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Autore: yellowloid    20/10/2013    4 recensioni
{ mini-long | rating giallo/arancione | shonen-ai | contenuti forti }
§
In un orfanotrofio apparentemente abbandonato, si cerca di trovare la perfezione.
Nessuno sa come; tutti i giorni, si ripete la stessa cosa: tutti, bambini e professori, giocano al Kagome.
In quest'orfanotrofio nascono degli amori impossibili, incorniciati da tragedie e sangue.
'Chi è l'uomo dietro di te?'
§
Basata su 'Kagome, Kagome', delle Vocaloid Miku Hatsune e Luka Megurine.
Pairings: BanGaze, HiroMido, accenni HeatNepper e varie altre pair accennate.
Contenuti forti! Se vi infastidisce lo splatter, sconsiglio di leggere molto vivamente.
Ci si vede dentro e mi raccomando, se vi piace, recensite! ^^
Genere: Horror, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya, Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Desarm e Diam erano usciti da circa un quarto d’ora dalla stanza di Midorikawa, lasciando solo il ragazzo. Si era calmato, sì, ma loro due avevano capito che voleva aspettare Hiroto da solo.

In quel momento camminavano nel corridoio, diretti verso la stanza di Diam. Il membro del gruppo Gemini Storm che dormiva con lui era morto qualche settimana prima, quindi Desarm ne aveva preso il posto dopo essere stato cacciato dal gruppo Epsilon.

I due erano in silenzio. Probabilmente Diam era in pensiero per gli altri: cosa era successo a Hiroto? Che reazione avrebbe avuto Midorikawa?

E altre mille domande. Ad esempio, qualche minuto prima avevano sentito delle voci provenienti dalla camera di Burn e Gazel, e sembrava che i due litigassero, urlando qualcosa riguardante una clessidra. Ma all’improvviso, i due si erano calmati. Magari si erano picchiati, chissà.

Heat e Nepper, invece, erano filati dritti nella loro camera dopo che Hiroto era stato portato via, e Diam iniziava a preoccuparsi anche per loro. Non li conosceva bene, ma potevano considerarsi amici.

Alzò il viso, osservando il suo ragazzo, molto più alto di lui. Quando anche Desarm lo guardò, lui si affrettò a distogliere lo sguardo, imbarazzato. Peccato che il ragazzo dai capelli corvini l’avesse notato, e sorrise. Smisero di camminare, fermandosi in mezzo al corridoio.

-Guarda che lo capisco quando ti imbarazzi. Sei un libro aperto per me, Diam.-

-Oh, sta zitto…-. Il ragazzo più basso gonfiò un po’ le guance lievemente arrossate. Desarm trattenne una piccola risata, portandogli una mano sul capo e accarezzandoglielo, beandosi della morbidezza dei suoi capelli color nocciola.

-Sei un bravo amico, sai?- disse, avvicinandosi un po’. Diam indietreggiò d’istinto, ma Desarm continuò ad avvicinarglisi fino a quando la sua schiena incontrò il muro, e il ragazzo dovette fermarsi.

-In che senso?- chiese.

-Nel senso che sei stato carino a consolare Midorikawa. Per te è importante, si vede.-. Desarm gli carezzò una guancia, sorridendo di nuovo nel sentire che era bollente per l’imbarazzo.  Lasciò scivolare la mano fino a prendere col pollice e l’indice il mento di Diam, avvicinando il suo viso.

-C-Certo che è importante. Per me… Siete tutti importanti. Mi avete anche salvato da una morte certa. Anche se tu ti eri fermato, in pochi secondi Kira mi avrebbe ucciso di persona. Ma per fortuna c’erano gli altri.-.

Il sorriso di Desarm svanì improvvisamente, facendo spazio ad un’espressione indecifrabile per il ragazzo di fronte a lui.

-Quindi io sono stato inutile per il tuo salvataggio?- chiese, con malizia, e Diam riuscì finalmente a capire dove voleva arrivare il ragazzo. Distolse lo sguardo e si schiarì la voce, mettendogli le mani sulle spalle e allontanando il fidanzato.

