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Autore: Kess    19/10/2013    7 recensioni
"Mi sono sempre sentita come una virgola. A volte sono nel posto sbagliato, a volte sono in più e a volte si dimenticano di me. Insomma, sono praticamente inutile.
Odio essere quella in più, che non centra niente in qualcosa, o magari essere dimenticata così facilmente, lo odio davvero.
A quanto pare però è la mia condanna."
Genere: Drammatico, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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This.

1st Chapter;

Mi sono sempre sentita come una virgola. A volte sono nel posto sbagliato, a volte sono in più e a volte si dimenticano di me. Insomma, sono praticamente inutile.
Odio essere quella in più, che non centra niente in qualcosa, o magari essere dimenticata così facilmente, lo odio davvero.
A quanto pare però è la mia condanna. Sono diciassette anni che vivo così, da sola senza nessuno che mi capisca o anche solo provi a capirmi. Nulla, tutti mi stanno distanti, tutti mi evitano, è come se fossi un alieno o non so cosa di peggio.
Odio anche uscire con Camille, non che lei mi stia sulle scatole, perché forse è una delle poche amiche vere che ho anche se è mia cugina, ma perché ha degli amici a cui credo di non andare a genio.
Ce n’è uno poi, un moro che mi fissa sempre. Cerca di scrutarmi come meglio può, ma non sempre in viso.
A volte cerca di guardare le mie braccia, forse perché una volta gli è capitato di vedere.
Da quel giorno quando passo per strada e lo incrocio mi rivolge un sorriso e mi saluta, a differenza di tutti gli altri. Io ovviamente ricambio il saluto, e me ne resto per i fatti miei.
Sono molto popolari lui e i suoi amici, girano un sacco di voci su di loro che fanno le cazzate più assurde.
Con loro poi mi sento fuori posto, perché i ragazzi sono tutti con i pantaloni che terminano con i risvoltini, le camicie con sopra il maglione e cose in questo stile, mentre le ragazze hanno quasi tutte sempre la gonna e dei tacchi, io invece sono quella diversa ovviamente.
Io metto cose semplici, tipo leggins e maglia larga con sopra una camicia, e mi distinguo da loro tutti uguali, mi sembra di essere sbagliata.
Io ho da poco ricominciato la scuola, perché sono appena uscita dalla clinica psichiatrica, ma questo lo sanno in pochi per fortuna.
Ci sono finita dentro perché un giorno avevo tentato il suicidio, e ci stavo quasi riuscendo se una mia vicina di casa non mi avesse sorpresa. Da lì hanno scoperto dei tagli, e sono stata catapultata tra ospedali e clinica, per cinque mesi.
Ora non posso dire di aver smesso, ma di certo sto meglio di prima.
 
Oggi dopo qualche lezione mentre torno a casa con le cuffie nelle orecchie non mi accorgo di andare a sbattere contro qualcuno, facendomi male alla spalla sulla quale mi è arrivato un pugno dallo zio.
Sì, vivo con mio zio perché i miei genitori sono morti quando ero piccola, e mia zia, forse l’unica che mi voleva bene, è morta di tumore mentre ero in clinica.
“Oddio, scusami.” fermo la musica togliendomi le cuffiette, e chinandomi a raccogliere il libro che mi è caduto.
Il ragazzo è più veloce di me, e mi porge il libro dopo averlo afferrato. Lo guardo negli occhi e riconosco il moro di cui non ricordo il nome che ho incontrato qualche volta.
“Colpa mia, avevo la testa tra le nuvole.” afferma mentre ci rialziamo, sorridendomi. Non ho mai fatto caso al suo sorriso, di solito ha sempre la sigaretta tra le labbra e parla con il suo migliore amico e quelle troiette che gli girano attorno.
Appoggio una mano sulla spalla dolorante, facendo una faccia che come sempre mi tradisce.
Lui sposta la manica corta della mia maglietta notando il grosso livido procurato dal pugno dello zio dell’altra sera.
“E questo?” chiede sconvolto. Beh di certo non me lo sono fatta adesso.
Tu non centri nulla nella mia vita, tu non puoi sapere queste cose, si complicherebbe tutto, non puoi entrare in questo mondo, non provarci neanche, non capiresti niente.
Le mie azioni, le mie parole, i miei pensieri, sarebbero arabo per te, quindi stanne fuori che è meglio.
“Sono caduta l’altra sera. Devo scappare, ciao.” gli faccio un sorriso, davvero falso, rindossando le cuffie e aspettando il suo saluto mentre penso già alle botte che riceverò sta sera e alle prese in giro che racconterà lui ai suoi amici.
“Ci vediamo in giro.” mi saluta e si incammina per la sua strada, così come faccio io.
È stato un incontro davvero stano, non so perché, ma lo è stato.
 
