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Autore: Mon    21/10/2013    3 recensioni
Le leggende, si sa, sono storie inventate che vengono tramandate per via orale da lungo, lungo tempo. Molte sono state inventate dagli anziani, alcune volte per ingannare il tempo, altre per spaventare i bambini. Ma se le leggenda di Jack O'Lantern avesse un fondo di verità?
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il vecchio pub



Il Tardis si fermò, Rose e il Dottore si guardarono negli occhi e poi il Signore del Tempo sorrise alla sua compagna. Lei rispose, di rimando. «Dove siamo stavolta?» chiese, la ragazza.
«Medioevo. È il 30 ottobre. Sai questo cosa significa?»
Rose sorrise. «Che domani è Halloween?»
Il Dottore scosse la testa. «Nel Medioevo ancora no. Siamo in Irlanda, qui domani si festeggia la festa di Samhain, è il capodanno celtico. Tutto questo coincide con la fine della stagione calda. Per un popolo agricolo come i celti la stagione invernale viene paragonata alla morte.»
Rose ascoltava attenta. Sul viso del Dottore si stampò un enorme sorriso. «Vuoi vedere come vivevano?»
«Oh si, mi piacerebbe un sacco!» rispose la compagna.
Il Dottore si infilò il suo cappotto lungo e marrone poi prese per mano Rose e, correndo, si diresse davanti alla porta del Tardis, la aprì. Un vento freddo, quello tipico irlandese, investì i due viaggiatori che si trovarono davanti una distesa di campi incolti, lasciati a riposare in vista della nuova stagione agricola. Il Dottore richiuse la porta del Tardis e cominciò a camminare insieme a Rose, l’azzurro cielo d’Irlanda cominciava a colorarsi di scuro, la sera sarebbe presto arrivata e con lei anche un freddo più tagliente. Cercarono di arrivare a quello che poteva essere definito piccolo paesino, un ammasso di case di legno dove, però, non poteva mai mancare il pub; lì venivano venduti birra e whiskey, rigorosamente distillato in casa. 
Il Dottore e Rose si avvicinarono e si fermarono davanti all’entrata del pub; il Signore del Tempo indicò alla sua compagna dei grandi contenitori di legno che si intravedevano dietro alla costruzione davanti alla quale erano fermi. «Vedi quelle botti là dietro?» chiese, indicando un punto davanti a lui.
Rose allungò un po’ il collo e poi annuì.
«Quelle sono le botti dove viene preparata la birra e distillato il whiskey. Quello che oggi trovi nella moderna Irlanda, e non solo, parte tutto da qui.»
«Wow...» fu l’unica cosa che Rose riuscì a pronunciare, mentre teneva gli occhi fissi sulle botti dietro alla costruzione di legno. Da lì usciva una fioca luce e il Dottore si avviò verso l’entrata. La compagna lo seguì, fino a che non arrivarono davanti alla porta. Lui si girò e la guardò. «Sei pronta?»
Rose annuì e così i due entrarono. L’ambiente era poco illuminato e saturo di fumo, le uniche cose che facevano luce erano il fuoco del camino e alcune lanterne appese ai muri di legno. Il bancone era situato dalla parte opposta dell’entrata, in mezzo c’erano tavolini di legno, tutti occupati dalla popolazione del piccolo paese, riunita per riposarsi e bere qualcosa in tranquillità dopo le fatiche della giornata. Boccali di birra nera erano posti sui tavoli, altri erano più piccoli, ricolmi di liquido giallastro che, Rose pensò, doveva essere il whiskey che distillavano dietro al pub.
Il Dottore e la sua compagna si avvicinarono al bancone e chiesero una pinta di birra ciascuno, si sedettero sugli sgabelli di legno e cominciarono a guardarsi attorno, sorseggiando quel nettare nero, che in futuro avrebbe preso il nome di Guinness. 
Era già qualche minuto che erano lì, in pace, quando videro qualcuno entrare dalla porta e l’oste al bancone lo salutò immediatamente. s
«Finalmente è arrivato il fabbro!» disse qualcuno
«Quante birre prenderai stasera e quante non ne pagherai?» chiese un altro, in tono scherzoso. 
L’uomo si avvicinò al bancone, salutò l’oste e poi ordinò una pinta di birra. «Arriva subito Jack!» disse il proprietario di quello sgangherato pub.
Il Dottore si illuminò, si sporse verso Rose e le sussurrò all’orecchio: «Fai attenzione a quell’uomo, perché è colui che ha dato vita alla leggenda di Halloween, lui è Jack O’Lantern!»
Rose si girò di scatto verso il Dottore, incredula. «È proprio lui?»
Il Dottore annuì e continuò: «E domani sera incontrerà il Diavolo che vorrà prendersi la sua anima.»
«Ma lui sarà così furbo da farlo trasformare in monetina, metterlo nel suo borsellino dove c’è una croce, così per il Diavolo sarà impossibile ritrasformarsi e Jack gli chiederà, in cambio della libertà, di non andare a richiedere la sua anima per i successivi dieci anni.» continuò Rose.
Il Dottore sorrise, compiaciuto del racconto della sua fedele compagna. 
I due rimasero lì per il resto della serata, fino a che, piano piano, il pub non cominciò a svuotarsi; rimasero in pochi, i più ubriachi, tra cui anche Jack, alla sua decima birra. L’uomo fece per alzarsi, barcollando, e per uscire dal locale, ma l’oste lo fermò. 
«Jack, mi devi pagare!»
«Dai, metti sul conto!» disse l’uomo, farfugliando. 
«No, qualcosa mi devi lasciare! Sappiamo tutti che sei taccagno, ma almeno pagami la metà delle birre che hai bevuto stasera!»
Jack sbuffò, di malavoglia tirò fuori dalla sua tasca il borsello contenente i soldi e lasciò qualche moneta appoggiata sul bancone del pub, poi uscì. L’oste raccolse il denaro e lo contò, poi si rivolse a Rose e al Dottore. «Siete stranieri?» chiese.
«Oh si, veniamo da lontano, abbiamo fatto un lungo, lungo viaggio.» rispose il Signore del Tempo.
«Sarete stanchi allora. Volete una camera? Ho qualcosa per voi al piano di sopra.» disse.
Rose si sentì avvampare il viso; viaggiava con il Dottore, ma nel Tardis, finora, erano stati in camere separate. A rispondere fu lui, accettando l’offerta dell’oste. L’uomo finì di contare i soldi che Jack gli aveva lasciato e poi disse: «Mi ha dato anche una piccola croce d’argento. Si deve essere sbagliato, ubriaco com’era deve averla scambiata per una moneta!»
Rose e il Dottore si guardarono, capendosi al volo. Quella croce doveva essere restituita al fabbro, se così non fosse stato, sarebbe successo un disastro. Il Diavolo avrebbe preso l’anima di Jack, la leggenda non sarebbe mai esistita, probabilmente la festa di Halloween, così come la si conosce oggi nel mondo moderno, non avrebbe mai conosciuto la luce. Tutto questo doveva essere evitato.
«Ehm, credo che quella croce sia molto importante per Jack. Può, per favore, consegnarmela? Domani gliela daremo personalmente.» disse il Dottore.
L’oste la guardò, alzò le spalle e la mise sul palmo aperto e proteso della mano del Signore del Tempo. 
«Grazie. Adesso può farci strada nella nostra stanza? Siamo molto stanchi...» continuò sempre il Dottore, girandosi verso Rose e facendole segno con la testa di seguirlo.
I due andarono insieme all’oste verso una stretta scala di legno, che scricchiolava ad ogni passo, fino ad arrivare davanti ad una porta, al piano superiore. L’uomo indicò al Dottore e a Rose di accomodarsi, diede loro la buonanotte e tornò nel pub, per finire di ripulire il disastro che gli avventori della sera avevano lasciato all’interno del locale. Il Dottore aprì la porta, anche quella scricchiolava sinistra. Entrarono in una stanza illuminata da un piccolo caminetto e da alcune lanterne, uguali a quelle appese alle pareti del pub. Un letto, anch’esso tutto di legno, faceva bella mostra di sé al centro della stanza; Rose vi si sedette sopra, constatando la poca morbidezza di quello che lei faticava a chiamare materasso. Il Dottore sembrò leggere nel pensiero della ragazza perché disse: «È solo per stanotte. Domani mattina consegnamo la croce a Jack e ce ne andiamo.»
«No, possiamo rimanere qui anche domani sera. Vorrei vedere Jack O’Lantern ingannare il Diavolo!»
Il Dottore sorrise, sedendosi dalla parte opposta del letto, si sdraiò e, quasi con un gesto involontario, tirò Rose a sé. La ragazza sentì un brivido correrle giù per la schiena; non era per il freddo, quella stanza era piccola e riscaldata a dovere, era essere stretta dalle braccia del Signore del Tempo che le aveva provocato quel brivido. Si accoccolò meglio, mentre il Dottore la stringeva a sé. 
«Buonanotte Rose.»
«Buonanotte Dottore.»






