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Autore: Lady Atena    20/10/2013    2 recensioni
Voi siete nati per essere Re.
Thor, figlio del Re di Asgard, legittimo erede al trono di Re dei Re; nato dal sangue e dalla tempesta per essere sovrano delle guerre e della natura,
Loki, figlio del Re di Jonut, discendente diretto del primo Re dei Re; nato dal ghiaccio e da una maledizione per essere sovrano dell'inganno e della magia.
Vittime inconsapevoli di un sentimento destinato a cambiarli per sempre.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Loki, Odino, Thor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'invidia del Re.'
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Nick: Lady Atena.
Fandom: Thor.
Challenge: La sfida dei duecento prompt di msp17.
Prompt: 16; Ansia.

Thor strinse le mani dietro la schiena, camminò in avanti di tre passi; si voltò facendo ondeggiare il mantello rosso alle sue spalle e compì quattro passi. Si mordicchiò il labbro, aggrottò le sopracciglia e si girò nuovamente facendo tre passi.
“Quanto ancora dovrò attendere per sapere la sentenza di mio fratello?” chiese.
Volstagg sbuffò, diede un morso al cosciotto sporcandosi di olio e grasso la barba castano-rossiccio. Masticò rumorosamente facendo cadere pezzi di carne sulle gambe allargate, ingoiò e roteò gli occhi.
“La tua ansia ci sta contagiando, Principe” si lamentò.
Thor scosse il capo facendo oscillare i capelli biondi, socchiuse gli occhi e continuò a camminare facendo frusciare il mantello rosso. Fandral poggiò le mani sulla panca, fece leva e si alzò. Gli si mise davanti, sogghignò e piegò il capo inarcando un sopracciglio.
“Thor, tra poco il pavimento risentirà dei tuoi passi”.
Thor sfregò i denti tra loro, camminò fino alla panca e si sedette con un tonfo; allargò le gambe e scosse il capo sbuffando.
“L'ansia mi corrode. Non ho nuove di mio fratello da fin troppo tempo”.
Sif grugnì, incrociò le braccia sotto i seni facendo tintinnare l'armatura metallica e scosse il capo; la chioma castano-nera le ondeggiò sfiorandole la pelle.
“Gli Aesir devono ancora riunirsi. Rimarrà in isolamento fino a quando non sarà annunciato il processo e poi ancora fino al giorno del giudizio”.
Volstagg agitò la mano con il cosciotto facendolo oscillare; grasso e olio colarono lungo la sua mano. Si leccò le labbra, tirò su con il naso e grugnì.
“Non vuoi stare in ansia fino ad allora, vero, Principe?” chiese.
Fandral si voltò, avanzò e poggiò una mano sull'elsa del fioretto piegandosi di lato.
“Sul serio Thor. Fai preoccupare anche noi”.
Thor strinse le labbra, annuì e si alzò. Camminò facendo il giro del tavolo davanti alla panca. Poggiò una mano sul tavolo, allargò le dita e guardò un piatto vuoto osservando i frammenti di carne e olio.
“La sua follia potrà solo aumentare, in questo lasso di tempo in isolamento” sussurrò.
Volstagg sospirò, si alzò e poggiò il cosciotto per metà morso sul piatto. Mise la mano unta sulla spalla di Thor macchiandone il mantello rosso. Volstagg si piegò in avanti, inspirò ed espirò.
“Questa è un'ansia inutile, e lo sai”.
Fandral annuì due volte, incrociò le braccia e roteò gli occhi.
“Già. La sua follia ha raggiunto il vertice”.
Sif sciolse le braccia, fece tre passi avanti e rizzò la schiena.
“Quindi fa cessare le tue preoccupazioni”.
Thor li guardò, sorrise e addolcì lo sguardo.
< Mio fratello riderebbe della mia ansia > pensò.
Afferrò il cosciotto, lo ingoiò intero e masticò l'osso con degli scricchiolii.
< La sua mente lo difende da ogni follia >.

  
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