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Autore: Sweasley    11/04/2008    2 recensioni
E' tempo di un matrimonio Potter/Weasley, per la gioia di amici e parenti. D'altra parte gli ex Ron e Hermione si troveranno ora a essere di nuovo a stretto contatto data l'occasione imperdibile. Volendo sopra ogni cosa riparare la loro amicizia danneggiata, potrebbero ottenere più di quello a cui puntano una volta costretti a confrontarsi.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Maggio 2003

Warning: Questa storia non mi appartiene. E’ una traduzione della fanfiction inglese di Sweasley (http://www.fanfiction.net/u/1459775/sweasley  questa è la sua pagina web di ff) che ha dato la sua approvazione per la traduzione.

Spero vi piaccia ^^

Funkia

 

 

Maggio 2003

 

“Un drago nero, eh?” Chiese Harry Potter osservando un bimbo di cinque anni che colorava vigorosamente sul pavimento del suo salotto. “Perché nero?”

 

Perché no?” Chiese il bambino guardando Harry.

 

“Giusto,” disse con un piccolo sorriso mentre arruffava i capelli ora neri del bambino. Qualche secondo prima erano di una sfumatura di marrone sabbia, ereditati dal padre, ma il giovane Teddy stava lavorando sui suoi colori di recente e aveva la tendenza a cambiare colore a seconda di quale stesse pensando al momento. Il dono di poter cambiare il suo aspetto a comando era una cosa che aveva preso da sua madre, ma era una cosa che stava imparando a controllare. Di solito cambiava cose senza accorgersene.

 

Il rumore di una chiave che girava nella toppa fece girare Harry e Teddy verso l’entrata.

 

Ginny è tornata?” Chiese Teddy eccitato.

 

“Spero di sì,” disse Harry mentre Teddy si alzava e correva verso la porta, che si aprì rivelando una piccola donna con lucenti capelli rossi e un’espressione stanca sul viso.

 

Ce l’hai, Ginny!?”  Chiese Teddy saltellando su e giù, bloccandole l’entrata. Lei gli girò attorno, le sue mani piene di borse.

 

Hey, hey,” Fece Harry apparendo dietro Teddy aiutando ad alzare un po’ dei pacchi tra le sue mani. “Che ne dici di aspettare fino a che non sarà entrata in casa e sistemata? Tieni Ted, porta questo in cucina.”

 

Lui fece una smorfia, ma fece quello che gli era stato detto.

 

“Grazie,” disse lei mentre Harry si chinava per un bacio di bentornato. “Sono appena riuscita a prendere la mia bacchetta per materializzarmi a casa.

 

“Brutta giornata?” Chiese mentre metteva la sua sacca da Quidditch dentro l’armadio dell’ingresso.

 

“Abbiamo una nuova cacciatrice,” disse togliendosi il giubbotto. “Ha un brutto carattere, ma vola in modo eccellente. E’ stata solo una lunga giornata doversi occupare di lei.

 

“Ho letto di lei sul Profeta,” disse mentre lui e Ginny seguivano Teddy in cucina. “Calista qualcosa…”

 

Cornwall,” disse mandando uno sguardo a Teddy che la stava fissando impaziente. “Mi piacciono i tuoi capelli Teddy. Tu e Harry potreste quasi essere gemelli.”

 

“Davvero?” Chiese incrociando un’occhiata del suo riflesso in una finestra vicina e cominciando ad esaminarla. Cercò di schiacciare il davanti di più circa a come li portava Harry.

 

“Assolutamente,” disse lei con un sorriso a Harry mentre cercava in una piccola scatolina. “Oh e non crederai mai chi si è fermato agli allenamenti oggi…”

 

Teddy si voltò immediatamente verso di lei.

 

“Chi?” chiese Harry mentre guardava la faccia di Teddy, fingendo di essere del tutto ignaro.

 

“Non so se hai mai sentito parlare di lui,” disse lei mandando uno sguardo a Harry mentre tirava fuori un autografo con l’immagine di un uomo corpulento che volava su una scopa. “Gioca come portiere nei Whimbourne Wasp…”

 

“L’HAI PRESO!” Urlò Teddy mentre si precipitava per prendere l’autografo da Ginny. “L’HAI PRESO DAVVERO!”

 

“Certo che l’ho preso,” disse mentre lei e Harry guardavano la reazione di Teddy, felici. “L’ha firmata giusto qui. E’ stato molto dolce e ha detto che gli piacerebbe incontrarti, Teddy.”

 

Kensworth Judge ha detto così di me?” chiese con un timoroso tono colpito.

