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Autore: aka_z    11/04/2008    4 recensioni
Cos’è accaduto a Leorio e Kurapica mentre Gon e Killua esploravano Greed Island?
Leorio è tornato all’università e Kurapica al suo lavoro… inizialmente costretti a dividere le proprie strade, riusciranno a ricongiungersi?
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzitutto vi ringrazio per essere stati così buoni ed aver lasciato recensioni tanto positive, sono commossa ç__ç (i ringraziamenti personali li ho inseriti in fondo).
Spero di non deludervi con questo nuovo capitolo, e volevo cogliere l’occasione per dirvi che in genere non apprezzo i personaggi nuovi accanto ai protagonisti delle ff, come immagino molti di voi, ma per necessità ho dovuto inserire Ghito, ad ogni modo non preoccupatevi, è solo un personaggio marginale, non odiatelo poverino che non ha fatto nulla di male ^^



IMMAGINE  RIFLESSA…


La mattina seguente provò a studiare un po’ di fisiopatologia, ma invano. Merda, se avesse continuato così gli sarebbe voluto almeno un decennio per laurearsi! Se solo fosse stato un po’ più intelligente come… no! Dannazione, perché ogni volta saltava fuori?! Perché non poteva passare giorno senza che lui tornasse a bussargli nei ricordi? Perché-perché! Strinse i denti e si concentrò sulla tiroide ripetendo quello che aveva appena letto:
<< Il gozzo è un iperplasia della tiroide causata in genere dalla mancanza di iodio. La cura… AHHHH!! Pure qui devi comparire Kurapica?! Ma allora è un vizio! >> sbraitò scompigliandosi i capelli con rabbia e chiudendo di botto il libro per poi lanciarlo il più lontano possibile.
<< Basta, per oggi ho chiuso! È meglio che esca a schiarirmi un po’ le idee tanto qui non credo combinerò niente di buono… >> disse a se stesso, prima di indossare una lunga sciarpa grigia e infilarsi velocemente la giacca. Un attimo prima di uscire lanciò un’ ultima occhiata carica d’odio al libro nefasto e poi sbatté violentemente la porta, come a fargli un dispetto.

Comprò un quotidiano alla sua edicola di fiducia e si sedette beato sull’unica panchina del parco dove batteva un tiepido raggio di sole e si concentrò sulle ultime notizie, sperando di liberarsi la mente da altri pensieri.
-CURiosità dal mondo: un alligatore di circa 520 kg è stato catturato in pieno centro…
“Mmmh meglio voltare pagina…”
-inviaci subito il tuo CURriculum e in meno di due settimane ti promettiamo…
“Uffa!”
-il famoso attore tragicomico Mandelo KURAmaho è scomparso…
<< AAAAH! Ma cosa c’è? Ho fatto qualcosa di male per meritarmi tutto ciò?! >> urlò isterico verso un punto imprecisato del cielo, scaraventando il giornale a terra e  spaventando qualche piccione e una manciata di vecchietti.

Imprecando a denti stretti si incamminò nuovamente verso casa, già stufo della passeggiata… e della giornata, che si prospettava decisamente drammatica.
Mise le mani in tasca e si diresse imbronciato verso l’uscita del parco.

Si fermò qualche secondo ad ammirare la vetrina di un negozio appena aperto, scrutando i manichini attraverso il vetro trasparente e commentando critico i prezzi eccessivamente alti.
Stava per voltarsi ed andarsene quando uno strano riflesso catturò la sua attenzione, una chioma bionda, un ragazzo minuto, ma non ebbe il tempo di mettere a fuoco, che l’immagine uscì dal campo visivo della vetrina riflettente, scomparendo così come era apparsa.
Leorio allarmato, con il cuore che gli martellava feroce nel petto, girò la testa verso il marciapiede opposto  così velocemente da farsi male al collo, ma quel ragazzo sembrava ormai essere scomparso.
Pensò di essersi immaginato tutto, fino a quando una capigliatura bionda non catturò nuovamente la sua attenzione prima di voltare l’angolo.
Leorio si precipitò in strada, rischiando di essere investito, ma non ci pensò neppure, correndo veloce, fendendo l’aria gelida intorno a lui. Due macchine strombazzarono e un autobus frenò facendo stridere le gomme, ma lui non lo sentì nemmeno, si sentiva invaso da una nuova e sorprendente energia che lo guidava verso quell’apparizione. Svoltò anche lui l’angolo e ritrovò quei capelli d’oro, sollevato proseguì il suo inseguimento chiamando il suo amico a gran voce e facendo voltare incuriosito qualche passante.
<< Kurapica! Kurapica aspetta! >> gridò con il fiato corto dalla corsa, ma non vi fu risposta.
L’aspirante medico scartò qualche vecchietta e un paio di cani, agile come una gazzella, ma pur camminando il ragazzo riusciva comunque a mantenere la distanza; a Leorio tornò in mente il paradosso di Achille e la tartaruga, sperando non fosse il suo caso.
Il ragazzo inseguito svoltò ancora vicino ad un bar dall’insegna arancione e il moro accelerò per non perderlo, ma appena girò l’angolo si ritrovò di fronte ad un vicolo senza uscita, da solo. Quella figura evanescente era scomparsa. Leorio si guardò affannosamente intorno, non era possibile, lo aveva visto, diamine! Camminò lento verso la fine della stradina, un gatto sgusciò da sotto un sacco nero dell’immondizia e fuggì lontano. Fissò stordito la sporcizia accumulata negli angoli… lui... lui l’aveva visto, ne era certo! Non era frutto della sua immaginazione… non poteva essere solo un caso! No!
Tirò un  pugno pieno della disperazione che sentiva, facendo comparire delle crepe sul muro di mattoni rosso scuro che segnava i confini di quello squallido vicolo di periferia e si accasciò a terra privo di forze… mentre calde lacrime di rabbia, di frustrazione, di pena gli bagnavano il viso e si infrangevano sull’asfalto gelato.

