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Autore: NonSonoSoloParole    21/10/2013    0 recensioni
Questa non è una storia d'amore, è una storia che parla d'amore...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn Harries, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sei sicura di quello che stai facendo?!?" mi chiede con amore.
"Si" e cerco di contare quante volte l'ho detto negli ultimi giorni. Oramai sembravo quasi credibile, ma a lui non sfugge che è una bugia.
"Tu menti" mi dice socchiudendo gli occhi e avvicinandosi di qualche centimetro.
La vicinanza dei nostri visi non mi da nessun fastidio, James è il mio migliore amico da non so quanto tempo e nell'ultima settimana lo avevo visto girare nudo per casa sua almeno una decina di volte, non c'era più imbarazzo tra di noi.
"Anche se fosse una bugia oramai non ci posso fare niente! ho preso la mia decisone"
"Anche se sai che è quella sbagliata?!?"
"Soprattutto è quella sbagliata!"
Mi allontano di qualche passo da lui e attraverso il metal detector che mi fa passare senza storie, dopo un momento passa anche lui ma questa volta non glie la fa passare liscia, con un suono acuto ci avverte che ha qualche metallo addosso. Dopo il controllo si avvicina a me e mi sussurra
"Si sono accorti dell'arma che porto nei pantaloni. Hai visto quello che mi ha perquisito? Mi mangiava con gli occhi!!"
"Probabilmente" gli dico per farlo stare zitto "Dai su forza andiamo non vorrei perdere l'aereo per farti flirtare!"
Mi fa schiocca un occhiata di traverso ma mi segue.
Giappone stiamo arrivando
***
Mi sistemo i capelli dietro le orecchie, durante questi mesi sono cresciuti molto ma non solo, ho anche cambiato colore, sono tornata al mio castano chiaro naturale. Il viaggio alla ricerca di me stessa è stato veramente utile. Mi ha fatto capire molte cose e ho avuto molto tempo per schiarirmi le idee e fare pace con me stessa. Adesso quasi non mi ricordavo per quale motivo ero partita
Menti - mi dice il mio cervello
E' vero, è una bugia, sono partita per cercare di farmi dimenticare da Finn, non per dimenticarlo, solo per far si che potesse far pace con se stesso e cercare qualcun'altro. Qualcun'altra.
Mi trovo nell'aeroporto dal quale ero partita poco più di quattro mesi fa ma mi sento completamente diversa. Partendo dall'abbigliamento, mi ero dimenticata di quanto facesse freddo in Inghilterra e adesso nella mia canottierina color arancio e pantaloni di tela lunghi sto letteralmente battendo i denti.
Alzo lo sguardo verso lo schermo delle partenze e degli arrivi desiderando di poter prendere un altro volo e andare in Spagna, senza vestiti puliti e senza soldi. Il Giappone era costato più del previsto, avevo semi consumato i miei risparmi, perso il lavoro e l'appartamento, mi sarei trasferita di James fino a che non fossi riuscita a sistemarmi.
"Allora cuoricino, andiamo a prendere i bagagli??" chiede il mio amico prendendomi sotto braccio
"Andiamo ma dopo devo fermarmi al bar a prendere un the caldo, sennò congelo" rispondo facendo passare le mani su e giù sulle braccia cercando di scaldarmi
"Non pensare che sia come quello Giapponese!" mi avverte lui "Ma penso che possa andare bene così, comunque se tu non facessi la troietta in giro con questi vestiti di flanella!!"
"Senti non è colpa mia se ho la memoria corta!!" mi difendo stizzita  "E poi scusa, la troietta sarei io?? Vuoi che ti ricordi che hai finto di sentirti male in aereo per farti accarezzare la schiena da quell'assistente di volo??"
"Senti" dice lui sfoderando la sua voce da checca e aprendo la mano destra verso l'esterno "Lo voleva anche lui!! Infatti" tira fuori dalla tasca un bigliettino di carta "mi ha dato il suo numero, se avessi bisogno di altro aiuto!!"
