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Autore: Darik    11/04/2008    1 recensioni
Una esplorazione sospetta in un luogo sospetto. E si scatenerà qualcosa di terribile. Riuscirà Negi a salvare l'istituto Mahora? (Questo racconto si colloca tra l'8° e il 9° volumetto)
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Apparenze'
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2° CAPITOLO

Il giorno seguente Yue e Nodoka si ritrovarono a lezione.

“Ah, buongiorno Yue!” salutò sorridendo Nodoka.

“Buongiorno a te, Nodoka” rispose Yue bevendo una bibita gialla.

“Spero che nessuno ti abbia beccato ieri sera”.

“No, nessuno. Però vorrei chiederti una cosa. E dopo vorrei chiedere una cosa anche a Paru”.

“Ah si, la faccenda dello scaffale. Be, non so proprio che dirti, Yue. Non so come abbia fatto a cadere”.

“Non mi riferivo a quello. Può darsi infatti che sia stato solo il legno che ha ceduto a causa dell’umidità. E un’altra la cosa che non mi spiego. Perché ti sei dimostrata subito d’accordo con Paru per non dire niente della nostra visita?”

“Come perché? Se ci scoprono, potrebbero punirci” obbiettò Nodoka.

“Ma tu sai bene che il preside è molto comprensivo. Al massimo ci potrebbe fare una lavata di testa, ma tutto finirebbe lì”.

“Io tengo molto al nostro club. Non voglio che corra rischi. E mi sorprende che tu non faccia altrettanto!”

L’ultima frase fu scandita con una certa durezza, che sorprese Yue.

In quel momento arrivò anche Paru.

“Hallo amiche mie! Buongiorno!”

“Ciao Paru. Arrivi a proposito, ti vorrei chiedere…”

Proprio allora suonò la campanella, e subito Paru entrò in classe portandosi dietro Nodoka.

Yue le seguì in silenzio, facendo attenzione a non lasciarsi distrarre dal caos tipico di quell’aula.

La loro classe, la terza media della sezione A, era ormai diventata un mito nel celebre istituto Mahoara.

Non solo per l’incredibile ingegno di alcuni suoi membri, ma soprattutto per il carattere folle e spesso strampalato delle alunne.

A questo si aggiungevano anche quelle che sembravano delle leggende urbane.

Si diceva che in quella classe c’era una ragazza serissima e posatissima che nel privato si trasformava nella più popolare idol del web.

Altri ancora affermavano che tra quelle ragazze c’era una ninja.

C’era poi chi giurava ci fosse anche una mercenaria che nonostante la giovane età, aveva un curriculum bellico da fare invidia a Rambo.

Non pochi, nella sezione universitaria per lo sviluppo tecnologico, assicuravano che una di quelle ragazze era un sofisticatissimo robot.

Infine, le dicerie più inquietanti: si sosteneva che quella classe fosse infestata da un fantasma.

E alcune ragazze, tornate a visitare la loro scuola dopo la laurea, affermavano di aver rincontrato una loro compagna di classe che sembrava, anzi, non era invecchiata neppure di un anno e continuava a frequentare quella stessa classe, come se il tempo per lei si fosse fermato.

Erano ormai quindici anni che questa voce sembrava rinnovarsi di tanto in tanto.

Ma nessuno poteva confermarla, perché non esistevano foto di questa ‘ragazza immortale’, perciò quando ne parlavano con i loro ex-docenti, si sentivano rispondere che sicuramente era solo una somiglianza casuale.

E la presunta immortale, se si provava ad indagare, era bravissima nel non farsi trovare.

Quindi, con una fama come questa, anche l’ultima stranezza di quella classe era stata rapidamente assimilata: l’insegnante di inglese di quelle ragazze era un bambino di soli dieci anni.

Nessuno sapeva chi e perché lo aveva mandato lì, ma nonostante la scarsa esperienza si era dimostrato molto diligente e preparato, quindi era stato accolto senza problemi nel corpo insegnanti.

Il suo nome era Negi Springfield.

E fu proprio il suo ingresso a riportare l’ordine nella turbolenta classe.

Tutte le ragazze si misero in piedi si inchinarono.

“Buongiorno professore!”

“Buongiorno a tutte” rispose Negi al loro saluto corale.