Ore 14:35 Aula di anatomia patologica…

Leorio entrò silenziosamente nell’aula buia, d’altronte sapeva che la lezione era cominciata da un po’.
Richiuse piano la porta dietro di sé e procedette con cautela verso il suo solito posto, ben attento a non incontrare gli occhi del professore.
Ghito non si era accorto di nulla, immerso com’era nella contemplazione di quelle diapositive e sobbalzò quando il posto accanto al suo venne occupato. Attese poi il momento più opportuno e quando il professore diede loro le spalle per indicare una delle tante cellule dismorfiche con il laser, si rivolse a Leorio:
<< Figuriamoci se almeno oggi saresti arrivato puntuale. Dannazione, lo sai che il professore ci tiene molto queste cose! >> sibilò Ghito.
<< Lo so, lo so… mi dipiace, scusami >> disse afflitto Leorio.
<< Non me ne frega niente delle tue scuse, è del tuo futuro che stiamo parlando! ... Ma cosa hai fatto alla mano? >> esclamò poi il ragazzo indicando una fasciatura bianca ben visibile.
<< Ma nulla… ho sbattuto… >> rispose vago il ragazzo più alto.
<< Davvero? >> domandò Ghito scettico.
<< Sì, sì davvero… ora fammi ascoltare però! >>
<< Ah, ora vuoi ascoltare, eh?! Ma sentitelo… >> borbottò offeso il ragazzo dai capelli chiari, prima di girarsi anche lui verso la grande lavagna luminosa.

Il resto della lezione trascorse tranquillamente, tra una neoplasia e uno sbadiglio e ben presto giunse l’ora di tornare a casa.

Fuori si era fatto già buio, sebbene fossero appena le sei e dopo aver salutato educatamente il professore e qualche compagno, i due amici si diressero svogliatamente verso l’uscita della grande aula gremita fino a qualche istante prima.

Quando si furono allontanati abbastanza dalla folla chiassosa di aspiranti medici, Ghito si rivolse severo all’amico:
<< Allora vuoi dirmi perché hai fatto tardi anche oggi? Eppure mi ero tanto raccomandato… >>
Notando che Leorio tardava a rispondere aggiunse severo:
<< Voglio la verità, basta bugie per oggi. >>
<< Tanto non ci crederesti mai… se non l’avessi visto con i miei occhi… o quasi, non ci crederei nemmeno io… >> disse flebile il ragazzo castano.
<< Visto cosa? o meglio… chi?? Non dirmi che… >>
<< Lui… >> mormorò abbassando lo sguardo.
<< Oh Leorio no, ti prego non lo fare, non ricominciare! Non avrai iniziato di nuovo a vedere Kurapica ovunque spero! >> disse Ghito quasi con rabbia.
<< Ma io ero certo che fosse lui, cavoli lo conosco, no? >> rispose a tono Leorio.
<< Fai come vuoi, io non ne posso più! Ogni volta, in ogni sacrosanto discorso compare sempre Kurapica. Leorio io ti voglio bene ma devi capire che devi lasciarti alle spalle il passato! Ti stai rovinando la vita per una persona che ti ha allontanato! Ti ha abbandonato, no? Non è questo quello che ha fatto?! >> gridò sull’orlo delle lacrime.
<< Questo lo so anch’io, ma aveva le sue ragioni, te l’ho detto! Oltretutto io non ho neanche provato a fermarlo… >>
<< E dimmi, ti ha mai chiamato? Mandato un messaggio, una lettera, una cartolina?? Si è mai fatto vivo da quel giorno, Leorio? Rispondi! >> piccole gocce luminose cominciarono a risplendere sulle sue guance sotto la luce arancione dei lampioni.
<<  Io… no, non l’ho più sentito… >> ammise flebilmente il moro.
<< E ancora non ci arrivi?? Lui non ti vuole! Lui non c’è! Ma io sì, perché non lo capisci?! Dannazione Leorio sei solo uno stupido! >> e così dicendo corse via, lontano, lasciando il suo amico basito da quella improvvisa reazione, stupito e sconvolto. Perché se l’era presa tanto?

