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Autore: Persefone3    21/10/2013    2 recensioni
Ciao!!!! Eccoci qua con una nuova pazza idea!!!! La storia che sto per raccontarvi si colloco idealmente come seguito della precedente FF, Unintended, per cui vi rimando ad essa per eventuali chiarimenti. Il titolo prende il nome da una bellissima canzone di Janis Ian, che consiglio a tutti di ascoltare. Un avvenimento molto importante si sta per abbattere sui nostri protagonisti, che cambierà la loro vita, senza contare che forse per alcuni di loro ci saranno delle nuove o vecchie situazioni da affronatre .... Buona lettura e grazie per l'attenzione!
Genere: Romantico, Song-fic, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carissimi a voi il quinto capitolo, riuscirà Gillian a dire a Cal la verità? Leggete e lo scoprirete!! Come sempre per ansie, dubbi e recensioni sono sempre a vostra disposizione. Buona Lettura!! Persefone

V.
 
Entrò in cucina e la affrontò direttamente.

- Gillian che vuol dire Saint Margaret Hospital ore 18?
- Cosa stai blaterando? – stava facendo finta di non capire

Cal le mostro il bigliettino con l’appunto.

- Hai frugato tra le mie cose! Cosa speravi di dimostrare che anche io avessi le mie vie di fuga?
- Assolutamente no! L’ho trovato per caso, ho accidentalmente rovesciato la tua agenda. Cosa sta succedendo?
- Accidentalmente … dovrei crederci???

Gillian capì che non poteva più rimandare ormai. Abbassò lo sguardo. Cal la incalzò.

- Perché hai un appuntamento in ospedale ed io non ne so niente?
- È … una visita di controllo
- Balle. Non saprò leggerti ma non sono mica scemo! Sono alcuni giorni che sei strana. Non mi parli e a stento mi guardi. Se solo ti sfioro mi respingi come se non volessi avere nessun contatto con me … ed è evidente che non puoi avercela solo per quello che è successo ieri sera. Per cui ti chiedo di nuovo, che diavolo sta succedendo? Tesoro – le sollevò il mento – ti prego, non nascondermi le cose …

Gillian sapeva che quando Cal passava da “Amore” a “Tesoro” in quei momenti, il compagno focoso lasciava il posto all’amico, razionale e comprensivo nella maggior parte dei casi. Non riuscì più a trattenere le lacrime e si sedette sul divano.

- Cal te lo devo dire … io … io …
A quelle parole il cuore dello scienziato si fermò e la sua testa proiettò tutta una serie di alternative apocalittiche. Nella sua testa frullavano scene del tipo:
1) “Cal te lo devo dire … io … io … mi sono innamorata di un dottore e quello era il nostro appuntamento segreto”
oppure
2) “Cal te lo devo dire … io … io … sospetto di avere una malattia rara”
 fino ad arrivare a
3) “Cal te lo devo dire … io … io … mi vedo con Burns, ora è in ospedale, ma mi ha chiesto di rivederci”
 

- Insomma credo di essere incinta – disse la donna

Cal non capì se la frase fosse solo nella sua testa o se Foster l’avesse davvero pronunciata.

- Cosa??? Lo credi o lo sai? – dovette sedersi anche lui
- Ho fatto il test l’altro giorno
- Ma come è potuto succedere? – questo spiegava il comportamento della donna
- Secondo te???
- Scusa, è una domanda idiota lo so. Era questo che volevi dirmi ieri sera?

Gillian assentì con la testa.

- Quello è un appuntamento per farmi visitare
- Perché non mi hai detto niente?

Gillian non riusciva a dire altro. Cal capì quale poteva essere lo stato d’animo della donna e le si avvicinò per prenderle una mano.

- Gill perché non mi hai detto niente?
- Perché … prima volevo esserne sicura e poi volevo del tempo per pensare
- Pensare a cosa? – Cal realizzò il senso di quella frase – starai scherzando vero? Non … non lo vuoi? Non ci credo … ammetto che la nostra relazione presenta dei risvolti complessi, ma … non vuoi un figlio da me? – abbassò lo sguardo
- Non è questo il problema
- E allora cosa c’è che non va?
- Mi preoccupo per la mia età. Non sono più giovanissima e la gravidanza potrebbe essere a rischio. E poi tu hai già una figlia …
- Cosa c’entra Emily?
- Ma non lo capisci che non voglio metterti in difficoltà? Due figli da due donne diverse, come pensi che la prenderà? Temerà che voglia portargli via suo padre o che farò delle discriminanti tra lei e mio figlio. E io questo non lo voglio. Lo sai che le voglio bene anche io. E poi mi tormenta l’idea di che madre potrò essere, se ne sarò all’altezza, e mi spaventa il paragone ….
- Quale paragone?
- Con Zoe, lei è riuscita a conciliare lavoro e famiglia in maniera egregia, ma io ci riuscirò? E tu cosa penserai di me? Mi guarderai sempre con gli stessi occhi?
- Basta pensare! – la abbracciò – basta dottoressa Foster – le asciugò le lacrime – è la cosa più bella che potesse capitarci! E tu sarai una mamma meravigliosa, io non ho dubbi in proposito. E non pensare che io possa fare dei paragoni. Per quanto riguarda Emily, hai ragione e dovremmo dirglielo. Credo, invece, che sarà contenta di avere una sorella o un fratello, ed io farò di tutto affinché questo possa realizzarsi. Senti, domani posso venire con te?
- Certo! – poggiò la testa sulla sua spalla – scusami ma ho paura e invece dovrei essere felice
- Smettila e vieni qua – la strinse ancora di più.

Si  alzarono dal divano.

- Non piangere più, andrà tutto bene. Ascolta non c’è molto lavoro in questo periodo, prendiamoci un giorno per noi, stiamo un po’ insieme. Sai ti ho sentita così lontana in questi giorni come mai prima e la cosa non mi è piaciuta.
- Scusami, io non volevo ferirti
- Ti manca Anna, vero?
- Già mi sarebbe piaciuto condividere questa cosa anche con lei e sono sicura che mi avrebbe strigliato per benino per averti tenuto allo scuro di tutto – accennò un sorriso
- Ma allora tifava un po’ per me ….
- A questa tua curiosità non rispondo!

Dopo cena si stavano rilassando sul divano. Gillian ebbe un lieve giramento di testa, la giornata l'aveva un po' stancata anche a causa di tutte le forti emozioni che aveva provato.

- Andiamo a dormire tesoro – la fece appoggiare a sé e si diressero in camera d letto.

Aiutò Gillian a sdraiarsi e si preparò per la notte. Quando si fu  coricato anche lui, sentì finalmente la donna scivolare tra le sue braccia.

- Ehi non riesci a dormire? – un bacio sulla fronte
- No in effetti, stringimi forte per favore

Cal lo fece e allo stesso tempo le rimboccò le coperte, accarezzandole la testa. Gillian era su un fianco rivolta verso di lui. Era riuscito a trattenersi per tutto il giorno, ma ora non riuscì a non farlo: le passò una mano sul ventre. Gill trasalì.

- Scusami ma non ho saputo resistere

La donna riprese la sua mano  e la rimise dove lui l’aveva accarezzata.

- Vuole sentire anche il suo papà, e poi suppongo che mi ci dovrò abituare …

Si addormentarono così stretti l’uno all’altra, con un pizzico di paura ma con tanta emozione per ciò che stava per avvenire.
  
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