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Autore: Elisir86    27/10/2004    2 recensioni
Kei era arrivata nella mia vita con l’arrivo della primavera. La brezza delicata che ancora ci costringeva ad indossare maglie dalle maniche lunghe, la trasportò nel cortile scolastico con l’eleganza di una fioritura. Aspettava appoggiata con la schiena su un albero fiorito con le braccia conserte, l’arrivo di qualche ritardatario. Aspettava senza perdere la pazienza. In quel momento invidiai il ragazzo che aveva la fortuna di far parte della sua vita, lo invidiai con tutto me stesso perché mai e poi mai io, Masao Tachibana avrei potuto avvicinarmi.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemelli, Tachibana/Derrick
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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L’appassire della primavera

L’appassire della primavera

 

Kazuo!

Lo sento. È successo qualcosa a mio fratello. Lancio uno sguardo preoccupato alla panchina, di lui non c’è traccia.

Rabbia…Dolore…Disperazione…

Kazuo è nei guai! Kazuo non arriverà al capo, io lo so!

Disperato mi avvicino al mister. “Dov’è…Dov’è?” chiedo flebilmente, Tatsuo mi guarda stranito, “Calmati Masao…tuo fratello è solo in ritardo, la sua ragazza l’avrà trattenuto…”

Un assordate rumore metallico…un urlo di donna…

“No!” urlò, “Gli è successo qualcosa! Io lo so, io…io lo sento…io…” Sanae si avvicina, ha in mano degli asciugamani, mi guarda preoccupata, “Andrò a cercarlo se vuoi.”

Sangue. Tanto troppo sangue sui vestiti…

Alzo le mani tremanti, come se potessi vedere il sangue gocciolare lungo le mie dita, non tornerà…oggi non tornerà…Ora mi circondano tutti, Kojiro sta in disparte, Tsubasa mi circonda le spalle con un braccio e Taro cerca di…

Un urlo…un urlo disumano…mio fratello urla!

“Devo andare!” esclamò disperato, “Sta urlando…sta urlando il mio nome!” mi allontano dai compagni di squadra, faccio qualche passo ed ecco, che una figura magra ma veloce corre verso di me.

“Masao!” urla con tutto il fiato che ha in gola, la riconosco è Hikari, la fidanzata di mio fratello. Piange, il suo vestito è rovinato, i capelli spettinati, è ferita e…piange. “Masao…” deglutisce, “Oddio, mia sorella…mia sorella…” non finisce la frase crolla per terra e con le mani insanguinate si copre il viso. Non ho bisogno di sentire altro, Kei…è morta.

Mi lascio cadere anch’io sull’asfalto, lacrime amare scivolano sul mio viso, perché…perché?

“Non è vero…” mormoro; la mia voce è diversa, non ha nessuna sfumatura, non ha nemmeno una tonalità, sembra quasi provenire da un posto lontano, oscuro…come la voce di un morto.

“Non è vero…” ripeto, più a me stesso che a Hikari. Una mano si posa sulla mia spalla sinistra… una mano di donna…Alzo lo sguardo, è Yayoi Aoba, sembra capirmi, “Non temere…” mi sussurra, ma in questo momento voglio solo scomparire…annullarmi dalla faccia della terra. I suoi grandi e dolci occhi marroni catturano i miei, le mie labbra si schiudono, “Menti…” mormoro.

Un imprecazione…Turbamento…Paura…

Incontrai Kei, nel giardino della mia scuola.

Io e mio fratello frequentavamo l’Istituto Commerciale di Akita, che ci regalava la possibilità di far parte di una strepitosa squadra di calcio. A dire la verità io ero riuscito a superare l’esame d’ammissione per pura e semplice fortuna, arrivando ventisettesimo su cinquanta iscritti; non mi stupii più di tanto trovando il nome di mio fratello al terzo posto, lui non era come me nello studio…Eravamo comunque riusciti ad entrare nella stessa scuola anche se in classi separate. Mio fratello aveva progettato tutto un programma annuale per unire scuola, studio, calcio e visite ai parenti. Io di solito seguivo le sue indicazioni; mentre lui mi spiegava le materie che io non riuscivo a capire, io gli insegnavo come evitare zia Kanako…lui la odiava…

I mesi e perfino gli anni passavano in fretta e io riuscivo a passare alla classe successiva con una bassa media, finché non arrivò il terzo anno. Quello appena concluso, per dirla tutta.

