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Autore: Iris_Blu    20/10/2013    1 recensioni
Dal capitolo 2
"I.. In mare?"
"Ah, già, eri svenuta, non puoi saperlo. Bé, benvenuta a bordo del Draken"
Il vichingo girò sui tacchi e fece per uscire, poi si voltò di nuovo verso la ragazza.
"Ah, e ovviamente, se lui muore, muori anche tu. Buon lavoro, dolcezza."
Durante un attacco in Francia, una ragazza ferisce gravemente un vichingo, e viene rapita per vendetta nei suoi confronti. La sua vita é appesa a un filo, ma la sua migliore amica, non ha intenzione di starsene a guardare..
Una fanfiction storica, su un tema che qui non si trova spesso: le incursioni vichinghe. Un'avventura dritta nel vortice dell'Europa dell'anno Mille, con le sue enormi differenze sociali, ambientali e nazionali.
appaiono dei personaggi OC.
I personaggi di Hetalia non sono nazioni, semplici persone.
Spero di essere riuscita a fare un buon lavoro, e che voi tutti lo apprezziate.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Islanda, Nordici, Norvegia, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lukas sembrava una statua di sale, ma nei suoi occhi passavano tutte le emozioni che il giovane provava in quel momento.

 

Non avrebbe saputo descriverle in breve: stupore per l'improvvisa comparsa di Eirìk, felicità nel sapere che il fratello era vivo, ma anche paura per la situazione in cui si era cacciato, situazione della quale, se ne rese conto lucidamente, poteva benissimo e senza alcuna riserva considerarsi colpevole.

 

Passò velocemente lo sguardo da Eirìk a Margot.

 

La provenzale era sicuramente spaventata, ma in quel momento l'emozione più evidente sul suo volto era la meraviglia; intuiva che Eirìk doveva essere quel fantomatico fratello di cui le aveva parlato a lungo, ma era più che ovvio che anche lei non si sarebbe mai aspettata di incontrarlo in una tale complicata situazione.

 

Si voltò di nuovo verso Smør, il cui ghigno di soddisfazione deformava ancora di più la faccia barbuta, rendendola, se possibile, ancora più odiosa e grottesca.

 

-Come hai potuto?- ripeté ancora al suo indirizzo, stringendo i denti nella speranza di controllare (o perlomeno sopportare) il dolore al braccio.

 

-Oh, bé, a dirla tutta Eirìk non era in programma: l'abbiamo semplicemente trovato stamattina, mentre cercavamo un posto per gettare via le erbe rubate alla schiavetta..- iniziò tranquillamente a spiegare lui, gettando uno sguardo verso la provenzale.

 

Margot, dal canto suo, strinse le labbra: le era parso strano che le erbe medicinali fossero finite così presto, dopotutto ne aveva fatto una bella scorta, ma si era semplicemente detta che probabilmente era solo perché aveva dovuto curare a più riprese le ferite che andavano via via aggiungendosi sul corpo di Lukas.

 

-Hai capito benissimo il senso della mia domanda. Non fare il finto tonto e smettila di girarci intorno.- lo interruppe Lukas.

 

Fece un respiro profondo.

 

-Cosa vuoi?- chiese, sforzandosi di mantenere un tono di voce il più possibile diplomatico e tranquillo.

 

-Vuoi il comando?- domandò poi.

 

-Il comando?- Smør si mostrò sorpreso, strabuzzando gli occhi, come se l'ipotesi non gli fosse mai passata per mente.

 

Si accarezzò il mento, come per vagliare le opzioni che quella domanda offriva.

 

-Bé.. Anche. Ma non solo.-

 

-E quindi?- mormorò il giovane capo villaggio.

 

-Quindi? É piuttosto semplice, Lukas.- si fermò di nuovo, facendo un sospiro profondo, come se il concetto che si apprestava ad esprimere fosse di una semplicità impressionante.

 

-Mai sentito parlare di faida?-

 

 

 

 

Un silenzio di tomba calò sulla foresta.

 

Lukas deglutì.

