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Autore: Turo    20/10/2013    3 recensioni
Voglio dire, non è che fossi una di quelle che piangeva tutti i giorni la morte dei propri genitori, specialmente se erano passati parecchi anni. Ma , in fondo, meglio così, no? Seduta qua, avvolta in una felpa di pile del mio fratello non biologico, con i capelli raccolti in una crocchia spettinata, ci sono io. E sono viva.
Orfana, ma viva. Sana , magari non mentalmente, con una casa, con delle fantastiche persone che mi fanno da genitori e , purtroppo, con un’iscrizione ancora incompleta ad una delle scuole più prestigiose di Londra, la Bloomsbury.
“Ancora non capisco cosa ci vada a fare una persona come te in quella scuola” fu il commento acido di Zayn quando, rassegnata, appoggiai la testa sui palmi delle mani.
“E’ bello poter contare sul tuo supporto morale, Zayn” risposi io osservando il moro che si muoveva in cucina davanti a me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nome: Arielle.
Cognome: Murray.
Età: 17
Nato/a il: 6/4/96
Cittadinanza: Inglese
Genitori:
Presi un respiro profondo, intrappolando tra i denti il tappo della penna nera con la quale stavo scrivendo. Perché risultava così difficile compilare un’iscrizione ad una scuola? Odiavo questo tipo di cose, più della scuola stessa. Perché quell’idiota di Louis non era qui a darmi una mano invece che spassarsela con qualche ragazzo al bar dell’angolo?  Dopotutto ero sotto la sua responsabilità, quindi avrebbe dovuto farlo lui questo. Sbuffai appoggiando la penna sul tavolo di legno della cucina.
Orfana.
Parola tabù. Espulsa, ignorata e totalmente odiata dalla mia mente. Voglio dire, non è che fossi una di quelle che piangeva tutti i giorni la morte dei propri genitori, specialmente se erano passati parecchi anni, ma mi dava terribilmente fastidio il fatto che mi avessero lasciata nelle mani della mia povera e stanca nonna. Lei era stanca, sola e in cattiva salute, ma mi aveva cresciuta. Prima di abbandonarmi, ovviamente.
Rettifico: prima di abbandonarmi in ottime mani. Cinque paia di mani a lei molto fidate.
“Sono dei bravi ragazzi” mi disse cinque anni fa.
“Ma non voglio andarmene” avevo sbuffato, sentendomi una bambina. Poi avevo accettato. E quella, forse, era stata una delle decisioni più azzeccate della mia vita.
E tutto questo per cosa? Per uno stupido e cruciale errore di mio padre. Bere, bere e bere; Non sapeva fare altro che quello. L’avrei anche accettato, visto il loro inutile ruolo da genitori modello, se non si fosse messo a guidare ubriaco marcio. Quindi cosa è successo? Perso il controllo della macchina, gardrail, fiume.
E no, questo non è ciò che normalmente fanno dei genitori normali. Partendo dal fatto che se fossero stati dei veri genitori, dei veri modelli, non avrebbero lasciato a casa la figlia di otto anni da sola, mentre loro si divertivano in qualche locale per ultra quarantenni di poco conto.
Ma , in fondo, meglio così, no? Seduta qua, avvolta in una felpa di pile del mio fratello non biologico, con i capelli raccolti in una crocchia spettinata, ci sono io. E sono viva.
Orfana, ma viva. Sana , magari non mentalmente, con una casa, con delle fantastiche persone che mi fanno da genitori e , purtroppo, con un’iscrizione ancora incompleta ad una delle scuole più prestigiose di Londra, la  Bloomsbury.
“Ancora non capisco cosa ci vada a fare una persona come te in quella scuola” fu il commento acido di Zayn quando, rassegnata, appoggiai la testa sui palmi delle mani.
“E’ bello poter contare sul tuo supporto morale, Zayn” risposi io osservando il moro che si muoveva in cucina davanti a me.
“E’ sempre un piacere sorellina” mi apostrofò lui aprendo lo sportello della dispensa alla ricerca di qualcosa di commestibile. Gli feci una smorfia, tornando ad osservare il foglio davanti a me.
Il fischiettare improvviso  di Zayn mi fece capire che doveva esserci qualcosa di strano, di troppo felice per trattarsi di lui. Insomma, Zayn aveva solo occhi per Clara da ormai tre anni, ma lei continuava a rifiutarlo, costringendolo sul divano per tutto il pomeriggio. Con la vaschetta di gelato che , IO, puntualmente gli compravo. Anche se non serviva ad un granchè, se non a fargli crescere la pancetta – che eliminava non appena si autoconvinceva che potesse piacere a Clara solo perché lei lo aveva guardato dalla panchina di fronte all’università.
“Pakistan, che succede?” chiesi ad un tratto, facendolo smettere di fischiare.