 

“Beh dopo che gli ho detto che grandissimo fan e che meraviglioso uomo sei.”

 

“Quando posso incontrarlo!?” Chiese senza perdere un battito voltandosi verso Harry.

 

“Ci lavoreremo su,” disse Harry prendendo la foto dalle mani di Teddy per esaminarla. “E’ davvero un bravo ragazzo allora?”

 

“Più bravo di quanto sia in campo,” sospirò Ginny. “Non penso che lo perdonerò mai per quel fallo a Mulberry due anni fa, ma è stato molto dolce di persona. Ha anche detto che gli piacerebbe avere l’opportunità di conoscere te. Ha cercato di fissare un incontro.”

 

Harry guardò Ginny con le sopracciglia alzate e restituì la foto a Teddy.

 

“Lo so,” disse massaggiando la schiena di Harry. “Non ho promesso nulla. Anche se…” Guardò Teddy che stava fissando felice la sua foto con un enorme sorriso sul viso, ignaro di essere fissato. “Potrebbe fare qualcuno davvero felice se ci fossi anche tu.

 

“Sei tu la grande star del Quidditch,” disse con falso lamento. “Dovresti avere abbastanza agganci.”

 

“Non sono Harry Potter,” rise lei camminando verso le sacche della drogheria e iniziando a mettere via la roba. “Com’è stata la tua giornata?”

 

“Piatta,” disse alzandosi e aiutandola a mettere via la roba. “Come piace a me.”

 

“E’ un buon cambiamento rispetto alla settimana scorsa, con tutti quegli imbecilli a York con le pozioni.”

 

“Non dirmelo,” mormorò. “Oh, Robards mi ha detto che Kingsley ha richiesto me per andare a Parigi la prossima settimana. Solo per qualche giorno.” Le mandò un’occhiata apprensiva e, come sospettava, i suoi occhi saettarono su di lui immediatamente.

 

“Quali giorni?”

 

Lui sospirò. “Da martedì a domenica.”

 

Ginny fece una smorfia ma Harry parlò prima che lei potesse farlo. “Lo so, lo so, sabato dopo la partita dovevamo celebrare il nostro anniversario e lo faremo. Solo un giorno in ritardo… O forse potresti venire a Parigi con me per un paio di giorni?”

 

“Con la partita con il Puddlemore il sabato?” disse. “Sai che non posso. Non posso permettermi di mancare gli allenamenti.

 

“Lo so. Valeva fare un tentativo.”

 

“Lo sai che vorrei andare,” disse appoggiandosi al bancone e mandò un’occhiata a Teddy.

 

“Beh,” disse lui incrociando le braccia e piegandosi su di lei. “Guardiamola in questo modo. Sabato tu batti il Puddlemore e ci sarà più di un’occasione felice per festeggiare.

 

Ginny ridacchiò leggermente. “Sempre ottimista, Harry.”

 

“Io?” disse con una risata di stupore. “Tu batterai il Puddlemore. Questo è un dato di fatto. Vero, Teddy?”

 

“Il Puddlemore fa schifo,” disse senza staccare gli occhi dalla sua foto. “Le Holyhead li massacreranno.”

 

“Beh, se lo dicono i due esperti,” fece un sorriso prima di sospirare. Era evidentemente molto nervosa per la partita imminente della settimana seguente, ma scacciò la sua apprensione concentrandosi sulla spesa. “Forse dovremmo decidere cosa fare per cena.

 

“Non dare opzioni a Teddy,” Scherzò Harry mentre il suo figlioccio guardò finalmente su. “Mangerebbe fish and chips per l’eternità se fosse per lui.

 

“Mangiamo fish and chips?” Chiese senza cogliere il sarcasmo di Harry.

 

Che ne dici di pasta al pomodoro?” Ginny chiese a Teddy. “Tua nonna dice che la adori, Teddy.”

 

Teddy fece una smorfia come se stesse decidendo se accettare quella versione. Ginny diede una gomitata a Harry.

 

“Mi sembra una buona idea,” disse Harry incoraggiante.

 

Anche a me allora!”

 

“Anche a me,” disse Ginny sorridendo a Harry mentre guardava ammirato Teddy.

 

Teddy, perché non vai a lavarti le mani e mettere quella foto dove sei sicuro che non puoi dimenticartela.

 

Ok,” disse prendendo delicatamente la foto, come se stesse maneggiando una sostanza pericolosa, e la portò nell’altra stanza.