 

Certo, ovvio che avesse sentito parlare di faida. Come avrebbe potuto essere il contrario.

La faida, ossia uno dei metodi di risoluzione preferiti dai vichinghi.

 

In sé non era una cosa complicata, anzi, era facilmente riassumibile nel principio “Occhio per occhio, dente per dente”. Solo che la faida non si fermava al semplice raggiungimento della vendetta da parte della “parte lesa”. La faida continuava, quindi era una specie di “occhio, per occhio, per occhio, per occhio”, e così via, fino alla fine dei tempi. Le faide potevano benissimo durare per diversi secoli, e anche a Bygdøy alcune famiglie avevano un conto aperto da generazioni e generazioni, spesso e volentieri per motivi futili che oramai nessuno più ricordava.

 

La faida era, essenzialmente, una carneficina legalizzata. Una pratica odiosa alla famiglia del giovane vichingo, che aveva sempre fatto di tutto per tenersene alla larga.

 

Ma a quanto pare, era proprio ciò che Smør aveva intenzione di iniziare, se ben comprendeva il modo di parlare fatto di velate allusioni e mezze verità utilizzato dall'uomo.

 

-Si..- mormorò infine, non sapendo che altro dire.

 

-Bene.- rispose l'altro, gli occhi socchiusi fino a quel momento in attesa di ciò che sarebbe uscito dalle labbra di Lukas.

 

Senza dire un'altra parola, si avvicinò, con passi lenti e pesanti, ai due prigionieri tenuti strettamente fra le braccia dei suoi due scagnozzi.

 

-Non oserai scappare, Lukas, lo so. Non lasceresti mai la tua schiavetta e tuo fratello nelle nostre grinfie, o sbaglio?- chiese, afferrando con una mano callosa e lercia il volto di Margot, che si ritrasse schifata.

 

-No..- disse lui in un soffio.

 

-Come immaginavo. Ma, sai, voglio essere buono con te. Ti lascio scegliere.-

 

Si voltò di nuovo. Il capo villaggio (bé, non ancora per molto) lo guardava con le sopracciglia lievemente aggrottate, dando segno di non intendere ciò che gli aveva appena detto.

 

-Uccido prima lui..- chiese, puntando un grosso pugnale contro il collo glabro di Eirìk.

 

-..O prima lei?- domandò di nuovo, facendo la stessa cosa con la provenzale.

 

Il giovane impallidì.

 

Era inconcepibile. Non poteva credere fino a che punto si spingesse il sadismo di Smør.

Aveva sempre creduto che l'uomo fosse semplicemente un tirapiedi di Harran, uno che non stava tanto a domandarsi il perché delle cose, come un cane da guardia totalmente devoto al padrone.

 

Tirò un respiro profondo.

 

Niente si muoveva.

 

Il tempo stesso pareva essersi fermato.

 

Non avrebbe mai saputo dire quanto a lungo fosse rimasto lì, inerme, a pensare.

 

Seppe solo che, nel momento in cui aprì bocca, qualcosa accadde.

 

Anche questo fu di un'estrema velocità; Lukas aveva appena preso fiato per parlare, ma, prima che un suono potesse lasciare le sue labbra, sentì qualcosa spostarsi ad un'estrema velocità vicino a lui, e andare a conficcarsi nella schiena di Smør.

Quel “qualcosa” era un pugnale. Un'arma di ottima fattura, elegante, con un piccolo smeraldo incastonato sull'elsa. Ma questo l'avrebbe notato dopo.

 

Seguì lo sguardo inorridito dei due compari di Smør, e strabuzzò gli occhi.

 

Dall'altro lato della radura, era comparsa una ragazza.

 

La mano destra era ancora tesa come quando aveva lanciato il pugnale, e nel viso aveva una feroce espressione da combattente. I capelli corvini volavano ai lati del suo viso, donandole una selvaggia aria da valchiria.

 

-Je ne sais pas ce que vous dites, mais c'eté la dernière.- ringhiò quella.

 

Poi fu tutto, se possibile, ancora più veloce.

