loro balletti. Ah, a tal proposito! Numero otto: la Paylor ha acconsentito agli alcolici, purché la Coin non ne sappia nulla; altrimenti la denuncia per inadempienza come la volta della terrazza. Nove: Finnick e Annie si sono offerti per andare dal grossista a fare la spesa. –
– E il punto numero dieci? – domanda Gale.
Peeta cerca inutilmente di ricordarselo arruffandosi i capelli riccioluti, fino a che non inizia a cercare all’impazzata un foglietto in mezzo alla pila di scartoffie distribuite sui banchi; e quando infine trova quello che sta cercando, esulta. – Ecco la lista dei dieci punti! – la porge a Gale.
– Allora: “Ballo di Natale – To do List” ci siamo sull’uno, due, tre, quattro, cinque, sette, otto, nove; non ci siamo ancora sul sei e.. sul dieci – mormora sorridendo.
– Cavolo! – esclama Peeta sbattendosi la mano in faccia – i nostri vestiti da pinguini! –
– Già. Dobbiamo ricordarci, anche perché non voglio andare al ballo in mutande come l’anno scorso – ribatte Gale.
– Ma erano carine, però! Erano quelle con i pupazzi di neve, vero? – domanda Peeta con aria sognante.
– Si, e il vischio davanti al pisello. Vorrei evitare, il priorato ha già rischiato di strapparmele di dosso –
– Va bene – asserisce Peeta – Facciamo come al solito coppia, la sera del ballo? – domanda.
Gale annuisce. – Ovvio –
Ebbene si. I nostri P&G fanno coppia ad ogni ballo.
Il fatto è che sono stufi di rifiutare inviti da decine e decine di ragazze e deluderle, così hanno optato per questa decisione; cosa che ha fatto scaturire di conseguenza la voce sulla loro omosessualità, prontamente smentita da quelle famose fortunate citate da Madge e Delly qualche giorno fa.
I nostri P&G ridono e definiscono le ultime cose, mentre l’orologio dell’aula rintocca l’ora.
Sono le tre del pomeriggio, e tra un’ora Peeta e Gale devono essere agli allenamenti di calcio.
Oggi è lunedì.
Lunedì, giorno di riunione per i P&G e i loro compagni del comitato.
Lunedì 16 dicembre per l’esattezza, e tutta la scuola è in agitazione per l’annuale Ballo di Natale, che i nostri P&G, in quanto rappresentanti d’istituto, si stanno preoccupando di organizzare.
Lunedì, giorno in cui le fan del priorato si calano dalla finestra per spiare i bellissimi ragazzi che presiedono le riunioni da veri super sexy leader.
Oggi, sono passati esattamente cinque giorni da quando Gale e Peeta hanno suggellato nel loro silenzio il patto di trattare Katniss come un’estranea; o peggio ancora.. beh, questo ve lo racconto dopo.
Negli ultimi cinque giorni infatti, quella povera ragazza ha cercato in ogni modo di capire cosa mai avesse fatto di male per meritarsi di essere ignorata; senza raggiungere mai una conclusione.
Giovedì pomeriggio dopo calcio era corsa da Peeta, per chiedergli consigli sui compiti di matematica, e lui l’ha evitata saltando via il cestino dell’immondizia come un vero campione olimpico, gridando poi una qualche scusa circa “ho dimenticato il pane nel forno”.
Quella sera stessa Katniss insieme alla sorellina, aveva incrociato Gale che faceva la spesa con Rory, il suo fratello minore, al supermercato.
Oltre al saluto formale e glaciale, era sfrecciato nella corsia dei surgelati lasciando da solo Rory con lo sguardo confuso. Prim gli sorrise però, e lo invitò a fare la spesa insieme a loro.
Venerdì pomeriggio, di ritorno da scuola, Peeta e Gale si sono affogati nelle loro coperte di lana e non hanno aperto più occhio fino a quando Glenn Jackson non è stata costretta a svegliarli inchiodando davanti a via S. Collins; e nel tragitto non hanno proferito parola, lasciando Katniss sola nel suo disagio.
Sabato mattina, in classe Peeta ha chiesto gentilmente un temperino a voce alta, e quando Katniss gli ha porso il suo, le è sembrato di vederlo arrossire. Peeta ha girato con tanto nervosismo quel temperino, che ha finito per spezzare poi la punta della matita.
Nonostante quei due continuino ad ignorarla, lei segue ogni allenamento di calcio; ormai affezionata a Delly e Madge ed ai loro racconti su quei due ragazzi che iniziano ad interessarla più del necessario.
Badate, mi è sembrata di vederla più e più volte arrossire mentre guardava quei due ragazzi rotolarsi nel fango; ma subito quando le fan del priorato la osservavano guardinghe, lei distoglieva lo sguardo.
Tutto questo, comunque, ci riporta al “come trattano quella ragazza”.
Non solo la trattano come se fosse un estranea, ma anche come se fosse già impegnata.
Questa repellenza mi costringe a raccontarvi del loro, per ordine cronologico, quinto comandamento non scritto, che per una sottile ironia della sorte che più avanti nella storia capirete, è copiato da uno dei comandamenti della Santa Bibbia Cristiana:
Non desiderare la donna d’altri”
