Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Road_sama    20/10/2013    3 recensioni
-Sei una causa persa…senti, non vorrei chiederti questa cosa ma sono a corto di personale o meglio…non mi vengono idee migliori e poi-
-Inghilterra che c’è?-
-E’ un problema per te venire da me una settimana?-
{{UsUk}} /Accenni di RusAme e FrUk/
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve compagnia!
Beh…Quante volte devo scrivere scusa per farmi perdonare? Ecco, lo so, sono passati quasi due mesi dall’ultimo capitolo, scusate! E’ solo che ho avuto problemi con la scuola e con l’ispirazione per questo capitolo (tanto che ho già scritto da un pezzo quello che viene dopo e ho appena finito questo -.-)
Comunque sia, spero che continuate a seguirla nonostante tutto^^
Buona Lettura! :3

 

Un Alfred da Compagnia!

Day 4
 
-America!! Perché io sono sveglio e affamato e la colazione non è ancora pronta?- Arthur aprì la porta della camera strofinandosi gli occhi, ancora assonnato.
Si stupì di quello che vide: il letto era perfettamente apposto.
-America..?- l’inglese chiuse la porta della camera e sbirciò in bagno. Nulla.
Guardò nella stanza libri e ancora nulla. Decise di scendere e controllare in cucina, ma da come avevano sentito le sue narici, Alfred e soprattutto la colazione non c’erano.
-Ameeeeerica!- cominciò a battere i piedi sul pavimento di legno come un bambino a cui è stato sottratto il proprio giocattolo. Quel dannato mostriciattolo di un americano se l’era svignata! Aveva aspettato che si addormentasse per scappare da qualche parte. Quel maledetto…!
La sua ira venne interrotta da alcuni rumori sospetti provenienti dal salotto. Aprì l’ennesima porta e quello che riuscì a vedere lo sconvolse. La stanza era completamente buia, imposte abbassate e luci spente, l’unica eccezione era per la televisione, accesa. Lo schermo era acceso su un fucile e uno scenario di zombie mezzi morti. Ma quello che lo fece rabbrividire fu America. Aveva due profonde occhiaie sotto gli occhi, i capelli completamente arruffati e le cuffie nere non contribuivano certo a migliorare il suo aspetto. Se ne stava seduto su di un cuscinetto del suo divano a un metro e mezzo dalla tv, intorno a lui solo qualche sacchetto vuoto di patatine.
Si schiarì la voce per farsi notare.
Ma il volume del gioco era troppo alto.
Cominciò a ticchettare il piede sul pavimento.
Ma ancora niente, America sembrava in trans.
Inghilterra si avvicinò stizzito al più giovane e con poca grazia gli tolse le cuffie.
-Idiota di un Americaaaaa! Dov’è la mia colazione?!-
Finalmente Alfred reagì ma non era esattamente ciò che Arthur si aspettava; infatti il biondo, molto probabilmente per lo spavento e le ore di videogiochi, era caduto dalla parte opposta rispetto all’inglese e se ne stava con gli occhi sbarrati a fissare lo schermo.
-Non dirmi che sei stato qui tutta la notte, ragazzino masochista..!- riprese con un tono più pacato l’inglese.
Alfred annuì brevemente.
Arthur sospirò cercando di recuperare la sua calma da gentleman, a passi spediti si diresse verso le finestre e le aprì. Sentì l’altro mugolare un “Che male agli occhi..!” ma se ne fregò altamente. La brezza mattutina cominciò a fluire all’interno della stanza che ormai aveva preso un odore di patatine al formaggio. Appena il profumo si ristabilizzò spense con un gesto secco il televisore.
-Dimmi.- intervenne Inghilterra sedendosi sul divano.
-Cosa?- disse, con voce estremamente roca e molto più bassa del suo solito tono, America.
-Perché?!-
-Perché cosa?- sospirò l’americano prima di girarsi.
-Perché sei rimasto tutta la notte a giocare a quei stupidi videogiochi.-
Alfred fece spallucce.
-Sai, ci sono persone, me non compreso ovviamente, che si sfogano sull’alchool. Altri sul gioco d’azzardo e altri ancora con l’allenamento fisico. Ti conosco abbastanza da poter dire che tu lo fai con il gioco.-
-Non ti seguo.-
-Certo, il tuo cervello è ristretto.- sbuffò Inghilterra.
-Che ti sta succedendo? Cosa c’è che non va?- chiese infine l’inglese.
America non rispose.
-P-Per caso…è la mia presenza..? Sai, ti capisco, in fondo in passat-
-Non sei tu.- rispose secco l’americano. Arthur rimase in attesa.
-E’-E’ solo che ho un casino in testa…- Inghilterra non riusciva a capire perché si comportasse così, come Nazione ne aveva visti tanti di comportamenti strani, ma Alfred rimaneva un enigma. Non riusciva mai a comprenderlo veramente, non riusciva a capire se il problema era realmente lui stesso o un’altra persona. Quando America non era uno stupido America, beh, poteva essere paragonato ad un romanzo giallo: quando tutto ti fa credere che l’assassino sia una certa persona, poi cambia tutto e comunque tutto torna irrimediabilmente.
-Ma non voglio fartelo pesare, insomma già sei un vecchiaccio con un braccio rotto, ti mancano solo i miei problemi!- rise lo statunitense alzandosi da terra e stiracchiandosi.
-Chi hai chiamato vecchiaccio con un braccio rotto, yankee?!-
 