Kei era arrivata nella mia vita con l’arrivo della primavera. La brezza delicata che ancora ci costringeva ad indossare maglie dalle maniche lunghe, la trasportò nel cortile scolastico con l’eleganza di una fioritura. Aspettava appoggiata con la schiena su un albero fiorito con le braccia conserte, l’arrivo di qualche ritardatario. Aspettava senza perdere la pazienza.

In quel momento invidiai il ragazzo che aveva la fortuna di far parte della sua vita, lo invidiai con tutto me stesso perché mai e poi mai io, Masao Tachibana avrei potuto avvicinarmi.

Ed improvvisamente i suoi splendidi occhi ghiacciati si posarono su di me, mi sentii morire, come se la cosa che avessi ambito di più al mondo mi fosse stata concessa. Lei mi osservava, ed io ne ero felice. Il suo corpo, i suoi lineamenti…i suoi capelli…erano la vera essenza della primavera. La stagione degli amori, della bellezza sublime aveva preso forma in un corpo mozzafiato rivestito di nero…

Fu Kazuo a farmi spostare lo sguardo su qualcosa di diverso. Mi aveva chiamato dalla finestra della sua aula proprio sopra di me, “Fratello!” muoveva frenetico le braccia come se gli fosse successa la cosa migliore del mondo, “Ho preso il massimo in Matematica…” sorrisi e con un fugace sguardo verso il ciliegio notai che la ragazza era scomparsa.

“Qualcosa non va, Masao?” per un secondo…un solo secondo l’odiai…“Tu hai mai visto, la primavera?” domandai, Kazuo si osservò in giro, forse non aveva capito la mia domanda, oppure l’aveva conosciuta, solo che non ne voleva parlarne…

Io l’avevo vista ed era la cosa più bella che potesse esistere.

Strano.

Perché ora? Perché in questo momento mi è venuto in mente quest’incontro? Il nostro primo incontro? Kei?

“Vieni, Masao…e anche tu…” la voce di Taro mi distoglie dai miei pensieri. Sta accanto ad Hikari, che continua a singhiozzare e rifiutare qualsiasi aiuto.

Un suono…una sirena…

Jun mi prende un braccio e cerca di sollevarmi, ma io non reagisco, non posso…Il mio amore se ne è andato e in questo momento il suo corpo è su un’ambulanza…Il mio amore… “Non le ho mai detto…” mormoro, ora ad aiutare Jun c’è anche Hikaru. Due ragazzi forti che tentano di sollevare un morto… “Non le ho mai detto…” una ragazza s’inginocchia davanti a me, è bella. I corti capelli corvini mi ricordano quelli di Kei, ha gli occhi umidi ma ugualmente belli, allunga la sua mano come a chiedermi di prenderla. “…che i suoi occhi sono meravigliosi…” mormoro questa volta la mia voce è qualcosa di remoto, incomprensibile…ma che alle mie orecchi sembra un tuono.

Lacrime…Piange…Kazuo piange…

Alzo con calma la mano e stringo quella di Yoshiko, mi alzo, non voglio sedermi, non voglio restare lì…voglio mio fratello.

Con lenti e brancolanti passi mi allontano da tutti e tutto…mi avvicino a Kei…

 

L’ospedale…L’ospedale…È un luogo bruttissimo.

L’ho sempre odiato, fin da bambino. L’ho sempre detestato…ed ora non posso nemmeno pensare che esista.

Una preghiera…Kazuo prega…

Lo cerco tra i pazienti, tra i visitatori…lo cerco con glaciale frenesia e lo trovo. È seduto per terra, le mani colorate dal sangue di Kei, il viso stravolto, anch’esso insanguinato, piange disperato mentre dita frenetiche tormentano i corti capelli.

Alza lo sguardo, sa che sono arrivato, i suoi occhi si fanno ancora più tristi… “Perdonami, Masao. Ti prego perdonami…” stringe tra le forti braccia le gambe, sembra un bambino. M’inginocchio davanti a lui. “Non lo farò mai…” i suoi occhi s’allargano sgomentati, mi fissa ma non credo che mi veda.

Qualcosa di doloroso mi trafigge il petto…

È questo quello che provi Kazuo? Volevi forse che ti perdonassi dopo, dopo…?

“Mi dispiace fratello…ti ho tolto la primavera…” bisbiglia, le mani continuano a contorcersi, è disperato.

Primavera…

Kei non era come tutte le ragazze.

