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Autore: EaterOfCarrots    20/10/2013    4 recensioni
[Bastille]
Incontrai la sua mano calda e affusolata. Non so perché ma la strinse così forte da sentirla formicolare tra le sue dita, si piegò in avanti, i suoi occhi azzurri incontrarono i miei, volenterosi di non lasciarlo più andare via, di incatenarmi ad esso, furono momenti interminabili, ebbi il tempo di analizzare ogni suo dettaglio, il riflesso del suo sguardo, le pieghe delle sua labbra, la vena che pulsava sul collo, le punte dei capelli che si flettevano, le gocce di sudore che scendevano senza sosta sulla sua fronte, ma ebbi anche il tempo di guardarlo e andare lontano con la mente.
La musica di sottofondo e lui che mi guardava.
{estratto dal 4° capitolo}
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPAZIO AUTORE (SE COSì MI POSSO DEFINIRE) 
CIAO BELLE PULZELLE, SO CHE SONO PASSATI PIù O MENO 3 MESI DALL'ULTIMA VOLTA CHE HO POSTATO, MA SONO SUCCESSE TALMENTE TANTE BELLE/BRUTTE COSE CHE NON HO AVUTO MODO. CHIEDO UMILMENTE PERSONO ALLE DUE PERSONE CHE LEGGONO. 
HO SCELTO (NUOVAMENTE) DI METTERE LO SPAZIO AUTORE ALL'INIZIO PER QUESTO SEMPLICE MOTIVO:
HO STRAVOLTO IL CAPITOLO, LA STORIA CAMBIERA' DA COME L'AVEVO PENSATA. NON HO ANCORA BENE IN MENTE COSA FARE MA CON CALMA CI ARRIVERO'. E FORSE NEL DUEMILAEMAI RIUSCIRO' A FINIRLA. 
BENE INTANTO VOLEVO FARVI GLI AUGURI DI NATALE, DI INIZIO ANNO, DELLA BEFANA E MAGARI ANCHE DI PASQUA. POI VOLEVO RENDERVI PARTECIPI DEL FATTO CHE IL CONCERTO DEL 23 NOVEMBRE DEI BASTILLE E STATO UNA FIGATA ASSURDA, E PRESA TANTO DALL'EMOZIONE HO PRESO DI NASCOSTO I BIGLIETTI ANCHE PER IL 22 MARZO (FATEMI UN APPLAUSO SU).
ANYWAY SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA E MI FACCIATE UNA PICCOLA RECENSIONCINA, IO CI SPERO TANTO, E VEDERE COSA PENSATE DI QUESTA STORIA MI RENDE PER UNA BUONA VOLTA FELICE :D
VI VOGLIO BENE, UN BACIO, ELI ♥
PS: HO SCRITTO UNA ONE SHOT SU HARRY DEI ONE DIRECTION, SE C'E' QUALCHE DIRECTIONER QUA DENTRO, MI FAREBBE PIACERE SAPERE CHE NE PENSATE. SI INTITOLA 'ONCE UPON A TIME'.
SE PASSATE VI AMERO' PER SEMPRE ♥  

 


Capitolo 8: Make love…maybe!

DAN’S POV
 
La caricai in macchina con calma. Singhiozzava rumorosamente e i miei tentativi di calmarla erano stati inutili.
Cercai nei sedili dietro una bottiglietta d’acqua, ma l’unica cosa che trovai fu una birra e non mi sembrava davvero il caso, ma lei fu più veloce di me, me la strappò dalle mani, la stappò e ne bevve un lunghissimo sorso.
Le sorrisi e finalmente lei ricambiò.
Dopo una ventina di minuti arrivammo a casa mia. Una piccola casetta un po’ fuori città, un posto tranquillo, senza caos, dove potevo tranquillamente farmi i miei comodi.
La aiutai a scendere dalla macchina, notai che si era tolta quei tacchi esagerati e che il suo piede sanguinava, allora decisi di prenderla in braccio e portarla fino sotto la porta di casa. Non disse una parola ma fece un cenno di gratitudine.  
Era stato così strano quell’incontro. Erano passati nove mesi da quella bellissima serata a Milano e be’ sì, mi era mancata. Era diversa dalle altre, era lo psicodramma fatto persona, e a me piaceva indagare, scavare, conoscere i segreti più oscuri delle persone.
Non appena aprii la porta di casa, lei iniziò a scrutarla. Non era il massimo dell’ordine e tanto meno della pulizia, ma non era malaccio. C’erano bottiglie di birra sparse qua e là, cartoni della pizza ancora impilati in un angolo e un mucchio di vestiti al lato della sala. Mi affrettai di metterli a posto ma lei mi interruppe. “Sono le tre di notte, Dan, andiamo a dormire!”. Totalmente perso nella sua voce sensuale e forse suggestionato dal suo abbigliamento e dai troppi alcolici bevuti,  mi avvicinai al suo corpo scoperto, così come una calamita attratta dal ferro. Lei all’inizio si scostò e sorrise poi si lasciò andare.
 