-Ehm, sì.- si limitò a dire.

A Desarm quasi cascò la mascella, in un mix di sorpresa e divertimento.

-Però,- continuò Diam. –tu sei il più importante di tutti, al di fuori del mio salvataggio.-.

A quel punto, in meno di un secondo, Desarm gli si avvicinò freneticamente di nuovo, e lo baciò con passione, cingendogli la vita.

Diam gli poggiò le mani sulle guance, ricambiando il bacio, soddisfatto.

Quando le mani di Desarm gli passarono sotto la maglietta, mentre lo trascinava in stanza, il ragazzo dai capelli color nocciola si lasciò prendere dalla bellezza del suo ragazzo e dalla passione del momento, ma non perse l’occasione di mormorare un ‘Pervertito’ diretto a Desarm, tra un bacio e l’altro.

§§§

Hiroto, Maquia, Zell e Metron camminavano in uno dei corridoi dell’orfanotrofio, diretti dagli amici di Kiyama.

-Ti fa molto male…?- azzardò a chiedere la ragazza dai capelli turchesi dalla forma improponibile, vedendo che Hiroto si teneva con forza la mano, in particolare lo spazio nel quale fino a dieci minuti prima c’era il suo dito. La fascia che ricopriva la mano del ragazzo, da bianca era diventata rossa in alcuni punti, segno che l’emorragia era continuata per un po’. Ora, però, sembrava essersi fermata, e Kiyama sembrava anche sentire meno dolore.

Sentiva solo la mano molto più calda rispetto all’altra, il che non lo infastidiva molto, era solo preoccupato per la reazione che avrebbe avuto Midorikawa. Al contrario di lui, Ryuuji affrontava fin troppo bene la realtà, e a volte questo lo portava a comportarsi da idiota, e magari si metteva da solo in pericolo.

Ricordandosi della domanda di Maquia, Hiroto scrollò lievemente il capo.

-No, tranquilla.- le rispose, accennando un debole sorriso. Maquia sembrò sollevata, almeno in parte.

-Dove vuoi che andiamo? Ti portiamo dal tuo ragazzo?- chiese Zell, osservando Hiroto. Il rosso sembrò illuminarsi e allo stesso tempo scoraggiarsi nel sentir parlare di Midorikawa.

-Sì, andiamo da lui. Voglio vedere anche gli altri.-.

Zell e Maquia annuirono, e cadde il silenzio. Metron, invece, se ne stava dietro di loro, ancora sconvolto dalla morte di Barra.

 

Quando la porta della camera di Midorikawa si aprì, il ragazzo si voltò di scatto; si alzò dal letto, scioccato. Non sapeva cosa fosse successo, ma ora tre membri del gruppo Epsilon e Hiroto stavano entrando in camera con fare preoccupato, il che non era affatto un buon segno.

-A-Allora? Hiro…- non fece nemmeno in tempo a finire la frase, che vide la mano fasciata del fidanzato e sbiancò. Era sporca di sangue, motivo per cui Ryuuji rabbrividì. Poi notò lo spazio vuoto dove doveva essere il mignolo, e capì.

-Cosa…!-.

Hiroto lo interruppe, avvicinandoglisi e facendolo sedere sul letto, portando il viso vicino al suo. Poggiò la sua fronte su quella del verde, e sorrise con amarezza mentre chiudeva gli occhi.

-Almeno sono tornato…- disse, con un filo di voce. Midorikawa sentiva il proprio cuore battere all’impazzata nel petto, in un tumulto di emozioni contradditorie. Da una parte si sentiva felice e sollevato, perché Hiroto era vivo ed era lì con lui, ma dall’altra voleva solo andare ad uccidere Seijirou Kira con qualche mannaia, come qualche giorno prima aveva ucciso la figlia.