Si era ormai abbastanza abituato ai loro sguardi affettuosi e sorridenti: si partiva dagli occhi chiaramente innamorati della capoclasse Ayaka Yukihiro arrivando man mano ai controllati sorrisi di Kaede Nagase e Mana Tatsumiya e concludendo con l’impassibilità di Evangeline McDowell, Chachamaru e Chisame Hasegawa.

Poco dopo l’ingresso di Negi, due ragazze entrarono precipitosamente nell’aula.

“Uff, per un pelo” esclamò una delle due, che aveva dei lunghi codini legati con dei campanellini.

“Certo che arrivare dopo Negi nonostante lui stia nella nostra stessa stanza..” osservò la sua amica.

Non c’era sarcasmo o rimprovero nella sua voce, tuttavia quell’osservazione non piacque all’altra.

“Konoka, piantala, ho fatto tardi con la consegna dei giornali, tutto qui”.

“Capisco, meno male che ho insistito per svegliarti”.

“C-come svegliarmi?”

“Si, ti ho trovata addormentata davanti alla porta”.

“Ah, è vero, l’avevo dimenticato”.

“L’ho detto tante volte: lavori troppo Asuna”.

“Devo pur guadagnarmi da vivere, no?”

“Ora siete arrivate, Asuna vai al tuo posto” intervenne la capoclasse.

“Non prendo ordini da te. E poi perché lo dici solo a me? Anche Konoka ha fatto tardi” replicò Asuna.

“Il fatto è che Konoka è una ragazza coscienziosa. Tu invece sei solo una scimmia isterica, perciò…”

Come risposta, la capoclasse ricevette la cartella in piena faccia.

“A chi hai dato della scimmia isterica?!”

“A te, brutta…”

E neanche un istante dopo le due ragazze si ritrovarono a combattere mescolando Karaté, Kung Fu, Wrestling e un pizzico di pugilato.

Invano Negi cercava di fermarle.

Mentre quasi tutte le altre ragazze, in piedi, estasiate si godevano lo spettacolo: “Vai! Era una vita che non combattevano più!”, “Cinquanta su Asuna!”, “Sessanta sulla capoclasse!”, “Fuori le spade laser!” e via cosi.

Tra le poche che non partecipavano allo spettacolo, c’erano Yue e Nodoka.

Disse la prima: “Nodoka, scusami se prima ti sono sembrata inopportuna. Io tengo al club quanto voi. E solo che tenere la cosa nascosta non mi piace. Se dovessero scoprire il fatto, e risalire a noi, la colpa si aggraverebbe”.

“Non preoccuparti. Semmai io mi devo scusare, non capisco perché sono stata dura con te prima. Facciamo cosi: dopo la lezione discuteremo con Paru se dirlo o meno”.

“Ok”.

“Be, direi che è tutto a posto”.

“Si, ma c’è un altro dettaglio che vorrei chiarire”.

“E quale?”

Yue fece cenno all’amica di seguirla, e si avvicinarono a Paru che incitava Asuna a farsi avanti.

“Senti Paru, dovrei chiederti una… SPUERGH!!!”

Yue si ritrovò una sedia stampata sulla faccia e crollò a terra in un mare di stelle.

“Aahhh!! YUE!!!” esclamò agitata Nodoka.

Un silenzio totale calò sulla classe, mentre Asuna, che aveva tirato la sedia, e Ayaka, che l’aveva deviata con un calcio circolare, rimasero imbambolate.

“Oh cacchio!”

Subito tutte le ragazze si precipitarono intorno a Yue, tranne Evangeline e Chachamaru.

****

Yue si riprese molto lentamente.

Si sentiva qualcosa di bagnato sulla fronte, una benda.

“Yue, meno male, ti sei ripresa”.

La ragazza osservò la persona che le aveva parlato.

Era la studentessa n. 5, Ako Izumi, assistente all’infermeria.

“Cosa mi è successo?”

“Hai preso una sedia in piena faccia per colpa di Asuna e della capoclasse. Loro e tutte le altre facevano un tale casino che ho dovuto farle uscire. Non hai niente di rotto, ma devi riposarti un po’. Poi devi andare subito a ricevere le scuse di quelle due lottatrici. Attualmente sono il senso di colpa fatto persona”.

“D’accordo”.

Yue provò a dormire.

“Mi sembra che dovevo chiedere qualcosa a Paru…”

Si sforzò di ricordare, senza risultato.

“Be, allora non doveva essere nulla di davvero importante”.

  
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