Sapeva vedere nell’animo delle persone, e un giorno…“Tu sei Masao…” mi disse “Lo so, perché nei tuoi occhi si vede la voglia di vivere, l’adrenalina, il rischio…A parte il Dna e il tuo viso, hai solo il calcio che ti lega a lui…” sorrise. “Io…voglio bene a Kazuo…” esclamai, bloccandola sulla soglia di casa sua, “E chi ha detto il contrario.”

Scuoto la testa, io…IO DICO IL CONTRARIO!

“Ti odio…Kazuo…Hai calpestato il mio amore per Kei…Hai distrutto la mia vita…E per questo ti odio.”

Chiude gli occhi, trattiene un singhiozzo, si nasconde il viso tra le gambe e le braccia, “Si…” geme iniziando a dondolare cercando conforto.

Morte…Una sfrenata voglia di morte…

“Cosa pensi della vita, Kei?” lei stava in silenzio ad osservare le onde del mare…lei amava l’acqua… “Penso che sia un viaggio…Penso che ci sia un Fato che decide le nostre fermate…Le tue e le mie fino a due mesi fa non erano le stesse…poi il Fato mi ha fatto scendere dal mio treno per prendere il tuo…” sorrise. Aveva un bel sorriso che lasciava sfuggire solo davanti a me, non l’avevo mai vista ridere davanti ad altri….

“E della morte che pensi?” Kei si girò verso di me guardandomi con i suoi occhi di ghiaccio, “Penso…” s’appoggiò alla ringhiera, “Penso…che sia già decisa…ma non è mai definitiva…” io avevo sgranato gli occhi “Vuoi dire che puoi ingannare la morte?” chiesi, “No…certo che no…ma si può scegliere il come…” sorrise.

Disperazione…

Lo sento. Mio fratello mi cerca, è disperato, mi rivuole…Ma questa volta, sono io che decido…

Il fato aveva scelto lui e tu non hai voluto…perché sapevi che gli volevo bene…ma ora…no…Lui ti ha portato via…

Clik…

È un rumore sordo. Lo spezzarsi di qualcosa…

Ti guardo, Kazuo…sei ancora rinchiuso in te stesso… “Il Fato aveva scelto te…” mormoro, annuisci, “E tu hai dato lei…” tu singhiozzi più forte, alzi la testa, “Non volevo…io…io…Perdonami Masao!”

Le tue mani si aggrappano sui miei pantaloni macchiandoli della sua linfa vitale, “Ti prego…” sussurri, ma lo sai anche tu…è tardi.

“Hai fatto appassire la mia primavera…” e con questo ti ho detto tutto. “No…no! Io ho tentato…io…Ho cercato…Hikari lo sa, Dio lo sa!” urli stringendomi di più a te, non vuoi lasciarmi…e piangi, piangi più forte di prima…e piango anch’io perché qualsiasi cosa faccia, più nulla rimarrà lo stesso.

“Kazuo…” tu non molli la presa e io circondo il tuo capo con le forti braccia. Quasi ci vedo, io in piedi a stringerti per darti sollievo e tu inginocchiato, disperato…che vuoi solo restare ancora accanto a me….

“Fratello…perdonami ti prego…Non merito il tuo odio…” esclami con rabbia e desolazione, “Ho tentato di salvarla…ho tentato…Fratello…” alzo il tuo volto, ti guardo negli occhi; vedi…vedi come sono triste, vuoto, inesistente senza di lei? Lo vedi? Per questo Kazuo io…“…Non ti considero più mio fratello.”

Clik…

Ci siamo frantumati. Ti ho annientato e mi hai eliminato.

Ora il Fato…ha scelto di dividerci così…Tu l’hai deciso…tu che ora mi stringi le gambe con tutta la tua forza al tuo petto…tu che con il capo chino accetti quello che provo…Sei stato tu, Kazuo, a dividerci…

Tu che mi hai tolto la primavera…

 

Fine

 

Ok…non è un granché come ff ma mi è venuto di getto e non sapevo come ampliarla. Credo che dopo due anni di riflessione sia giunto il momento di dichiararsi sconfitta e impostarla così, secondo me si capisce abbastanza bene il senso di vuoto che prova il protagonista…Non mi piace per niente lasciarla in sospeso, ma sono più che sicura che non avrà mai ne capo ne coda!

 

Questa fanfic è dedicata a tutte le mie amiche che ho conosciuto grazie alle altre ff che ho scritto. Vi voglio bene!

  
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