-Mi dispiace aver ritardato un po’…- continuò Kiyama, e Ryuuji perse un battito. Sentiva le lacrime che salivano, ma si ripromise di non piangere. Ultimamente non aveva fatto altro.

-N-Non ti devi scusare, Hiroto… Che ti ha fatto quel maledetto…?!-.

Il rosso prese le mani di Midorikawa tra le sue, stringendole dolcemente, e si sedette a fianco a lui. Maquia e Zell si sedettero sull’altro letto, mentre Metron chiudeva la porta e li seguiva.

-Mi ha voluto dare una lezione. Ed era vero quel che dicevamo prima, ha truccato il gioco. Solo perché sono suo figlio. Però… Siamo tutti in pericolo.- disse Hiroto. Midorikawa lo guardò preoccupato.

-In che senso?- chiese.

-Nel senso che se non vi sbrigate a fuggire, pian piano verrete uccisi tutti.- spiegò Zell, intromettendosi nel discorso.

-Per questo è meglio se fuggite subito. Ragazzi, noi rimarremo qui, e cercheremo di coprirvi le spalle.-.

Maquia osservava Zell con sguardo cupo: l’idea di rimanere la inquietava, perché sapeva benissimo che Kira aveva scoperto che lei, il ragazzo e Metron erano alleati di Hiroto, e quindi traditori. Sarebbero morti a breve, questo era certo.

-Penso che fuggiremo stanotte.- disse Kiyama. Si voltò per chiedere conferma a Midorikawa, e quando i loro sguardi si incontrarono, il verde annuì convinto.

-Però…- sussurrò poi.  Gli altri quattro lo guardarono, interrogativi. Ci fu un attimo di silenzio teso, poi, in un sospiro, Ryuuji ammise il sentimento che gli bruciava nel petto.

-Voglio vendetta.-.

Hiroto spalancò gli occhi, incredulo: non riusciva a credere che Midorikawa avesse appena detto quella frase.

-Cosa? Ryuuji?- balbettò.

-Non perdonerò Kira per averti mutilato, Hiroto. Ti ha tagliato un dito! Non senti la rabbia e il sentimento di vendetta dentro di te?!- si alzò di scatto, gesticolando arrabbiato. Ora dava e spalle a Metron, seduto sull’altro letto, che si lasciò sfuggire un singhiozzo.

-Midorikawa-kun… Almeno il tuo ragazzo è ancora vivo.- disse, non riuscendo a nascondere l’invidia. Che gli importava di nascondere i suoi sentimenti, ormai? Nulla. Con la morte di Barra, Metron aveva perso tutto. E non riusciva a perdonarsi di essere stato anche lui a martoriarla in quel modo atroce.

Ryuuji si voltò, sconvolto: -Che vuoi dire?- chiese. Il ragazzo del gruppo Epsilon sospirò, lasciando andare una risatina isterica che poi finì col diventare un pianto esasperato.

-Io ho ucciso la persona che amavo! C’eri anche tu, Hiroto, mi hai visto!- mentre urlava, Metron indicò Kiyama. –E c’eravate anche voi, Zell, Maquia!- indicò i due ragazzi. –Io… Io… Io ho ucciso Barra!-.

Cadde a terra, stremato, mentre gli altri due sensei provavano a consolarlo. Midorikawa sbattè più volte le palpebre, e si sentì improvvisamente pesante, tanto che dovette risedersi sul letto per non cadere a terra anche lui. Realizzò quel che aveva fatto Metron: aveva ucciso la sua ragazza, e non perché lo volesse, ma perché gli era stato ordinato. Quel pensiero fece capire tutto a Midorikawa, tutto sulla dittatura che regnava al Sun Garden. Si ricordò poi di Desarm, a cui era stato chiesto di fare una dimostrazione agli altri, uccidendo Diam.