Mi cade la mascella per un secondo
"Riesci ad acchiappare più di me!!" dico incredula
"C'è chi può e chi non piò"
Ci avviamo a prendere le valige in silenzio e una volta ritirate James mi dice
"Io vado a fare la pipi, ci vediamo al bar??"
Annuisco con un gesto secco della testa e mi allontano da lui inspiegabilmente nervosa.
Mi dirigo al bar e mi accomodo ad un tavolo sedendomi su una comoda poltrona di velluto rossa. Un cameriere dallo sguardo languido si avvicina a me ancora prima che io riuscissi a sfilarmi la borsa tracolla
"Salve" mi dice "posso aiutarla"
"Si, vorrei un the caldo grazie"
"Ma non sono le cinque..." per un secondo mi infastidisce il suo sorriso marpione ma mi rilasso subito, in vacanza avevo trovato una certa pace interiore, non posso farmela portare via con tanta facilità.
"Teoricamente qui no, ma da qualche parte nel mondo sicuramente si. Comunque il the è sempre una buona idea…quindi…" dico allargando un sorriso, i suoi occhi si addolciscono per mezzo secondo e mi chiede
"Allora un the per ..." mi sta implicitamente chiedendo il mio nome
"Hilary" rispondo metodicamente
"Steven" dice lui allungandomi una mano e noto gli occhi nocciola profondi e gli spettinati capelli scuri.
"Piacere" dico ma senza allungare la mia mano, fa un sorriso di traverso e alza un sopracciglio. "Classico..." mi guarda come se non capisse "il the, classico" lo aiuto a comprendere
"Ah, arriva subito" e senza perdere il sorriso si allontana.
Mi sfilo la borsa e la apro tirando fuori un taccuino e una penna, questo piccolo rettangolo è stato il mio migliore amico durante il mio viaggio, avevo annotato su esso tutti i miei pensieri e avevo fatto qualche disegno veloce. Sfogliandolo mi accorgo che all'inizio i tratti erano molto calcati e scuri, e piano piano andavano schiarendosi. Come le mie idee e la me stessa interiore.
Giro ogni pagina con cura ripercorrendo mentalmente tutto il mio viaggio, in ogni pagina riuscivo a vedere la presenza dell'assenza di Finn. Quando arrivo alla prima pagina bianca impugno la penna e comincio a tirare linee sicure senza sapere veramente cosa disegnare. Mi fermo per un momento porto la mano destra sotto il mento e comincio a giocherellare con l'anello che porto ancora al pollice, ma giusto un secondo perché capisco cosa le mie mani stano disegnando. Un fiore di flox. Avevo imparato nel mio viaggio che oltre che i colori anche i fiori hanno significati nascosti. Questi ad esempio erano i fiori delle anime gemelle.
Mi chiedo come mai le mie mani abbiano disegnato proprio quelli ma le mie riflessioni vengono interrotte da Steven
"Ecco il tuo classico"
"Grazie" gli sorrido, il suo sguardo si posa sul mio taccuino e io lo nascondo istintivamente con una mano. Lui alza le mani in segno di resa e io cerco di tornare alla professionalità
"Quanto ti devo??" dico togliendo il portafoglio dalla borsa
"Offro io Hilary" mi dice e senza aggiungere altro se ne va.
Preparo il the mettendo in infusione la bustina e aspetto qualche minuto disegnando sempre i soliti fiori sui fogli bianchi, nessuno di essi mi soddisfa.
Comincio a chiedermi se James sia caduto nel gabinetto ma poi mi ricordo che per prepararsi ci mette anche mezz'ora e quindi decido di aspettare ancora un po’ prima di fare irruzione nel bagno degli uomini... o donne.
Guardo il mio ultimo disegno dei fiori e gioco con l'anello, l'ultimo è quasi perfetto, mentre lo contemplo sento una voce
"Hilary" più che un'affermazione sembra un sospiro, come se chi lo pronuncia avesse aspettato tantissimo tempo per dirlo. Quasi una preghiera, un mantra, un ancora alla quale aggrapparsi.