C’è un motivo ben preciso se Katniss viene evitata.
Quest’estate infatti, Gale si è praticamente innamorato della commessa che tutt’ora lavora alla tabaccheria in centro a Panem: una certa Cecilia. Una bellissima donna, ma visibilmente più “matura” dei ragazzi.
Fatto stette che Gale obbligò Peeta a comprarsi circa dieci pacchetti di sigarette in una giornata, per avere così la scusa di entrare insieme a lui e mettere in atto una qualche avances adolescenziale piuttosto patetica, agli occhi di una donna adulta.
Al decimo pacchetto di sigarette Peeta, con il portafogli vuoto e un leggero nervosismo in corpo, fece per andarsene; ma proprio mentre la porta si aprì, Gale prese coraggio e tornò indietro dalla giovane donna.
– Ragazzino, se comprate un altro pacchetto di sigarette giuro che vi denuncio per sospetto contrabbando – disse Cecilia dubbiosa. Gale alzò le mani in segno di resa e sorrise nel modo più innocente che poteva.
Peeta, dietro di lui, assisteva la scena impassibile a labbra serrate. Ovviamente le vene gli pulsavano incontrollate per lo sforzo di non ridere. Le sopracciglia bionde si inarcarono in una smorfia divertita come per dire “e adesso che le dici?”.
Gale lo fulminò e si rigirò verso la commessa che nel frattempo attendeva.
– Ti andrebbe di uscire con me? – aveva domandato Gale con sguardo suadente.
La dolcissima Cecilia sgranò gli occhi in uno sguardo a metà tra il disgustato e il divertito: – Ragazzino.. –
– Chiamami Gale – la interruppe lui.
– Ok, Gale. Avrò come minimo dieci anni più di te – rispose lei.
Preso in contropiede, Gale non si lasciò sopraffare dall’imbarazzo e si avvicinò ancora di un passo al bancone della tabaccheria.
Peeta nel frattempo era entrato in una sorta di trans mistica di concentrazione, dove le lacrime per il ridere gli inumidivano gli occhi senza però lasciar trapelare nulla dalla sua espressione impassibile.
Il trattenere così le risate però gli provocavano dei buffi spasmi alla gola, e quando Gale rispose a Cecilia dicendole: – Oh, ma a me non importa – non riuscì a soffocare un “Mpff!!”.
Cecilia assunse uno sguardo totalmente in disappunto e alzò velocemente la mano sinistra, indicandosi l’anulare. Non fece in tempo a dire: – Io sono sposata! – che un uomo gigantesco sbucò dallo sgabuzzino della tabaccheria con fare minaccioso.
– Ehi! Lei è sposata! Con me! – gridò.
– Sei sposata?! – pigolò Gale sussultando alla vista dell’omone.
– è sposata!!! – sentenziò Peeta costretto a buttarsi a terra dai crampi allo stomaco per il ridere.
Il burbero uomo rincorse i due ragazzi per tutto il viale del centro, minacciandoli di usare un cactus al posto del pugno. Sono convint* però, che nonostante l’aria minacciosa, lui si sia piuttosto divertito a mettergli paura.
Da lì, la legge suprema dei comandamenti non scritti impedisce ai nostri P&G di interessarsi a ragazze già impegnate, ed è per questo che evitano Katniss come avesse la peste; convinti di farsi un torto l’un l’altro.
Idioti.
Torniamo a cosa stanno facendo ora i nostri bellissimi protagonisti.
Gale guarda l’orologio con esasperazione. – Peeta io vado a calcio, Finnick odia chi arriva tardi – dice.
Il suo amico biondo mangiucchia una matita compiaciuto dei solchi lasciati dai denti, e lo fissa.
– Scusami, perché non dovrei venire con te? – chiede.
– Perché tu devi andare dalla Trinket a chiederle come siamo messi per le candidature di re e reginetta del ballo – risponde Gale.
– Non credo proprio!! Poi i giri di campo di punizione tocca farli a me! –
– Ehi, ehi! Moccioso! – lo addita il moro – Chi è che ha insistito per fare i rappresentati d’istituto? –
– Tu! – rimbecca Peeta.
– Ok, allora chi di noi due ha rotto tanto i coglioni per fare il ballo? –
– Sempre tu!! – pigola Peeta.
– Accidenti. È questo il tuo gioco? Ok allora! Chi è il più vecchio? –
– Tu –
– E il più alto? –
– Tu –
– E il più bello? –
– Io – esulta Peeta facendosi ricadere il pon-pon del cappellino da Babbo Natale in faccia.
– Il mio orgoglio maschile mi farebbe dire la verità, ma mi fai una certa pena quindi ti lascio nelle tue spudorate ed alquanto tristi convinzioni – dice Gale con sufficienza.
– Non capisco dove vuoi arrivare..? –  domanda Peeta, palesemente non interessato.
– A farti rispondere con “Tu” alla domanda “Chi è che comanda?”. Ora vai dalla Trinket o ti getterò in pasto alle fan del priorato. Sei ufficialmente addetto alle decorazioni! – risponde Gale ridendo.
Peeta molla un calcio sulla stinco del suo amico che lo fa imprecare, e se ne va con il dito medio alzato dicendo: – Ok, ok. Vado io. Ma stasera niente pasticcino! –
– Sai che non lo farai –  esorta Gale prendendo la borsa di calcio.
– Vero, ma ti odio comunque. A dopo – ribatte Peeta allontanandosi velocemente verso l’ufficio della Trinket.
 
