It
can’t be …
‘Ho
bisogno di parlarti, stasera sulla torre di astronomia alle
21.00’
-
Ancora queste lettere Herm? Non credi che sia uno scherzo? O peggio:
una
trappola?-
-
Santo cielo, Harry, non credi di essere un po’ paranoico?
Insomma gli
auror controllano tutta la nostra posta, se ci fosse qualche pericolo
loro lo
saprebbero, e comunque è uno studente di Hogwarts a
scrivermi, non devi
preoccuparti!- cerco di convincere il mio migliore amico che la persona
che mi
manda queste lettere non abbia cattive intenzioni, anche se non so
neanche io
chi sia.
E’
cominciato tutto questa estate, una persona, un ragazzo, che studia ad
Hogwarts ha iniziato a scrivermi, non so chi sia, ma è un
bravo ragazzo, non so
a quale casa appartenga, non ha voluto dirmelo, so solo che quando
durante le
vacanze di Natale ha smesso di scrivermi per qualche settimana mi sono
sentita
sola. Abbiamo parlato del nostro passato, di come abbiamo vissuto prima
di
arrivare ad Hogwarts, di cosa facciamo durante l’estate, lui
mi fa molte
domande sul mondo babbano, è un purosangue e non
è mai uscito dal mondo magico;
e da quando siamo arrivati ad Hogwarts abbiamo iniziato a parlare di
noi
stessi, di cosa ci piace, delle nostre paure, dei nostri sogni. Lui
è sempre un
po’ ermetico su questo discorso, non parla mai del futuro
né dei suoi desideri,
mentre io sono più estroversa.
Ripensando
alle prime lettere non mi accorgo che
sto arrivando in ritardo alla lezione di trasfigurazione
così mi precipito
verso l’aula lasciando la mia colazione nel piatto senza
averne mangiato
neanche la metà.
Ormai
la lettera le è arrivata, la osservo mentre corre fuori
dalla Sala
Grande, forse in ritardo per la lezione. Non so cosa mi sia preso,
perché le abbia
scritto di volerla incontrare. O meglio, lo so, ma vorrei non saperlo,
fingo di
non saperlo.
Io
mi sono innamorato di lei.
Sempre
così dolce nelle sue lettere; combattiva
quando si tratta di far prevalere la sua opinione; coraggiosa e leale
verso i
suoi amici. In poche parole: una vera Gryffindor.
Sono
le 20.15 e io ho già finito di cenare, così
lascio Harry e Ronald ad
ingozzarsi in Sala Grande e salgo verso il dormitorio per cambiarmi.
Mi
tolgo la divisa e mi faccio anche una doccia
veloce, poi mi infilo un paio di comodi jeans, una felpa e le scarpe da
ginnastica.
Metto la bacchetta in una tasca e prendo il mantello
dell’invisibilità, che
Harry mi ha gentilmente prestato per non farmi scoprire a girovagare
nei
corridoi.
Salgo
sulla torre con cinque minuti di anticipo, ma la trovo già
occupata:
Draco Lucius Malfoy è lì di spalle e sta
accarezzando un gufo. Aspetto nascosta
sotto il mantello dell’invisibilità che lui se ne
vada ma dopo dieci minuti si
gira e si siede con la schiena contro il muro, solo allora riconosco il
gufo: è
tramite quell’uccello che mi arrivano le lettere! Draco
Malfoy è il ragazzo con
cui ho quella fitta corrispondenza! Sono sconvolta! Tiro fuori la
bacchetta e
mi tolgo il mantello
-
Sei arrivata finalmente!- esordisce senza alzarsi da terra –
Mettila
via, non ti servirà, voglio solo parlare e sono disarmato -
dice accennando
alla bacchetta
-
Chi mi assicura che posso fidarmi di te?- domando con tono di sfida
-
Nessuno - risponde
candidamente. ‘Sembra molto stanco,
come
se non dormisse da molto, è sempre più pallido e
più magro ogni giorno che
passa’, mi ritrovo a pensare preoccupandomi per
lui, ma non abbasso la
bacchetta
-
Cosa hai in mente
Malfoy?- domando
-
Voglio solo parlare
con te, confidarmi se preferisci. Sei l’unica di cui mi possa
fidare -
-
Tu stai male! E a
proposito, non dovresti essere in infermeria?-
-
Non sei l’unica che
sa come muoversi di nascosto Hermione – mi ha chiamata con il
mio nome di
battesimo, non ci posso credere, è la prima volta che accade
– Non ti dispiace
vero se uso il tuo nome?-
-
N-no – perché sto
balbettando ora?
