Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: justinsgirl    21/10/2013    21 recensioni
«Ma che cazzo fai, parli con gli uccelli adesso?»Justin. Riconosco il suo passo, la sua voce.
«Demi.. Devi guardarmi, quando ti parlo» Dice, e sembra arrabbiato. «E siccome mi hai fatto arrabbiare, adesso mi calmerai anche» Dice facendo combaciare le nostre labbra. Non voglio Justin. «Justin, per favore»Dico ancora sentendo il suo fiato sul collo. «Mi stai rifiutando?» Il mio sguardo parla da solo.
«No Demetria, rifiutare Bieber.. è sbagliato» Dice semplicemente, allontanandosi da me.
Cazzo.
Genere: Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Ciao papà» Dico aprendo la porta di casa.
«Piccola..» Si avvicina e mi stampa un bacio sulla fronte, accarezzandomi i capelli. «Hai fame?» Dice indicando il tavolo, sul quale ci sono patatine, hamburger, panini e cioccolata.
«Papà io in realtà..» Non ho fame. Per niente. «..sto morendo di fame, lascio la borsa e arrivo» Mento.
Salgo in camera mia, che più che una camera sembra una cantina per com'è in disordine.
Se sgrano gli occhi riesco a vedere la parete fucsia che ho fatto dipingere apposta, mentre le altre sono viola. Volevo qualcosa di diverso, su cui appendere le foto che avrei fatto con i miei amici. L'ho dipinta insieme a papà quando avevo dodici anni, ed ora che ne ho diciassette è piena di foto per metà, e sono tutte con papà, o con Melody, il mio cavallo.
Di amici non ne ho poi tanti, ma è una mia scelta.
Avevo una migliore amica ai tempi dell'asilo, ma sono sempre stata una solitaria e taciturna, una che sa il fatto suo, ma non vuole farlo sapere agli altri.
«Demi, vieni o no? Si raffredda» Papà urla, ma è un urlo dolce, e morbido.
Lascio cadere la borsa per terra insieme al mucchio di libri che giace lì già da venerdì sera.
«Arrivo»

«Allora, com'è stato lasciare il gabbiano?» Oh, beh.. non tanto male. «Terribile» Mormoro con un filo di voce.
«E' così che vanno le cose, a volte dobbiamo lasciare le persone che amiamo. Dobbiamo renderle libere, la libertà è la più grande forma d'amore» Sussurra ed io annuisco sorridendo. E' così saggio. Così marcato dalla vita, dalle esperienze.
«Papà, devo andarci per forza domani a scuola?» Mi guarda interrogativo. «Sai, non ho studiato bene, mi piacerebbe stare nel piumone fino alle undici e poi fare un giro con Melody» Mi alzo e prendo i piatti, mettendoli nel lavello.
«Lascia stare.. faccio io» Mi passa una mano sulla spalla. «E vai a studiare..» Faccio il broncio. «Su, non farmi cambiare idea!» Dice scherzando.
Che palle, non voglio andare a scuola.

Mi spingo fino alla mia classe, e vado all'ultima fila, banco centrale. E' il meno controllato, hai sessantamila persone davanti e di certo non vengono a controllare te.
Infilo le cuffiette dell'ipod e mi abbandono a quello che dice la musica, con la testa sul banco.
Chiudo gli occhi, solo un attimo.
Well let me tell you a story,
about a girl and a boy..

«Demetria..pensavi non me ne accorgessi eh?» La Dickens mi toglie l'ipod dalla mano ancora intorpidita dal sonno, e lo lancia sul banco. «Prendersi gioco di me in questo modo..» Continua a sbraitare come fosse una bambina. «No signorina, non glielo permetto» Io ho ancora sonno, mi stendo allungando le braccia davanti a lei.
«Questo è troppo. Dalla preside. Ora.» Urla e punta il dito contro la porta. Le spalle tese, la testa alta, dito puntato, sguardo di fuoco. «Okay, uhm..» Farfuglio ed esco dalla classe.

I corridoi a quest'ora sono deserti, nulla di interessante, nulla capace di attirare davvero l'attenzione.
«Oh, guarda chi abbiamo qui» Mi giro, ancora assonnata, e lo riconosco. E' lui. «Demetria Johnson» Sussurra al mio orecchio.
Io come risposta, mi faccio forza e avanzo, verso la porta della preside.
«No, no.. dove vai?» Si avvicina ancora.
La sua presenza mi infastidisce, mi mette a disagio.
«E così scappi di nuovo, vero? E' questo quello che sai fare.. scappare» Mi prende un polso con l'indice e il pollice.
E' incredibile quanto le sue mani siano grandi.
«Come ha fatto tua madre.. O era tuo padre? Insomma.. tua madre dev'essere rimasta scioccata dopo averti vista.. così tanto da bruciare la casa, con te dentro» E' troppo.
Inizio a sentire le lacrime salire, e le cicatrici bruciare. E' troppo Justin, troppo.
«Smettila» Sussurro con un filo di voce.
«Oh, piccola, ho appena iniziato» Dice, e quando mi volto per guardarlo in faccia, di lui resta solo l'ombra.





Hallelujah.
Ragazze mie, allooora.
Il primo capitolo ha ricevuto 9 recensioni, vi sembrerà assurdo ma per me sono tantissime,
e sono davvero, davvero, davvero contenta.
Ci sto mettendo il cuore a scriverla, e più vado avanti, più mi vengono nuove idee.
Penso che la mia testa possa diventare un frullatore, giuro.
Allora, bando alle ciance (mi piace dirlo, scusate..), questo capitolo penso vi renda più chiaro il rapporto Demi-Justin,
e la storia di Demi. Per quella di Justin dovrete aspettare un altro po', ma prometto che andando avanti avrete le idee più chiare,
anche perchè neanch'io le ho adesso..
Okay, null'altro da dire, grazie mille.
Vi amo,
un bacio,
me xx

 

 

  
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