 

Ti incontrerai con Ron mentre sarai a Parigi?” chiese Ginny mentre batteva la bacchetta su una pentola vuota guardandolo mentre cominciava a riempirsi d’acqua.

 

“Sì, voglio vedere il suo nuovo appartamento e come si è sistemato.

 

“Non posso credere che sia andato a Parigi.

 

“E’ solo per pochi mesi,” disse. “Gli farà bene continuare l’addestramento con gli Auror francesi. Imparerà tecniche differenti.”

 

“Quasi un anno.” Mormorò. “E tu non hai mai dovuto andare a Parigi.”

 

“Avrei dovuto,” aggiunse lui. “Ma per qualche ragione la mia domanda continua a essere mandata indietro.”

 

“Da Kingsley?” rise lei.

 

“Chi altri?”

 

“Oh mi chiedo perché,” scherzò lei. “Probabilmente temevano che i francesi ti avrebbero portato via o che avrebbero fatto di te uno spettacolo. In più, non è che ti serva un addestramento specializzato, Harry. Voglio dire, eri già al top prima che tu entrassi nel dipartimento.”

 

E Ron no?”

 

Ron è solo entrato negli Auror qualche mese fa,” disse. “E non eri tu quello che mi ha detto che per essere accettato negli addestramenti stranieri devi fare domanda almeno per un anno nel dipartimento?”

 

“Beh, sì.”

 

Quindi ecco qua. Ovviamente la gente lo riconosce come lo stesso Ron Weasley che ti ha aiutato a sconfiggere Voldemort. Con lui non iniziano proprio dalla base, no? Dagli un altro paio di anni di questa roba e prima che tu lo sappia sarete di nuovo i vecchi compagni contro il crimine.”

 

“Non eri tu quella che si lamentava perché è andato a Parigi?” Chiese Harry guardandola mentre batteva di nuovo sulla pentola. L’acqua bollì all’istante.

 

“Beh,” disse lei buttando la pasta nell’acqua calda. “Non vedo perché sia dovuto andare a Parigi. Voglio dire, non ha bisogno di un addestramento straniero.

 

“E’ una buona esperienza.” Disse.”In più, aveva bisogno di una pausa con tutto quello che è successo durante gli ultimi mesi con…” Entrambi si scambiarono un’occhiata mentre Teddy entrava nella stanza. Harry gli diede le posate e i piatti e gli chiese di apparecchiare la tavola mentre lui e Ginny continuavano a guardare la pasta bollire, le loro menti altrove.

 

“Parlando di Hermione,” disse. “Verrà alla partita domani. Puoi ancora prendere due biglietti extra, giusto?”

 

“Non dovrebbe essere un problema.” Disse. “Aspetta, due biglietti? Te ne hai già uno. Perché dovresti volerne due?”

 

“Non è per me. E’ per Martin.”

 

Martin?” disse smettendo di mescolare la pasta fissandolo. “Chi è Martin?”

 

Harry scrollò le spalle e premette insieme le labbra. “Non lo so. Non l’ho ancora incontrato.”

 

“Lei…? Voglio dire, loro sono…?”

 

“Non lo so. Lei dice che sono solo amici.”

 

“Oh Dio…” disse lei pesantemente.

 

“Lo so. Sembra un po’ affrettato saltare subito a qualcosa di nuovo, non è vero?”

 

Ginny scrollò le spalle. “Diciamo così perché entrambi vogliamo bene a Ron. Sono un paio di mesi adesso. Se fosse stato qualcun altro saremmo contenti che stesse andando avanti.” Guardò Harry. “La rottura è stata dura per tutti e due, sai? Solo perché Hermione mette su una facciata forte…”

 

“Fino a qualche mese fa la loro relazione durava da quanto la nostra,” la interruppe. “Da di più se conti gli anni di costruzione. Voglio dire, se ci lasciassimo domani saresti capace di-?”

 

“No,” Interruppe lei nuovamente regalandogli un sorriso che solo lui poteva ricevere. “Ma non stiamo parlando di noi. Parliamo di loro. Hermione dice che sono solo amici ed è quello che potrebbero essere.”

 

“Chi è l’ottimista adesso?” chiese mentre roteava gli occhi. “Sono sicuro che noi tre avremo un fantastico pomeriggio domani.

 

“Non essere troppo duro con lui,” disse anche se non sembrava molto sicura su quello che diceva. “Non è colpa sua dopo tutto.”

 

Ron è il mio migliore amico.”

 

E Hermione è…?”

 

“Ovviamente lo è anche lei,” disse facendo una lunga pausa. Sembrava quasi che volesse dire qualcosa ma sembrò ripensarci. Rimase a guardare Ginny che metteva la pasta nella scodella.

