Anime & Manga > Ranma
Segui la storia  |       
Autore: Violet2013    21/10/2013    13 recensioni
Ranma torna a Nerima due anni dopo il matrimonio mancato, deciso a far tornare tutto come prima, ma ogni cosa sembra essere cambiata: nessuna faccia è più la stessa e gli equilibri si sono stravolti.
Riuscirà a riconquistare la sua amata Akane?
ATTENZIONE: IN VIA DI REVISIONE (modificata fino al cap 6)
TRATTO DAL CAPITOLO 7:
''Nessuno avrebbe mai conosciuto l'inferno che i due ragazzi stavano passando, e che avevano passato per due lunghi anni lontani l'uno dall'altra, con la forte consapevolezza di essere legati da un filo invisibile, un filo elastico che si allungava, e si allungava tanto, ma quando tornava a stringersi faceva così male da soffocare.
Quei due potevano stare lontani per giorni, mesi, anni, ma non potevano stare vicini. Non senza sentire lo stomaco in subbuglio, il cuore correre come un treno, le gambe tremare, le braccia che fremevano per toccarsi''.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ok gente, cambio di programma.
Avevo detto che il capitolo sarebbe stato diviso in due parti.
Udite, udite: saranno tre.
Lo so, vedendo l'aggiornamento vi aspettavate tutti il Gran Finale.
Non uccidetemi, ho troppe cose da dire e voglio dirle tutte, non voglio che vi stufiate a leggere o che la vostra attenzione cali sul più bello (egocentricaaaaaa!) per cui ve lo spezzetto.
Mettiamola così, ho postato prima. XD
Il seguito arriva presto, lo prometto, ho voluto riscrivere tutto l'epilogo finale per cui non sono riuscita ad ultimarlo, ma provvederò!
Ringrazio di cuore chi legge e recensisce e vi ringrazio da parte di Spirit99 per i commenti dolcissimi alle sue fan-art!



Ranma ed Ataru sfrecciavano in moto mentre Shampoo li seguiva agitata con la sua auto, facendo parecchia fatica a star dietro al fotografo, che correva come un pazzo.
Nonostante odiasse stringersi a quel verme che aveva osato baciare  -e chissà cos'altro-  la sua Akane, Ranma non poteva che essere grato ad Ataru. Se non fosse stato così testardo il codinato non gli avrebbe mai dato ascolto, forte della promessa fatta a se stesso di non interferire più nella vita di Akane.
L'aveva letto nei suoi occhi quel giorno in spiaggia e nelle pagine del suo diario in tutte le sue notti solitarie, Akane pativa la sua presunta superiorità, il suo essere sempre una spanna sopra lei.
Per il codinato, negli anni trascorsi a casa Tendo, era stato tutto molto naturale: lui era un uomo e lei una donna, ed era ovvio che, al bisogno, corresse a salvarla e che si prendesse le responsabilità delle sfide con gli avversari della Palestra più pericolosi.
Ma Akane era una donna indipendente, era la ragazzina con il fiocco giallo in testa che, ogni mattina, lasciava per terra orde di ragazzi decisi a combatterla senza pietà solo per strapparle un appuntamento, era quella che teneva le redini di casa, prima del suo arrivo, quella che suo padre, un fifone di prima categoria, chiamava quando c'era da salire su una scala per cambiare una lampadina o da uccidere un insetto.
Akane era forte e Ranma non gliene aveva mai reso merito.
Tornando, si era ripromesso di non farlo mai più, di non intromettersi nella sua vita. Inoltre lei stessa gliel'aveva detto, quando lui le aveva offerto il suo aiuto quel giorno a casa sua: ''Questo no''.
Si sentiva terribilmente in colpa, dunque, per quello che stava facendo, ma sapeva che Jordan era davvero pericoloso e che la Palestra era a rischio. Conoscendo l'avversario non poteva davvero permettere che riducesse Akane come aveva ridotto lui durante la loro sfida.
Cercò conforto nell'unica persona con lui su quella moto.
"Dakashi''
"Dimmi, Ranma''
Era stranamente più tranquillo. Ranma davvero non capiva se quel giovane fosse bipolare come Akane o se fosse semplicemente sollevato dalla sua presenza.
"Pensi che stia facendo la cosa giusta?''
"Beh non è che morissi dalla voglia di venirti a chiamare...Se l'ho fatto è perchè... Ecco... So che è giusto''
"Sì ma Akane... Saprai quanto è orgogliosa...''
"Ci sono cose più importanti dell'orgoglio, nella vita''
Quella frase lo spiazzò. Come poteva essere sempre così dannatamente saggio?