Peeta corre lungo i corridoi a passi lunghi e veloci, con il borsone sportivo che sbatte pesante sulle spalle.
Sulle piastrelle grigie del liceo Scarlini della Torre, i suoi passi rintoccano ritmici e costanti come le lancette di un orologio: orologio che dichiara che Peeta Mellark è dannatamente in ritardo.
Il colloquio con la professoressa Trinket nonostante tutto ha dato i suoi frutti poiché l’ha tranquillizzato. Quella donna incinta è iperattiva ed ha organizzato per conto proprio tutto quello che riguarda decorazioni ed elezioni – candidature – votazioni del re e della reginetta del Ballo.
Inutile dire chi negli ultimi anni ha vinto il titolo.
Come dite? C’è solo un re?
Beh.. Quando nelle urne delle ragazze vengono messi soltanto foglietti con due nomi maschili, non puoi certo inventarti una reginetta, no? Persino i maschi si sono coalizzati per eleggerli.
Non per invidia, no! Fidatevi! I P&G sono veramente amati da chiunque! Non c’è cattiveria in nessun gesto fatto verso di loro, è incredibilmente inverosimile.
E infatti, Peeta e Gale sono ufficialmente il re e la reginetta del ballo di Natale degli ultimi due anni, e ora attendiamo solo di sapere chi saranno quelli di quest’anno visto che la Paylor ha bandito per sempre la possibilità di avere una reginetta con i peli sul petto.
Se vi state domandando chi ha fatto il re e chi la reginetta; sarete liete di sapere che Peeta ha insistito tanto per avere il diadema rosa e ballare un lento con il piede “all’insù” come nei film, insieme al suo re Gale.
È stato molto imbarazzante, ma la parte femminile della scuola era in delirio, e la parte maschile invece di prenderli in giro li applaudivano come eroi.
Forse il Liceo Scarlini della Torre è un po’ atipico, che dite?
Comunque! Scusate! Il/la vostro/a Gossip Girl di fiducia divaga. Dicevo che Peeta sta correndo come un disperato al campo da calcio, quando si avvia verso la strada più breve, ovvero passando dal corridoio dove ci sono le aule delle attività pomeridiane.
Ad un certo punto, circa a metà corridoio, Peeta riconosce indistinta la voce squillante di Madge. – Ok! Katniss, prosegui con la seconda strofa! –