 

Sai qual è la cosa peggiore?”

 

“Oltre all’ovvio?”

 

“La squadra con cui giocherai domani…”

 

“I Cannoni del Chudley?” chiese poi uno sguardo di realizzazione apparve sul suo volto. “Ohhhh…”

 

“Giusto,” disse mentre serviva a Teddy la pasta.

 

“Non lo sta facendo di proposito, Harry. Devi saperlo.”

 

“Non penso che lo stia facendo apposta neanche io,” disse mettendo il piatto di fronte a Teddy. “Ma come pensi che possa andare a vedere una partita dei Cannoni senza portare con me-”

 

Ron…” disse finendo la frase per lui.

 

“I cannoni fanno ancora più schifo del Puddlemore. Aggiunse Teddy mentre risucchiava un filo di pasta e sorrise per il rumore.

 

**

 

“La partita è alle cinque,” disse Ginny la mattina dopo mentre andava su e giù per la casa per essere sicura di avere tutto quello che le serviva. “Devi essere lì almeno alle quattro per prendere i tuoi biglietti altrimenti li venderanno.

 

Harry ridacchiò. “Penso di averlo fatto una o due volte.”

 

“Lo so,” arrossì rendendosi conto di quanto dovesse sembrare sciocca. Tendeva a parlare a sproposito quando si innervosiva, e si innervosiva sempre prima di una partita. “Volevo solo essere sicura.”

 

“Andrai benissimo,” disse lui cercando di fermarla dal setacciare la stanza  per un secondo e baciarla. “Voglio dire, sono i Cannoni, Gin.”

 

Lei rise e diede un’ultima occhiata alla stanza. “Penso ci sia tutto. Ci vediamo dopo la partita, stesso posto come sempre?”

 

“Certo. Hey, porterò Martin!”

 

“Fai il bravo,” disse prendendo la borsa e incamminandosi verso la porta. “Ti amo.”

 

“Ti amo anche io,” disse mentre lei scompariva fuori. Sospirò e diede un’occhiata alla stanza dell’appartamento che dividevano. Era più incasinata del solito ma quello era sempre il risultato delle visite di Teddy. Non poté non pensare a quanto gli piaceva il loro appartamento mentre si lasciava andare sul divano.

 

Dopo aver lasciato Hogwarts, aveva pensato di andare a vivere a Grimmauld Place, ma non poteva sopportarlo. Non con tutti i ricordi di Sirius e l’Ordine che ancora abitavano lì. Era ancora proprietario ovviamente e di tanto in tanto andava a visitare, ma le visite erano sempre più diminuite da quando Kreacher era morto due anni prima. Gli piaceva ancora andare là quando voleva pensare e stare un po’ da solo. Solo poche persone sapevano come trovarlo lì e gli piaceva la sensazione di poter scappare dal mondo.

 

Un posto quiete dove poter pensare era quello che gli serviva al momento mentre ripercorreva gli impegni della giornata nella sua testa per la centesima volta. Primo dell’incontro con il nuovo ‘amico’ di Hermione (che non era sicuro gli sarebbe piaciuto, non importava quanto fosse alla mano) aveva soltanto un'altra cosa in mente. Il fatto che stava per fare il primo passo (un enorme passo) verso un evento che avrebbe cambiato la sua vita.

 

Non poté evitarsi di pensare che di tutte le persone a questo mondo lui dovrebbe essere stato abituato a certe cose. Ma questo era diverso. Questo era qualcosa che lui sapeva sarebbe stata sicuramente una delle migliori decisioni mai prese. Non aveva dovuto fare una scelta che avrebbe cambiato così tanto la sua vita da quando aveva diciassette anni, e anche allora quelle decisioni avrebbero potuto (e avrebbero dovuto) ucciderlo. A confronto questa era una delle cose più semplici che dovesse fare.

 

Il suo treno di pensieri fu rotto da un busso alla porta. Puntò la bacchetta contro la porta e mormorò, “Alohomora,” prima di urlare. “E’ aperto!”

 

“Non hai lasciato la porta aperta, vero?” venne la voce così familiare di Hermione mentre entrava nella stanza.

 

“L’ho aperta da qui,” disse quasi fiero mentre esibiva la sua prodezza in magia stando disteso pigramente sul divano.

 

“Impressionante,” disse lei con un sorriso sarcastico mentre si sedeva davanti a lui. “Ginny è già uscita?”

 

“L’hai mancata per un secondo,” disse continuando a stare steso sul divano e guardandola di traverso.