Il Dojo era letteralmente a pezzi, era dal giorno del mancato matrimonio che non subiva dei danni così gravi. Le assi di legno, provate dal tempo, cigolavano emettendo rumori minacciosi mentre Ryoga e Jordan se le stavano dando di santa ragione.
Sebbene fossero in tre, i ragazzi non riuscivano a superare in forza il cinese. Non era più potente o più veloce: era semplicemente più furbo.
Sembrava avere gli occhi anche dietro la testa e leggere nel pensiero dei tre rappresentanti del Dojo, dei quali aveva previsto ogni mossa fino a quel momento.
Ukyo si mangiava le unghie mentre Nabiki la cingeva per le spalle e l'accarezzava, preoccupata per Mousse.
Soun e Genma bevevano un the senza distogliere lo sguardo dall'azione, per una volta seri, mentre Happosai ed Obaba, che li avevano raggiunti, studiavano le mosse nemiche consultandosi a bassa voce.
D'improvviso Ryoga colpì Jordan in viso, prendendolo alla sprovvista e facendolo cadere per terra. Akane approfittò di quel momento di fortuna e decise di battere il ferro finchè era caldo, alzandosi in volo e sorprendendolo con un calcio volante.
La furia del cinese crebbe a vista d'occhio. Giungendo le mani ed alzandole verso gli avversari ne sprigionò una specie di palla di luce rossa incandescente che puntò dritta contro l'eterno disperso, guardandolo con odio.
La casacca gialla di Ryoga si squarciò in due all'altezza del cuore, lasciandogli il petto quasi del tutto nudo, mentre veniva spinto per terra da quella forza oscura.
Battè la testa contro il muro e chiuse gli occhi in un rantolo, mentre la sua fidanzata gli si avvicinava preoccupata.
''Ryoga! Ryoga! Non farmi questo, amore! Svegliati, ti prego! Pensa a Peter!"
Il ragazzo, ancora con gli occhi serrati, le prese la mano e gliela strinse. Ukyo osservò la sua pelle: ogni centimetro di essa era coperto da cenere. Sembrava che fosse appena stato travolto da un incendio.
Akane, con gli occhi pieni di lacrime, strinse il pugno destro e si rivolse al rivale.
"Cos'era quello?''
"Un assaggio, bellezza''
"Che significa?'', Mousse prese la parola, mentre la voce tremolante di Obaba, in cui nessuno aveva mai percepito tanto timore, sembrò fermare il tempo e le azioni di tutti i presenti con le sue parole.
"Non è possibile! Non...Quel colpo...Quella tecnica. Ragazzo, non sarai...?''
"Il nipote di Zhou Xing? Sì, vecchia Cologne. Ci hai messo un po' a riconoscermi.''
L'amazzone si alzò in piedi puntandogli il suo enorme bastone contro.
"Sei un incoscente! Quella tecnica è stata severamente vietata da tutte le scuole di Arti Marziali del mondo più di cento anni fa! Sapevo che Zhou non era tanto centrato, ma non immaginavo che avrebbe avuto l'ardire d'insegnarla a qualcuno!''
"Obaba, ci puoi spiegare?''
Akane si era totalmente girata verso la vecchia, abbassando la guardia. La cinese cominciò a raccontare.
"Ciò che avete appena visto è una tecnica mortale di nome One-Shot. Si chiama così perchè si può eseguire una sola volta, se caricata del massimo della sua potenza"
Mousse la interruppe, la sua voce pareva entusiasta e sollevata, nonostante i suoi occhi non riuscissero a distaccarsi dal corpo inerme del suo amico a terra.
"Dunque ora se l'è bruciata, giusto? Non potrà più utilizzarla!"
La risata di Jordan fece calare la temperatura corporea di tutti i presenti in un solo istante.
"Pensi che questo fosse il massimo della mia potenza?''
Akane abbassò gli occhi, rassegnata: ''La sta razionando, ne sta usando poca alla volta...''
"Esatto, bellezza. Distruggerò i tuoi amici e chiunque si metta sulla mia strada'' , guardò di traverso Obaba, ''E poi riserverò il colpo finale a te, visto che ti sei permessa di colpirmi per ben due volte!"
"Ti ucciderò prima!''
La giovane corse verso il suo avversario, pronta ad affrontarlo. L'urlo di Happosai la fece bloccare immediatamente. Il forte attrito in frenata dei suoi piedi nudi contro il pavimento ne ruppe un paio di assi.
"Akane, no!"
"Maestro, perchè l'ha fermata?'', era Soun.
"Akane, non dovrai più attaccare Jordan, intesi? Mai più. Il colpo One-Shot si alimenta della forza dell'avversario, più esso è forte e più il contraccolpo sarà potente!"
"E' per questo che la lasciava attaccare...'', Genma sospirò, ''Voleva nutrirsi della sua energia per poi riversare il tutto su Ryoga...''
"Esatto, e se Akane lo attaccherà ancora esso si caricherà e si scaglierà con forza sempre maggiore!''
Ukyo strinse i denti. Al suo arrivo, Jordan aveva visto Ryoga baciare Peter ed affidarlo alle cure di Kasumi: sapeva che aveva un figlio e non si era fatto nessuno scrupolo a ridurlo in quello stato, anzi, lo aveva premeditato. Iniziò a tremare di rabbia. Ryoga sgranò gli occhi, stringendo più forte la sua mano, ancora impossibilitato ad alzarsi.
"Ucchan...Ukyo...''
La ragazza taceva.
"Amore mio, non ci pensare nemmeno...''
Si asciugò una lacrima.
"Scusami, Ryoga...''
In un lampo era in piedi e stava affrontando Jordan a mani nude, fomentata dal desiderio di vendicare il suo amato.
Akane scattò per andare a difendere la sua amica, ma Mousse la bloccò per le spalle.
"Ci penso io, piccola...''


