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Autore: _sylvia_    20/10/2013    3 recensioni
"Non sarà il mio destino incontrarli. Non riuscirò mai. Comincio a piangere al solo pensiero. Subito però mi ricompongo. Mi impongo di non pensarci. Mi obbligo a continuare a sperare. E così cerco. Vado avanti per un’ora, continuo ad aggiornare la pagina, prima ogni due minuti, poi sempre meno frequentemente. La tengo aperta, la aggiorno, ma ormai sto cominciando davvero a perdere ogni speranza."
IN PARTE E' RIFERITA AI ONE DIRECTION
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I will be there

 
 
Ci siamo. È arrivato il fatidico giorno. Fra esattamente tre ore saranno messi in vendita i biglietti. I biglietti per quel concerto. Quell’unico concerto in Italia, a cui sperano di andare innumerevoli ragazze. Fra cui io.
Sabato 28 Settembre e nonostante la scuola che frequento abbia tolto il sabato al biennio del mio indirizzo io devo andarci comunque. Perché? Perchè non hanno ancora stabilito l’orario definitivo delle lezioni e quindi le ore che perdo del rientro pomeridiano le devo recuperare al Sabato. Questo significa che non potrò prendere personalmente quei biglietti.
Finisco di prepararmi appena in tempo prima che arrivi la mamma di Greta, che stamattina ci accompagnerà a scuola. È con lei e con Valentina che dovrei andare al concerto.
Salgo sul sedile posteriore di fianco a Vale e partiamo.
Man mano che il tempo passa l’ansia cresce, non ne faccio parola con le altre ma so che è così anche per loro.
Arriviamo a scuola con qualche minuto di anticipo e così ci fermiamo davanti all’ingresso come sempre, dove ci raggiungono altre nostre compagne, fra cui Alessia, la mia “sorellina adottiva”. Io e lei siamo completamente diverse d’aspetto: io bionda lei mora, io ho gli occhi azzurro-verde lei li ha castani, lei è alta io mica tanto, io porto gli occhiali e lei no, ma secondo la Colombo, la professoressa di inglese dell’anno scorso ci assomigliamo molto, tanto da poter passare per sorelle. Convinta lei.
Comunque, siamo fuori da scuola, aspettando che suoni la prima campanella per poter entrare, cosa che ci decidiamo a fare una decina di minuti dopo. Molti nostri compagni sono già in classe, affacciati alla finestra che dà proprio sull’entrata dell’edificio e sul parcheggio e ci guardano dal primo piano.
Durante la prima ora di lezione l’ansia sembra diminuire leggermente, o meglio, cerco di non pensarci. Devo rimanere concentrata sulle spiegazioni, per quanto l’agitazione e il maledetto raffreddore che mi perseguita da due giorni me lo permettano. A ripensarci avrei anche avuto la scusa dell’influenza per rimanere a casa e prendere i biglietti. Al termine dell’ora l’ansia torna a farsi sentire. Sono le nove, manca solo un’ora. Una nostra amica, Francesca, è rimasta a casa apposta per riuscire a prenderli e intanto che aspettiamo la prof. della seconda ora ci stiamo scrivendo su Whatsapp, in gruppo in cui ci siamo io, lei, Ale, Greta e Vale e in cui in genere non facciamo altro che ridere e scherzare. Non per niente ogni due messaggi spunta un “ahahahahah” di una di noi.
Un’ora. La prof. di matematica, soprannominata dai miei compagni Bruschetta per il suo cognome, entra e subito comincia a farci fare esercizi chiamandoci alla lavagna. Durante tutta l’ora ogni volta che sento il cellulare vibrare nella tasca dei jeans mi sento mancare. Non so se sono notizie da mia zia o mia madre, che sono entrambe al computer, oppure se è Fra che scrive sul gruppo. Se non fossi stata al primo banco non avrei esitato a tirare fuori il telefono e controllare, ma la sorte non è stata dalla mia parte e al momento del sorteggio per il cambio dei posti sono capitata davanti.
L’unico modo che ho per scoprire il mittente di quei messaggi è voltarmi verso Greta, che è in fondo alla classe, e chiederle se anche a lei è arrivato qualcosa e quindi se sono messaggi sul gruppo. In caso contrario è mia zia e devo assolutamente leggere cosa mi ha scritto. I minuti sembrano non passare mai, l’ansia che aumenta mi uccide e quando la prof. decide di terminare la lezione qualche minuto prima mi fiondo dietro, fra i banchi i Greta e Desara, accovacciandomi per non farmi vedere mentre leggo i messaggi. Mancano pochi minuti ormai. Pochissimi minuti. La campanella suona, la prof esce. Finché non arriva quella di biologia posso stare tranquilla. La prof. La Cava per fortuna tarda un po’, ma quando entra ho il cuore a mille. Sono nel bel mezzo di una conversazione con mia zia, non posso stare in classe. Devo uscire, devo leggere, devo rispondere, devo sapere cosa sta accadendo. Alla prima vibrazione del cellulare mi giro verso Greta, lei capisce al volo e mi fa segno di no con la testa. Quindi il messaggio è di mia zia. Chiedo di andare in bagno e la prof. acconsente.
Appena raggiungo i bagni delle ragazze tiro fuori il telefono. “4 messaggi in 2 conversazioni” mi dice la notifica. Uno è sul gruppo.
 