 

 

 

 

Smør era morto non appena il pugnale aveva inciso la pelle delicata del collo, e ormai non poteva più nuocere.

 

Approfittando della distrazione dei due uomini, Eirìk e Margot colsero l'occasione al volo, muovendosi più veloce che potevano.

 

La provenzale tirò una gomitata dritta nelle costole dell'uomo che la tratteneva, subito doppiata da un profondo calcio negli stinchi. Quello si piegò di dolore, dando modo a Margot di estrarre il suo pugnale e puntarglielo al collo a sua volta, non prima di averlo disarmato.

 

L'albino, dal canto suo, fu altrettanto efficace: tirò una testata ai denti del suo aguzzino, e approfittò del suo momentaneo stordimento per tirargli un colpo sulla nuca, facendolo cadere a terra, inerme e privo di sensi.

 

Lukas si guardò intorno.

 

La valchiria aveva abbandonato quell'espressione così guerriera, e ora si leggeva sul suo viso null'altro che pura felicità, mentre si avvicinava a loro.

 

-Margot..- chiamò.

 

-Claire!- esclamò l'altra.

 

La ragazza le corse incontro, e si precipitò ad abbracciarla.

 

-Oh, Claire, je sius très hereuse de toi vior!!! Qu'est qu'il tu fais ici??- esclamò la provenzale, stringendola ancora più forte.

 

-Bof, c'est longe.. Peutre, pour plaisir, arretèz de moi étrangler..- rispose quest'ultima, a disagio per quel contatto fisico così ravvicinato, mentre Eirìk, avviicnatosi al fratello, rideva sotto i baffi.

 

-Lukas..- disse intanto il più giovane dei fratelli.

 

-Fratello mio..- rispose quello, abbracciandolo a sua volta, anche se con assai meno trasporto di quello dimostrato da Margot.

 

-Non mi sarei mai aspettato di rivederti.-

 

-Bé, nemmeno io mi sarei aspettato di rivedermi. Eppure eccomi qui.-

 

Frattanto, la giovane dai capelli corvini si era avvicinata ai due insieme a Margot.

 

-Eirìk, c'est lui.. C'est Margot.- disse.

 

Il vichingo strabuzzò gli occhi, sorpreso.

 

-Quoi??!! La fille que mon frére enlevèe.. Est elle?- chiese ancora.

 

-Quoi?- si girò verso Lukas, un pugnale (un altro) sguainato, con tutta l'intenzione di volerlo usare.

 

-Tu est ce batàrd quoi ha enlevée ma amiè??- ringhiò.

 

-Cosa?- chiese Lukas, sempre più confuso.

 

A quel punto, però si intromise Margot, trattenendo l'amica (perché era più che evidente che lo fosse) per un braccio.

 

-Claire, non! Oui, c'est lui qu'il ma enlevèe.. Peutre il est bon, il.. Ohlalà, je ne sais pas..- disse, ancora in quella lingua che non capiva.

 

La ragazza che rispondeva al nome di Claire lo guardò, sospettosa. Fece correre lo sguardo da Margot a lui, e di nuovo a Margot.

 

Finalmente, trasse un sospiro profondo, e rinfoderò il pugnale.

 

-Vous avez beaucoup de choses à expliquer..- borbottò poi, scatenando l'ilarità di Margot ed Eirìk.

 

-Hoc, o hai..- rispose lei, riprendendo fiato.

 

-Hem..- mormorò una voce dietro di loro.

 

I quattro ragazzi si girarono.

 

-Non per interrompere la riunione di famiglia, ma.. Io che dovrei fare?- chiese uno degli ex scagnozzi di Smør.

 

Il gruppo fu pervaso dalle risate.

 

Poi, il capo villaggio si avvicinò al diretto interessato.

 

-Bé, Haylaf, direi che hai due opzioni.- fece una pausa, come per accertarsi di conoscerle.