Salve a tutti! Cosa dire? Allora, prima di tutto provo a spiegare perché ho messo in piedi questa storiella. La festa di Halloween intesa come "Dolcetto o Scherzetto" non mi ha mai entusiasmato troppo, però le storie che ci sono dietro, le tradizioni, le credenze popolari, quello si. In più la leggenda di Jack O'Lantern viene dall'Irlanda, da dove dicono sia nata la festa di Halloween, e io, in quel bellissimo e verde paese ci ho vissuto per un po' di tempo quindi, per questo, sono ancora più affascinata da queste cose. 
Detto questo, è vero, sono leggermente in anticipo, Halloween è tra una decina di giorni, ma ho intenzione di scrivere più o meno quattro capitoli, e vorrei riuscire a postare l'ultimo intorno al 31 ottobre. 
Ah, per raccontare la storia ho scelto Ten e Rose semplicemente per il fatto che sono la coppia che preferisco. Va beh, smetto di dire scemate. Spero solo che la storia vi piaccia, è la prima che scrivo su Doctor Who quindi abbiate pietà. Fatemi sapere cosa ne pensate, qualsiasi cosa, anche critiche sono ben accette. 
Un abbraccio, grazie per essere arrivate fin qui.
Al prossimo capitolo, se vorrete. 
Mon

  
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