Ma non l’aveva ucciso, perché era il suo ragazzo. Il che l’aveva fatto cacciare dal gruppo Epsilon ed etichettato anche lui come traditore. Ryuuji capì quel che stava passando Metron, il dolore di perdere la persona a lui più cara. Provò a paragonarsi a lui: Midorikawa sarebbe stato in grado di uccidere Hiroto? No, mai. Non poteva, non l’avrebbe sopportato…

Si alzò dal letto e si inginocchiò di fronte a Metron, che ancora piangeva, affiancato da Zell e Maquia che continuavano a consolarlo.

-Ti capisco. Mi dispiace, Metron…- mormorò, e il ragazzo dai capelli blu alzò lo sguardò pieno di lacrime verso i suoi occhi. Nel vedere quelle pupille nere ma lucenti, e soprattutto sincere, sembrò tranquillizzarsi un po’ e sorrise, asciugandosi le lacrime. Anche il verde sorrise.

Hiroto si alzò e li raggiunse, sorridente. Midorikawa non si sarebbe messo nei guai, e Metron sembrava finalmente sollevato, e in un certo senso felice: l’espressione gaia del ragazzo dai capelli verdi trasmetteva un senso di tranquillità e sicurezza. Tutto si sarebbe risolto, in qualche modo.

§§§

Burn spalancò la porta della loro stanza, girandosi poi verso Gazel, che lo osservava contrariato.

-Cos’hai intenzione di fare?- chiese l’albino, seduto sul letto.

-Come? Ma è ovvio, ora andiamo a riprenderci la nostra clessidra! Muoviti!- rispose il tulipano, e vide i tratti del ragazzo contrarsi in un’espressione delle sue, di quelle glaciali.

-Tu sei pazzo, Nagumo. Ci uccideranno, e tutto solo per riprendere quella clessidra. Ma dai.-.

Burn, nel sentire quell’affermazione, sembrò arrabbiarsi un po’. Si avvicinò a Gazel e gli stampò un lieve bacio sulle labbra; l’albino non sembrò tanto sorpreso, in fondo quel tulipano che si ritrovava davanti era sinonimo di comportamenti inappropriati, in qualunque situazione si trovasse.

Il ragazzo dai capelli rossi ghignò, deciso a convincere quello stupido ghiacciolo che aveva appena baciato.

-Cos’è? Suzuno Fuusuke ha paura di un vecchietto sadico con le orecchie troppo lunghe? Non me lo aspettavo.-. Sfidare Gazel gli veniva naturale, ormai. Eppure il ragazzo sembrava irremovibile.

-Idiota. Non mi faccio prendere in giro, sappilo.-

-Allora andiamo a riprendere la clessidra.-

-No.-.

Cadde il silenzio, interrotto solo dal ritmico e forte respiro di Burn, arrabbiato.

-E respira più piano, Haruya.- disse Gazel, nella sua solita freddezza. A quel punto, forse per la rabbia o forse per amore, Burn gli saltò addosso e lottarono sul letto per qualche minuto, in preda ad una specie di euforia che li colpiva nei momenti più disparati. Gazel venne bloccato per i polsi dal tulipano, che lo baciò con passione. Il bacio durò poco, dato che i due erano già ansimanti dopo quella sottospecie di rissa, e l’ossigeno non bastava.

-Ora ti ho convinto?- chiese Burn, accasciandosi sul letto.

-Affatto.- rispose l’albino, accasciandosi a fianco a lui. Il rosso sbuffò, sollevandosi di nuovo dal letto. Chiuse gli occhi e rifletté un attimo sul da farsi, poi un enorme ghigno gli si stampò in faccia.

-Perfetto, allora andrò da solo!- esclamò, e in un attimo balzò giù dal letto e fuggì fuori dalla stanza. Gazel ci mise mezzo secondo a realizzare quello che il suo fidanzato aveva appena fatto, e nel restante mezzo secondo saltò anche lui giù dal letto, all’inseguimento dell’idiota che amava.

Stupido tulipano masochista.

 

Burn correva per il corridoio, inseguito da Gazel che però cominciava già a perdere le forze, non essendo abituato a correre molto.

