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Autore: _Fux_    19/10/2013    3 recensioni
-La prima volta che incontrai l’amore avevo poco più di diciassette anni; la prima volta che lo conobbi non fu provandolo su me stessa. (...)
Quel giorno ero solo la solita ragazza un po’ stramba, quella che il sabato pomeriggio la vedi quasi sempre al parco, a volte persino da sola, poi li vidi: due giovani che sembravano essersi persi l’ uno dentro l’altro, in un posto che sicuramente era migliore di quello in cui si trovavano in realtà.
Passeggiavano mano nella mano, incuranti degli sguardi indiscreti –anche del mio-, incuranti di tutto, sembravano esistere solo loro.-
ATTENZIONE: anche se non molto esplicito, si tratta di una Larry Stylinson :)
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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When I met love for the first time
 
La prima volta che incontrai l’amore avevo poco più di diciassette anni; certo, avevo già visto quello fra i miei genitori, ma non mi ci ero mai soffermata troppo a lungo, perché beh, per me era naturale, un’abitudine.
No, la prima volta che lo conobbi  non fu provandolo su me stessa; a dire il vero non l’ho ancora mai sentito, perché da quel giorno sto aspettando di potere provare e di trovare un amore come quello.
 
 
Quel giorno ero solo la solita ragazza un po’ stramba, quella che il sabato pomeriggio la vedi quasi sempre al parco, a volte persino da sola.
Ecco, quello era proprio uno di quei pomeriggi: sedevo su una panchina leggermente isolata dalle altre, e mi godevo il leggero sole di inizio primavera mentre pizzicavo leggermente le corde della chitarra che mi faceva compagnia, un libro posato poco lontano.
Fu quando finalmente alzai gli occhi dal mio strumento, che li vidi: due giovani che sembravano essersi persi l’ uno dentro l’altro, in un posto che sicuramente era migliore di quello in cui si trovavano in realtà.
Passeggiavano mano nella mano, incuranti degli sguardi indiscreti –anche del mio-, incuranti di tutto, sembravano esistere solo loro.
Avranno avuto diciannove, forse vent’anni, ed erano straordinariamente… belli, perché insieme creavano la più perfetta delle combinazioni, delle alchimie e delle formule chimiche; erano l’incognita e il valore che dopo centinaia di calcoli viene finalmente trovato, erano i due famosi ultimi pezzi di puzzle per completare il quadro: uno alto e l’altro basso, uno riccio e l’altro liscio…
Uno con gli occhi verdi macchiati di lui, di cielo, l’altro con gli occhi azzurri, macchiati di speranza, macchiati del suo lui.
In quegli occhi c’erano delle stelle brillanti, le più belle che io avessi mai visto…  Il Sole al confronto quasi impallidiva.
Le persone che passavano li guardavano di soppiatto, sussurravano, dicevano cattiverie; come potevano non vedere che quel verde e quell’azzurro si erano uniti fino a diventare una cosa sola?
I due ragazzi però non notavano tutte queste cose, forse troppo ubriachi di felicità, o magari più semplicemente accecati dai loro sentimenti.
In quel parco c’erano moltissimi genitori, che cercavano di evitare la vista di quello “scempio” ai loro figli…
E poi?
E poi c’ero io, che seduta su quella panchina pensavo, confusa da tutte quelle cattiverie che le mie orecchie sentivano, da tutte quelle frasi maligne che cercavano di affondarmi…
Ricordo di avere pensato: “Come fanno a considerare sbagliata la felicità?”.
Sto ancora aspettando la risposta, ma non credo che arriverà facilmente.
Quei due giovani uomini mi passarono davanti, senza notarmi; alle mie orecchie giunsero diversi commenti:
Sono sbagliati
Sono malati
Non è naturale
Non è giusto
E di nuovo pensai: “Come fanno ad essere così ottuse certe persone?”.
Nuovamente non trovai risposta; per me la cosa era talmente chiara da accecarmi quasi, perché era –ed è- da tutta la vita che aspettavo qualcuno che mi guardasse come loro stavano facendo in quel momento, e credetemi: se voi poteste vedere quello che i miei occhi videro proprio in quel momento…
Beh, mi capireste, mi dareste ragione, iniziereste ad aspettare con me un amore come il loro.
Mentre si baciarono loro non videro me, la strana ragazza della panchina, alzarsi e indirizzargli un sorriso, perché grazie a loro avevo finalmente scoperto cosa significa amare.
No, non mi videro mentre mi alzavo e mi giravo, ricominciando a camminare verso quello che la vita mi riservava, con una chitarra in spalla, un libro in mano e un sorriso sul viso, ma la cosa che veramente importa è che io vidi loro.
Certo, sono ancora la solita strana ragazza che il sabato pomeriggio puoi incontrare al parco, magari a volte anche da sola, ma da quel giorno sono cambiata nel profondo, sono migliorata, sono più fiduciosa e ho imparato a credere all’amore, perché se quello fra loro due non lo era…
Beh, allora questo sentimento non esiste.
 
 
Già, ero in quel parco quando incontrai per la prima volta l’amore, guardando nei loro occhi.
A volte mi capita ancora di pensare a quei due ragazzi che mi hanno mostrato cos’è questo sentimento –essere insieme anche contro tutti e tutto, perché è meglio soffrire un po’ insieme, piuttosto che essere infelici e con rimpianti da soli-, che mi hanno insegnato che l’amore non guarda al corpo, ma che è molto più di questo: l’amore sono due anime che si incrociano e che si fondono, perché sono sicura che qualsiasi forma avessero avuto i loro corpi, loro si sarebbero comunque incontrati, sarebbero sempre stati l’uno la speranza e la salvezza dell’altro.
Sono sicura che loro stiano continuando ad aspettare, insieme, stretti in un dolcissimo abbraccio, che questa società capisca che l’amore non ha sesso, perché l’amore fra due uomini o fra due donne vale esattamente come quello fra un uomo e una donna…
Perché l’amore è uguale.
 
Ciao (:
So che in questa OS non li nomino mai, e che potrebbero essere presi per due ragazzi qualsiasi (anche perché ciò che ho scritto vale per tutti coloro che si amano, almeno per me), ma mentre scrivevo mi immaginavo loro: Harry e Louis.
Davvero, io non capisco le persone che non accettano l’amore solo perché fra persone dello stesso sesso; parlo da etero, perciò non sono “di parte”: ritengo solo che sia una gran cavolata, perché l’amore è amore e basta. Ecco.
Oh, cavolo, credo di avere scritto un po’ troppe volte la parola “amore” (e ancora xD) fra qui e la storia, ma c’est la vie!
Anyway, mi scuso se sono presenti erroracci, forgive me <3
Baci,
La strana ragazza della panchina

 
   
 
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