-Inghilteeeeerraaaaa!-
Arthur era tranquillamente seduto sul divanetto della sua sala-libreria a leggere quando sentì l’irritante voce della sua ex-colonia chiamarlo dal piano di sotto. Appoggiò molto lentamente la tazza di tè sul tavolino-porta-tè e chiuse il libro.
-Englaaaaand!-
-Che vuoi?!- sbraitò il biondo scendendo le scale molto irritato.
-Fuori piove…!- Alfred aveva lo sguardo incollato fuori dalla finestra.
-Vedo; e non mi stupisce visto che ci sono state delle buone giornate fino ad oggi. Un po’ di pioggia è normale.-
-Fuori diluvia! Come fai a dire che è poca pioggia!-
-E’ sempre pioggia…diamine!- sibilò Arthur girandosi per tornarsene al suo libro. Quell’idiota l’aveva chiamato solo per distrarlo, sembrava che si divertisse a rompergli l’anima fino allo sfinimento.
-Io volevo andare fuori!- piagnucolò a questo punto lo statunitense.
-Trova qualcos’altro da fare, perbacco!-
-Ma non ho niente da fare!-
Inghilterra si bloccò e sospirò coprendosi gli occhi con entrambe le mani.
-Tsk, ti do il permesso di giocare ai videogiochi.- disse rassegnato.
-Ma sta notte ho già finito tre volte quelli ad un solo giocatore, ora rimangono solo quelli a multi giocatore!-
-Multi giocatore..? Wait, mi stai dicendo che ti serve un partner?-
America annuì con occhi furbi.
-No, no, no. Ricordi? Io ho un braccio rotto e molte altre ferite, no, no, no.-
-Dai, Iggy! Sei migliorato un sacco da quando sono arrivato! Le ferite sono anche guarite!-
-Sta di fatto che io sono un incapace con queste cose! Lascia perdere e gioca da solo.-
-En-gla-nd, please! Solo un ora, poi puoi fare quello che vuoi!-
Arthur sospirò per l’ennesima volta.
-Va…bene, ma solo un’or-
-Yeah! The hero wins!-
 
 
-Allora, devi tenere il controller così.-
-Così..?-
-No, al contrario.-
-Ora va bene?!-
-Si, perfetto.-
-Che devo fare?-
-C’è un omino in basso a destra che ti indica le posizioni che devi fare, tu ovviamente devi muovere la mano con il controller.-
-Ok, penso di aver capito…e poi?-
-Bene, si comincia!-
 