Alzo gli occhi e sento il cuore accelerare di colpo, un riflesso involontario del mio corpo ad una voce che ero sicura non avrei mai dimenticato.
Davanti alla mia poltrona rossa, al di la del tavolo trovo quella persona dalla quale ero scappata mesi fa. Mi sento piccola piccola sotto la sua altezza e il suo sguardo indagatore, sono pronta alle reazioni più disparate. Me le ero immaginate e in tutte lui era arrabbiato, e io lo capivo.
Ma lui non dice quello che penso, e questo mi fa capire quanto poco lo conosco
"I tuoi capelli?" E' la prima cosa che mi dice dopo mesi di lontananza.
Io me li accarezzo e li sistemo dietro l'orecchio puntando lo sguardo sulla tazza di the che Steven mi ha portato, ad un tratto la torvo interessante.
"Finn io..." ma non mi fa parlare
"Ti ho fatto una domanda..." non ha il tono cattivo, solo deluso.
Lo guardo negli occhi e sento una piccola fitta al cuore quando mi sembra di scorgere nel suo sguardo una nota di tristezza
"Si cresce, si cambia ..." Lo vedo serrare i pugni e le mascelle. Mi allungo la mano destra sulla spalla sinistra e la massaggio leggermente, a lui questo gesto non sfugge e mi punta gli occhi sull'arto. Mi ricordo solo in quel momento del suo anello e lo nascondo sotto il tavolo
"L'ho visto" mi dice sorridendo "E' inutile che lo nascondi"
"Te lo ridò" sto per sfilarmelo ma lui allunga una mano in segno di fermarmi
"No, tienilo tu." sorride ancora e senza aspettare che lo invitassi si sieda accanto a me "dove sei stata?"
"In Giappone"
"Perché non mi hai chiamato?"
"Costa tanto"
"E le lettere??"
"Sarei tornata prima io delle lettere"
"Mi sei mancata" A questa affermazione non rispondo "Nei giorni successivi a quella volta ..." lascia in sospeso la frase, ma sapevo già a cosa si riferisse "sono andato a casa tua per una settimana, ogni giorno ma non ti ho mai trovato, poi quando si sono trasferiti i nuovi inquilini ho capito che sarebbe stato inutile, ma non ho mai smesso di cercarti, ad ogni angolo, ad ogni bar e super mercato."
Lo guardo negli occhi ma lui non mi guarda, anzi fissa lo sguardo davanti a se con fare duro. Non lo lascio continuare con il suo monologo
"Dovevi lasciarmi stare, e andare avanti, te l'ho detto..."
“Tu riesci a dimenticarti di respirare??” lo guardo e scuoto la testa “Ecco.”
Fisso il mio the e con la coda dell’occhio vedo che si concentra sul mio corpo
“Quello cos’è?” mi chiede con un gesto distratto della mano verso la mia spalla
“Un tatuaggio..”
“Lo vedo…” mi dice e sono felice di constatare che anche dopo tanto tempo riesce a sorridere delle piccole cose e dei miei modi bruschi
“E’ un fiore di verbasco, in bianco e nero, spero che mi aiuti” spero che non mi chieda spiegazioni e infatti lo fa. Rispetta i miei spazi “Tu che fai??” dico cercando di spostare l’attenzione su altro, ma lui continua a fissarmi la spalla.
“Sopravvivo” adesso ha spostato gli occhi verdi nei miei chiari
Mi chiedo se abbia una ragazza, un amica, un gatto o qualsiasi cosa a cui dare un po’ d’amore, mi sembra molto triste ed ha gli zigomi più alti ed incavati. Il silenzio tra di noi è imbarazzante ed è la prima volta che mi sento così insieme a lui.
Ci fissiamo e per un momento voglio saltargli addosso e dargli un bacio, anche lui si protende verso di me ma una voce acuta ci interrompe
“Finn” dice solo.
Lui sbatte gli occhi come se solo in quel momento si fosse ricordato di essere nel bar di un aeroporto e si guarda intorno.
