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Autore: gwuncan99    19/10/2013    6 recensioni
Questa fanfiction parla di Gwen, una ragazza di 16 anni con un brutto passato alle spalle. Si è trasferita a Toronto e frequenta il Liceo Artistico, ed è lì che incontrerà la persona che cambierà la sua vita.
Storia DxG.
Estratto dal capitolo 36:
Mi lasciarono lì, in ginocchio, mentre le persone pian piano andavano tutte via.
L'ambulanza partì, e il suono delle sirene si perse nell'aria.
"MERDA!" sbattei i pugni a terra.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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- Quindi quasi nessuno della nostra classe andrà domani a scuola? -

- Eggià...dicono che stanno male per la sbronza...Approposito, come ti è venuto in mente di bere così tanto? - domandò curiosa Bridgette.

- Non lo so..sarà per il fatto che non mi andava di uccidere Courtney, che stava troppo appiccicata a Duncan. - risposi.

- Duncan si era preoccupato molto, ahahhaha dovevi vedere la sua faccia quando stavi baciando Trent. -

- Stavo baciando Trent?! - urlai sconvolta.

- Si...quando eri ubriaca. - specificò la surfista.

- Che cavolo ho fatto...E domani a scuola? Che dirà Trent?...avrà frainteso tutto. - sbuffai.

- Di che è stato un incidente...digli che ami solo Duncan. La verità! -

- La verità... - mormorai.

- Oh, Gwen, mi sta chiamando Geoff..ci sentiamo oggi! Ciao! - riattaccò il telefono.


Ricordo perfettamente ciò che è successo quella notte, in giardino. Ho confessato tutto, del bacio, il ti amo...stavo anche facendo di peggio... Ma lui mi ha fermata! Ow, non me lo sarei mai aspettata da lui...Scott non avrebbe fatto lo stesso. Ma, perché sto pensando a Scott? Non c'è paragone tra lui e Duncan.
Mmh, lo chiamo o no? Devo parlarci...almeno per dirgli che sto bene..che non deve preoccuparsi. O per dirgli che Trent non mi interessa.
...Gli mando un messaggio.

"Alle 11 al John's Bar. Devo parlarti."
-Gwen

Mi preparai al volo, e uscii di casa. Mia madre era al lavoro, quindi non mi avrebbe scoperta.
Raggiunsi il bar in anticipo. 
Le 10 e 50...
Mi sedetti ad un tavolo, e ordinai un caffè.
"Bene, bene..." arrivò Duncan, con un piattino di brioche in mano.
Lo poggiò sul tavolo "Per te..."
"Oh..grazie.." mormorai.
Si sedette accanto a me.
"Allora..di cosa vuoi parlare?" chiese prendendo una ciambella dal piatto.
Rimasi per un po' in silenzio. "Di ieri..." risposi abbassando la testa.
"Dicono tutti che esiste solo l'estate, io dico che son tutte bagianate..." canticchiò sorridendo.
"Appunto, di lui...Duncan, non ero in me quando l'ho baciato...credimi." spiegai con i sensi di colpa.
Non rispose.
"Era per Courtney...avrei preso una bottiglia di vetro e gliel' avrei spaccata in testa." continuai alzando il tono di voce.
"Noi nuotiamo al sole, ma pure se piove, siamo soli io e te, amore."  rispose continuando la canzone.
Poggiò le braccia sul tavolo, avvicinandosi per guardarmi negli occhi.
"Duncan i-"
"Nel dolce far niente, solo io e te; vorrei dirti una cosa soltanto: Comincio a esser macho per un semplice bacio." finì sorridendomi.
"..L'hai imparata tutta eh?" dissi ironicamente.
Rimase a guardare un punto fisso nel vuoto. "Ieri, hai applaudito come una matta, quando l'ha cantata..." mormorò.
"Non ero in m-"
"Non eri in te nemmeno in giardino? Sotto il cielo stellato?" alzò lo sguardo su di me. "Solo io e te amore..."
Rimasi paralizzata, senza parole.
Si alzò e usci dal bar.
"Duncan!" lo seguii.

"Duncan, fammi spiegare!" dissi prendendogli il braccio.
Si girò bruscamente. "Cosa? Che era tutta una presa in giro?" rispose con un misto di rabbia e tristezza.
"No..." mi usci una lacrima. "Non era...una presa un giro." altre lacrime mi rigarono il volto.
Il punk si calmò. "Che fai ora...piangi? Per me?" balbettò stupito.
Mi inginocchiai per le poche forze che avevo. "Ma lo vuoi capire una volta per tutte? Quante volte devo dirtelo?" gli urlai contro.
Non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere "Non l'hai capito? Te lo devo dire cento volte? Ti amo! Ti amo Duncan!" abbassai la testa per paura di vedere la sua reazione.
"Ora...non ho bevuto nulla...ti amo...è la verità..." continuai a sussurrare. Sulla faccia del punk si formò un sorriso, un sorriso vero, sincero, dolce. Si inginocchio anche lui accanto a me, alzandomi il viso con il pollice e l'indice. "Visto? Non dovevo dirtelo, il mio desiderio...sapevo che non si sarebbe avverato!" singhiozzai con il viso sulle sue mani.
"Pff, ne sei convinta?" ghignò. Mi asciugò le lacrime e sfiorò le mie labbra con le sue, fino a baciarle, molto dolcemente.
La gente che passava di lì rimaneva a fissarci, ma loro adesso non esistevano. C'eravamo solo io e lui. Nessun Trent, nessuna Courtney, nessun passato difficile. 
Ho finalmente capito, che voglio solo Duncan, nella mia vita.

