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Autore: Splendente come il sole    21/10/2013    0 recensioni
Marco è un ragazzino appena arrivato in Italia dalla Francia, solo con la madre. Il padre è rimasto nella città natale per lavoro, ma dovrebbe raggiungerli a breve.
Nel frattempo la mamma va al lavoro, ed il ragazzino scopre una cantina. Una cantina dove si nasconde qualcosa di particolare, o qualcuno.
Da lì, comincerà tutto. Marco non sa nulla di chi è davvero e di cosa lo aspetta, è solo un bambino ingenuo, apparentemente fragile ed indifeso, che si ritrova ad affrontare nuove realtà, verità crudeli ed inaspettate, esseri insoliti provenienti da un'altra dimensione, e ... sé stesso.
Come affronterà tutto questo Marco ? Immaginate se ad uno di voi, un giorno qualsiasi, capitasse di scoprire una cantina in casa, di vedere chissà cosa, e che da lì la vostra vita cambiasse totalmente... Dalla realtà ad un fantasy pieno di suspense. ;)
Genere: Fantasy, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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^Leila^

Non si ricorda nulla. E’ chiaro.
Non si ricorda di me, di avermi creata … di quanto ci siamo amati in quel lontano passato.
Cercai di alzarmi in piedi, Marco e suo fratello si apprestarono ad aiutarmi. Non mi ribellai.
Il vestito nero che avevo addosso si strappò, scoprendomi il seno e ricadendo sui fianchi. Avvampai di vergogna e mi affrettai a coprirmi con i lembi del tessuto, respirando a fatica, la mente annebbiata da mille pensieri e mille emozioni.
Luca fece qualche passo indietro e si girò, Marco si limitò a distogliere lo sguardo. Anche lui era arrossito. Mi sfuggì un piccolo sorriso.
“Come vi chiamate ?” chiese Marco formale, puntando i suoi splendidi occhi azzurri nei miei, violetti e inquieti.
“Leila. E voi due ?” chiesi distogliendo a fatica lo sguardo da quegli occhi. In questa vita non era che un bambino.
“Luca” urlò l’altro girandosi improvvisamente e puntando su di me un bel paio d’occhi verdi, dolci e innocenti.
“Marco” sussurrò lui.
Sì.

Coperta a malapena da quel maledetto straccio, arrancavo insieme ai due ragazzini lì sulle verdi colline … verdi come gli occhi di Luca, mio caro amico e confidente in passato, il cielo azzurro e sereno come gli occhi di Marco, l’uomo che avevo tanto amato … e che ora rivedevo in quel bambino.
Si girò a fissarmi. “State bene Leila ?” chiese apprensivo.
Mi persi nelle sue iridi, e lui nelle mie. Mi lasciai cullare dalla sua dolce voce. Non avevo dimenticato niente di lui.
“Sì, Marco.”

^Marco^

L’effetto che mi fa questa fanciulla è indescrivibile … è bellissima, questo è certo. Anche con uno straccio addosso che la copre a malapena, anche se con i capelli tutti scarmigliati, è bellissima e incantevole. Non riesco a smettere di fissarla, anche solo di sottecchi ma devo vederla, sapere che c’è. E’ come una droga.
Adesso ha pronunciato il mio nome : è una sensazione davvero bella, stupefacente, del tutto nuova.
“Potete anche darmi del tu” continuò lei fissandoci entrambi. Sorrisi : “Con piacere, milady.”

^Leila^

“Ma che ruffiano” pensai, e sorrisi.
“Vogliamo continuare adesso ?” esclamai all’improvviso, e mi misi in testa al gruppo. Malgrado la stanchezza, riuscii a tenere il passato per un bel po’, i ragazzini alle mie spalle.
Alla fine ci bloccammo. Mi portai una mano allo stomaco ; chiusi gli occhi. Finché sentii una mano sulla spalla. Avvampai istintivamente. “Riposiamoci un po’. Anche noi siamo stanchi.”
Qualcosa, dalle profondità della mia anima, mi suggerì di non fidarmi di quella voce comprensiva. Era stato proprio per fidarmi di lui che non avevo più avuto pace. Perché poi lui era morto, ed io ero sopravvissuta. La creatura era sopravvissuta al creatore. Sopravvissuta … solo per soffrire.


   
 
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