 
Are you, are you 
Coming to the tree?
(Stai venendo all’albero?) 

Il ragazzo biondo quasi inciampa; il suo corpo non reagisce alla volontà di ignorare quella voce così melodica e andare agli allenamenti di calcio. La mente gli dice di proseguire, ma le sue gambe si sono incollate al pavimento e non riescono a proseguire.
 
Where the dead man called out for his love to flee. 
Strange things did happen here 
(là dove il morto implorò l'amor suo di scappare? Strane cose sono successe, qui)

Peeta si toglie il cappellino da Babbo Natale e, passandosi nervosamente una mano nei capelli biondi e ricci, ricade a terra facendo strisciare sul muro il borsone da calcio, dove abbandona la schiena.
Il suo viso è come folgorato.
Si tiene la testa fra le mani, seduto a terra e con le spalle al muro in quel gelido corridoio, dove a rompere il silenzio penetrante che regna solitamente nel liceo si sente solo questa splendida voce cantare una delle strofe più strazianti che lui abbia mai sentito.
No stranger would it be 
If we met up at midnight in the hanging tree.
(Nessuno verrebbe a curiosare, se ci incontrassimo a mezzanotte all’albero degli impiccati)
 
– Canta anche la terza, dai – incoraggia poi la voce di Madge dentro all’aula, una volta finita la strofa.
Peeta si abbandona e chiude gli occhi, in balia delle sue emozioni contraddittorie che si stanno palesando nel rossore del suo viso e dalla sua espressione addolorata.
Riesco a capire i suoi pensieri solo a guardarlo, povero ragazzo. Questi cinque giorni passati ad ignorare Katniss non sono stati facili per lui.
Più la evitava, più era ovvio che pensava a lei. In classe, mentre i professori spiegavano, Delly lo colpiva in continuazione con l’astuccio, non appena si accorgeva che lui era perso a fissarne i capelli intrecciati solidamente.
– Non dovevo passare di qui – mormora a bassa voce, a se stesso.
Are you, are you
Coming to the tree?
Where I told you to run, so we’d both be free
(Dove ti dissi di correre, così saremo entrambi liberi)
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met up at midnight in the hanging tree?
 
Peeta sospira profondamente.
– Peeta?! – trilla a voce eccitata Madge che nel frattempo ha aperto la porta per decretare la fine dell’incontro pomeridiano. Dietro di lei, si eleva un ammasso di gridolini fastidiosi delle ragazze che si accalcano per riuscire a vederlo.
Il ragazzo biondo sussulta e si alza rapidamente non sapendo cosa dire, sotto gli occhi perplessi e illuminati di tutti i presenti. In un angolo, Katniss lo osserva silenziosa.
I loro sguardi si incrociano, ma subito voltano gli occhi arrossendo.
– Cosa fai qui? – domanda Madge avvicinandosi con aria seducente. Peeta si appiattisce al muro temendo un attacco dalle fan del priorato, ma dopo qualche secondo ritrova la sua lucidità e alza il pollice.
– Ehm.. stavo solo passando di qui e mi sono fermato ad ascoltarvi – dice, sottolineando con pesantezza il ascoltarVI finale.
Madge sembra delusa, e senza che lei abbia il tempo di chiedere altro, lo guarda scappare con in mano il berretto rosso da Babbo Natale mentre urla: – Ottimo lavoro! Scusate, ho calcio! –
Katniss, Madge e il masso di oche propagatrici di ormoni rimangono a fissarlo mentre corre via lungo il corridoio gelido, che ora è tornato al suo pressante silenzio.
 