Zayn si voltò con il solito sopracciglio alzato “Perché me lo chiedi?” domandò di rimando, facendomi innervosire. Perché doveva rispondere ad una domanda facendo un’altra domanda? Lo faceva sempre, e sapeva quanto mi desse fastidio. Sospirai cercando di placare i miei istinti omicidi verso quell’ameba, formulando una frase di senso compiuto. “Ti vedo stranamente in sintonia con il mondo, oggi. Posso sapere cosa ti passa per quel cocomero vuoto o è tutto un segreto anche per me?”
“E’ solo una bella giornata” mi rispose sorridendo.
Guardai fuori dalla finestra della cucina, facendomi attrarre dalle piccole goccioline di pioggia che scendevano lungo la superficie di vetro sottile, ricordandomi una gara automobilistica piena di partecipanti.
“Ma se sta piovendo!” ribattei sicura , inchiodando il mio sguardo in quello di Zayn, che rise di gusto.
“Wow! Ripensandoci  la  Bloomsbury non è tanto male per te, viste le tue doti da gran osservatrice” schernì lui addentando un biscotto alla cannella. Che schifo, si ostinava a comprare quelle sottospecie di frollini dal gusto assurdo che non mangiava nessuno a parte lui.
“Hai finito di fare il comico e puoi rispondere alla domanda che ti ho fatto o ne hai ancora per molto?” sbuffai mangiucchiandomi l’unghia del pollice destro, non curante del fatto che, se avessi continuato, mi sarei ritrovata senza unghie nel giro di qualche ora.
Fece per parlare, quando la porta d’ingresso si aprì e si richiuse alle nostre spalle, facendo entrare in casa una leggera brezza di fine estate. Ci raggiunse Harry, afferrando uno dei biscotti dalla scatola di Zayn e mangiandolo avidamente.
“Ma che è sto schifo?” chiese poi accorgendosi di aver sbagliato a pescare dal recipiente “Ah, i famosi alla cannella” sbuffò sputando il rimanente pezzo di biscotto nel lavello.
“Poi pulisci te” lo informò Zayn osservando disgustato l’interno del lavello “Io non la tocco la tua saliva”
“Come sei schizzinoso Zayn!” protestò il riccio aprendo il rubinetto e infilando le mani sotto il getto dell’acqua fresca.
“Comunque ciao Harry, ho passato una bella giornata, e tu?” dissi ironica, allentando il laccio di un braccialetto che premeva troppo sul mio polso sinistro facendomi male.
“Ow” sorrise lui guardandomi dolcemente “scusa, ma avevo fame.” Aggiunse poi venendomi incontro con passo leggero e veloce, circondandomi con le sue braccia “Tutto bene?” chiese al mio orecchio.
Annuii svogliata, sciogliendomi dall’abbraccio. “Sai dove è Louis?” domandai poi, preparandomi mentalmente un discorso da fare al moro una volta rientrato a casa. 
“L’ho visto prima con Ashton, si stavano salutando” rise leggermente. Alzai gli occhi al cielo, osservando Harry prendere una sedia e trascinarla vicino a me, sedendosi.
“L’iscrizione eh?” chiese storcendo il naso.
“Proprio lei.” Risposi io puntando il mio sguardo sulle lettere stampate nero su bianco che mi invitavano a scrivere le mie informazioni personali. “Non ci voglio andare, è inutile” sbuffai “Non so nemmeno perché mi abbiano presa così tardi!” continuai riprendendo la penna in mano, decisa a finire il lavoro.
“Io non so nemmeno perché ti abbiano presa e basta” aggiunse Zayn da dietro il cellulare, intento a scambiarsi messaggi con qualcuno. Harry rise, avvicinando il suo volto al mio foglio per leggere meglio. Aggrottò la fronte, segno che era concentrato sulla lettura. Sorrisi osservando quella scena e pensando a quanto fossi fortunata ad avere un amico come lui.
“Dai, capirai che ci vuole a rispondere a queste domande!” mi canzonò dandomi un leggero pugno sulla spalla. Evidentemente decifrò il mio sguardo annoiato, così mi prese la penna dalla mano e spostò il foglio vicino a sé.
“Bene. Il nome lo  hai scritto, il cognome anche.. Residenza!” disse sorridendo. So che stava cercando di rendermi partecipe, ma io avevo solo sonno.
“Io direi Cambogia” intervenne ancora una volta Zayn, bloccando la tastiera del suo telefono e andando a sedersi sul piano cottura di fronte a noi. “O Arabia Saudita, se preferisci” sogghignò facendo dondolare le gambe.
Lo ignorai, tornando a guardare Harry “Londra” dissi.
“Vedi, non è difficile!” esclamò soddisfatto iniziando a scrivere.
“So che non è difficile” ribattei io “Solo che ne ho piene le palle di cambiare scuola ogni anno. E anche di queste fottute iscrizioni. Che gliene frega di quanti anni ho o da dove vengo? O quanti conigli albini possiedo? Questa  è privacy.” Sbuffai
“Dio Ari, so che non sai scrivere, e infatti ti sto concedendo il mio aiuto, ma devi rispondere a cinque domande in croce!”
“Amen” borbottò Zayn.