La fonte della voce è una ragazza. Capelli lunghi e biondi. Tinti. Tette che se gli stai a meno di 10 metri potrebbero colpirti e stenderti, sorriso perfetto e bianchissimo, si avvicina ondeggiando sui tacchi.
Guardo prima lei poi Finn che ha abbassato gli occhi con aria sconfitta
"Ciao" mi dice allungandomi una mano dalle unghie lunghe e smaltate.
Non l'afferro e dico
"Ciao"
Sembra risentita come se fosse abituata ad avere il mondo ai suoi piedi
"Finn dobbiamo andare e fare il cheek-in o perderemo l'aereo"
"Un attimo" dice lui guardandomi come per scusarsi
"No ora!!" lo incalza lei sbattendo un tacco per terra
"Ho detto un attimo, tu avviati..."
Lei sbuffa ma se ne va senza aggiungere niente
"Ti ho aspettata tanto. Tantissimo. Stiamo andando a trovare Jack in Spagna che sta aiutando dei bambini. Non stiamo propriamente insieme. Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa e lascio tutto..."
"Perché??" gli chiedo semplicemente
"Non lo so neanche io, fin dall’inizio ho sempre provato qualcosa per te. Prima curiosità per il tuo carattere poi questo sentimento si è tramutato in qualcosa di più grande e profondo, un bene che tutt’ora non riesco a concepire. Quando sei nei paraggi mi sento strano, emozionato. E’ successo lo stesso adesso, quando sono entrato nell’aeroporto mi sentivo strano” sorride “ dici che è possibile una cosa del genere? Dici che è possibile che il mio cuore abbia sentito la tua presenza?" Per un momento mi si ferma il fiato in gola, e penso alla sensazione strana provato poco prima, mi era successa la stessa cosa. Ecco perché riesco a capire che dice la verità. Prendo tutto il coraggio che ho e svio la sua domanda.
"Te l'ho già detto, non ci sarà mai niente tra di noi" per la seconda volta gli mento spudoratamente, la mia pace interiore fa si che riesca a guardarlo negli occhi e sembrare sincera.
Per un minuto ci fissiamo senza dire nulla e proprio durante il silenzio la nostra attenzione viene attirata da James che si siede nel divanetto accanto a me e mi passa un braccio sulle spalle
"Amorino" mi dice e per fortuna non ha la voce da checca.
Io lo stringo in vita, Finn strabuzza gli occhi e abbassa impercettibilmente le spalle.
"Se le cose stanno così...Addio" dice alzandosi e facendo un mezzo giro sui talloni
"Finn" lo chiamo e lui si blocca. Strappo l'ultimo disegno di flox e alzandomi glie lo porto, lui lo guarda senza capire. Lo piega con cura e se lo mette in una tasca del giubbino, vicino al cuore.
"Abbi cura di te" lo abbraccio forte per un secondo e poi lo lascio. Ha gli occhi inespressivi e dice
"Ti poterò sempre la coca-cola" mi dice e per un secondo gli occhi verdi si addolciscono, si avvicina e mi abbraccia goffamente per poi andarsene senza aggiungere altro.
Mi lancio sul divanetto e infilo la testa sotto la spalla di James
"Chi era??" Non rispondo e comincio a piangere sommessamente “Capisco” dice lui e comincia ad accarezzarmi la nuca.
"Gli ho mentito, di nuovo. Non se lo merita…" dico mentre James continua ad accarezzarmi "l'ho fatto per lui. Si troverà meglio senza di me.."
"Shh" mi dice e io comincio a piangere sempre più forte.
L'ultima frase che Finn mi dice mi risuona nella testa e capisco perfettamente cosa intende.
Ogni volta che avrai bisogno di me ci sarò.
 
 
NOTA DELL’AUTRICE:
Ok, capisco che questa storia non è stata proprio un successo. Ma oramai l’avevo cominciata e dovevo finirla, anche perché qualcuno che la legge c’è. Ma questa storia mi ha aiutato a capire che mi devo impegnare di più. Grazie a chiunque abbi letto anche solo un capitolo, e se qualcuno è arrivato fino in fondo… beh sappiate che vi voglio bene :D
Enjoy
  
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