-Non mi prenderai, ghiacciolino!- urlò, mentre voltava il viso verso il suo ragazzo, che gli lanciò uno sguardo freddamente truce.

Quando fu davanti alla porta della camera di Heat e Nepper, il tulipano si fermò e bussò freneticamente; quando Heat gli aprì, lo travolse ed entrò nella stanza, chiudendo poi la porta e lasciando fuori Gazel.

-Burn?- balbettò Nepper, mentre Heat si rialzava da terra dopo essere stato travolto dal tulipano.

Qualcuno bussò garbatamente alla porta. -Apri, tulipano.- disse; i membri del gruppo Prominence si guardarono; Burn stava per scoppiare a ridere: Gazel riusciva a rimanere calmo anche in quella situazione ridicolmente stupida e infantile. Il rosso ignorò l’ordine del fidanzato, rivolgendosi di nuovo ai suoi due amici.

-Ascoltate, dobbiamo andare a riprendere una certa cosa, e ci serve l’aiuto di tutti. Poi fuggiremo, penso. Siete con me?-. La richiesta di Burn suonava più come un obbligo, e Nepper e Heat furono costretti ad accettare. In ogni caso, intanto, avrebbero dovuto collaborare per fuggire tutti insieme.

-Bene! E ora avvisiamo Diam e Desarm. Poi andiamo da Hiroto e Midorikawa, ce li portiamo tutti e quattro dietro e dopo aver recuperato la clessidra fuggiamo!- esclamò il tulipano, riavvicinandosi alla porta alla quale Gazel continuava a bussare.

-Quale clessidra?- chiese Heat. Burn ghignò.

-Forse un giorno ti spiegherò tutto, ma ora non ne ho voglia.-.

Heat sospirò. Il suo amico, a volte, era proprio un nullafacente. Aprirono la porta ed uscirono dalla stanza, mentre Burn prendeva letteralmente in braccio Gazel e continuava ad ignorare le sue proteste.

 

Dopo aver spiegato a Desarm e Diam il suo piano, Burn se li trascinò entrambi dietro, per poterlo attuare. In quel momento, i sei ragazzi camminavano freneticamente nel corridoio, diretti verso la stanza di Hiroto e Midorikawa. Gazel aveva accettato il piano di Burn, in cambio di essere messo giù. Non l’avrebbe mai ammesso, ma essere preso in braccio da quello stupido tulipano lo imbarazzava e non poco. Heat e Nepper si tenevano per mano, Desarm e Diam continuavano a guardarsi. Sembrava tutto tranquillo.

Arrivarono davanti alla camera degli altri due compagni, e Burn bussò alla porta. Ad aprirgli fu Zell, e nel vedere anche gli altri due membri del gruppo Epsilon in quella camera, il tulipano sembrò preoccuparsi un po’.

-Che è successo?- chiese Desarm, facendosi avanti. -Chi vi ha mandati qui, Zell?-.

Il ragazzo non rispose, ma si spostò per farli entrare; quando tutto il gruppo fu entrato nella stanza, richiuse la porta, questa volta a chiave.

Hiroto sorrise nel vedere Gazel e Burn, che gli si avvicinarono in fretta e caddero in ginocchio vicino a lui, seduto sul letto, felici di rivederlo sano e salvo.

-Sei vivo.- disse il tulipano e sospirò, sollevato.

-Per fortuna.- continuò l’albino, chiudendo gli occhi e tranquillizzandosi.

Poi, però, entrambi notarono la mano bendata di Kiyama e lo spazio del mignolo vuoto e sporco di sangue. Burn lasciò cadere le mani sul pavimento, mentre i suoi occhi si spalancavano. Gazel aprì la bocca, confuso, non sapendo cosa dire.

-Che è successo?!- urlò il tulipano, riprendendosi dallo shock iniziale.

-Mio padre mi ha voluto punire per tutto quel che abbiamo fatto. Ma non importa, tranquilli… L’importante è riuscire a fuggire, non preoccupatevi per me. Non sento dolore, ora non fa più male.- spiegò Kiyama, e Burn lo osservò, incredulo.