10.13 Fraaa rossaaa <3: CI SONO RIUSCITA CI SONO RIUSCITA
 
Le rispondo, sono davvero contenta per lei. Sono due anni che aspetta di vederli e finalmente riuscirà. Gli altri tre messaggi sono di mia zia. È sempre in sala d’attesa. Mi avvisa che il primo anello rosso è finito, deve ri-selezionare il settore. Le rispondo e dopodichè ci scriviamo per un paio di minuti, poi io devo tornare in classe. La sua ultima risposta:
 
“Tranquilla qui c’è poco da fare”
 
A quelle parole mi sento morire. Percorro il corridoio ed entro in classe. Passo davanti al banco di Vale e lei mi guarda. Le mimo con la bocca “Dopo vi dico”. Mi siedo e la prof. comincia a spiegare l’argomento nuovo. Cerco di stare attenta, ma non ce la faccio, non faccio altro che mordermi il labbro, mangiarmi le unghie, toccarmi i capelli, sfregarmi le mani sui jeans e toccare il cellulare che vibra sempre più frequentemente. Spero solo che siano buone notizie. Per fortuna l’ora passa in fretta e arriva l’intervallo. Subito Greta e Vale mi sono accanto per chiedermi spiegazioni. Le faccio aspettare, c’è troppa gente intorno, così ci avviamo verso il bagno e mentre aspettiamo le altre nostre amiche comincio a dire tutto, facendo leggere anche a loro i messaggi di mia zia. Annuiscono e poi andiamo a fare un giro per la scuola, proprio quando arriva la fantastica notizia:
 
“Fanno un’altra data sempre a Milano”
 