-
Bè, io sono Draco, e
sono … -
-
Uno Slytherin,
purosangue, stronzo, figlio di un Deatheater?- concludo
-
Bè si, in parte. L’altra
parte di me la conosci solo tu -
-
Stai dicendo che non
stavi fingendo mentre scrivevi?-
-
Sei davvero la studentessa
più brillante di Hogwarts -
-
Evita il sarcasmo,
Malfoy -
-
Era un complimento.
Comunque si, mentre scrivevo ero sincero, e ora immagino tu capisca
anche
perché non ho sempre potuto scriverti di me molto
apertamente, vero?-
-
Controllano le tue
lettere?-
-
Lui le controlla, controlla tutto
quello che io e mia madre
facciamo, e non ha problemi a punirmi se sbaglio qualcosa, Lui sa sempre tutto - si copre il viso
con le mani, io sono ancora
in piedi con la bacchetta puntata, e non ho la minima intenzione di
abbassarla
anche se un po’ mi fa pena
-
Quando dici ‘Lui’
intendi
colui-che-non-deve-essere-nominato?-
Non
risponde, annuisce
soltanto, poi fa scivolare le mani dal viso
e mi guarda
-
Ho mentito, non sono
disarmato … - prende la sua bacchetta da una tasca del
mantello e me la porge –
Non mi sento mai sicuro se non la porto sempre con me. Ma per stasera
tienila
tu, se serve ad aumentare la tua fiducia nei miei confronti - mi
avvicino e
prendo la bacchetta, aspettandomi qualsiasi cosa da lui, tranne che
rimanga
immobile e mi consegni la sua bacchetta aprendo la mano quando avvicino
la mia.
-
Di cosa vuoi
parlare?- domando un po’ più tranquilla sedendomi
accanto a lui
-
Di tutto e di
niente. Cosa vuoi sapere?- mi guarda girando la testa
-
Sei stato tu ad incantare
Katie?-
-
Si- risponde con
voce piatta tornando a fissare davanti a se
-
Perché?-
-
Non ci arrivi? Sai
quello che pensa Potter di me, e lo pensi anche tu vero?-
-
Cosa dovremmo
pensare di te?-
-
Non fare l’ingenua,
Potter è certo che io sia un Deatheater sin da quando ci
siamo visti da Madam Malkins
questa estate -
-
Bè io non credo che
tu lo sia, insomma hai soltanto sedici anni!- mi giro a guardarlo per
cercare
conferma alle mie parole, ma il suo sguardo non ammette errori
– Sei davvero
uno di loro!- scatto in piedi
-
Grang … Hermione!
Permettimi di spiegare!- urla, ma io sto già scendendo le
scale di corsa.
Senza
curarmi di
rimettermi il mantello mi avvio verso la sala comune, ma arrivata in
cima alle
scale davanti al ritratto mi accorgo di avere ancora la sua bacchetta,
se
entrassi nel dormitorio poi non potrei più uscire senza che
i miei compagni
ficcanaso non se ne accorgano, per di più con due bacchette
in mano, così
faccio dietrofront e mi dirigo verso la stanza delle
necessità.
‘Ho
bisogno di pergamena, piuma e inchiostro’
penso non appena entrata e subito la mia richiesta viene
esaudita.
L’infermeria
è buia e mi muovo nell’oscurità
protetta anche dal mantello
di Harry, nell’ultimo letto in fondo alla stanza
c’è Malfoy, sta dormendo, ma
non credo stia facendo bei sogni. Dopo avergli lanciato un ultimo
sguardo
poggio la bacchetta sul comodino e mi dirigo verso la Sala Comune.