 
GIOIA’S POV
 
Il mattino seguente mi svegliai ancora visibilmente scossa, mi sentivo gli occhi arrossati e gonfi, per non parlare poi dei piedi, erano un ammasso di carne dolorante.
Quell’esperienza era troppo anche per una come me.
Mi girai dall’altra parte del letto, mi arrotolai completamente nelle calde coperte bianche di Dan e iniziai a fissarlo.
Sorrisi al pensiero di quanto avessi pensato a quel momento, certa che non sarebbe mai e poi mai potuto accadere. E invece eccomi li, con il 100% delle probabilità che lui non si ricordasse niente.
Guardai i suoi capelli sulla fronte, la sua barba incredibilmente rossastra, la sua mano salda sulle coperte come cercasse protezione tra quelle quattro lenzuola.
Mi alzai di scatto, non volevo farmi trovare li, volevo che lui si chiedesse se avesse sognato o se fosse stato tutto vero. Risi come un’imbecille davanti allo specchio.
Mi sciacquai la faccia, tolsi gli aloni neri della matita sotto gli occhi e corsi in camera per raccogliere i vestiti, prenderne qualcuno nuovo dal suo armadio e filare via. Insomma, proprio come si fa nei film.
Ma appena uscii mi girai verso casa sua. Se non si fosse ricordato nulla, lui non si sarebbe nemmeno ricordato che sono a Londra. Sarebbe partito per qualche suo tour e con ogni probabilità non l’avrei mai più rivisto.
Se si fosse ricordato, invece, andandomene via così stavo dimostrandone che lui era la mia prima botta e via londinese. E dopo avermi trovato mezza nuda su una strada nel cuore della notte, la sua plausibile teoria ‘Joy è una troia’ si sarebbe rafforzata.    
Per un momento rimpiansi di essere uscita, avrei voluto ancora restare sotto le coperte e trastullarmi tra le sue braccia.
In cuor mio, poi, sperai che lui dimenticasse tutto.
 
 
DAN’S POV
 
Quella mattina mi svegliai sollevato, felice e stranamente ottimista. Avevo dormito da dio quella notte. Mi stiracchiai e mi stesi tra le lenzuola con calma, poi mi girai dall’altra parte come convinto che da quel lato mi stesse aspettando qualcuno. Ma non c’era nessuno. Mi massaggiai la testa perché una fitta mi corse lungo la tempia. Quanti litri di birra mi ero scolato ieri?
Strizzai gli occhi e li massaggiai con il dorso della mano, mi alzai e mi misi a sedere sul bordo del letto. C’era qualcosa che non andava.
Scossi la testa cercando di ricordare cosa non andasse, mi voltai verso l’altro lato della stanza ma sembrava tutto come l’avevo lasciato la sera prima. Il letto era apposto, la finestra sigillata, l’armadio in uno stato perenne di caos. Si tutto come al solito.
Scesi al piano di sotto, mi preparai una sostanziosa colazione e mi misi al tavolo con un grosso dubbio in testa.
‘Cena con i ragazzi, poi pub, tre birre, due drinks o forse quattro, non ricordo, qualche figura di merda, il proprietario che ci caccia. Un'altra birra. E poi?’    
Ripassai la mia serata ad alta voce, come se qualche mobile o oggetto di quella casa mi potesse rispondere e spiegare cosa era successo, ma probabilmente mi avrebbero risposto solo ‘Dan sei un cretino’. Dovevo imparare a controllarmi, ecco. 
Decisi di chiamare Kyle per cercare di schiarirmi le idee, ma non fu molto utile, mi disse solo che avevo preso la macchina, da perfetto incosciente.
Mi rassegnai al fatto che non fosse successo niente, che tranquillamente fossi andato a casa, così mi feci una doccia.
E li che mi venne l’illuminazione.
Presi la strada meno trafficata, incontrai una prostituta e la feci entrare in macchina.
Mi misi le mani sulla faccia e cercai di affogare la serata prima con il getto della doccia.
Che mi era saltato in testa?    
 
  



 
   
 
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