È questo il messaggio che ha scritto Fra sul gruppo. Le rispondo all’istante chiedendole subito i dettagli e così quel poco di speranza che cominciavo a perdere torna. Ce la faremo. Ne sono certa.
Al suono della campanella torniamo in classe per le ultime due ore di lezione: diritto ed educazione fisica.
All’inizio dell’ultima ora sono negli spogliatoi e sto messaggiando di nuovo. Vengo a sapere da mia mamma che mio padre è al Mediaworld a fare la coda per provare a prenderli, mia zia non può più stare al computer e mia mamma nemmeno. In fondo le capisco, è ora di pranzo e mia zia deve anche pensare ad una bambino di nemmeno due anni. Non posso di certo obbligarle a stare davanti al computer per me.
L’ora di motoria passa troppo lentamente, l’unica cosa buona è che non andiamo al campo di atletica a correre ma stiamo in palestra. Riscaldamento e poi partite di pallavolo a rotazione fra le tre squadre che la prof. ha formato nella nostra classe.
Quando finisco, alle 13.00, oltre ad essere stanchissima a causa dell’attività, sono di nuovo assalita dall’agitazione. Appena arrivata negli spogliatoi controllo il cellulare ma non trovo nessun nuovo messaggio, a parte un paio di mia cugina che mi chiede cosa sto facendo. Ho intenzione di chiamare i miei appena esco, ma fra la confusione che si crea e tutto il resto lascio perdere.
Ci porta a casa il papà di Vale e quando arriviamo prometto che le avviserò per qualsiasi cosa.
Salendo le scale d’ingresso vedo mia mamma sulla porta che mi guarda con un espressione dispiaciuta in volto che io ricambio. Subito dopo arriva mio padre, che mentre era al Mediaworld si è divertito a fare la foto all’avviso in cui dicevano che i biglietti non sono disponibili per poi inviarmela, cosa che mi fa innervosire in un modo assurdo. Credo che questa sia la goccia che fa traboccare il vaso, perchè mentre mangio, non so come, arriviamo quasi a discutere. Sento che più parlo e più la voce si incrina, ma per fortuna riesco a cacciare indietro le lacrime. Adesso sembra quasi che sia colpa mia se loro sono rimasti tutta la mattina al computer e non hanno combinato niente. Cominciamo a urlare sempre di più, ma mi rendo conto che sto esagerando, non sono arrabbiata, urlo per il nervoso e quindi tento di calmarmi. All’improvviso tutta la fame che avevo è sparita e mi si è chiuso lo stomaco. Prendo lo zaino e me ne vado in camera mia, al piano di sopra.
Accendo subito il computer, nella speranza di trovare qualcosa, almeno per la seconda data. Guardo e riguardo. E forse ci sono. Secondo anello rosso, riesco a trovare tre biglietti. Chiamo mia zia per farmi aiutare visto che gli unici biglietti che ho mai prenotato da internet sono stati per il cinema. Mio padre è accanto a me. Ci sono quasi, ma poi non mi fa più andare avanti. Si è bloccato e il carrello si è svuotato. Ricarico la pagina ma li ho persi. Riprovo, sempre al telefono con mia zia, cerchiamo dappertutto, ma non c’è niente disponibile.
Continuiamo così per mezzora poi lei deve andare, ma mi consiglia di stare al computer e continuare a guardare. Mi rassicura, mi dice che ce la farò. Lo spero tanto. Solo che ormai comincio a rassegnarmi. Non sarà il mio destino incontrarli. Non riuscirò mai. Comincio a piangere al solo pensiero. Subito però mi ricompongo. Mi impongo di non pensarci. Mi obbligo a continuare a sperare. E così cerco. Vado avanti per un’ora, continuo ad aggiornare la pagina, prima ogni due minuti, poi sempre meno frequentemente. La tengo aperta, la aggiorno, ma ormai sto cominciando davvero a perdere ogni speranza.
 
h. 14.45 Fraaa rossaaa <3 ditemi che ce l’avete fatta
            Io: no
            Fraaa rossaaa <3 T.T
            Vale NO
           Ale sister <3 T.T T.T T.T T.T
           Fraaa rossaaa <3 Ma erano rimasti per il 29 T.T
           Io: lascia stare ti prego che sto iniziando a piangere anch’io
           Io: no sono finiti a quanto pare
h. 14.46 Vale TUTTI?
           Fraaa rossaaa <3 Una è riuscita a prenderli adesso
           Ale sister <3 Nuuuu
           Io: penso di si
           Io: beata lei
           Vale Ma anche per la domenica
           Fraaa rossaaa <3 Non sono finiti, ci sono dovete sempre aggiornare le pagine
h. 14.47 Io: sto continuando a cercare
           Vale T.T T.T T.T T.T
          Gretuzz Ma hanno detto che i biglietti per il 29 sono ancora disponibili
          Io: Ma ogni volta che provo mi da non disponibile
          Fraaa rossaaa <3 Brava
          Fraaa rossaaa <3 Ci sono una mia compagna di classe è riuscita
          Io: come ha fatto
          Io: Io non so più che fare
 