Tornato a casa Leorio emise un sospiro di sollievo, finalmente quell’orrida giornata stava per volgere al termine.
Si fece una bella doccia ristoratrice e si avviò verso i fornelli per preparasi una leggera cena solitaria.
Mentre faceva bollire dell’acqua sentì qualcosa strusciarsi contro la sua gamba.
<< Ehy Hiro cosa c’è? hai fame? >> si rivolse teneramente ad un gattone ciccione dal pelo lungo.
<< Maowwwww >>
<< Beh, lo prendo per un sì >> disse Leorio sorridendo e chinandosi per grattarlo un po’ dietro le orecchie.

Andò poi a riempire la sua ciotolina rossa vicino al tavolo e lo osservò mangiare.

Dal quel giorno in cui lo aveva curato, dopo essere stato investito, non si era più voluto staccare da lui e Leorio non ebbe la forza di abbandonarlo al suo destino, decise quindi che avrebbe accolto quell’enorme gattone bianco e nero nel suo piccolo appartamento, sapendo che si sarebbero fatti compagnia a vicenda.

Finì di prepararsi la cena e la consumò davanti alla tv, ascoltando distrattamente il notiziario e poi il meteo che peraltro non prometteva nulla di buono per l’indomani, si appuntò mentalmente di ricordarsi l’ombrello la mattina seguente.

Lavò i piatti in religioso silenzio mentre tirava le fila di quella lunghissima giornata.
Aveva pensato a Kurapica e fin qui… aveva visto Kurapica, e non era certo un male, se non fosse che poi era sparito senza lasciare alcuna traccia… aveva litigato per Kurapica, ma quello non andava affatto bene. Ma perché poi? Ancora non si capacitava. Provò a ripercorrere mentalmente il battibecco avuto con Ghito un paio di volte, ma la soluzione continuava a sfuggirgli… sembrava quasi… geloso?
Ma no… non era possibile… scacciò malamente questo pensiero assurdo, ma si premurò di evitare di nominare Kurapica troppo spesso in sua presenza d’ora in poi.
Forse Ghito era un po’ stufo dei suoi sproloqui e non aveva poi tutti torti. Magari era pure nervoso perché lo aveva fatto aspettare invano sulle scalinate… ma sì, deve essere stato così… certo, la reazione continuava a sembragli un po’ esagerata ma decise che non c’era bisogno di scervellarsi troppo, domani si sarebbero senz’altro chiariti.
Chiuse il rubinetto, passò una pezzetta gialla sulle macchie d’acqua lasciate sul lavandino e andò a chiudere a chiave la porta del suo appartamento.

Ripesò alle raccomandazioni di Ghito riguardo l’essere più responsabile e provò a ricopiare gli appunti presi in giornata, ma quando gli occhi cominciarono a chiudersi sotto il peso della stanchezza, chiuse al volo i libri e si fiondò fra le lenzuola profumate, sperando che domani sarebbe andata meglio.



NOTE POST-LETTURA: Finisce qui anche il secondo capitolo… vi è piaciuto? Ha soddisfatto le vostre aspettative o devo considerarlo un flop? Fatemi sapere… un bacio!
Ah, spero non vi disturbi il continuo riferimento ad argomenti di medicina, ma essendo io studentessa in tale facoltà non posso farne a meno XD inoltre mi sembra di rendere la narrazione più veritiera, come per i luoghi e le situazioni che offre l’ambiente universitario, che per la maggior parte sono state vissute in prima persona. Ma se vi irritano basta che me lo segnaliate nelle recensioni: scrivete ad esempio “ finiscila con i termini tecnici che ci siamo rotti!” Oppure “Non ce ne può fregare di meno!” e vedrete che capirò senza farvene una colpa ^^
Inoltre scusate per il banale gioco di parole con il nome Kurapica, ma è una cosa che a me succede continuamente quando mi piace qualcuno, mi è sembrato carino “ossessionare” Leorio e divertirmi con lui. Penso che vedere la persona amata ovunque sia un po’ la controindicazione dell’essere innamorati, spero che la vostra faccia quando avete letto quel pezzo non sia stata questa… =.=

Passiamo ai ringraziamenti personali che ho apprezzato moltiiiissimo:

lepiumenonvolano: ti ringrazio tantissimo per esser stato/a così preciso/a nella recensione e per i consigli che mi hai dato, è sempre un piacere ricevere commenti dettagliati, soprattutto se sono positivi!! Grazie!!!

Yuko_chan: sai, non avevo proprio pensato che il primo capitolo potesse somigliare ad una one-shot ed effettivamente hai ragione, anche se personalmente credo che mi avrebbe lasciata un po’ delusa se si fosse conclusa così, mi piace il lieto fine ** Ad ogni modo grazie per la recensione, a presto!

_pEaCh_: grazie mille per i complimenti!! Sono contenta soprattutto che i personaggi ti siamo sembrati IC, sappi che ho il terrore di sbagliare…

Hikary Saotome: mmmh la tua mi è sembrata più una velata minaccia che una recensione… cooomunque sono contenta che la storia ti sia piaciuta. Ho aggiornato abbastanza presto?? Non mi mandare pacchi bomba ti prego!!


                                                                                                                            Alla prossima, Aka_Z


  
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