-Non è possibile… Quel pazzo ha tagliato un dito a suo figlio come se nulla fosse.- affermò Gazel, continuando a guardare con orrore la mano bendata e sporca di sangue.

-Comunque… Perché siete venuti, ragazzi?- chiese Midorikawa, cercando di non pensare alla mutilazione del fidanzato.

-Oh, giusto! Vogliamo scappare oggi…- rispose Burn, spostando in parte la sua concentrazione sul verde.

-Ma prima dobbiamo andare da Kira e riprenderci una cosa.- continuò Gazel al posto del tulipano. –Anzi, quest’idiota vuole riprenderla e ci vuole trascinare in qualche guaio.-. Burn guardò truce il fidanzato.

-Cosa volete riprendere?- domandò Maquia, sinceramente incuriosita.

-Non c’è tempo per spiegarlo. Storia lunga.- rispose freddo il ragazzo albino.

Cadde il silenzio. Dovevano riflettere bene e capire il piano di Burn, altrimenti rischiavano di mettersi ancor di più in pericolo.

-Va bene.- disse poi Hiroto, e il tulipano si illuminò; nel vederlo così entusiasta, Gazel non poté fare a meno di sorridere.

E’ testardo come un mulo, però… Il suo entusiasmo è contagioso. Purtroppo.

-Ok, allora noi vi aiuteremo.- affermò Metron, deciso. Si sarebbe vendicato di quell’uomo, quello che aveva dato l’ordine di uccidere la sua ragazza.

-E’ deciso, allora.-. Midorikawa sorrise.

-Andiamo allora, che aspettiamo?- esclamò Diam, e Heat e Nepper annuirono, alzando il pugno. Desarm sorrise. Zell e Maquia, mano nella mano, fecero cenno di essere pronti a combattere.

Hiroto inclinò leggermente il capo di lato, soddisfatto. Quel gruppo, composto da tutti i suoi amici, era fantastico.

Burn e Gazel si guardarono, sfidandosi con lo sguardo. Avrebbero vinto, dovevano per forza vincere.

La loro ultima battaglia stava iniziando, e ne sarebbero usciti insieme.

 

 

§ Angolo del Kagome §

Ahem. Sono depressa, quindi sarò breve. .u. nononèverononscrivomaicosecorte

Che dire del capitolo. E’ leggermente più corto degli altri, sorry. Però, dovevo tagliare qui per poi continuare nel prossimo capitolo, che penso sarà l’ultimo di questa mini-long che stava cominciando a diventare una long, lol. Se trovate qualche errore scemo segnalatemelo, e correggerò appena potrò: non ho avuto molto tempo per rileggere, ho riletto solo una volta, quindi non so se c’è qualche erroraccio di battitura o cose simili. Fatemi sapere ouo

Ho inventato -credo- una nuova crack, la Metron*Barra, e devo dire che mi stanno piacendo tanto. cuc Poi... Beh, finalmente Desarm e Diam hanno avuto un po’ di spazio, che pucci, no? cuc Ehm, sì, lo yaoi c’è ma non si vede. .u. Oppure no, diciamo che va un po’ a interpretazione. ùwù

Forse è scritto un po’ male ‘sto capitolo, non so. Ne sono soddisfatta, perché comunque questa mini-long  mi soddisfa molto, però boh, mentre scrivevo non ero completamente convinta di questo capitolo. Ditemi voi, recensite, eh. cwc

Se avete bisogno di chiarimenti, chiedete pure. ^^ Non ho molto tempo per scrivere un poema nel mio Angolo, e di conseguenza non posso spiegare bene il capitolo e dare molte spiegazioni. Però non mi sembra ci sia molto di difficile da capire ouo

In ogni caso, ripeto, se vi serve una spiegazione su qualche questione di trama, chiedete pure. ^^

Vi saluto, chu!

Kis-chan. ♥

  
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