Mentre Mousse ed Ukyo fronteggiavano Jordan e tutti gli spettatori si erano radunati accanto alla porta per osservare la scena stando al riparo, Akane era in piedi in un angolo del Dojo, con le gambe divaricate, i pugni stretti e le lacrime che le rigavano il volto.
Non poteva affrontarlo, non finchè non fosse rimasta l'ultima in piedi.
Avrebbe dovuto aspettare che tutti i suoi amici finissero per terra e sperare che la forza del colpo di Jordan si esaurisse prima che toccasse a lei, perchè, se l'avesse attaccato, avrebbe messo a rischio la vita di tutti.
La sua forza, superiore a quella dei suoi amici, le sarebbe tornata indietro come un boomerang ed avrebbe causato chissà quali danni.
Si sentiva impotente, stupida, indifesa. Era come se quei due lunghi anni di allenamenti e potenziamento le fossero stati d'intralcio, invece che d'aiuto. Era come quando non riusciva nemmeno a battere Shampoo in una stupida zuffetta per il cuore di Ranma.
Prima era troppo debole, ora era troppo forte.
E non era comunque in grado di farcela da sola.


''Cologne, mia cara...'' Happosai parve avere un'intuizione geniale, ''Credi che questo ragazzo sia in grado di maneggiare il One-Shot? Ricordo che suo nonno era già molto anziano, quando riuscì a sprigionarne tutta la potenza...''
''Ora che mi ci fai pensare, Happy, forse ci siamo scoraggiati troppo presto. Magari il colpo sferrato verso Ryoga è il massimo che può fare, o comunque buona parte...''
"Ha ragione, Maestro! Ryoga si sta già rialzando, lo guardi! Anche se colpisse i ragazzi uno ad uno con dei colpi del genere non vincerebbe, perchè tra un'esplosione e l'altra gli servirebbe del tempo per ricaricarsi, e certamente tra tutti e quattro riuscirebbero a stancarlo e sconfiggerlo prima, e...''