"Voi due!! Dovete ancora pagarmi!" urlò il cassiere dalla porta del bar.
Ci staccammo dal bacio, scoppiando a ridere, poi mi aiutò ad alzarmi, ed entrammo nel locale.
Io presi l'ultima brioche che stava nel piattino, mentre Duncan pagava.
"Arrivederci." mormorò, prima di raggiungermi.
"Andiamo?" mi disse prendendomi la mano.
"Dove?" chiesi curiosa.
"Alla stazione!" rispose ovvio.
"Cosa? Perché?"
"E' una sorpresa." ghignò.
Mi portò davanti casa sua, per prendere la sua moto.
"Wow...non sapevo avessi una moto..." affermai.
Rise leggermente, poi mi diede il casco e mi fece cenno di salire.
Seguii l'ordine. Mi sedei, strinsi la sua vita, poggiandomi sulla sua schiena. "Tieniti stretta." e partì.

Tempo di dieci minuti, ed eravamo già lì.
Parcheggiò e raggiungemmo il treno che si era appena fermato.
"Chi aspettiamo?" chiesi tenendogli la mano.
"3,2,1..." rispose sorridendo.
Dal treno uscì un ragazzo, con due valigie in mano. Alto e muscoloso,
pelle scura....Dj!!
Mi girai verso Duncan con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, che mi fece cenno di andare da lui.
"Dj! Dj!" corsi verso di lui, che appena mi vide sgranò gli occhi.
" Gwen? Gwen!" buttò le valigie per terra e mi abbracciò.
"Gwen..sei davvero tu? C-come facevi a saperlo?" chiese contento. 
"Mi sei mancato! Mi sei mancato tantissimo!" lo abbracciai più forte.
Duncan si avvicinò. "Amico!" lo salutò Dj battendo il cinque.
"Aaah, vi conoscete?"  continuò sorridendo.
"Si!" risposi ancora entusiasta.
"Stiamo insieme." disse Duncan convinto.
"Cosa?" rispondemmo stupiti io e Dj.
"Si" circondò la mia vita con un braccio."Gwen è la mia ragazza." mi baciò la testa.
Arrossii violentemente.
"Wooow. Avete tante cose da dirmi...Geoff?" ribatté Dj.
"Dobbiamo andare, appunto, a casa sua." disse Duncan.
"Ok" prese le valigie "Io prendo un taxi...voi?"
"Ho la mia moto."
***

"Fratello!!" urlò Geoff abbracciando Dj. "Prego, entrate pure!" continuò facendo cenno di entrare.
Ci sedemmo sul divano, mentre Geoff prendeva due birre.
"Oh, amico...da quanto tempo? Suonerai ancora nella band?" chiese ritornando in salotto il festaiolo.
"Si..ma, la mia batteria, è andata a farsi fottere.." rispose grattandosi la nuca. "Ma ho i soldi per comprarne una nuova!" continuò.
"Graaande!" alzarono tutti i bicchieri di birra, brindando.
"Gwen, un goccio non ne prendi?" mi chiese Duncan.
"N-no...dopo l'esperienza di ieri...ho ancora un mal di testa terribile!" risposi massaggiandomi le tempie.
"Ahahahah Gwen! Il tuo Elvis ieri..." rise il festaiolo "...la canzone.." notò che sia io che Duncan lo stavamo fulminando "No? No..." disse smettendo di ridere.
Tossii leggermente. 
"Aspettate...non ho capito bene. Dj si trasferisce qui?!" cambiai discorso.
"Eggià!" rispose contento.
"Nella stessa scuola?" continuai.
"Nella stessa classe!" precisò sorridendo.
"Oh wooow! Devo subito dirlo a mia madr- ...oh cazzo..." mi bloccai.
"Che c'è?" si preoccupò Duncan.
"Che ore sono?!"
"Mmh." guardò l'orologio "12:30..."
"Cazzo! E' rientrata! Devo correre! Dj, Duncan, venite con me! Almeno ho una scusa!" dissi alzandomi dal divano, e velocemente corsi verso la porta.
"Una scusa, per cosa?" chiese confuso Dj.
"Ve lo spiego dopo! Ciao Geoff!" urlai ormai fuori dalla casa, mentre i due ragazzi mi seguivano.

  
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