Scoppiammo a ridere tutti e tre, sembrando dei perfetti cretini agli occhi di Niall che, in quell’istante, fece il suo ingresso in cucina. Cercai di riprendere fiato, ma la vista di Harry che si spanciava per terra, ricominciai da capo, battendo le mani come una foca dislessica.
“Tutto bene ragazzi?” chiese Irlanda, avanzando di qualche passo verso di noi.
“Scusa ma, Ari ha appena detto di essere intelligente” spiegò Zayn.
Lui si voltò verso di me, spalancando i suoi occhi blu e trattenendo a stento un sorriso. Feci di no con la mano, cercando di riprendermi per poter rispondere ma, si sapeva, quando io ed Harry iniziavamo a ridere, era quasi impossibile fermarci prima di quindici minuti.
“Comunque” tossicchiò Niall “Lei è Sasha, la mia nuova em.. ragazza”
Tutti ci fermammo di colpo, accorgendoci solo in quel momento di una seconda presenza femminile nella stanza. Sorrisi alla ragazza scambiandole uno sguardo comprensivo, che lei intese come gentile e basta, sapendo che Niall, dopo questa notte, l’avrebbe lasciata con un post-it. Ma si sapeva, lui era fatto così, non si era mai innamorato.
“Piacere” disse lei con voce stridula, tendendo la mano ad ognuno di noi.
Gliela strinsi cortesemente, presentandomi a mia volta. “Bene, divertitevi” dissi poi, facendo arrossire visibilmente Sasha.
“Grazie” biascicò lei dirigendosi al piano di sopra tenendo Niall per mano che, prima di sparire dalla mia vista, mi mimò un “Ti uccido” con le labbra. Carino come sempre.
“Quanto tempo date a Sasha la bagascia?” chiese Zayn, facendoci ridere ancora.
“Zayn smettila!” lo sgridai divertita “Non deve essere bello essere scaricata in quel modo!” esclamai cambiando completamente tono di voce, facendo spaventare i ragazzi “Pensa, tu ti innamori di una persona, te la baci, ci passi le giornate e ci vai anche a letto. Poi, quando ti convinci che quello potrebbe essere l’uomo della tua vita, lui ti abbandona con un fottuto foglietto giallo. Magari te lo attacca anche in fronte facendoti sentire una perfetta stupida. Pensi sia divertente?” chiesi guardandolo negli occhi.
Lo vidi abbassare il volto e sussurrare uno “scusa”. Harry rimase zitto, facendo finta di leggere la mia stramaledetta iscrizione.
“Comunque meno di cinque ore” aggiunsi facendogli capire che scherzavo. Subito le espressioni sul viso dei due si addolcirono.
“Stronza” si lamentò lanciandomi un biscotto, che – grazie alla mia prontezza di riflessi inesistente- beccai in testa.


Angolo scrittrice.
Sono ritornata, per vostra sfortuna. Hahaha.
Avrei bisogno di chiedervi scusa, davvero. Non ho aggiornato per mesi e ho dimostrato di non fregarmene minimamente, ma voglio dirvi che non è assolutamente vero. Innanzitutto ho dovuto studiare tantissimo (e i risultati si sono visti, fortunatamente), ho avuto gli allenamenti, dei corsi all'oratorio e mille altre cose da fare. Ora spero vivamente che le acque si siano calmate, perché scrivere per me (ma specialmente per voi) mi era mancato tantissimo.
Torno con questa storia, che può sembrare davvero banale, ma a me piace terribilmente. Ho scritto molti capitoli fin ora, aggiungendo cose che nelle altre storie, per un motivo o per l'altro, non ho potuto scrivere. Diciamo che è anche una storia per migliorare la mia tecnica di scrittura.
E' una storia non troppo complessa o enigmatica per farvela godere al massimo. E' divertente, perché ho deciso di prendere una piccola pausa dalle storie depresse.
Questa ff è concentrata su questa ragazza, Arielle, che vive con i suoi cinque amici , che sono totalmente diversi dagli One Direction che si immagina molta gente. Spero davvero di riuscire a non annoiarvi e a non renderla banale, perché lo è già in se. Ripeto, la storia mi piace davvero tanto, e spero che abbia lo stesso effetto su di voi. 
Cosa ne farò delle altre storie? Le continuerò assolutamente.
Devo pubblicare i capitoli di Unforgettable (dicevo pausa dalle storie drammatiche? haha) e di Pretend it's ok (che penso finirà a breve) per poi -visto che me lo avete chiesto davvero in tanti- poter provare a fare un continuo di "My kind of love" che, grazie alle mie ricerche, ho scoperto è la vostra preferita.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuare questa storia, mi fido completamente della vostra opinione.
Potete lasciare una recensione, scrivermi su facebook, twitter (@brunostalent), o ask, a vostra scelta.
Scusate ancora "l'abbandono", non succederà più, promesso.
Siete sempre fantastici.
La vostra scrittrice (che tra sei giorni andrà al concerto di bruno mars), Vitto.

  
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