''Sbagli, papà.''

Ranma era apparso sull'uscio ed aveva interrotto le congetture di suo padre. A tutti i presenti brillarono gli occhi quando lo videro davanti a sè.
Era ritto e fiero, con i pugni chiusi e lo sguardo fisso su Akane, come quello una tigre che non perde d'occhio i suoi cuccioli nemmeno per un istante.
La giovane percepì immediatamente la sua presenza e non potè nascondere un sorriso mentre si voltava a guardarlo, grata per il suo arrivo.
Anche stavolta, pensò. Anche stavolta sei venuto.
Il suo cuore mancò un battito quando vide che indossava la sua casacca rossa, quell'indumento che era stato testimone di così tante battaglie.
Certo, gli stava molto più aderente di quanto ricordasse, inoltre i primi due bottoni, all'altezza del petto, erano slacciati, forse perchè si era allargato troppo in quel punto.
Ma era lui.
Era il suo Ranma, quello vero, ed era venuto a salvarla. Come sempre.
Happosai gli strinse la mano e lo pregò di spiegargli il perchè della sua affermazione.
"Non so di che entità fosse il colpo che ha tirato prima, ma vi posso assicurare che Ryoga non sarebbe già in piedi se fosse stato al suo massimo. Io purtroppo lo so bene, credetemi''
Il codinato diede un'occhiata in giro e poi si rivolse direttamente al padrone di casa.
"Soun, interverrò solo se tu ed Akane siete d'accordo. Non ti nascondo che ho un irrefrenabile desiderio di vendetta, ma ti assicuro che sono qui solo per proteggere Akane. Se tu ritieni che sia giusto, ovvio''
Soun si alzò in piedi con aria greve, fiero dell'uomo finalmente maturo e razionale che si trovava davanti. Si avvicinò al ragazzo e lo strinse in un abbraccio.
''Buuuuu! Ranma! Salva la mia bambina! Buuuuu!"
Il codinato gli diede una pacca sulla spalla e sorrise, facendo per avvicinarsi ad Akane, che lo guardava con un'espressione indecifrabile. Obaba lo bloccò per una caviglia.
''Dove pensi di andare, stupido? Hai idea di quanta energia accumulerebbe se lo colpissi anche solo una volta? E poi da quando sei così grosso?''
''Tranquilla, Nonna'', sorrise mentre lei faceva una smorfia di disappunto, ''Ho studiato tutti i suoi movimenti e so cosa fare. Non devo colpirlo, devo solo schivare e farlo stancare. Se riuscirò ad esaurire le sue energie senza che lui si carichi delle mie mi basterà un pugno dei miei per lasciarlo a terra.''
Senza nemmeno ascoltare la risposta dell'amazzone avanzò di qualche passo, avvicinandosi ad Akane e mettendole una mano sulla spalla mentre anche Ryoga li raggiungeva.

''Ti senti impotente?''
"Sì. Oh Ranma, è terribile quello che stiamo facendo. Vedere Ukyo e Mousse che combattono al posto mio...E...Ryoga'', si rivolse all'amico, ''Quando ti ho visto per terra, io...''
Il giovane Hibiki le sorrise comprensivo. Ranma le accarezzò i capelli.
"E' l'unico modo. Quando si sarà scaricato anche su Mousse interverremo noi. Se tu vuoi che ti aiuti, ovviamente...''
Arrossì, in attesa di una risposta. Akane gli prese la mano, assentendo in silenzio.