Sta mattina non ho lezioni, quindi Camille è venuta a prendermi e insieme andiamo a fare colazione in un bar dove va spesso con i suoi amici.
E se lo incontro ancora? Che gli dico? Sicuramente vorrà parlarmi come stava cercando di fare ieri.
Ordino solo un cappuccino, mentre Camille si prende una brioche con  la cioccolata, che solo a vederla mi fa star male.
Non sono mai stata una che mangia tanto, e infatti sono anoressica da tempo. Sembro quasi la bambina di The Grudge; magra, maglia bianca larga e leggins con i fiori, una felpa, capelli lunghi e neri che arrivano quasi all’ombelico, piastrati poi.
Ci sediamo ad un tavolo, e lei intenta mentre mi racconta qualcosa che non sto nemmeno ascoltando di colpo si ferma, guardando alle mie spalle.
Riappoggio la tazza del cappuccino sul suo rispettivo piattino e mi giro, incontrando ancora quegli occhi verdi di ieri. Cazzo se sono belli, sembrano due smeraldi incastonati nel suo viso angelico.
In effetti sembra tanto un bravo ragazzo, ma da quello che fa non tanto.
È con un ragazzo moro, capelli corti e occhi azzurri, probabilmente Louis se non sbaglio.
Il moro (ormai lo chiamo così siccome non ricordo mai il suo nome) spegne la sigaretta appena fuori dalla porta e dopo di che entra insieme al suo amico.
Camille sorride smagliante mentre i due si avvicinano a noi, facendomi sentire ad ogni passo più in pericolo e più in soggezione.
Si siedono al tavolo con noi salutandoci e  regalandoci dei sorrisi a dir poco perfetti.
“Ciao Harry, Louis.” li saluta mia cugina, senza staccare gli occhi da Louis.
Harry.
Harry.
Che bel nome.
“Hey ragazze.” afferma Harry facendomi sentire la sua voce per la prima volta oggi, incredibile come sia perfettamente melodica anche solo quando parla.
“Ciao.” mugugno per la prima volta oggi, per poi tornare a bere il mio cappuccino caldo che adoro.
Louis e Camille iniziano subito a parlare, essendosi seduti vicini, lasciando me ed Harry in silenzio.
Per me non c’è problema, sono abituata a stare zitta e a tenere i miei pensieri solo ed esclusivamente per me perché non c’è nessuno a cui interessano davvero.
A nessuno interessa sapere che sto male, che sto crollando ancora, che le mie braccia sembrano dei fogli scarabocchiati con le penne rosse, che ogni volta che sento la parola “lesione” mi vengono i brividi e mi sento chiamata in causa, nessuno.
Mi mordo le labbra dopo aver finito il cappuccino, e rivolgo lo sguardo ad Harry che mi sorride.
“Come va, Brea?” mi chiede controllando l’ora sul cellulare, sono le 9.36 am.
Male, molto male Harry e vorrei che qualcuno sentisse l’urlo costante che c’è in me da tempo, ma nessuno prova neanche ad avvicinarsi, hanno tutti troppa paura.
“Alla grande e a te?” rispondo cercando di sembrare il più sincera possibile, il che non mi riesce perché non so mentire purtroppo. Dico sempre quello che penso le poche volte che parlo con qualcuno, perché la maggior parte del tempo penso e basta alle cose, siccome non ho nessuno a cui dirle.
“Tutto bene, e facciamo che per sta volta ti credo.” mi fa l’occhiolino e torna a guardare il telefono, per rispondere ad un messaggio.
Come ha fatto a capire che stavo mentendo? O è un mago o davvero non lo so, merda.