Chiudiamo lì la cosa, nessuna scrive più niente. Io rimango collegata ad Internet. Tengo aperta la pagina di Ticketone ma la aggiorno poco. Non ho la forza di fare i compiti, così mi metto a giocare a qualche gioco di quelli che si trovano su facebook, tanto per distrarmi un po’. Ogni volta che finisco una partita, se mi ricordo, aggiorno la pagina di Ticketone. Passo un’ora così: gioco aggiorno gioco aggiorno. Ogni volta che ricarico la pagina mi appare sempre la stessa schermata: biglietti non disponibili per entrambe le date. Tutte le volte tranne una. Sono circa le quattro quando mi compare il quadratino verde accanto alla data del 28 Giugno. Il mio cuore comincia a battere sempre più veloce. Seleziono subito. Ci sono ancora biglietti per tutti gli anelli eccetto il primo e il secondo rosso. Seleziono, primo anello blu. Vado avanti, ad ogni clic del mouse perdo un battito cardiaco. Mio padre è accanto a me, mi ha già portato il telefono e mi chiede se ce la sto facendo. Gli rispondo un “si” distratto. Ho quasi finito, manca solo il pagamento, chiamo mia zia e lei mi spiega che tipo di carta di credito devo scegliere per pagare. Carta, ID, password. È fatta. Ricontrollo tutto, se ho messo tutti i dati giusti, se ho inserito l’indirizzo corretto per la consegna. Ho il cuore a mille. Se accelera ancora un po’ esplode. Mi metto ad urlare. La prima cosa che faccio è avvisare tutte. Un messaggio a Greta, uno a Vale e uno sul gruppo.
 
h 16.15 Dio dio dio dio dio dio dio dio dio dio dio dio dio, li ho presi li ho presi li ho presi. Oh mio dioooo
 
Subito la risposta di Greta, non ci crede nemmeno lei. Dire che è felicissima è un eufemismo. Intanto sul gruppo arrivano anche le risposte di Ale e Fra. La seconda è entusiasta quanto noi, dice che ha pregato tutto il tempo, sapeva che ce l’avremmo fatta, e io so che è vero, che aveva ragione. Dopo un po’ arriva anche la risposta di Vale. Dire che è contenta è dire poco.
A me invece, sembra tutto troppo bello per essere vero. Non può essere successo veramente, non può essere andato tutto così liscio. Invece è la realtà.
Stampo la ricevuta, anche perché devo tenerla come prova cartacea fino a che non arrivano i biglietti, altrimenti finisce che mi convinco che è stato tutto un bellissimo sogno e niente è mai successo. Devo avere quel foglio sempre sotto gli occhi per abituarmi all’idea.
Meno di 30 giorni e avrò fra le mani quel meraviglioso pezzo di carta dorata.
 

*Spazio dell'autrice*

Salve a tutti! :3
Non so in quanti decideranno di leggere questa One-Shot che per me non ha senso, ma se ce ne saranno voglio spiegarvi il perché di tuttto questo.
Un ringraziamento speciale a Elisa Graphics che in pochissimo tempo ha creato quella meraviglia di banner che vedete in alto. Visitate la sua pagina è bravissima!! *w*
Con questa One-Shot non voglio assolutamente sbattere in faccia il fatto che io ho i biglietti alle directioner che ci tenevamo tantissimo e non sono riuscite a prenderli, per un motivo o per l'altro, ma mi è venuta questa assurda idea la domenica mattina. E così ho deciso di metterla per iscritto. I personaggi di questa storia, così come tutto quello che ho descritto sono assolutamente reali (e quelli di cui parlo di più, ossia le mie amiche, mi hanno dato il permesso di parlare di loro e non vedono l'ora di leggerla). I messaggi che ho riportato sono citati parola per parola e lasciate stare il fatto che siano confusi perchè vi giuro è esattamente quello che succede ogni giorno (poi mi chiedo perchè vado in confusione :D). Sono quasi tutti quelli che ci siamo mandate quella mattina e vi prego sorvolate sui nomi con cui le ho memorizzate sul mio cellulare (perché sì, quelli sono i nomi con cui le ho salvate realmente).
Questa OS è pronta da quasi un mese, ma causa problemi del computer riesco a pubblicarla solo oggi.
Beh, non so che altro dire e non voglio annoiarvi ancora, quindi, se c'è qualcuno che è arrivato fino a qui e ha voglia di farmi avere il suo parere... lo aspetto!
Baci <3
sylvia

 
   
 
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