 

“Meglio così. Altrimenti avrei dovuto spiegare perché sono sei ore in anticipo per la partita.

 

“Inizierebbe a fare domande,” disse e tornò a fissare il soffitto.

 

“Allora sei pronto?” chiese. “Prendi il giubbotto è abbastanza freddo fuori.

 

Harry non si mosse, continuò a guardare il soffitto.

 

“Non ci stai ripensando, non è vero?” chiese quasi spaventata.

 

“Come?” disse come se fosse appena stato riportato alla realtà. “Riguardo chiederle di sposarmi? No, so che è quello che voglio fare.”

 

Quindi…? Qual è il problema, Harry?”

 

“C’è solo un sacco a cui pensare.” Disse mettendosi finalmente seduto. “Comprare l’anello e tutto il resto.”

 

“E questo è perché sono qui,” sorrise lei. “Per evitare che tu finisca sopraffatto.”

 

“Ovviamente,” disse con un sorriso pigro mentre si alzava in piedi e prendeva un bel respiro.

 

Teddy è stato qui ieri?” chiese Hermione mentre prendeva una scatola di pastelli dal pavimento.

 

“No, quelli sono miei.” Scherzò Harry e Hermione lo guardò male. “Sì, era qui. Ginny è riuscita a fargli avere l’autografo di Kensworth Judge.

 

“E’ un giocatore di Quidditch?”

 

“E’ il miglior portiere di tutti i tempi, Hermione. Teddy ne va pazzo.”

 

Teddy ha accesso a una squadra intera grazie a Ginny e sceglie giocatori a caso di altre squadre?”

 

“Sì, ma le Holyhead sono una squadra da femminucce. Disse in modo ovvio Harry.

 

Hermione inarcò un sopracciglio.

 

“E’ quello che dice Teddy,” poi aggiunse velocemente realizzando l’ammonizione che stava quasi evitando. “Non io. Comunque, Teddy ama le Holyhead e ha detto numerose volte che DOPO Ginny, Kensworth è il suo giocatore preferito.”

 

Hermione fece un sorrisino alzandosi. “Quindi Kensworth è ovviamente il suo preferito?”

 

“Voglio dire Ginny è fantastica ovviamente,” disse prendendo il giubbotto. “Ma Judge è il massimo. Un giocatore perfetto. Lo dice anche Ginny.”

 

Comunque è carino che Teddy dica che è il suo secondo preferito,” disse mentre entrambi uscivano al sole mattutino. “Sono sicura che quando sarà più grande si renderà conto che le ragazze possono essere brave quanto i ragazzi in cose in cui valgono come eguali.

 

“Non ne dubito,” disse cercando di indirizzare la conversazione da un’altra parte mentre si incamminavano per la via. “E’ un così bravo bambino e sta crescendo così velocemente. Non posso crederci.”

 

“Lo so. Ogni volta che lo vedo mi sembra cresciuto sempre di più.

 

“E’ così uguale a Remus,” disse immerso tra i pensieri. “Intendo quando lascia il suo aspetto normale.”

 

“Riesce a controllare i suoi cambiamenti?”

 

“Non proprio. Può cambiare il colore ai capelli quando gli piace, ma cambiano anche quando non ne ha intenzione.”

 

“Dovrei venire la prossima volta che viene a trovarti,” disse con un tono esausto. “Sono da settimane che non lo vedo con il lavoro così impegnativo.

 

“Gli farebbe piacere.”

 

“Allora hai idea da dove iniziare?” chiese Hermione guardando su e giù per un quartiere di negozi babbani.

 

“Non ho idea, non l’ho mai fatto prima d’ora.

 

“Spero proprio di no.” Disse. “E se l’avessi fatto, spero che me l’avresti detto!”

 

Harry rise.

 

“Hai già in mente come farlo? So che avevi un’idea l’ultima volta che abbiamo parlato.

 

“Ho colto l’occasione,” disse. “Le ho detto che Kingsley mi vuole a Parigi fino a domenica quando sarò di ritorno per venerdì. Pensavo di farlo dopo la partita. Il Puddlemore è un osso duro e se vincono sarà al settimo cielo.

 

E se perdono?”

 

“Non ci ho ancora pensato.”

 

“Per il tuo bene,” sorrise. “Spero che vincano.”

 

“Anche io,” disse evitando un babbano con le mani piene di pacchetti.

 

“Così andrai a Parigi?” chiese Hermione dopo qualche minuto che guardavano le vetrine.