 
 
Katniss guarda le spalle avvolte nelle pesanti giacche dei P&G che, davanti a lei, aspettano il pullman guidato da Glenn Jackson per tornare a casa.
– Ci hai messo parecchio tempo con la Trinket – osserva Gale.
Peeta si irrigidisce e distoglie lo sguardo altrove – Si beh, sai com’è. È una chiacchierona – risponde.
Mentre aspetta con la coda dell’occhio un accenno di consenso di Gale, intercetta il viso di Katniss che nel frattempo non smette di fissarlo.
– Ciao! – dice lei, forse con troppo entusiasmo, come se non attendesse altro che incrociare il suo sguardo.
– Ciao – risponde subito il ragazzo biondo, sorridendo timidamente e sventolando la mano.
Gale si accorge della ragazza e la saluta gentilmente anche lui.
– è stata grande quella parata, Gale. Sia oggi che quello della settimana scorsa – osserva.
Il ragazzo moro sembra stupirsi e abbozza un sorriso imbarazzato – visto che roba? – dice – ma in realtà non sono così forte, è Peeta che è una sega – spiega.
Peeta pigola un “ehi!” offeso, e tutte e tre ridono allegri.
– Possiamo ridere con voi? – dice una voce decisa.
Nessuno capisce di chi si tratti fin quando delle braccia agili non si stringono alla vita di Gale.
– Johanna, lascialo stare – supplica la dolcissima Annie Cresta, spuntata al fianco della ragazza impudente.
– Che c’è, non posso nemmeno abbracciare questo bel fagiano? – ribatte lei maliziosa, alzando gli occhi delineati dal trucco nero e pesante verso Gale che la guarda stupito.
– Ciao, Gale – gli dice poi, aumentando la presa alla sua vita e facendo aderire completamente il suo cappotto alla giacca del ragazzo.
– Ciao, Johanna – risponde Gale titubante – Non tornate a casa? – chiede.
– Ho una visita per il bambino qui in centro– risponde Annie sorridendo – Finnick non poteva accompagnarmi oggi, è da sua nonna –
Ok, qui serve una premessa.
Johanna Mason e Annie Cresta, oltre ad avere due anni di differenza, abitare in quartieri ben distanti tra loro ed essere completamente diverse, sono molto amiche.
L’inizio della loro strana amicizia risale a quando, anni addietro, uscirono gli esiti di fine anno al liceo; e tutti gli studenti come al solito andarono al liceo per consultare il loro tragico o lieto destino.
Quell’anno Johanna infatti era in terza (e per semplificarvi i conti: Gale, Finnick e Madge erano in seconda superiore, Annie in prima mentre il piccolo Peeta iniziava ad affrontare gli esami di terza media), e quindi sto parlando dell’anno della sua bocciatura.
– Come può avermi bocciato per la condotta?! – ruggì Johanna contro il professor Flickerman che gironzolava per la sala dove venivano esposte le bacheche.
– Signorina Mason! Mi ha tirato un banco addosso! – la rimproverò arrabbiato il professore – ringrazi il cielo che non l’ho fatta espellere dalla scuola! – concluse poi.
– Sarebbe stato meglio, razza di rincoglionito – ribatté lei subito dopo, girando i tacchi e andandosene a passo deciso fuori dalla sala.
Mentre “galoppava” verso l’uscita, finì per scontrarsi con la piccola Annie, facendola cadere.
– Scusami! – pigolò subito lei, rialzandosi velocemente.
– Perché ti scusi? Ti ho buttato io per terra – sbuffò Johanna incrociando le braccia, infastidita.
Annie sembrò colpita da quella frase e non seppe più cosa rispondere, così rimase in silenzio a osservare la burbera ragazza di fronte a lei.
Johanna in moto di nervosismo le si inumidirono gli occhi, e quando Annie piegò la testa assumendo un’espressione interrogativa, sbottò:
– Cosa cazzo mi guardi, rimbambita?! Sì, mi hanno bocciata se te lo stai chiedendo?! Tu cosa sei invece?? Prima della classe?! Ci scommetto, perfettina di sta minchia come sembri! – le disse inveendole contro.
La piccolissima Annie, con i suoi occhi verdi e i capelli rossi le sorrise.
– A dire il vero ho raggiunto a stento la promozione – disse ridacchiando – non ho affatto una buona memoria. E questo significa che mentre a te basterà essere più gentile con i professori, io dovrò studiare come una scema – concluse poi, ammiccando dolcemente.
Johanna rimase così colpita da quella ragazzina così piccola quanto dolce, che da allora non la abbandonò un secondo; proteggendola dalle prese in giro dei suoi compagni per il suo modo di fare un po’ “tra le nuvole” o per il suo aspetto da bambolina.
Quando Annie è rimasta incinta due mesi fa; nello stesso periodo si è anche ammalata la nonna di Finnick, la signora Mags, una dolcissima signora tenace e arzilla, ma purtroppo molto anziana.
È Johanna ad occuparsi di Annie quando Finnick non la può accompagnare a fare visite o compere per il bambino, perché occupato in ospedale con la nonna.
Tra Finnick e Johanna c’è un tacito accordo dove entrambi si prendono cura della piccola Annie, e si fidano vicendevolmente tra loro.
Questa è la premessa per farvi capire quanto accaduto poco fa.
 