 

-La prima é che tu e Olaf, qui, che sta rinvenendo, potete lasciare Bygdøy e non farvi più rivedere per il resto delle vostre miserabili vite.-

 

fece un'altra pausa, avvicinandosi a lui.

 

-La seconda.. Bé, sei proprio sicuro di volerla conoscere?- domandò, divertito.

 

Haylaf non se lo fece ripetere due volte.

 

Si avvicinò ad Olaf, dandogli delle lievi sberle perché si riprendesse.

 

-Olaf! Olaf!- chiamò, terrorizzato.

 

Quest'ultimo non ebbe nemmeno bisogno di spiegazioni.

 

Non appena la vista gli si fu snebbiata, e si fu guardato intorno, terrorizzato, comprese subito cosa ci fosse da fare.

 

Si accodò ad Haylaf, che lo strattonava per un braccio, e i in men che non si dica i due si dileguarono, inciampando affannosi mentre lasciavano la radura.

 

Soddisfatto del risultato ottenuto, Lukas si girò verso Eirìk e le due ragazze.

 

-Bé..- sospirò.

 

-A questo punto, credo di aver diritto anche io ad una qualche spiegazione.-

 

In quel momento, udirono delle urla belluine e i passi veloci a ritmati di uomini che si dirigevano verso la radura.

 

Margot rinforzò la presa sul suo coltello e si avvicinò a Lukas, mentre Claire faceva lo stesso con Eirìk.

Eirìk strinse i denti, e Lukas gli passò un coltello con il quale difendersi, visto che i tre ex tirapiedi di Harran l'avevano disarmato.

 

La tensione nell'aria divenne papabile.

 

I passi si avvicinavano sempre di più.

 

Lukas strinse i denti, e...

 

Mathias, Berwald e Timo fecero irruzione nella radura, lame sguainate e urlando ferocemente.

 

Evidentemente, non erano preparati a quello che videro: Mathias inciampò e cadde riverso a terra, mentre gli altri due spalancavano la bocca. Margot, Lukas ed Eirìk, dal canto loro, presero a guardarli straniti, mentre Claire rivolgeva loro un'occhiata stupita.

 

-Bé..- prese la parola Mathias, alzando la faccia dalla neve e notando il cadavere di Smør a pochi passi da loro.

 

-Non vorrei dire, ma a me sembra che abbiano fatto tutto loro...-

 

 

 

 

(*)Traduzione frasi in Francese:

 

Je ne sais pas ce que vous dites, mais c'eté la dernière: non so cosa tu abbia detto, ma é stata l'ultima.

 

Oh, Claire, je sius très hereuse de toi vior!!! Qu'est qu'il tu fais ici??: Oh, Claire, sono così felice di vederti! Cosa ci fai qui?

 

Bof, c'est longe.. Peutre, pour plaisir, arretèz de moi étrangler..: Bah, é lunga da spiegare.. Ma, per piacere, smettila di strangolarmi..

 

Quoi??!! La fille que mon frére enlevèe.. Est elle?: Cosa??!! La ragazza che mio fratello ha rapito.. é lei?

 

Tu est ce batàrd quoi ha enlevée ma amiè??: Tu sei quel bastardo che ha rapito la mia amica?

 

Claire, non! Oui, c'est lui qu'il ma enlevèe.. Peutre il est bon, il.. Ohlalà, je ne sais pas..: Claire, no! Si, é lui che mi ha rapito, ma.. Ma é buono, lui.. Ohlalà, non so..

 

Vous avez beaucoup de choses à expliquer..: Hai un sacco di roba da spiegarmi..

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Penultimo capitolo! Non ve l'aspettavate, vero? ;)

Bé, cosa dire qui? Scriverlo in francese é stata una faticaccia, e vi prego di perdonarmi se ho fatto degli errori, ma io non ho mai studiato francese, anche se lo parlo, quindi sarò estremamente grata a chiunque vorrà farmeli notare :)

Il prossimo sarà quindi l'ultimo (la nostalgia già mi assale...).. Spero che fin qui la storia vi sia piaciuta, e..

 

Blijf Verbonden!

 

Iris

  
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