Nessuno può sapere a cosa penso, si spaventerebbe; nessuno può sapere che penso ogni giorno a fuggire da qui, da questo posto e da queste persone.
“Sto bene, fidati.” sposto i capelli su una spalla, accavallando le gambe. Sono nervosa, e anche abbastanza. Devo mantenere la calma però, insomma.
“Ci facciamo un giro io e te?” mi propone incrociando ancora i nostri occhi. Wow potrei perdermi in quel mare verde, è infinito.
Non so però come lui abbia il coraggio di guardare l’azzurro/grigio schifo dei miei.
Aspetta, ma Harry mi ha appena chiesto di fare un giro con lui? Uno dei più popolari di Londra? Quello al quale vengono dietro tutte? Scherza.
“Oh mi sa che hai sbagliato di grosso Harry, non sono una puttana.” sbotto scuotendo la testa. Se è a questo che vuole arrivare davvero è nella direzione sbagliata.
“Volevo solo fare una passeggiata per parlare, mi dispiace se hai capito male, non mi interessava quello che pensi tu, anzi, non mi permetterei mai.” sembra così sincero, direi che magari posso anche credergli e andare a farci un giro, tanto non mi uccide mica.
Ma hai idea di con chi stai uscendo stupida? È stato anche in riformatorio e ti fidi, cretina.
Sto pensando come se stessi parlando da sola, sono pazza.
“Okay.” maledetta me e quella fogna della mia bocca. Stare zitta no eh?
Mi stringe la mano portandomi fuori di corsa e salutando gli altri due che neanche ci cagano a momenti siccome parlano per i fatti loro.
Ci incamminiamo ed io ovviamente non riesco a dire nulla per prima, e mi tengo i miei pensieri per me mentre faccio un passo dopo l’altro.
“Sei silenziosa eh.” nota il riccio cercando evidentemente di iniziare una conversazione, ed io annuisco e basta. “Brea devo dirtelo: dalla prima volta che sei uscita con Camille e che ti ho vista mi sei piaciuta, sembri così dolce e non capisco perché sei sempre zitta.” aggiunge.
Quante cose non sai e non dovresti sapere ma ho voglia di dirti, piccolo.
Mi sembra di avere un legame con lui, come se ci conoscessimo già, e ogni volta che lo vedo sento qualcosa nello stomaco, qualcosa di davvero strano e indescrivibile.
“Sono chiusa in me stessa, sono un tremendo casino meglio che tu mi stia lontano.” uomo avvisato, mezzo salvato, no? L’ho avvisato di starmi lontano, posso solo che provocargli danni, tristezze e delusioni come ho sempre fatto con tutti.
“Ma ti capisco, mi sembra di conoscerti da un sacco di tempo e sono sicuro che stai vivendo quello che ho vissuto io tempo fa.”
Quindi non è tutto come sembra.


*Spazio autrice*
SALVE A TUTTIIIIII
Questo è il prologo della mia nuova storia! Come avete notato si chiama "This". Ho scelto questo nome perchè è una delle canzoni di Ed Sheeran che preferisco, e oltretutto è semplice proprio perchè il titolo ispira semplicità.
Spero vi piaccia, a me prende già molto e mi piacerebbe ricevere già qualche recensione su questo capitolo così so che l'idea vi piace e la continuerò presto!
Baci Kess .xx

Se volete farmi qualche altra domanda o volete qualche chiarimento, o solo per sfizio sono qui:
Ask:
 http://ask.fm/LucreziaAlno
  
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