 

Harry le mandò un’occhiata. Sapeva dove stava arrivando. “Già, Kingsley mi manda là per un paio di giorni ad osservare gli Auror che abbiamo mandato qualche settimana fa.”

 

“Oh,” fece cercando di risultare casuale. “Quindi probabilmente incontrerai-” si fermò prima di finire la frase.

 

Ron?” disse tagliente. “Sì, lo avevo programmato.” Hermione e Ron potevano giocare a evitare di dire il nome dell’altro ma Harry di certo no.

 

“Dovrebbe essere divertente,” disse esaminando una vetrina con estremo interesse.

 

“Lo spero. Sono abbastanza contento di potergli dire di persona che sto per propormi a sua sorella.

 

“Sì,” disse in modo assente. “E’ una buona cosa.”

 

Harry sospirò. Questo era qualcosa di cui ovviamente Hermione non voleva parlare e ancora era lei quella che l’aveva tirato fuori. Era una cosa che Ron e Hermione gli facevano spesso. Rifiutavano di parlarsi, ma andavano da Harry per sapere che cosa faceva l’altro. Quando poi lui lo faceva, improvvisamente si comportavano come se non avessero chiesto niente. Quel giorno non era certamente nell’umore per spingere oltre la conversazione.

 

Hey, pensi di potermi fare un favore?”

 

“Forse…” disse abbastanza in fretta. Harry poté dire che sentiva fosse qualcosa che riguardava Ron.

 

“Avevo bisogno di un posto dove stare per quando tornerò venerdì,” cominciò. “Starò con Andromeda e Teddy.”

 

“Potevi stare da me.”

 

“Ah, ma qui è dove subentra il favore.” Disse. “Venerdì volevo fare un salto alla Tana per un po’. Voglio parlare con Molly e Arthur…”

 

Hermione sorrise.

 

“Quindi,” continuò cercando di evitare che Hermione ridesse di lui. “Mi servirebbe qualcuno che distraesse Ginny dall’andare per caso a casa sua venerdì sera.

 

“Capisco.”

 

“Così pensavo che potresti andare a cena con lei dopo il lavoro? Avrà l’allenamento fino alle sei.”

 

“Certo. Qualunque cosa pur di dare una mano.”

 

“Puoi chiederle di sposarmi, allora?” sorrise. “Mi risparmierebbe un sacco di tempo e… nervi.

 

“Non sono così disponibile, Harry.” Rise e lo prese per un braccio perché la seguisse in un negozio lì vicino.

 

**

 

Giorni dopo, Harry si ritrovò nelle strade di Parigi setacciando indirizzo dopo indirizzo dei vari palazzi mentre camminava in una strada nell’area di periferia. Sapeva che era il posto giusto ma si sentiva completamente fuori luogo. Guardò di nuovo il pezzo di carta che aveva tra le mani.

 

Dove diavolo è il 511?” disse a voce alta parlando a se stesso. Ebbe appena il tempo di elaborare i suoi pensieri quando qualcuno da dietro lo prese per una spalla e lo scosse eccitato. Harry aveva già preso la bacchetta e stava per tirarla fuori quando si voltò verso la persona in questione e immediatamente lasciò cadere la mano lungo il fianco.

 

“Ti ho quasi lanciato una maledizione,” disse.

 

“Non mi sarei aspettato di meno.” Disse Ron con un largo sorriso. “Come stai, amico?”

 

“Perso. Le tue indicazioni fanno schifo.”

 

“Sei nel lato sbagliato della strada, idiota.

 

“Non è vero…” disse Harry guardando dall’altra parte della strada affollata dove scorse il numero 511. “Oh.”

 

“Ero seduto laggiù quando ti ho visto,” continuò Ron mentre camminava lungo la strada verso un piccolo caffè. “Vieni, ho detto alla cameriera che sarei tornato subito. Non voglio che spediscano la polizia in mia ricerca. Com’è andato il viaggio?”

 

“Eh,” disse sedendosi dall’altra parte del tavolo a cui si era appena seduto Ron. “Lo sai com’è. Cosa stai bevendo?”

 

“Non sono sicuro, ma è buono,” disse gesticolando verso una birra sul tavolo quando la cameriera passò di lì.

 

Que buvez-vous?” chiese.

 

“Uh…” Harry mormorò mentre guardava Ron per chiedergli di tradurre.

 

“Vuole sapere cosa vuoi da bere,” disse. “Credo.”

 

Harry indicò il drink di Ron, sperando che il messaggio arrivasse dato che non sapeva una parola di francese. La cameriera sospirò ma sembrò capire e andò via. Ron e Harry si scambiarono un sorriso.