– Allora sexy, con chi vai al ballo? – domanda Johanna, facendo arrampicare le dita sulla giacca di Gale.
– Con me, ovvio – s’intromette Peeta, facendo ridere la piccola, dolcissima e incinta Annie.
– Guarda che io potrei scopare meglio, sai? – sussurra poi Johanna all’orecchio del moro, facendolo arrossire violentemente.
Peeta e Annie sgranano gli occhi.
Ah, quella ragazza rende persino l’imponente Gale imbarazzato come un bambino. Ve lo dico io ragazze, secondo me, si piacciono.
– Preferirei mangiare carbone – risponde Gale balbettando, continuando ad arrossire.
– Beh – gli dice con tono suadente la ragazza incollata a lui – a comprimere carbone, si possono ottenere splendide perle, lo sai? –
– Non è vero – la interrompe Katniss che, nel frattempo aveva assistito silenziosamente alla scena.
– Si, che è vero – ribatte lei, inarcando un sopracciglio.
– No, è un errore che fanno in molti, ma non è così – spiega.
Johanna si stacca da Gale, che nel frattempo ha spalancato la bocca e iniziato a fare segnali con la testa in stile: “no, no, no, no” o “non provocare Johanna, non provocare Johanna!”, e si avvicina a Katniss distanziandola ora di appena mezzo metro.
– E tu saresti? – domanda Johanna in tono aspro.
– Katniss – risponde, calma.
– Beh, io sono Johanna, Katniss. Non so che tipo di educazione hai ricevuto a casa tua, ma non ci si intromette nelle conversazioni altrui – le dice.
Un lampo di consapevolezza attraversano gli occhi grigi della Everdeen; probabilmente ha collegato la ragazza che le sta di fronte con le storie raccontategli da Delly e Madge su lei e Gale.
(Io, nel frattempo, mi domando se lei non si sia ancora chiesta in quale razza di gabbia di psicotici sia finita.)
Peeta sgrana gli occhi e si fionda in mezzo alle due sorridendo come un ebete, ma se lo si potesse disegnare, direi proprio che lo smile con la gocciolina sulla fronte sarebbe l’ideale.
Katniss assume uno sguardo truce.
– Se permetti, prima che ci interrompessi tu, io stavo parlando con loro –
Annie, Johanna, Peeta e Gale spalancano gli occhi, la bocca, anche le orecchie.. se potessero.
– Mi piaci – conclude poi Johanna, con espressione compiaciuta, dopo averla squadrata per qualche secondo con sufficienza. Tende la mano verso Katniss.
– Piacere di conoscerti, Katniss – dice.
– Piacere mio – risponde la ragazza con la treccia stringendole la mano; mentre Peeta la fissa ammaliato e Gale osserva entrambe arrossendo.
Annie, dal canto suo, si accarezza il pancino appena gonfio sussurrando:
– Spera di non diventare così, ok? –
E con lei, siamo già a due futuri genitori che augurano ai loro nascituri di non diventare come i protagonisti della storia che vi sto raccontando.
Spero di non insegnarvi cose diseducative, ma giunti a questo punto temo sia troppo tardi, no?
Mentre Gale, Peeta e Katniss si apprestano a salire sul pullman, che nel frattempo era arrivato, Johanna stampa un bacio sulla guancia al moro, sussurrandogli:
– Domani vado a iscriverci al ballo. Sei mio, Hawthorne –
Gale, incredulo, non ha tempo di replicare che Peeta lo trascina su dagli scalini e Glenn Jackson sfreccia verso il quartiere dodici.
 