-
Sei sempre in
anticipo tu?- domando appena lo vedo
-
‘Domani stessa ora stesso posto’ e
io sono arrivato alla stessa ora di ieri – afferma
continuando a
guardare il panorama, così mi avvicino a lui –
Credevo non saresti venuta in
effetti, e sinceramente un po’ ci speravo –
-
Cosa stai
farneticando? Sei tu che hai voluto ci incontrassimo ieri sera, hai per
caso
cambiato idea?-
-
Non capisci che non
si tratta di un invito a bere un tè? Se io dicessi qualcosa
di troppo,
finiremmo entrambi nei guai e non voglio che tu finisca nei guai a
causa mia …
- mi giro a guardarlo di scatto
-
Cos … - mi blocca
con un’occhiata e va a sedersi dove era seduto
ventiquatt’ore fa
-
Ieri sera mi hai
chiesto perché ho fatto del male alla Bell, giusto?-
annuisco girandomi e
poggiando i gomiti alle merlature della torre – Vuoi ancora
sapere tutta la
storia?- annuisco di nuovo – Allora ti conviene sederti
perché è una storia
lunga, ti dico solo che Potter aveva torto –
-
Allora non sei uno
di loro, vuoi solo farlo credere!- affermo felice, lui fa una smorfia
strana
-
Ascolta tutta la storia, senza scappare come ieri, permettimi di
spiegarti tutto, poi trarrai le tue conclusioni – annuisco e
vado a sedermi
accanto a lui – Sappi che non è facile raccontare
tutto, e non posso neanche
dirti tutto – guarda fisso di fronte a se
-
Quando lo scorso
giugno mio padre e altri Suoi
seguaci
sono stati arrestati e portati ad Azkaban, Lui
non ne era affatto contento. Ha deciso di punire mio padre e
così dopo un po’
mi ha affidato un compito, se fallirò ucciderà me
e i miei genitori, altrimenti
ha detto che mi ricompenserà. Io ero entusiasta
all’idea di essere stato
scelto, rappresentava il modo per dimostrare a mio padre che sono
migliore di
lui, e ammettiamolo, mi avrebbe portato gloria e onori! Solo dopo mi
sono reso
conto che non è un compito semplice, e che lo ha affidato a
me, per punire mio
padre, perché Lui sa che
io fallirò, vuole che io
fallisca. Fino ad ora ho
fatto due tentativi per portare a termine questo compito, ed entrambi
sono
falliti, Katie era solo uno strumento, se lei non avesse toccato la
collana,
non le sarebbe successo nulla, non volevo farle del male te lo giuro!
Poi ci
sono state le vacanze di Natale, e io sono tornato a casa, non avevo
fatto
progressi con il mio compito e per questo sono stato punito, Lui ha deciso di tenermi ancora di
più
sotto controllo. Dopo avermi torturato per svariati giorni di fila ha
deciso di
marchiarmi, e se decide una cosa quella deve essere, così
sono diventato uno di
loro. Da bambino era il mio sogno sai? Ma solo ora ho capito che
è piuttosto un
incubo. Vivo nella paura costante che faccia del male a mia madre, lei
è
l’unica persona che abbia mai dimostrato di tenere a me, di
volermi bene. Non è
come tua madre Granger, lei non cucina, non mi coccola, lei al massimo
mi
poggia una mano su una spalla, ma quel contatto è migliore
di tutti gli
abbraccia che io possa mai ricevere. E ora ho paura, paura che per
colpa mia
debba soffrire. Non riuscirò a finire il mio compito, e lei
ne pagherà le
conseguenze … - la sua voce si rompe e vedo le lacrime
solcargli le guance
pallide e scavate, ama davvero sua madre
-
Mal … Draco – lo
chiamo per nome e gli stringo la mano
-
Ho iniziato a
scriverti questa estate … dopo che mi aveva scelto
… una sera ho pensato che
non ce l’avrei fatta … volevo sapere come era la
tua vita … perché i tuoi
genitori sono babbani … perché ne sei
così fiera … fiera di essere Hermione
Jane Granger la figlia magica di due babbani … fiera delle
tue origini
nonostante tutti gli insulti di questi anni non hai mai dubitato di te
stessa -
mi guarda ancora piangendo
-
Andrà tutto bene
Draco, se solo tu lo dicessi a Dumbledore, lui ti aiuterebbe, sai che
può
farlo! Se gli dici tutto lui lo farà!- dico poggiandogli una
mano sulla schiena
-
Tu non capisci! NON
CAPISCI!- si gira di scatto scacciando la mia mano – Non sai
cosa significa, tu
non lo sai! Sei io vado da Dumbledore, Lui
lo verrà a sapere!- si siede nuovamente a terra.
Io
mi inginocchio
accanto a lui e lo abbraccio
-
Draco …-
Prendo
il suo viso tra
le mani e lo bacio sulle sue labbra che tante volte mi hanno insultata.