Il combattimento continuava, Ukyo cercava di tirare qualche pugno che Jordan prontamente schivava mentre Mousse ritentava il suo trucchetto delle catene.
Ci volle un po' prima che l'avversario riuscì a liberarsi della presa metallica del giovane cuoco, ed Ukyo, nel frattempo, era riuscita a tirargli un calcio ed un pugno.
La forza di Jordan crebbe all'istante, in un secondo sciolse le catene e generò una seconda palla di luce, mentre Mousse si copriva il viso con le mani, sapendo di essere il destinatario del colpo.
Tutti tranne Ryoga furono sorpresi nel vedere che, invece, l'onda di energia, molto più debole della precedente, era destinata ad Ukyo: l'eterno disperso aveva percepito uno strano movimento dello sguardo di Jordan e, guidato dall'istinto, era corso davanti alla fidanzata, facendole scudo col suo corpo. I due caddero a terra e Ryoga battè la testa per la seconda volta. Era decisamente fuori combattimento.

Ranma strinse più forte la mano di Akane, Mousse attaccò Jordan prima che egli avesse il tempo di riprendersi, colpendolo ripetutamente sulle gambe e sul torace.
Jordan non aveva energia sufficiente per sferrare un'altra parte del One- Shot, per cui iniziò a combattere normalmente, cercando di dare pochi colpi ma secchi, in modo da non stancarsi troppo.



''Hey, perchè non sono stata invitata a questa riunione di famiglia?''
Shampoo irruppe nel Dojo.
Lei ed Ataru ci avevano messo più tempo del previsto a parcheggiare: entrando, aveva visto quel nanerottolo attaccare il suo amato Mousse e la rabbia e l'orgoglio da amazzone avevano preso il sopravvento.
Con un balzo giunse faccia a faccia con il suo connazionale, iniziando ad attaccarlo. Sebbene non combattesse da molto, era allenata e forte come sempre.
Più Obaba le urlava di fermarsi, più la sua rabbia cresceva.
La voglia di rivalsa, gli anni di umiliazioni ed angherie subite a causa delle stupide leggi del suo popolo, il dolore provocato dall'interdizione dalle arti marziali, -interdizione di cui, in quel momento, gliene fregava meno di niente- la fuga dalla sua vita di sempre, l'annegamento nell'abisso di una vita che non era la sua, l'aver scoperto troppo tardi cosa fosse l'amore. Shampoo colpiva con la sua solita forza distruttiva ma con una determinazione tutta nuova, con il fuoco negli occhi. Jordan approfittò di quel fuoco e lo fece suo, sferrando l'ennesimo colpo infuocato.

Sorpresa ed incredula, la cinesina sarebbe stata immediatamente travolta se Mousse non si fosse piazzato davanti a lei, facendole scudo col suo corpo.
Shampoo si rialzò immediatamente, Mousse era gravemente ferito e sembrava privo di sensi. L'energia della cinesina doveva aver caricato il colpo molto più di quella di Ryoga ed Ukyo.
Si chinò su di lui ed iniziò a piangere, con il viso e le mani poggiati sul suo petto, mentre Nabiki guardava la scena pietrificata.
''Mousse! Mousse! Stupido papero! Apri gli occhi, maledizione! Apri gli occhi!''
"Sha-Shampoo...''
"Sei sveglio!''
"Shampoo...Non sono più un papero, dannazione...''
Sorrise, mentre lei si asciugava le lacrime.
"Non sono...Non lo sono più''
"Lo so, sciocco, ma ti amerei in ogni caso''
Le accarezzò il viso. ''Sono morto, vero?''

Lo baciò in fronte e si voltò verso Jordan, alzandosi in piedi fiera come una gatta.
"Non abbiamo ancora finito!''
Prese la rincorsa e corse verso di lui, Ranma la afferrò per i fianchi e spinse addosso ad Ataru che le attutì il colpo, sbattendo lievemente la testa contro il muro.
''Dakashi, bloccala!"
Il giovane fotografo, nella sua ingenuità, si sentiva felice di poter essere utile. Sorrise a Ranma e placcò Shampoo come poteva, tenendola da dietro per la vita. Doveva ammettere che non gli era andata neanche male, quella ragazza era davvero carina.

Il giovane Saotome si avvininò ad Akane e le strinse forte la mano, come per ricaricarsi di coraggio, poi si rivolse al ragazzino.
''Ora basta giochetti! Prenditela con me, Jordan!"
  
Leggi le 13 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ranma / Vai alla pagina dell'autore: Violet2013