 
– Quindi, alla fine della fiera, mi abbandoni quest’anno? – domanda Peeta aspirando una boccata dalla sigaretta. Nel suo tono però non leggo particolare dispiacere. O almeno, non quello che mi aspetterei.
– Ma che ne so. Ti ripeto: quella è matta, mi terrorizza – risponde Gale mentre mangiucchia svogliatamente il tortino al cocco, avvolto in calde coperte seduto sul suo balconcino.
Rimangono in silenzio.
Peeta volta lentamente lo sguardo verso la finestra di Katniss, assicurandosi che il suo amico non lo stia fissando. Il buio della mansarda di casa Everdeen sembra rattristarlo.
– Sai, Gale.. La Trinket mi ha chiesto se passo da lei ogni giorno, giusto prima degli allenamenti, per definire le ultime cose delle decorazioni – asserisce con tono sospeso il biondo.
Gale si alza e appoggia i gomiti sulla ringhiera gelata, rabbrividendo.
– Ebbene? – domanda lui.
Peeta sembra trattenere il respiro – Ebbene.. forse potrei anche arrivare un po’ tardi agli allenamenti nei prossimi giorni – dice.
Gale lo guarda perplesso, e poi alza le spalle.
– Beh, a me che mi frega? Sei tu l’addetto alle decorazioni – dice sorridendo – e poi così ti toccherà fare i giri di punizione. Non ti farebbe male buttare giù un po’ di pancia –
– Ma quale pancia! Sono di marmo! – rimbecca Peeta ridendo – Quindi ok? Cioè, ricordati che se arrivo tardi è perché sono dalla Trinket – conclude poi.
– Si ok, ho capito! Vado a dormire, ciao scemo. E grazie per il pasticcino, come sempre – sussurra Gale, entrando in camera e chiudendosi la finestra della sua mansarda alle spalle.
Peeta, rischiarato dalla luna, rimane seduto al freddo, e quando spegne la sigaretta si porta le mani alla testa stringendosi forte i capelli. Il suo viso è triste, confuso.
Sussurra, flebilmente, le parole di una canzone..

 
Are you, are you, coming to the tree?
Where the dead man called out for his love to flee. 
 
Sospira, di nuovo, come questo pomeriggio.
Perché? Ragazze mie, ha appena infranto uno dei comandamenti non scritti più importanti della lista; ovvero il sesto comandamento non scritto dei P&G:
“Essere sempre sinceri”
 A questo proposito, sappiamo tutti che Peeta, in realtà, non ha nessun appuntamento quotidiano con la Trinket; e che alla fine entrambi i P&G hanno infranto questo comandamento.
 

 
Beh, tra venti minuti dovrei essere pronta ad uscire e invece ho ancora le pantofole che cantano Jingle Bells.
Bene!
Ricordo che questa storia non è a sfondo comico - demenziale, ma è una commedia.
Giunta finalmente a pubblicare il quinto capitolo, mi scuso per i ben 10 e oltre giorni di attesa ma il lavoro e studio mi massacrano e solo oggi sono riuscita a concluderlo.
Spero comunque che sia valsa la pena farvi aspettare.
Come al solito vi ringrazio per tutto il calore e le magnifiche recensioni che mi lasciate: costruttive e sempre gentilissime; e vi prego di non smettere mai di farlo.
Se vi può interessare, ho iniziato una raccolta di One Shot sempre su Hunger Games: “Momenti”.
SPERO SIA PIACIUTO! DAVVERO!
GRAZIE.
MatitaGialla
  
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