 

Anche io non so una parola.” Disse Ron. “A dire il vero, continuo a venire in questo posto così non devo vedermela col non saper ordinare qualcos’altro. Qui lo sanno già. La prima volta ho indicato qualcosa sul menù e da allora prendo sempre quello.

 

“Vivi in Francia e non hai ancora imparato piccole cose come queste?” Rise Harry

 

Fleur mi ha insegnato un sacco di francese prima che venissi qui,” disse scostandosi i capelli dalla faccia. “Ma non so quanto ne ho imparato davvero. Posso capirlo abbastanza bene ma parlarlo..roteò gli occhi. “So dire ‘grazie’,prego’ e ‘dov’è il bagno?’”

 

Harry rise di nuovo e la familiare sensazione a stare con il suo migliore amico lo sopraffece. Era la cosa che più gli mancava ora che Ron viveva a Parigi.

 

“Tutti quelli con cui lavoro capiscono l’inglese molto meglio di quanto io capisca il francese.” Continuò Ron. “Sono davvero pazienti con me e Rooney mentre cerchiamo di adattarci.

 

“E’ una bella notizia,” disse lui mentre la cameriera tornò e posò il drink davanti a lui. “Contando che è per questo che sono qui. Per vedere come vi state adattando.”

 

“Ero entusiasta all’idea che tu venissi. Ci divertiremo i prossimi giorni.”

 

“Di sicuro,” disse Harry guardando la strada caotica. “Allora, com’è la vita qui?”

 

“Diversa,” disse guardando anche lui lungo la strada. “Ma in senso buono sai? Mi mancano un sacco di cose da casa.” Fece una lunga pausa. “Soprattutto il cibo. E, sai, la mia famiglia e gli amici.”

 

“Sono secondo al cibo?” Fece un sorrisino Harry.

 

“Veramente terzo,” scherzò lui. “Se non metti famiglia e amici insieme come una cosa sola.

 

“Oh, errore mio.” Disse prendendo un sorso della sua birra.

 

“Il lavoro è fantastico, comunque.” Continuò Ron. “E’ impressionante vedere come gestiscono le cose qua. Capisco cosa intendevi dire quando dicevi che venire qua mi avrebbe fatto un Auror più completo.”

 

“Beh, è stato Kingsley a dirlo, stavo solo riferendo il messaggio.

 

Comunque sia,” disse stirando le braccia e sbadigliando. “Allora, come stanno tutti? Mamma mi scrive una volta a settimana e mi fa sapere come stanno lei e papà. In più mette sempre storie su come stanno i nipoti e quanto crescono, quindi non ho bisogno di aggiornamenti su di loro.” Si scrocchiò le nocche. “Li ho visti solo qualche mese fa, quanto possono essere cresciuti?”

 

“Saresti sorpreso,” disse Harry. “Teddy sembra più cresciuto ogni volta che lo vedo.

 

“Posso immaginare. Ho la sensazione che quel bambino diventerà alto. Suo padre e sua madre erano abbastanza alti.

 

“Questo ti piacerà,” disse Harry. “Ginny è riuscita a fargli avere una foto autografata di Judge e avresti dovuto vedere la sua faccia illuminarsi.”

 

“Stai scherzando!” disse a bocca aperta. “Bambino fortunato! Diavolo, ne voglio uno anche io!”

 

“Lo so,” rise Harry. “Teddy era su di giri. Ho raccontato la stessa storia a Hermione ma non ha capito quanto fosse importante per lui…” si fermò quando vide l’eccitazione svanire rapidamente dalla faccia di Ron non importava quanto cercasse di non darlo a vedere. Harry improvvisamente si rese conto di quello che aveva detto. “Quindi ehm, sì,” continuò tossicchiando. “Era davvero emozionato.”

 

“E’ un bambino fortunato,” disse Ron cercando di far finta che non fosse stato colpito dal fatto che avesse menzionato il nome di Hermione. “Sono contento di sapere che sta bene. Come sta Andromeda?”

 

“Bene. Sta iniziando a uscire di nuovo, una specie di appuntamento, quindi guardo Teddy sempre più spesso.”

 

“Davvero?” chiese Ron abbastanza sorpreso.

 

“Sì,” disse scrollando le spalle. “Pensiamo che le faccia bene. Ha passato gli ultimi cinque anni ad occuparsi di Teddy. Con solo lui e qualche visitatore come compagnia, è giusto che abbia una piccola via di fuga dopo un po’. Questo tizio che ho visto di recente sembrava abbastanza perbene. E’ carino con Teddy, ed è davvero l’unica cosa che voglio da lui.