-A-Aiuto! Questo ballo è impossibile! E la musica è troppo veloce! E poi cosa ci fa un tipo sopra un camioncino?! Sembra la versione mora di Francia!-
America rise. Inghilterra si spostò come stava facendo il tizio nella tv, ma sbagliò parte quindi diede una spallata all’americano che per poco non perse l’equilibrio, anche se la vera vittima era la spalla di Arthur vista la consistenza dell’ameicano.
-Hey non venirmi addosso sennò mi fai perdere!-
-Non so giocare a questa cosa!- disse con il fiatone Arthur.
-Hai già guadagnato una stella! Sei bravissimo!-
-Non fare dell’ironia con me, idiota. Ma come cazzo devo muoverle le gambe?!-
Alfred rise spostandosi per non essere colpito da una manata dell’inglese.
-Chissà quante volte ci hai giocato tu! Maledizione…!-
-Non sei proprio capace di ballare, eh?-
-Io so ballare!- Inghilterra prese fiato. –Solo qualcosa di più classico come il valzer. Non queste…queste cose da marmocchi della tua età!-
America non poté fare a meno di ridere.
-Il valzer! Oh my God, mi ricordo quando tentavi di insegnarmelo!-
Appena “Vita Loca” finì Arthur si buttò a peso morto sul divano e, non serve nemmeno dirlo, America stracciò Inghilterra.
-Allora te lo ricordi ancora, eh?- disse con il fiato corto l’inglese.
-Sure! Mi rompevi così tanto! A me non è mai piaciuta quella schifezza di ballo!-
-Non è una schifezza!- anche Alfred si sedette sul divano.
-E poi, mi mettevo sopra i tuoi piedi e lasciavo ballare te al posto mio.- sul viso di America si intravide un sorriso, che Inghilterra non tardò a cogliere.
-Non avevi voglia di far niente nemmeno da piccolo.- questa volta fu l’inglese a ridere.
-Hey, io sono un eroe come fai a dire che non voglio fare niente?!-
-Dimenticavo! L’eroe!-
-Visto che stai diventando anziano e non ti ricordi molto bene le cose, ti ricordo che questo eroe, ti ha salvato la vita più di una volta!- sbuffò l’americano.
-Tsk, nessuno te l’aveva chiesto.-
-Beh,- America si fece pensieroso –in effetti volevo aiutarti. Era un po’ perché- si zittì di colpo.
-Perché?- chiese Arthur piantando i suoi occhi verdi su quelli di Alfred.
-Non volevo che morissi, accidenti.- borbottò l’americano.
Inghilterra si sentì come colpito da una freccia dritto al cuore, ma non era una freccia che faceva male. Era come se tutto se stesso stesse aspettando quelle parole.
Lui, aveva creduto per tutto quel tempo che ad Alfred non importasse più nulla di lui.
-I-Io, non sapevo che la pensassi c-così.- balbettò l’inglese.
-B-Beh…! E che pensavi allora?- America arrossì leggermente.
-P-Pensavo che…non ti importasse di me dall’Indipendenza.-
America si portò una mano dietro alla nuca e cominciò a tormentarsi i capelli con le dita.
-M-Ma si che mi importa di te, England..-
Entrambi si guardarono negli occhi per molti istanti senza dire una parola.
-E visto che mi importa- l’americano si alzò in piedi –dovresti imparare a ballare!- rise.
-Ora che hai ripreso fiato che ne dici di ballare su una tua canzone?-
Inghilterra lo guardò con un’espressione tra l’interrogativo e l’irritato.
-What Makes you Beautiful, di quel tuo gruppetto inglese! Magari visto che sono loro balli meglio!- America rise.
-Ahg! Cosa vorresti dire con questo fucking bloody idiot?!-
-Just dance, England!-
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Road_sama