 

“Strano.”

 

“Fa bene andare avanti,” disse Harry senza realizzare cosa quelle parole implicavano per Ron per gli ultimi mesi.

 

“Già, così mi hanno detto,” disse con un sorriso. Harry ebbe paura che la conversazione tornasse indietro ad Hermione così penso che quello fosse un buon momento per dire a Ron le sue intenzioni.

 

“Per la verità starò da Andromeda e Teddy venerdì quando tornerò a casa,” disse con fare naturale.

 

“Come mai? Tu e Ginny non avete litigato, non è vero?”

 

“No, niente del genere,” prese un respiro profondo. “Solo che non voglio che Ginny sappia che sono tornato fino a sabato.

 

La faccia di Ron si fece improvvisamente difficile da decifrare. Sembrava confuso ma allo stesso tempo preoccupato che stesse per sentire qualcosa che non voleva sentire, come se Harry stesse pianificando di rompere con Ginny o la stesse tradendo alle sue spalle. Aprì la bocca lentamente per dire qualcosa ma Harry parlò prima che potesse farlo.

 

“Voglio farle una sorpresa,” disse guardando la faccia di Ron. “Dopo la partita di sabato, sai quella contro il Puddlemore?”

 

“Sì. E’ una partita importante per loro.”

 

“Esatto,” disse, improvvisamente sentì il suo cuore battere rapidamente nel petto. Dire a Ron che voleva sposare sua sorella sembrava quasi più difficile che chiederlo direttamente a Ginny.

 

“Beh, è anche il nostro quinto anniversario…”

 

“Sono già cinque anni?” fece Ron pensoso. “Aspetta, contando dalla prima volta in cui siete usciti?”

 

“No.”

 

Quindi stai pianificando una grossa sorpresa per il vostro anniversario?” disse con un tono di sollievo. “E’ fantastico.”

 

“E’ decisamente grossa.” Disse Harry prendendo un altro sorso di birra e giocando col bicchiere.

 

Che cos’è?”

 

Fissò Ron seriamente per un lungo secondo prima di prendere un respiro profondo. “Ron, chiederò a tua sorella di sposarmi.

 

Ron sbarrò gli occhi. La sua bocca si socchiuse appena prima di scoppiare improvvisamente in una risata di festa. “Davvero?!”

 

“Davvero.”

 

Harry,” disse. “Non so neanche cosa dire. Credo che tutti sapessimo che prima o poi sarebbe successo ma sentirlo per davvero… congratulazioni amico.” La cameriera passò accanto al tavolo in quel momento e Ron le fece segno di fermarsi. “Altre due,” disse alzando due dita e indicando i bicchieri vuoti. “Pago io ovviamente,” disse a Harry. “Dobbiamo brindare.”

 

“Non ha ancora detto sì,” disse Harry quasi impacciato.

 

“Lo farà,” disse Ron incrociando le braccia al petto, sorridente. “E’ innamorata di te da anni e ora…” rise ancora. “Wow, Harry.”

 

“Lo so. Volevo dirtelo di persona. Così non avresti dovuto leggerlo da una lettera di tua madre.

 

Ron rise di nuovo. “L’ho apprezzato,” cercò di balbettare tra le risate. “Quindi i miei non lo sanno?”

 

“Andrò da loro venerdì quando torno per dirglielo,” disse. “E’ all’antica ma dato che sono legato alla tua famiglia mi sembra la cosa giusta da fare.”

 

“Oh lo adoreranno,” disse. “Chi altro lo sa?”

 

“Ehm, tu,” Cominciò Harry mentre la cameriera tornava. “Andormeda e poi Hermione. Mi ha aiutato a scegliere l’anello.”

 

“E’ fantastico,” disse Ron chiaramente in subbuglio per aver sentito il nome di Hermione. Alzò il suo bicchiere. “Bene allora, a te amico. Per essere cresciuto più in fretta di quanto avrei voluto.

 

Harry rise.

 

“E al fatto che nonostante ti considerassi già tale potrò presto chiamarti ufficialmente fratello.”

 

“Wow,” disse Harry toccato. “Tieniti qualcosa per il discorso da testimone, amico.

 

“Oh, beh nella mia famiglia ce ne sono a dozzine di dozzine quindi non è così speciale. Scherzò lui cercando di trattenere le risate. Harry scoppiò a ridere per primo mentre entrambi dicevano. “Cin cin!” toccarono i bicchieri e bevvero per celebrare l’evento.

 

 

**

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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